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NOTE

DEL LIBRO PRIMO

363

V. (1) UOL dire de'Babilonesi, Assiri, Giudei di là dall'Eufrate ec; perciocchè le provincie di questi popoli non sol dal nostro, ma da altri greci scrittori chiamate vengono superiori perchè orientali. (2) D'avere abbattuta Gerusalemme si sminuisca coll' abbassare i Giudei.

(3) Cioè delle fabbriche annesse al Tempio, ch' erano tutte sagre, (4) Antichità Giudaiche lib. 12, cap. 6 e seguenti sino alla fine del libro.

(5) Onia V figlio d'Onia III pontefice legittimo, ma dalla prepotenza di Giasone, e di Menelao escluso dal pontificato. V. lib. 7, c. 10, § 4 di quest' opera.

(6) Arx, cittadella. Veramente il testo applica questa denominazione di Acra alla parte inferiore della città, ma a me par tale errore, che ho creduto opportuno tal cangiamento.

(7) Cognominato Eupatore.

(8) In Gerusalemme, abbiamo dal lib. 12 delle Antichità, che si ricoverò Giuda. Molt'altre picciole diversità rinverrannosi nel racconto de' fatti da lui narrati ancora nelle Antichità; e questo si vuole attribuire o alla scorrezione del testo o alla brevità, con cui spone questi avvenimenti. Io adunque le andi togliendo, per quanto mi fia possibile.

(9) Il testo ha Arriós.

(10) Non in questa battaglia, ma in altra posteriore. Egli però le mette tutte in un fascio, e dice che dopo essersi affrontato co'generali di Demetrio e date prove di gran valore (perchè la prima volta restò vincitore) finalmente fu ucciso nella battaglia contro di Bacchide. V. dell'Ant. lib. 12, c. 19. Di qui comincia il lib. 13. (11) Soprannomato Dio, o Niceforo.

(*) Di Gerusalemme.

(12) Denominato comunemente Sidete, e Pio da Giuseppe.

(13) lo pongo qui trentun anni, perchè Giuseppe non sia discordante da ciò ch' egli scrive nel lib. 14, c. 18, § 6; e nel lib. 20, cap. 10. § 1 dell' Ant. Per altro il numero più esatto degli anni, che governò Ircano, secondo Eusebio Dem. Ev. 8. 11, e S. Girolamo sopra Daniele, fu di 29 auni.

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(14) Altro luogo così chiamato e posto sul mare Mediterraneo, che poi ebbe il nome di Cesarea.

(15) Città, che diè il nome a una provincia di là dal Giordano appartenente alla Galilea alta. Nel lib. 13 dell'Antich. il nostro Autore dice, che Ohoda collocò la sua gente ad agnato nella Galaadite, nè ciò è contraddizione; dacchè tutto il paese di là dal Giordano alcuna volta, s'è nominato colla voce generica di Galaadite. Di più queste due provincie Gaulanite e Galaadite son confinanti.

(6) Io leggo έξακισχιλίοις in luogo dell' όκτακισχιλίοις del testo; perciocchè nel lib. 13 abbiamo, che i soldati pagati furono seimila e dugento. Per la ragione medesima i Giudei suoi benevoli li fo ascendere al numero quasi di ventimila; e leggo dirμupiss in luogo di μυρίες.

(17) Al lib. 13, c. 23 questo Antioco è detto fratel di Filippo: nè male; poichè Antioco Gripo fu padre di cinque figliuoli, che furono Seleuco Epifane, Antioco e Filippo gemelli, e soprannomati Filadelfi, Demetrio Eucero, e Antioco Dioniso; che da Giuseppe è chiamato l'ultimo de' Seleucidi; perchè quantunque dopo lui fosse Antioco Asiatico, pure, siccome questo fu da Pompeo spogliato del regno, così non è da lui numerato tra re Seleucidi.

(18) Ovvero Sebaste, perchè Sebasto è il nome greco d'Augusto. (19) Città vicina al castello Alessandrio, la prima, che incontrisi appartenente alla Giudea, da chi viene da tramontana in Giudea. (2) Del Tempio.

(20) Gabino non fu successore immediato di Scauro; ma tramezzarono Marcio Filippo, e Lentulo Marcellino, i quali però siccome ressero poco tempo la Siria, così non son ricordati neppur da Appiano trattando delle guerre Partiche.

(21) Ved. il lib. 14, c. 11. § 2.

(22) Ove già erasi incamminato per andar contro ai Parti.

(23) Tabor.

(24) Θολομαῖον.

