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con occhi più sereni, che non i lor padri ». Così dicendo pianse tutto insieme e le destre accoppiò dei garzoni. Indi abbracciati ciascun di loro cortesemente licenziò l'assemblea.

III. Un crudo gelo ricercò tosto l'ossa ad Antipatro, e tutti gli astanti s'avvidero dell' interno cordoglio, che lo rodeva. Perciocchè dall'onore fatto a'pupilli scorgeva la sua rovina ancor presso il padre, e il novello pericolo, a cui andrebbono le sue speranze, se oltre Archelao avessero i figliuoli d' Alessandro presto a soccorrergli ancor Ferora, ch' era tetrarca. In questo andava tra se medesimo ripensando all' odio, in che avevasi la sua persona, e alla pietà, che sentivasi de' pupilli dalla nazione; indi quanta fosse ne' Giudei la premura pei vivi, e quanta ancor la memoria degli assassinati fratelli per colpa sua. Conchiuse egli adunque, che si doveano per ogni modo rompere le sponsalizie, e perciocchè a introdursi con maliziosi artifizj davagli da temere l'umor del padre intrattabile e nel sospettare precipitoso, ebbe ardire di presentarglisi e supplicargli in persona, che non volesse privarlo di quegli onori, di che lo avea fatto degno, nè a lui il sol nome di re, e darne ad altri il potere. No, non avrebbe egli già la total signoria dello stato, quando' oltre l'avo Archelao avesse il figliuol d'Alessandro Ferora eziandio per sostegno. Volesse egli adunque, giacchè la famiglia reale era assai numerosa, cangiare gli sponsalizj.

IV. Erode infatti avea nove mogli, e da sette gli erano nati figliuoli. Esso Antipatro da Doride, Erode da Mariamme figliuola del sommo Pontefice, Antipa ed

Archelao da Maltace samaritana e con essi la figlia Olimpiade presa da suo nipote Giuseppe (80). Da Cleopatra di Gerusalemme Erode e Filippo; e da Pallade Fasaelo. Ebbe egli eziandio altre figlie, Rossane cioè, e Salome, la prima da Fedra, e da Elpide la seconda. L'altre due mogli rimasero senza figliuoli, e furono la cugina e la nipote. Oltre poi a' già detti avea due sorelle d'Aristobolo e d'Alessandro nategli di Mariamme.

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V. Ora, poichè la sua casa contava tante persone, Antipatro lo pregava, che si mutassero le sponsalizie. Ma funne il re sdegnato assaissimo, ben da ciò comprendendo, di che fatta pensieri ei nutrisse in risguardo degli orfani e tosto gli cadde nell' animo il dubbio non forse i meschini già uccisi fossero stati il bersaglio delle calunnie d' Antipatro. Allora adunque dopo una lunga risposta tutta collera e sdegno cacciòllo da se lontano; ma entratogli novamente nell'animo colle solite lusingherie il ridusse a ciò, ch'ei voleva; e ad Antipatro stesso maritò la figliuola d' Aristobolo, e in luogo di questa a suo figlio quella diè di Ferora. Di qui ciascuno potrà comprendere, quanta forza appo Erode avessero le lusinghe d'Antipatro, quando Salome in simili circostanze nulla potè ottenere. Conciossiache a questa con tutto l'essergli di sorella, e le molte suppliche, che per mezzo di Giulia moglie di Cesare gli fe' porgere per isposare Silleo, giurò, che la guarderebbe come nimica, se una volta non si cessasse da tal premura. Finalmente a suo malgrado accasolla con certo Alesse suo amico, e delle figliuole di lei l'una col figlio d'Alesse, e col zio materno d'Antipatro l'altra. Le figliuole

poi di Mariamme furono date la prima ad Antipatro figliuolo di sua sorella, e la seconda a un figliuolo di Fasaelo fratello suo.

CAPITOLO XXIX.

Antipatro diviene insofferibile. È mandato a Roma col testamento d' Erode. Ferora per non abbandonare la moglie abbandona il fratello: sua morte.

