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ranze del figlio furono sventuratamente cagione di sua rovina. Perciocchè Malico intimoritone con denari induce un de' regj coppieri a dare il veleno ad Antipatro; il quale divenuto bersaglio della tristezza di Malico si mori nel banchetto, uomo certo di molto cuore nel maneggiare gli affari, e benemerito d' aver racquistato e mantenuto il regno ad Ircano.

V. Ora Malico ben vedendo, che il popolo stava adirato con lui pel sospetto in che avevalo d' avvelenatore, lo andava placando col negare questo fatto e intanto coll' adunar soldatesca accresceva ognor più le sue forze; poichè prevedeva, ch' Erode non se ne passerebbe tacitamente; il quale in fatti ci venne indi a poco per vendicare suo padre. Ma avendogli suo fratello Fasaelo dato per consiglio, che non ne pigliasse scoperta vendetta, perciocchè moverebbe tra il popolo sedizione, accettò le discolpe di Malico per allora, e disse, che deponeva ogni sospetto de' fatti suoi; e intanto con magnifica pompa celebrò i funerali a suo padre.

VI. Indi passato in Samaria sconvolta da sedizioni pacificò la città; poscia in occasione d'una festa tornò a Gerusalemme con soldatesca, ed Ircano a sommossa di Malico, che ne temea la venuta, gli mandò dinunziando, che in mezzo a quei del paese già purificati non introducesse persone straniere. Ma egli ridendosi del pretesto ad un tempo e di chi comandavagli, vi entra di notte. Malico per la seconda fiata venuto a lui faceva de' piagnistei sulla morte d' Antipatro; all' opposto Erode coprì il suo sdegno, benchè gran fatica durasse a frenarlo; e lagnòssi per lettere dell' uccisione del padre

a Cassio, il quale per altri motivi eziandio non potea veder Malico, onde gli dà per risposta, che si vendichi pure dell' ucciditore del padre, e segretamente ai suoi tribuni ordinò, che dessero in cosa si giusta ajuto ad Erode.

VII. Or, dappoichè per la presa, che fece Cassio di Laodicea, concorsero a lui da ogni parte i signori di più alto affare portandogli chi presenti e chi corone, Erode assegnò questo tempo alla sua vendetta. Malico avutone qualche sentore, mentr'era in Tiro, consigliòssi di far dileguar nascostamente il figliuolo ostaggio appo i Tirj, ed egli stesso s'allestì di fuggire alla volta della Giudea. Anzi la disperazione, in cui era di se medesimo, lo animò a meditare cose maggiori. Perciocchè allora, mentre Cassio distratto trovasi nella guerra contro d'Antonio, gli entrò in speranza di ribellare ai Romani la sua nazione, e disfatto con poco stento Ircano mettersi in trono egli stesso.

VIII. Ma il destino (31) ridevasi di cotali speranze. Di fatto Erode antivedendone le intenzioni, lui invitò ed Ircano a una cena. Indi chiamato uno de' servi, che stavagli innanzi, lo mandò fuori sotto pretesto, che apprestasse la cena, ma realmente perchè avvertisse i tribuni, che uscissero all' appostamento; ed essi ben ricordando le commissioni di Cassio uscirono co' pugnali sul lido fuori di città; dove attorniato Malico, dopo molte ferite batteronlo morto a terra. Ircano a prima giunta svenuto per lo spavento cadde al suolo, e riavutosi con gran pena domandò Erode, chi avesse tolta la vita a Malico; e rispostogli da uno de' tribuni, che

le commissioni di Cassio « Cassio adunque, egli disse, » salva me e la patria mia, ucciso colui, che tradiva » ambedue ». Se poi queste cose dicesse Ircano da senno, ovver per timore, che gli facesse approvar quell'azione, è incerto. Erode intanto si vendicò in tal guisa di Malico.

CAPITOLO XII.

Fasaelo vince Felice, ed Erode disfà Antigono. 1 Giudei accusano Erode e Fasaelo, che sono assoluti da Antonio e creati tetrarchi.

