Manuale della letteratura italiana, Volume 4G. Barbèra, 1864 |
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Pagina 21
... duro a te , mio carissimo , chi vuole e può ; a noi sarà caro perpetuamente il rimemorare con amorosa malinconia , che l'amico degno di Ennio Visconti e di Barnaba Oriani , l'encomiatore del Pa- rini e del Mascheroni , visse non meno ...
... duro a te , mio carissimo , chi vuole e può ; a noi sarà caro perpetuamente il rimemorare con amorosa malinconia , che l'amico degno di Ennio Visconti e di Barnaba Oriani , l'encomiatore del Pa- rini e del Mascheroni , visse non meno ...
Pagina 23
... duro giu- dice a un uomo sì buono , ciò che il Giordani credette forse impossibile ; nè chi godesse di mettere in mostra tutte le contradizioni nelle quali egli cadde , movendo un'accusa dichiarata già inutile dal signor Tommasèo e ...
... duro giu- dice a un uomo sì buono , ciò che il Giordani credette forse impossibile ; nè chi godesse di mettere in mostra tutte le contradizioni nelle quali egli cadde , movendo un'accusa dichiarata già inutile dal signor Tommasèo e ...
Pagina 48
... duro cimento gli armò di fortezza infinita , e dopo le morti loro li raccolse a sè nel beato suo regno , dove da tanti secoli son beati , senza che la Chiesa nè il mondo renda punto di onore a'lor nomi , nè canti i loro trionfi ...
... duro cimento gli armò di fortezza infinita , e dopo le morti loro li raccolse a sè nel beato suo regno , dove da tanti secoli son beati , senza che la Chiesa nè il mondo renda punto di onore a'lor nomi , nè canti i loro trionfi ...
Pagina 54
... duro Geta e l'attica Oritía 1 E l'Ebro e l ' Emo ed il Pangeo lei pianse . Egli , cercando su la fida cetra 1 Orizia figliuola di Eretteo re d'Atene fu rapita da Borea e condotta nella Tracia . Questo verso è tradotto dal latino di ...
... duro Geta e l'attica Oritía 1 E l'Ebro e l ' Emo ed il Pangeo lei pianse . Egli , cercando su la fida cetra 1 Orizia figliuola di Eretteo re d'Atene fu rapita da Borea e condotta nella Tracia . Questo verso è tradotto dal latino di ...
Pagina 88
... duro A la catena , o rangolo astïoso Della contesa Venere , l ' infesta Paurosa e mortal rabbia s ' apprende Al fido cane ; anco per sete , a lungo Sostenuta , il crudel morbo si svolge . Ahi , qual delirio , o ineluttabil fato L ...
... duro A la catena , o rangolo astïoso Della contesa Venere , l ' infesta Paurosa e mortal rabbia s ' apprende Al fido cane ; anco per sete , a lungo Sostenuta , il crudel morbo si svolge . Ahi , qual delirio , o ineluttabil fato L ...
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 125 - Per lo vóto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, Ch'a lor sembrano un punto, E sono immense...
Pagina 122 - Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi Così menare il giorno.
Pagina 122 - Io gli studi leggiadri Talor lasciando e le sudate carte, Ove il tempo mio primo E di me si spendea la miglior parte, D'in su i veroni del paterno ostello Porgea gli orecchi al suon della tua voce, Ed alla man veloce Che percorrea la faticosa tela.
Pagina 345 - ... è dato) per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno...
Pagina 112 - Gli scrittori grandi, incapaci, per natura o per abito, di molti piaceri umani; privi di altri molti per volontà; non di rado negletti nel consorzio degli uomini, se non forse dai pochi che seguono i medesimi studi; hanno per destino di condurre una vita simile alla morte, e vivere, se pur l'ottengono, dopo sepolti.
Pagina 123 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi II fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore.
Pagina 71 - Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idioma desti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste...
Pagina 118 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Pagina 122 - Quando sovvienimi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventura. 0 natura, o natura, Perché non rendi poi Quel che prometti allor? perché di tanto Inganni i figli tuoi?
Pagina 116 - Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte che il destino ci ha stabilita, dei mali della nostra specie. Sì bene attendiamo a tenerci compagnia l'un l'altro; e andiamoci incoraggiando, e dando mano e soccorso scambievolmente; per compiere nel miglior modo questa fatica della vita.