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una spelonca occultissima della fortezza ivi entro`salva la vita; e indi a tre giorni, mentre con pianti ne andavano in traccia per seppellirlo, si fa sentire dal cupo suo nascondiglio: donde comparso alla vista di tutti riempi d'una gioja non isperata l'animo di ciaschedu→ no, quasi l'avesse la provvidenza di Dio riservato ad essere nelle contingenze avvenire lor condottiere. 、

III. Or Vespasiano partitosi colle sue truppe da Antiochia, (ch'è per grandezza e per altri suoi pregi la metropoli della Siria, ed ottiene senza contrasto il terzo posto fra quante città son nel mondo soggette a' Romani, dove trovò il re Agrippa, che ne aspettava con tutta la sua armata l'arrivo) s'incamminò alla volta di Tolomaide : e in vicinanza a questa città gli si fanno incontro i Galilei abitatori di Sefforim, soli fra quanti erano colà intorno amanti di pace; i quali e solleciti della propria salvezza e delle forze romane ben consapevoli, prima ancora di Vespasiano avevano a Cestio Gallo obbligata la fede loro, e da lui ricevutane in pegno la destra (3), e accettato un presidio. Allora pertanto fatte accoglienze cortesissime al generale promisergli la fedele opera loro in ajuto contro de' nazionali. Indi all'inchiesta, che gliene fecero, il generale per lor sicurezza tanto dà loro d' armati a cavallo e pedoni, quanto se mai facessero movimento i Giudei, crede bastevole a sostenerne gli assalti; con ciò fosse che non leggiere sembrasse il rischio di Sefforim di cader nella prossima guerra in man de'nimici, per la città, ch'essa era, delle più grandi che fossero in Galilea, piantata in un luogo fortissimo, e da servir di frontiera alla nazion tuttaquanta,

CAPITOLO III.

Si descrivono la Galilea, la Samaria e la Giudea.

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I. Le Galilee, che son due, alta l'una, e l'altra chiamata bassa, vengono chiuse intorno dalla Fenicia e dalla Siria. Ne segna i confini a ponente Tolomaide col suo distretto e il Carmelo, montagna un tempo de' Galilei, or de' Tirj, a cui giace vicino Gaba città de' cavalieri così chiamata per esser ita colà ad abitarla la gente a cavallo, cui licenziò il re Erode. A mezzogiorno hanno la Samaritide e la città di Scitopoli fin sulle sponde del fiume Giordano. A levante dividele il Gadarese, l' Ippeno, la Gaulanitide, e l'estremità degli stati d'Agrippa (4). Da tramontana ha per termini Tiro, e il tenere de' Tirj. Ora la Galilea detta bassa si stende in lungo da Tiberiade (5) fino a Zabulon, a cui giace vicina sul mare Tolomaide; in largo poi si dilata da Salot terra situata nel gran campo fino a Bersabe, che segna ancora il principio della Galilea alta allargantesi fino a Baca terra, che mette confine al paese de' Tirj ; allungasi poi fino a Merot da Tella, borgo vicino al Giordano.

- II. Ora benchè per grandezza sieno sì vaste e da tante nazioni straniere serrate all'intorno, pur ressero sempre a ogni prova di guerra, perchè fin dagli anni più teneri avvezzi all'armi, e numerosissimi in ogni tempo furono i Galilei, nè mai o a timore n'andarón soggetti gli uomini, nè a scarsità d'abitanti il paese, ubertoso

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ch'egli è dappertutto, abbondante di pascoli, e inarborato d'ogni fatta di piante, onde colla sua fertilità trae a sè anche i meno affezionati ai lavori della terra. Quindi è messa tutta a coltura dagli abitanti, e ve ne ha parte, che resti oziosa. Frequenti inoltre son le città, e le terre in gran numero, tutte mercè la dovizia del paese popolatissime per tal modo, che la minor d'esse conta da quindicimila abitanti. In somma; benchè in grandezza si voglia anteporre alla Galilea la Perea (6), pur non ha dubbio, che in forze le si dee mettere questa al disotto, essendo la Galilea, tutta quant'è, coltivata, e dall' un capo all' altro fruttificante; dove la Perea, tuttochè di gran lunga maggiore, è per lo più montagnosa, deserta, e a recare in buon essere frutta dimestiche più salvatica, che non converrebbe. Anch'essa però ha il suo buono e fruttifero; ed ha pianure con alberi in quantità: pure il suo meglio consiste in ulivi, in viti, e in palmeti, bagnata ch'ell'è da torrenti, che scendono giù da monti, e da vene di acqua perenni bastevolmente, se mai intravviene, che dall' ardore del Sirio quelli rimangano asciutti. La sua lunghezza pertanto è lo spazio, che da Macherunte (7) va fino a Pella (8); e da Filadelfia (9) sino al Giordano è la sua larghezza. Con Pella infatti, che testè mentovammo, confina da tramontana, da ponente col Giordano, a mezzodi ha per termine la Moabitide, e a levante l'Arabia e la Serbonitide, col Filadelfeno e con Gerasa, che ne seguano i confini.

