Manuale della letteratura italiana, Volume 4G. Barbèra, 1864 |
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Pagina 158
... manca , lo assal col fendente . Ne svia da sè il colpo , che al petto gli vien ! Bestemmian feriti . Che gesti ! che voci ! La misera guarda , ravvisa i feroci : Son quei che alla vita portò nel suo sen . Ahi ratto dall ' ansie del ...
... manca , lo assal col fendente . Ne svia da sè il colpo , che al petto gli vien ! Bestemmian feriti . Che gesti ! che voci ! La misera guarda , ravvisa i feroci : Son quei che alla vita portò nel suo sen . Ahi ratto dall ' ansie del ...
Pagina 200
... manca e si more . Mi volgo addietro nel mortal cammino , Più non veggio che l ' orme del dolore : Ma l'eterno avvenir , cui m ' avvicino , Mi sta dinanzi e il giorno del Signore , Il novissimo dì della vendetta E del giudicio estremo ...
... manca e si more . Mi volgo addietro nel mortal cammino , Più non veggio che l ' orme del dolore : Ma l'eterno avvenir , cui m ' avvicino , Mi sta dinanzi e il giorno del Signore , Il novissimo dì della vendetta E del giudicio estremo ...
Pagina 201
... manca , Il crocifisso nella destra mano , E di quel nastro annodami le chiome Su che intrecciato il mio sta col tuo nome . Se fuor verrò portata dal convento , Siccome prego e supplico che sia , Mi porran nell ' antico monumento Della ...
... manca , Il crocifisso nella destra mano , E di quel nastro annodami le chiome Su che intrecciato il mio sta col tuo nome . Se fuor verrò portata dal convento , Siccome prego e supplico che sia , Mi porran nell ' antico monumento Della ...
Pagina 202
... manca , Le sorge a fronte luminoso il sole , E quella faccia più che neve bianca Col primo raggio incontra e la riveste D'una luce purissima celeste . DAI LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA . Pietro l'eremita . Sovra 202 SECOLO XIX .
... manca , Le sorge a fronte luminoso il sole , E quella faccia più che neve bianca Col primo raggio incontra e la riveste D'una luce purissima celeste . DAI LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA . Pietro l'eremita . Sovra 202 SECOLO XIX .
Pagina 230
... manca .... Ahi ! mi sostieni . Matilde . E vuoi Di qui sottrarti ? Teresa . Io .... sì .... non posso .... il canto Matilde . Antonio . Ha sul mio core una potenza arcana Che qui m'arresta .... Egra non sei , Matilde : Il lieto volto ...
... manca .... Ahi ! mi sostieni . Matilde . E vuoi Di qui sottrarti ? Teresa . Io .... sì .... non posso .... il canto Matilde . Antonio . Ha sul mio core una potenza arcana Che qui m'arresta .... Egra non sei , Matilde : Il lieto volto ...
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 125 - Per lo vóto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, Ch'a lor sembrano un punto, E sono immense...
Pagina 122 - Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi Così menare il giorno.
Pagina 122 - Io gli studi leggiadri Talor lasciando e le sudate carte, Ove il tempo mio primo E di me si spendea la miglior parte, D'in su i veroni del paterno ostello Porgea gli orecchi al suon della tua voce, Ed alla man veloce Che percorrea la faticosa tela.
Pagina 345 - ... è dato) per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno...
Pagina 112 - Gli scrittori grandi, incapaci, per natura o per abito, di molti piaceri umani; privi di altri molti per volontà; non di rado negletti nel consorzio degli uomini, se non forse dai pochi che seguono i medesimi studi; hanno per destino di condurre una vita simile alla morte, e vivere, se pur l'ottengono, dopo sepolti.
Pagina 123 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi II fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore.
Pagina 71 - Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idioma desti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste...
Pagina 118 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Pagina 122 - Quando sovvienimi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventura. 0 natura, o natura, Perché non rendi poi Quel che prometti allor? perché di tanto Inganni i figli tuoi?
Pagina 116 - Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte che il destino ci ha stabilita, dei mali della nostra specie. Sì bene attendiamo a tenerci compagnia l'un l'altro; e andiamoci incoraggiando, e dando mano e soccorso scambievolmente; per compiere nel miglior modo questa fatica della vita.