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natura; e però lo esser le donne frigide di complessione, credo che sia causa della viltà e timidità loro.

cora,

XVIII. Ancor volete, rispose il Magnifico JULIANO, pur entrar nelle sottilità; ma vederete che ogni volta peggio ve n' avverrà: e che così sia, udite. Io vi confesso che la calidità in sè è più perfetta che la frigidità; ma questo non seguita nelle cose miste e composite, perchè, se cosi fosse, quel corpo che più caldo fosse, quel saria più perfetto; il che è falso, perché i corpi temperati son perfettissimi. Dicovi anche la donna è di complession frigida in comparazion dell' uomo, il quale per troppo caldo è distante dal temperamento; ma, quanto in sè, è temperata, o almen più propinqua al temperamento che non è l'uomo, perchè ha in sè quell'umido proporzionato al calor naturale che nell' uomo per la troppa siccità più presto si risolve e si consuma. Ha ancor una tal frigidità che resiste e conforta il calor naturale, e lo fa più vicino al temperamento; e nell' uomo il superfluo caldo presto riduce il calor naturale all'ultimo grado, il quale, mancandogli il nutrimento, pur si risolve; e però, perchè gli uomini nel generar si diseccano più che le donne, spesso interviene che son meno vivaci che esse: onde questa perfezione ancor si può attribuire alle donne, che, vivendo più lungamente che gli uomini, eseguiscono più quello che è intento della natura che gli uomini. Del calore che infondono i cieli sopra noi non si parla ora, perchè è equivoco a quello di che ragioniamo; chè essendo conservativo di tutte le cose che son sotto 'l globo della luna, cosi calde come fredde, non può esser contrario al freddo. Ma la timidità nelle donne, avvenga che dimostri qualche imperfezione, nasce però da laudabil causa, che è la sottilità e prontezza dei spiriti, i quali rapresentano tosto le specie allo intelletto, e però si perturbano facilmente per le cose estrinseche. Vederete ben molte volte alcuni, che non hanno paura nè di morte nė d'altro, nè con tutto ciò si possono chiamare arditi, perchè non conoscono il pericolo, e vanno come insensati dove vedono la strada, e non pensano più; e questo procede da una certa grossezza di spiriti ottusi: però non si può dire che un pazzo sia animoso; ma la vera magnanimità viene da una

propria deliberazione e determinata volontà di far così, e da estimare più l'onore e 'l debito che tutti i pericoli del mondo; e, benchè si conosca la morte manifesta, esser di core e d'animo tanto saldo, che i sentimenti non restino impediti nè si spaventino, ma faccian l'officio loro circa il discorrere e pensare, così come se fossero quietissimi. Di questa sorte avemo veduto ed inteso esser molti grand' uomini; medesimamente molte donne, le quali, e negli antichi secoli e nei presenti, hanno mostrato grandezza d'animo, e fatto al mondo effetti degni d' infinita laude, non men che s'abbian fatto gli uomini.

XIX. Allor il FRIGIO, Quegli effetti, disse, cominciarono quando la prima donna errando fece altrui errar contra Dio, e per eredità lasciò all' umana generazion la morte, gli affanni e i dolori, e tutte le miserie e calamità che oggidi al mondo si sentono. - Rispose il Magnifico JULIANO: Poichè nella sacrestia ancor vi giova d'entrare, non sapete voi, che quello error medesimamente fu corretto da una Donna, che ci apportò molto maggior utilità che quella non n' avea fatto danno, di modo che la colpa che fu pagata con tai meriti si chiama felicissima? Ma io non voglio or dirvi quanto di dignità tutte le creature umane siano inferiori alla Vergine nostra Signora, per non mescolar le cose divine in questi nostri folli ragionamenti; nè raccontar quante donne con infinita costanza s'abbiano lasciato crudelmente ammazzare dai tiranni per lo nome di Cristo, nè quelle che con scienza disputando hanno confuso tanti idolatri: e se mi diceste, che questo era miracolo e grazia dello Spirito Santo, dico che niuna virtù merita più laude, che quella che è approvata per testimonio di Dio. Molte altre ancor, delle quali tanto non si ragiona, da voi stesso potete vedere, massimamente leggendo San Jeronimo, che alcune de' suoi tempi celebra con tante maravigliose laudi, che ben poriano bastar a qualsivoglia santissimo uomo.

