Storia della commedia sexy all'italiana, Volume 2

Copertina anteriore
Sensoinverso Edizioni, 2018 - 195 pagine
Gordiano Lupi completa la sua opera (iniziata con il primo volume, Storia della commedia sexy all'italiana. Da Sergio Martino a Nello Rossati) e indaga a fondo un periodo d'oro del cinema, tramontato ormai da tempo. La commedia sexy (detta anche scollacciata o erotica) è un sottogenere della commedia all'italiana. Imperversò dagli anni '70 fino ai primi anni '80 quando gradualmente si spense fino a scomparire, nonostante alcuni tentativi andati a vuoto, negli anni a venire, di rivitalizzarla. Operazione però riuscita, su carta, da Gordiano Lupi, che ci regala una testimonianza importante di un modo di fare cinema che non esiste più. Un saggio, questo, che si legge come un romanzo. "Non bastava un solo volume per raccontare la commedia sexy e l'esperienza dei registi che l'hanno resa famosa come genere tipicamente italiano. Appena licenziata l'edizione del primo tomo ci siamo resi conto - insieme all'editore - che l'elenco dei registi non era esaustivo. Mancavano troppi nomi di autori che non hanno girato solo commedia sexy, altri che si sono cimentati episodicamente con il sottogenere e tante figure minori del cinema italiano. [...] In questo volume troverete due autori fondamentali come Giuliano Carnimeo, che da narratore dell'epopea western si trasforma in cantore delle grazie di Nadia Cassini, e Marino Girolami, factotum del cinema italiano, che frequenta i set delle commedie borghesi e balneari sin dai primi anni Cinquanta. Ma non ci siamo limitati alle figure di primo piano del genere e siamo andati a scovare autori che solo en passant hanno realizzato commedie sexy. [...] Ci siamo soffermati su molte figure minori del cinema comico - erotico, autori che hanno fatto la gioia delle sale di terza visione caratterizzando una stagione vitale. Autori della serie C del nostro cinema come Alfredo Rizzo, Gianfranco Baldanello, Mario Siciliano, Guido Leoni, Roberto Bianchi Montero, Mario Bianchi e molti altri che nessun critico si è mai sognato di rivalutare". (Dalla premessa, a cura dell'autore)

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