I. Recise Antipatro le speranze a'pupilli, e concertate le nozze a misura de' suoi vantaggi considerava già come in porto sicuro le sue speranze, e alla tristezza accoppiata la prosunzione non era più tollerabile. Mercecchè non potendo schifare l'odio d'ogni persona coll' essere altrui di terrore procacciava a se sicurezza. Spalleggiavalo ancor Ferora, che in lui mirava indubitatamente il re avvenire. In questo stante le donne reali formarono una cospirazione, che diede moto alle ultime turbolenze. Perciocchè la moglie di Ferora con esso la madre e la sorella (5*) presa in lor compagnia la madre d'Antipatro insolentivano a più non posso in corte; e fu ardita la prima di fare oltraggio alle due figliuole d'Erode (81), il quale per questo motivo singolarmente l'aveva cacciata da corte. Odiate adunque da lui andavano guadagnando le altre al loro partito. Sola alla loro combriccola s'opponeva Salome, e rappresentava al re cosiffatta adunanza come dannevole a' suoi interessi.

II. Or quelle, risaputa l'accusa e il disgusto che avevane Erode, rimasonsi dalle pubbliche raunanze e

e

dimostrazion d'amicizia; anzi per lo contrario, quan d'erano udite dal re, fingevansi ancora scambievolmente discordi; e con esse Antipatro andava del pari, facendo in pubblico triste accoglienze a Ferora. Segretamente intanto adunavasi la brigata, facevansi cene notturne, la costanza di tutti rendea più ferma la loro unione. Niente ignorava Salome, di quanto seguiva, e ogni cosa diceva ad Erode. Egli ardeya di sdegno, e singolarmente contro la moglie di Ferora, più che non l'altre accusata a lui da Salome. Chiamati pertanto a consiglio gli amici e i parenti tra l' altre accuse moltissime, che diè alla donna, rammentò eziandio l'ingiuria fatta alle sue figliuole, e il denajo somministrato a' Farisei per voltarglieli contro, e il costrignere, che avea fatto con veleni alla mano Ferora ad essere suo nemico. Finalmente rivolse il suo dire a Ferora, e scegliesse l' uno de' due o lui per fratello, o la schiava per moglie. AI che rispondendo egli, che la vita lascerebbe più presto, che non la moglie, giacchè non sapeva Erode più, che si fare, passò ad Antipatro, a cui intimògli, non trattasse più da indi innanzi nè con Ferora, nè colla moglie di lui, nè con altra persona che a lei s' attenesse.

III. Antipatro scopertamente non violò il comando ; ma di nascosto passava le notti in consulte con loro. Temendo però il razzolar di Salome ottiene, mediante gli amici suoi in Italia, d'esser mandato a Roma. Conciossiachè avendo essi scritto, che a tempo e luogo sarebbe stato mestiere spedire Antipatro a Cesare, Erode senza frapporre indugio lo vi mandò fornito d' un ricco seguito, e d'un immenso denajo, e del testamento,

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che seco portava. In esso chiamavasi successore nel regno Antipatro, e d' Antipatro Erode natogli di Mariamme figliuola del gran Sacerdote. Navigò anche a Roma Silleo l'arabo senza far caso de' comandamenti di Cesare, per disputar con Antipatrò di ciò stesso, per cui poc' anzi (82) avea contrastato con Niccolò (83). Esso aveva altresì una lite non picciola con Areta (84) suo re; perciocchè gli avea Silleo uccisi parecchi amici, e tra questi Soemo il cittadin più possente, che fosse in Petra. Indi ammollito con gran denari Fabato amministratore di Cesare si giovava dell' opera sua in danno d'Erode. Ma Erode con una somma molto maggiore, e tolse di fianco a Silleo Fabato, e per mezzo di lui esigeva, quanto avea Cesare comandato. Ora Silleo, oltre al non avergliene dato un soldo, accusava ancora Fabato appo Cesare, che fosse amministratore non de' suoi beni, ma di quelli d' Erode. Dal che mosso a sdegno Fabato, ch' era per anco in grandissimo pregio appo Erode rivela a lui i più arcani trattati dell' arabo; e dice al re che Silleo con denari avea pervertito Corinto soldato della sua guardia, e però vuolsi avergli ben l'occhio addosso. Il re ne segue il consiglio; perciocchè era bene Corinto cresciuto in corte ma traeva sua origine dall' Arabia. Tosto adunque arresta non lui solamente, ma due altri Arabi ritrovati con lui, Ρ uno amico di Silleo, e l'altro principe d'una tribù. Messi alla tortura confessarono d' avere a forza di grandi somme indotto Corinto ad uccidere Erode. Costoro pertanto disaminati ancora da Saturnino governator della Siria furon mandati a Roma.

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