XX. Pensate poi quante altre ci sono state delle quali non si fa menzione alcuna, perchè le meschine stanno chiuse senza quella pomposa superbia di cercare appresso il volgo nome di santità, come fanno oggidi moll' uomini ipocriti ma

ledetti, i quali, scordati o più presto facendo poco caso della dottrina di Cristo, che vuole che quando l'uom digiuna si unga la faccia perchè non paja che digiuni, e comanda che le orazioni, le elemosine e l' altre buone opere si facciano non in piazza, nè in sinagoghe, ma in secreto, tanto che la man sinistra non sappia della destra, affermano, non esser maggior bene al mondo che 'l dar buon esempio: e cosi, col collo torto e gli occhi bassi, spargendo fama di non voler parlare a donne, nè mangiar altro che erbe crude, affumati, con le toniche squarciate, gabbano i semplici; che non si guardan poi da falsar testamenti, mettere inimicizie mortali tra marito e moglie, e talor veneno, usar malíe, incanti ed ogni sorte di ribalderia; e poi allegano una certa autorità di suo capo che dice, Si non caste tamen caute; e par loro con questa medicare ogni gran male, e con buona ragione persuadere a chi non è ben cauto, che tutti i peccati, per gravi che siano, facilmente perdona Iddio, pur che stiano secreti, e non nasca il mal esempio. Cosi, con un velo di santità e con questa secretezza, spesso tutti i lor pensieri volgono a contaminare il casto animo di qualche donna; spesso a seminare odii tra fratelli; a governare stati; estollere l'uno e deprimer l'altro; far decapitare, incarcerare e proscrivere uomini; esser ministri delle scelerità e quasi depositarii delle rubarie che fanno molti principi. Altri senza vergogna si dilettano d'apparer morbidi e freschi, con la cotica ben rasa, e ben vestiti; ed alzano nel passeggiar la tonica per mostrar le calze tirate, e la disposizion della persona nel far le riverenze. Altri usano certi sguardi e movimenti ancor nel celebrar la messa, per i quali presumeno essere aggraziati, e farsi mirare. Malvagi e scelerati uomini, alienissimi non solamente dalla religione, ma d'ogni buon costume; e quando la lor vita dissoluta è lor rimproverata, si fan beffe e ridonsi di chi lor ne parla, e quasi si ascrivono i vizii a laude. Allora la signora EMILIA: Tanto piacer, disse, avete di dir mal de' frati, che fuor d'ogni proposito siete entrato in questo ragionamento. Ma voi fate grandissimo male a mormorar dei religiosi, e senza utilità alcuna vi caricate la coscienza: chè se non fossero quelli che pregano Dio per noi altri, aremmo

ancor molto maggior flagelli che non avemo.

- Rise allora

il Magnifico JULIANO, e disse: Come avete voi, Signora, cosi ben indovinato ch' io parlava de' frati, non avendo io loro fatto il nome? ma in vero, il mio non si chiama mormorare, anzi parlo io ben aperto e chiaramente; nè dico dei buoni, ma dei malvagi e rei, e dei quali ancor non parlo la millesima parte di ciò ch'io so. - Or non parlate de' frati, rispose la signora EMILIA; ch'io per me estimo grave peccato l'ascoltarvi, e però io, per non ascoltarvi, levarommi di qui.—