III. La Samáritide poi giace in mezzo tra la Giudea e la Galilea. Perciocchè dalla terra nomata Ginea posta

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dentro il Gran Campo vien giù e finisce nella signoria Acrabatena. Non è però di natura niente diversa dalla Giudea, ma ambedue montagnose ed aperte, arrendevoli alla coltura, bene inarborate, e pienissime di montaneschi prodotti e dimestici. In nessun luogo però non avvi naturalmente abbondanza d'innaffio, ma sì piuttosto di piogge. Le lor polle d'acque son tutte dolci per eccellenza, e dalla quantità di buon' erba avvien che le gregge più assai che altrove abbondino di latte. Certo grandissima prova di buono e dovizioso paese è la numerosissima popolazione dell' una e dell' altra. Confin divisore di tutte e due si è Anuat terra, che ha il nome ancor di Borceo, e pon termine alla Giudea ella stessa da tramontana. Di verso poi mezzo di misurata per lungo termina in una terra, che i Giudei di colà chiaman Jardan, e confina con quello degli Arabi: finalmente per largo ella stendesi dal Giordano fin presso a Gioppe. La città, che sia posta più nel suo mezzo, è Gerusalemme, e però alcuni non male chiamaronla il cuore della provincia. Non è priva neppure delle delizie marittime la Giudea, sicccome quella, che stendesi lungo il mare fino a Tolomaide.

IV. In undici marche (10) ripartesi la Giudea, tra le quali siede come reina Gerusalemme, che soprastà a tutto il paese d'intorno, come il capo alle membra. Le rimanenti dopo essa dividonsi in signorie (11). Gofna è la seconda, e dietro a lei Acabratta, siegue Tamna, poi Lidda, poi Emmaus, e Pella, e l'Idumea, ed Engaddi, ed Erodio, e Gerico; indi Giamnia e Gioppe dan legge alle terre circonvicine: e oltre a queste vi

sono la Gamalitica e la Gaulanitide, la Batanea, e la Traconitide, che formano anco una parte del regno di Agrippa; le cui provincie dal Libano cominciando e dalle scaturigini del Giordano s'allargano fino al lago di Tiberiade, e dalla terra chiamata Aifas distendonsi in lungo fino a Giuliade. Siri mescolatamente e Giudei ne sono gli abitatori. Così abbiamo ragionato, quanto più in breve per noi s'è potuto, di qual fosse il paese de' Giudei e de' popoli, che lor sono d'intorno.

CAPITOLO IV.

Giuseppe, assalita Sefforim, è respinto. Venuta di Tito con grandi forze a Tolomaide.

I. Ora le truppe mandate da Vespasiano in soccorso a' cittadini di Sefforim, ch' eran mille cavalli, e seimila fanti condotti da Placido loro tribuno, attendatesi nel gran campo dividonsi in due corpi, de' quali la fanteria passa in città per guardarla, e la cavalleria soprattiensi nelle trincée. Sortendo poi essi continuo da ambe le parti, e correndo il paese d'intorno malmenavano assai la gente di Giuseppe, che non movevasi, e col mettere a sacco i distretti delle città e col rintuzzare l'ardore de' cittadini, quando arrischiassonsi di far sortite. Ora Giuseppe non mancò di gettarsi sopra la città, sperando di prenderla, giacchè egli stesso, prima del suo ribellare da' Galilei, circondata l'aveva di mura, onde a' Romani eziandio riuscisse inespugnabile; ma perciò stesso gli tornò vana la sua speranza, trovandosi meno

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