(25) Πτολεμαῖον.

(26) Ved. Ant. lib. 14, c. 15., § 1.

(27) Cioè più potrà contro lui l'ingiustizia della sua causa, che non a suo pro la moltitudine delle sue truppe.

(28) Ved. lib. 14, c. 17, § 8.

(29) Lib. 14, c. 17, n. 33. Egli è vero, che tutti i codici di Giuseppe hanno Marco, e non Murco. Ma a questo assedio altro Marco non trovasi, che il cognominato Crispo. Avvertasi però : primo, che questo Crispo fu dato da Cesare stesso per compaguo a Stazio Marco, e chiamato a questo fine dalla Bitinia. Non fu dunque successore di Sesto Cesare, ma compagno del successore. Secondo, tuttociò che Giuseppe narra di questo Marco, si affà assai meglio a Stazio Murco, che a Marco Crispo. Terzo, questo Crispo non si chiamava propriamente Marco, ma Marcio, come abbiamo da Cicerone Phil. 2, da Bruto nelle sue lettere a Cicerone; e d'altronde. Di qui s' inferisce, che si de' leggere Murco e non Marco.

(30) Il testo ha sette mesi; ma nel lib. 14, c. 17, § 8 abbiamo che furon sei. Vuol dire, che fu ucciso, quando era già cominciato il settimo mese oltre i tre anni del suo impero.

(31) Parla da fariseo. V. la nota ultima del lib. 8 delle Antich. (32) Al regno.

(33) Cosi ha il nostro testo, e così hanno pure Vellejo Patercolo, Dion Cassio, Tito Livio nell'Epit. del lib. 125, Plut. in Antonio, Appiano nelle guerre civili. Onde a ragion si corresse al lib. 14, c. 22 delle Antichità in luogo d'exì Farrías, ch'ora nel testo πε Ιταλίας.

(34) Di questa dignità vedi la nota 40 del lib. 14 dell'Antich. (35) I quindici nominati testè.

(36) Dalla venuta d'Antonio nell'Asia.

(37) Ossia Antigono stesso, come abbiamo nelle Antich., ovver

l'uno e l'altro, il che è più probabile, e meglio accorda insieme l'un testo e l'altro.

(3*) Cioè liberi: perchè la più parte dell' armate partiche era composta di gente schiava.

(38) Per meglio dire Alessandra figliuola d'Ircano, e madre di Mariamme moglie d'Erode.

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(39) Gli averi cioè d' Erode, di Fasaelo, e d'altrettali persone. (40) Il principio cioè, onde venne tal morte, che fu di battere spontaneamente la testa in un sasso. Principio per altro a dirittamente pensarla, che muove da spirito di debolezza per egual modo, come l'uccider se stesso per disparazione. Perciocchè il darsi morte per non venire in man d'un nimico, che facciane reo trattamento, per altrettale motivo, che non abbia sua origine da ispirazione divina, il che avviene di rado, nasce dal non avere colui, che s'uccide, virtù bastante da sostener l'imminente ignominia e dolore; e però si dà vinto a un affetto, che si può dir disperato; perchè gli par quella una disgrazia da non potersi portare in pace.

(41) Parla nel senso de' Farisei, come abbiamo notato più volte, giacchè professava ancor egli tal setta.

(42) Rinocolura, Rinocurura, Rinocura, e Rinocorura nomi tutti d'una città dell'Egitto così chiamata, perchè i suoi abitanti avean mozzo o simile a mozzo il naso.

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(4*) Nel cap. 24 del lib. 14 delle Antichità abbiamo, che solamente la prese a nolo.

(43) Adottiva.

(44) Vedi lib. 14, cap. 26, § 1.

(45) Nimici del Popolo Romano.

(46) Di Gerusalemme.

(47) In questo luogo il testo non ha nè Erode nè Antigono; a molti piace di leggere Antigono, e ne recano in prova ciò che sla scritto nelle Antichità al lib. 14, cap. 27. A me però piace di leggere qui e nel lib. 14, cap. 27 delle Antichità Erode, e ne reco in prova il buon senso e la sana intelligenza di tutto il resto. Consulti, chi vuole, l'original testo e ognuno vedrà, s' io ho ragione di dir così. In fatti, come può dirși, che Antigono desse licenza a' suoi di ferire, quando l' avevan già fatto innauzi? Poi, da quali torri furono allontanati gli Erodiani ? Dove si nominano mai queste torri? Finalmente Silone, postochè era già stato corrotto da Antigono e aveva finora coperto il suo tradimento, quest'era l'occa

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