I. Ma partitosi Cassio di Siria, Gerusalemme fu di nuovo in rivolta, perchè Felice si levò coll' esercito contro di Fasaelo, e volea nel fratello punire la colpa d' Erode in dar morte a Malico. Erode allora trovavasi presso Fabio governator di Damasco, e una infermità rattenevalo, che non potesse, come voleva, ajutarlo. Intanto di per se Fasaelo, vinto Felice, trattò Ircano da sconoscente e pel soccorso che diede a Felice, e perché non curò, che il fratello di Malico s' impadronisse delle fortezze, avendone egli occupate già molte, e la meglio guernita di tutte, cioè Massada.

II. A lui però niente valse questo contro la forza di Erode, il quale guarito appena ricupera ogni cosa e a lui medesimo, perchè supplichevole, permette d' uscir

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di Massada. Cacciò ancora dalla Galilea Marione tiranno de' Tirj, che prese ci avea tre fortezze. I Tirj poi fatti schiavi li rimandò tutti salvi, e parecchi altresì con

presenti, volendo con ciò guadagnare alla sua persona amore e al tiranno l'odio della città. Questo Ma

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rione, avuta da Cassio la signoria, teneva infestata colle sue prepotenze tutta la Siria; e la nimistà con Erode faceva spalla ad Antigono figliuol di Aristobolo, e molto più in risguardo di Fabio, che Antigono tirò a se con denari, e al presente favoreggiatore lo aveva del suo ritorno (32). Somministrava poi ogni cosa ad Antigono Tolommeo suo cognato.

III. Contro di questi postosi a campo Erode sulle porte della Giudea li vinse in battaglia, e messo in volta Antigono tornò in Gerusalemme ben accolto da tutti per la felice sua impresa; perciocchè anche quelli, appo i quali era in uggia, si volsero a favorirlo per la nuova parentela stretta da lui con Ircano; mercecchè alla prima egli aveva menata una donna del suo paese di non oscura prosapia, che avea nome Doride; allora col prendere la nipote d'Ircano Mariamme, ch' era figliuola d'Alessandro figliuol d'Aristobolo divien parente del re.

IV. Ma dappoichè, morto Cassio vicino a Filippi, ebber presa Cesare la via dell' Italia (33) e Antonio quella dell' Asia, tra le ambascerie, che ad Antonio spedite furo in Bitinia dall' altre città, ci vennero ancora i grandi giudei, per accusare a lui Fasaelo ed Erode, che a marcia forza volevano governare, e intanto ad Ircano non rimanea d'onorevole, che il sol nome. A tali querele trovandosi Erode presente, e cattivatosi con non pochi regali il cuore d' Antonio a tanto il condusse, che a' suoi nimici e non diè neppur campo di favellare; e così per allora furono licenziati.

V. Di nuovo cento persone de' principali giudei vennero in Dafne presso Antiochia a trovare Antonio schiavo già dell' amore di Cleopatra. Questi sotto la scorta dei più possenti fra loro e per dignità e per eloquenza accusarono i due fratelli. Rispose loro in difesa Messala, presente Ircano in grazia della sua parentela; ed Antonio, udite ambe le parti, interrogò Ircano, qual delle due fosse più a proposito per governare; ed avendo esso a chicchessia preferito Erode co' suoi, lieto Antonio, perchè era stato ospite del loro padre (siccome accolto amorevolmente da Antipatro, quando passò con Gabinio in Giudea), crea i due fratelli tetrarchi (34), mettendo in lor mano il governo tutto della Giudea.

VI. Ma portandolo gli ambasciadori di mala voglia, Antonio arrestatine quindici li rinchiuse in prigione, e stava ancora per condannargli alla morte; i rimanenti poi vituperosamente cacciò da se. Quinci fassi maggiore il tumulto in Gerusalemme ; e però mille ambasciadori spediron di nuovo in Tiro, ove stava Antonio con animo di gettarsi sopra Gerusalemme. Contro costoro, che schiamazzavano, fe' uscire il governatore de' Tirj ordinandogli, che punisse, quanti gli dessero nelle mani, e rassodasse i da lui costituiti tetrarchi nel loro posto.

VII. Prima di ciò innoltratosi Erode sul lido insiem con Ircano esortati gli avea lungamente, che non volessero ně rovinare se stessi, nè colle loro disperate contese procacciare alla patria una guerra. Ma sdegnandosi essi vie maggiormente, Antonio mandati fuora i soldati, molti ne uccise e ne feri molti. Non pertanto fu

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