Immagini della pagina
PDF
ePub

onore fu levato di quella grotta, e portato alta sepoltura in Roma, con una corona in testa di lauro, accompagnato da un numero infinito d' uomini e di donne; tra' quali non fu alcuno che a casa riportasse gli occhi senza lacrime; e così universalmente da tutto 'l popolo fu quella rara anima non mén pianta che laudata.

XLIX. Ma per parlarvi di quelle che voi stesso conoscete, non vi ricorda aver inteso che andando la signora Felice dalla Rovere a Saona, e dubitando che alcune vele che si erano scoperte fossero legni di Papa Alessandro che la seguitassero, s' apparecchiò con ferma deliberazione se si accostavano, e che rimedio non vi fosse di fuga, di gittarsi nel mare: e questo non si può già credere che lo facesse per leggerezza, perchè voi così come alcun altro conoscete ben di quanto ingegno e prudenza sia accompagnata la singolar bellezza di quella signora. Non posso pur tacere una parola della signora Duchessa nostra, la quale essendo vivuta quindeci anni in compagnia del marito come vedoa, non solamente è stata costante di non palesar mai questo a persona del mondo, ma essendo dai suoi proprii stimolata ad uscir di questa viduità, elesse più presto patir esilio, povertà, ed ogn' altra sorte d' infelicità, che accettar quello che a tutti gli altri parea gran grazia e prosperità di fortuna; e seguitando pur messer Cesare circa questo, disse la signora DUCHESSA: Parlate d' altro, e non entrate più in tal proposito, chè assai dell' altre cose avete che dire. Soggiunse messer CESARE: So pur che questo non mi negherete, signor Gasparo, nè voi, Frigio. Non già, rispose il FRIGIO;

ma una non fa numero. →

[ocr errors]

L. Disse allora messer CESARE: Vero è che questi così grandi effetti occorrono in poche donne: pur ancora quelle che resistono alle battaglie d' amore, tutte sono miracolose; e quelle che talor restano vinte, sono degne di molta compassione: chè certo i stimoli degli amanti, lė arti che usano, i lacci che tendono, son tanti e così continui, che troppa maraviglia è che una tenera fanciulla fuggir gli possa. Qual giorno, qual' ora passa mai, che quella combattuta giovane non sia dallo amante sollecitata con denari, con presenti, e

con tutte quelle cose che imaginar sa che le abbiano a piacere? A qual tempo affacciar mai si può alla finestra, che sempre non veda passar l'ostinato amante, con silenzio di parole ma con gli occhi che parlano, col viso afflitto e languido, con quegli accesi sospiri, spesso con abondantissime lacrime? Quando mai si parte di casa per andar a chiesa o ad altro loco, che questo sempre non le sia inanzi, e ad ogni voltar di contrata non se le affronti con quella trista passion dipinta negli occhi, che par che allor allora aspetti la morte? Lascio tante attilature, invenzioni, motti, imprese, feste, balli, giochi, maschere, giostre, torniamenti; le quai cose essa conosce tutte esser fatte per sè. La notte poi mai risvegliarsi non sa, che non oda musica, o almen quello inquieto spirito intorno alle mura della casa gittar sospiri e voci lamentevoli. Se per avventura parlar vuole con una delle sue fanti, quella, già corrotta per denari, subito ha apparecchiato un presentuzzo, una lettera, un sonetto, o tal cosa, da darle per parte dello amante; e quivi entrando a proposito, le fa intendere quanto arde questo meschino, come non cura la propria vita per servirla; e come da lei niuna cosa ricerca men che onesta, e che solamente desidera parlarle. Quivi a tutte le difficoltà si trovano rimedii, chiavi contrafatte, scale di corde, sonniferi; la cosa si dipinge di = poco momento; dánnosi esempii di molt' altre che fanno assai peggio; di modo che ogni cosa tanto si fa facile, che essa niuna altra fatica ha, che di dire: Io son contenta; e se pur la poverella per un tempo resiste, tanti stimoli le aggiungono, tanti modi trovano, che col continuo battere rompono ciò che le osta. E molti sono che, vedendo le blandizie non giovargli, si voltano alle minacce, e dicono volerle publicar per quelle che non sono ai lor mariti. Altri patteggiano arditamente coi padri, e spesso coi mariti, i quali, per denari o per aver favori, dánno le proprie figliole e mogli in preda contra la lor voglia. Altri cercano con incanti e malie tor loro quella libertà che Dio all' anime ha concessa: di che si vedono mirabili effetti. Ma io non saprei ridire in mill' anni tutte le insidie che oprano gli uomini per indur le donne alle lor voglie, che son infinite; ed, oltre a quelle