XXI. Son contento, disse il Magnifico JULIANO, non parlar più di questo; ma, tornando alle laudi delle donne, dico che 'l signor Gasparo non mi troverà uomo alcun singolare, ch' io non vi trovi la moglie, o figliola, o sorella, di merito eguale e talor superiore: oltra che molte son state causa di infiniti beni ai loro uomini, e talor hanno corretto di molti loro errori. Però essendo, come avemo dimostrato, le donne naturalmente capaci di quelle medesime virtù che son gli uomini, ed essendosene più volte veduto gli effetti, non so perchè, dando loro io quello che è possibile che abbiano e spesso hanno avuto e tuttavia hanno, debba esser estimato dir miracoli, come m'ha opposto il signor Gasparo; atteso che sempre sono state al mondo, ed ora ancor sono, donne cosi vicine alla Donna di Palazzo che ho formata io, come uomini vicini all' uomo che hanno formato questi signori.· Disse allora il signor GASPARO: Quelle ragioni che hanno la esperienza in contrario, non mi pajon buone; e certo s' io vi addimandassi quali siano o siano state queste gran donne tanto degne di laude, quanto gli uomini grandi ai quali son state moglie, sorelle o figliole, o che siano loro state causa di bene alcuno, o quelle che abbiano corretto i loro errori, penso che restareste impedito.

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XXII. Veramente, rispose il Magnifico JULIANO, niuna altra cosa poria farmi restar impedito, eccetto la moltitudine; e se'l tempo mi bastasse, vi contarei a questo proposito la istoria d'Ottavia moglie di Marc' Antonio e sorella d'Augusto; quella di Porcia figliola di Catone e moglie di Bruto; quella di Gaja Cecilia moglie di Tarquinio Prisco; quella di Cornelia figliola di Scipione; e d'infinite altre che

G

sono notissime: e non solamente delle nostre, ma ancora delle barbare; come di quella Alessandra, moglie pur d'Alessandro re de' Giudei, la quale dopo la morte del marito, vedendo i popoli accesi di furore, e già corsi all'arme per ammazzare doi figlioli che di lui le erano restati, per vendetta della crudele e dura servitù nella quale il padre sempre gli avea tenuti, fu tale, che subito mitigò quel giusto sdegno, e con prudenza in un punto fece benivoli ai figlioli quegli animi che 'l padre con infinite ingiurie in molt' anni avea fatti loro inimicissimi. — Dite almen, rispose la signora EMLIA, come ella fece. Disse il MAGNIFICO: Questa, vedendo i figlioli in tanto pericolo, incontenente fece gittare il corpo d'Alessandro in mezzo della piazza; poi, chiamati a sè i cittadini, disse, che sapea gli animi loro esser accesi di giustissimo sdegno contra suo marito, perchè le crudeli ingiurie che esso iniquamente gli avea fatte lo meritavano; e che come mentre era vivo avrebbe sempre voluto poterlo far rimanere da tal scelerata vita, cosi adesso era apparecchiata a farne fede, e loro ajutar a castigarnelo cosi morto, per quanto si potea; e però si pigliassero quel corpo, e lo facessino mangiar ai cani, e lo straziassero con que' modi più crudeli che imaginar sapeano: ma ben gli pregava che avessero compassione a quegli innocenti fanciulli, i quali non potevano non che aver colpa, ma pur esser consapevoli delle male opere del padre. Di tanta efficacia furono queste parole, che'l fiero sdegno già conceputo negli animi di tutto quel popolo, subito fu mitigato, e converso in cosi piatoso affetto, che non solamente di concordia elessero quei figlioli per loro signori, ma ancor al corpo del morto diedero onoratissima sepoltura. — Quivi fece il MAGNIFICO un poco di pausa; poi soggiunse: Non sapete voi, che la moglie e le sorelle di Mitridate mostrarono molto minor paura della morte, che Mitridate? e la moglie di Asdrubale, che Asdrubale? Non sapete che Armonia, figliola di Jeron siracusano, volse morire nell' incendio della patria sua? Allor il FRIGIO, Dove vada ostinazione, certo è, disse, che talor si trovano alcune donne che mai non mutariano proposito; come quella che non potendo più dir al marito forbeci, con le mani glie ne facea segno.

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