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alloggiata d'ordine d' Innocenzo VIII. Comunemente pretendevasi che quivi morisse anche Raffaello Sanzio; ma ora è conosciuto che la casa di quel sommo pittore esisteva altrove. Essa in fatto rimaneva in quello spazio ch'ora forma parte della piazza di s. Pietro, e che prima di Pio VII. conoscevasi col nome di piazza Rusticucci, chiamata al tempo del Sanzio Priorato. Mortovi Raffaello, la casa cesse per legato al cardinal Divizio Bibbiena: in seguito fu atterrata da Alessandro VII., allorchè il Bernini per ordine di lui eresse il doppio colonnato che ricinge la piazza Vaticana.

PALAZZO CORSINI. Rimane questo palazzo per la via della lungara, poco prima di giungere alla porta Settimiana, quasi di rimpetto alla famigerata farnesina. Altre volte esisteva in questo luogo il palazzo de' Riarj nipoti a Sisto IV., e la celebre Cristina di Svezia vi ebbe dimora e vi morì nel 1689. Il cardinal Neri Corsini, nipote di Clemente XII. comperò l'edifizio, e fece innalzare in sua vece il nuovo palazzo con architetture del cav. Ferdinando Fuga. Questa fabbrica è senza dubbio una delle più superbe di Roma, e l'interna sua distribuzione ha moltissimo del signorile. Essa nella facciata ha tre portoni che ne occupano la parte di mezzo: quello del centro per un ampio vestibolo conduce diritto alla villa, che fa di sè gratissima mostra per la perpetua verdura, perpetua verdura, e si distende salendo sino alla vetta del Gianicolo: gli altri due portoni laterali mettono a due grandiose scale, che poi si riuniscono in una con vantaggio degli appartamenti. La facciata è distribuita in grande; ma non ha ordini, essendo solamente fornita di fasce a bugne. Gli ornamenti delle finestre a dir vero non sono del miglior gusto, nè si saprebbe dire di quale stile siano que'frontispizi doppi che decorano le finestre del piano nobile. In questo

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piano trovasi la stupenda Galleria in cui ammiransi raccolti quadri eccellenti, e pregiatissimi oggetti di belle arti: non brevemente diremo degli uni e degli altri, discorrendo però solo delle cose più cospicue e rare.

Incominciando dunque dalla seconda anticamera faremo osservare, esservi un buon musaico di antico lavoro rappresentante un bifolco. Oltre di ciò vi si posson vedere: la bella copia in musaico d' un quadro di Guido Reni: un sarcofago di scultura antica, in cui scorgonsi espresse delle Nereidi e dei Tritoni. Entrando poscia nella galleria si trovano meritevoli di maggiore osservazione i seguenti quadri: il celebre EccE HOMO di Guercino, mezza figura eccellente pel colorito, e per l'aria desolatissima del viso: una donna nuda del Furini: s. Pietro nel carcere, opera facile pel tocco del pennello eseguita dal Lanfranco: una effigie di nostra Donna di largo e robusto stile, condotta da Michelangiolo da Caravaggio: la natività di Maria Vergine proveniente dalla scuola de'Caracci: una santa Famiglia, pittura leggiadra del Barocci: un s. Girolamo, opera di molta forza di tinte di Guercino: un s. Pietro del Mo la: una magica levata di sole del Berghem: le effigie di Lutero e della sua supposta consorte, dell' Holbeim: due piccoli paesi egregiamente toccati del Pussino: una santa Famiglia di frate Bartolommeo da s. Marco; questa pittura viene risguardata come una delle migliori opere di quel sommo maestro, in ispecie per la grazia de' colori, pel buon disegno, per le gentili movenze e per l'aria delle teste piene di vita e di amabilità: la Samaritana, quadro del Guercino: una Venere in atto di abbigliarsi, lavoro gentile molto dell'Albano: una sacra Famiglia del Garofalo: Gesù presentato al tempio, eseguito con vago colorito da Paolo Veronese: un s. Bartolommeo del cav. Calabrese: due piccoli quadri del

Rubens: due allegre bambocciate del Teniers: una ripetizione del bellissimo ritratto di papa Giulio II. eseguito dal Sanzio: il ritratto di Filippo secondo, figliuo lo di Carlo V., re delle Spagne; è questo un dipinto mirabile per la forza e vivacità del colorito come pure per l'aria severa della testa, e ben vi si riconosce la mano maestra del Tiziano da cui fu eseguito.

Nell'altro lato della Galleria non si trova cosa degna d'essere in ispecial modo osservata, se ne cavi una sedia curule adorna di bassorilievi, la quale fu trovata a s. Giovanni in Laterano. Nella seguente camera poi si osservano: un couiglio, lavoro di somma pazienza e di mirabil finitezza uscito di mano d'Alberto Duro: un Cristo che viene portato alla sepoltura, opera tenuta in gran pregio per essere delle migliori di Luduvico Caracci alcuni giuocatori del Cigoli: la vita del soldato espressa con acconcia maniera in dodici piccoli quadri eseguiti dal famoso Callot: otto quadretti a pastello del Luti: una nostra Donna col bambino, pittura affettuosissima del Sassoferrato: una bella effigie di Maria Vergine di mano d'Andrea del Sarto: la celebre Fornarina di Raffaello ritratta da Giulio Romano: una testa d'un tocco vigoroso e risoluto, condotta dal Rubens: il pregiatissimo ritratto di Paolo III. mentre era ancor cardinale, di Tiziano: un s. Girolamo del medesimo artefice: un Cristo colla Maddalena, opera del Barocci: la crocifissione di s. Pietro, e un s. Giovan Battista opere di Guido Reni: un'Annunziata e due quadretti di Guercino: la Erodiade; è opera questa delle più vaghe di Guido, ove si ammira eleganza nelle vesti, geutil aria di viso, grazia di atteggiamento, vaghezza di colorito: una caccia di bestie feroci eseguita magistralmente dal Rubens.

La camera che vien poi, e che serve per dormir

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