che ciascun per sè stesso ritrova, non è ancora mancato chi abbia ingeniosamente composto libri, e postovi ogni studio, per insegnar di che modo in questo si abbiano ad ingannar le donne. Or pensate come da tante reti possano esser sicure queste semplici colombe, da cosi dolce esca invitate. E che gran cosa è adunque, se una donna, veggendosi tanto amata ed adorata molt' anni da un bello, nobile ed accostumato giovane, il quale mille volte il giorno si mette a pericolo della morte per servirle, nè mai pensa altro che di compiacerle, con quel continuo battere, che fa che l'acqua spezza i durissimi marmi, s'induce finalmente ad amarlo, e, vinta da questa passione, lo contenta di quello che voi dite che essa, per la imbecillità del sesso, naturalmente molto più desidera che l'amante? Parvi che questo error sia tanto grave, che quella meschina, che con tante lusinghe è stata presa, non meriti almen quel perdono, che spesso agli omicidi, ai ladri, assassini e traditori si concede? Vorrete voi che questo sia vizio tanto enorme, che, per trovarsi che qualche donna in esso incorre, il sesso delle donne debba esser sprezzato in tutto, e tenuto universalmente privo di continenza, non avendo rispetto che molte se ne trovano invittissime, che ai continui stimoli d'amore sono adamantine, e salde nella lor infinita costanza più che i scogli all'onde del mare?

LI. Allora il signor GASPARO, essendosi fermato messer Cesare di parlare, cominciava per rispondere; ma il signor OTTAVIANO ridendo, Deh per amor di Dio, disse, datigliela vinta, ch'io conosco che voi farete poco frutto; e parmi vedere che v' acquistarete non solamente tutte queste donne per inimiche, ma ancora la maggior parte degli uomini. Rise il signor GASPARO, e disse: Anzi ben gran causa hanno le donne di ringraziarmi; perchè s'io non avessi contradetto al signor Magnifico ed a messer Cesare, non si sariano intese tante laudi che essi hanno loro date. Allora messer CESARE, Le laudi, disse, che il signor Magnifico ed io avemo date alle donne, ed ancora molte altre, erano notissime, però sono state superflue. Chi non sa che senza le donne sentir non si può contento o satisfazione alcuna

in tutta questą nostra vita, la quale senza esse saria rustica e priva d'ogni dolcezza, e più aspera che quella dell' alpestre fiere? Chi non sa che le donne sole levano de'nostri cori tutti li vili e bassi pensieri, gli affanni, le miserie, e quelle torbide tristezze che cosi spesso loro sono compagne? E se vorremo ben considerar il vero, conosceremo ancora, che, circa la cognizion delle cose grandi, non desviano gli ingegni, anzi gli svegliano; ed alla guerra fanno gli uomini senza paura ed arditi sopra modo. E certo impossibil è che nel cuor d'uomo, nel qual sia entrato una volta fiamma d'amore, regni mai più viltà; perchè chi ama desidera sempre farsi amabile più che può, e teme sempre non gli intervenga qualche vergogna che lo possa far estimar poco da chi esso desidera esser estimato assai; nè cura d'andare mille volte il giorno alla morte, per mostrar d'esser degno di quell'amore: però chi potesse far un esercito d'innamorati, li quali combattessero in presenza delle donne da loro amate, vinceria tutto 'l mondo, salvo se contra questo in opposito non fosse un altro esercito medesimamente innamorato. E crediate di certo, che l'aver contrastato Troja dieci anni a tutta Grecia, non procedette d'altro che d'alcuni innamorati, li quali, quando erano per uscir a combattere, s'armavano in presenza delle lor donne, e spesso esse medesime gli ajutavano, e nel partir diceano lor qualche parola che gl'infiammava, e gli facea più che uomini; poi nel combattere sapeano esser dalle lor donne mirati dalle mura e dalle torri ; onde loro parea che ogni ardir che mostravano, ogni prova che faceano, da esse riportasse laude: il che loro era il maggior premio che aver potessero al mondo. Sono molti che estimano, la vittoria dei re di Spagna Ferrando ed Isabella contra il re di Granata esser proceduta gran parte dalle donchè il più delle volte quando usciva l'esercito di Spagna per affrontar gl'inimici, usciva ancora la regina Isabella con tutte le sue damigelle, e quivi si ritrovavano molti nobili cavalieri innamorati; li quali fin che giungeano al loco di veder gl' inimici, sempre andavano parlando con le lor donne: poi, pigliando licenza ciascun dalla sua, in presenza loro andavano ad incontrar gl' inimici con quell' animo feroce che

ne;

[ocr errors]

dava loro amore, e 'l desiderio di far conoscere alle sue signore che erano servite da uomini valorosi ; onde molte volte trovaronsi pochissimi cavalieri spagnoli mettere in fuga ed alla morte infinito numero di Mori, mercè delle gentili ed amate donne. Però non so, signor Gasparo, qual perverso giudicio v'abbia indotto a biasimar le donne. Labor LII. Non vedete voi, che di tutti gli esercizii graziosi e Lost, che piaceno al mondo a niun altro s'ha da attribuire la causa, se alle donne no? Chi studia di danzare e ballar leggiadramente per altro, che per compiacere a donne? Chi intende nella dolcezza della musica per altra causa, che per questa? Chi a compor versi, almen nella lingua volgare, se non per esprimere quegli affetti che dalle donne sono causati? Pensate di quanti nobilissimi poemi saremmo privi, e nella lingua greca e nella latina, se le donne fossero state da' poeti poco estimate. Ma, lasciando tutti gli altri, non saria grandissima perdita se messer Francesco Petrarca, il qual cosi divinamente scrisse in questa nostra lingua gli amor suoi, avesse volto l'animo solamente alle cose latine, come aría fatto se l'amor di Madonna Laura da ciò non l'avesse talor desviato? Non vi nomino i chiari ingegni che sono ora al mondo, e qui presenti, che ogni di partoriscono qualche nobil frutto, e pur pigliano subjetto solamente dalle bellezze e virtù delle donne. Vedete che Salomone, volendo scrivere misticamente cose altissime e divine, per coprirle d'un grazioso velo finse un ardente ed affettuoso dialogo d'uno inamorato con la sua donna, parendogli non poter trovar qua giù tra noi similitudine alcuna più conveniente e conforme alle cose divine, che l'amor verso le donne; ed in tal modo volse darci un poco d'odor di quella divinità, che esso e per scienza e per grazia più che gli altri conoscea. Però non bisognava, signor Gasparo, disputar di questo, o almen con tante parole: ma voi col contradire alla verità avete impedito, che non si sieno intese mill'altre cose belle ed importanti circa la perfezion della Donna di Palazzo. Rispose il signor GASPARO: Io credo che altro non vi si possa dire; pur se a voi pare che il signor Magnifico non l'abbia adornata a bastanza di buone condizioni, il difetto non è stato il suo,

[ocr errors]
« IndietroContinua »