Manuale della letteratura italiana, Volume 4G. Barbèra, 1864 |
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Pagina 48
... voluto che la memoria restasse e pervenisse perfino a noi , non è forse più che uno a mille . Innumerabili morirono nelle carceri , nelle miniere , ne ' monti , ovvero infra i deserti o sommersi nel mare ; de ' quali nulla è rimaso a ...
... voluto che la memoria restasse e pervenisse perfino a noi , non è forse più che uno a mille . Innumerabili morirono nelle carceri , nelle miniere , ne ' monti , ovvero infra i deserti o sommersi nel mare ; de ' quali nulla è rimaso a ...
Pagina 108
... voluto farlo , e gli uomini lo sospiravano ardentemente , non poteva produrre alcun esempio reale .... Il Parini ovvero Della gloria . Giuseppe Parini fu alla nostra memoria uno dei pochissimi italiani che all ' eccellenza nelle lettere ...
... voluto farlo , e gli uomini lo sospiravano ardentemente , non poteva produrre alcun esempio reale .... Il Parini ovvero Della gloria . Giuseppe Parini fu alla nostra memoria uno dei pochissimi italiani che all ' eccellenza nelle lettere ...
Pagina 113
... altri ; quasi ingannando il desiderio , e compiacendosi d'essere stimato da coloro da cui molto maggiormente avrebbe voluto essere amato . AMBROSOLI . · IV . 8 L'Ora prima e il Sole . Ora prima . Buon GIACOMO LEOPARDI . 113.
... altri ; quasi ingannando il desiderio , e compiacendosi d'essere stimato da coloro da cui molto maggiormente avrebbe voluto essere amato . AMBROSOLI . · IV . 8 L'Ora prima e il Sole . Ora prima . Buon GIACOMO LEOPARDI . 113.
Pagina 132
... voluto questo altrettanto buono che valoroso americano defraudare di quell ' onorata ricordanza presso i posteri , che è alle sue virtù meritevolmente dovuta . DALLA STORIA D'ITALIA ( Lib . XV ) . Ritratto di P. L. Ginguené . Fu ...
... voluto questo altrettanto buono che valoroso americano defraudare di quell ' onorata ricordanza presso i posteri , che è alle sue virtù meritevolmente dovuta . DALLA STORIA D'ITALIA ( Lib . XV ) . Ritratto di P. L. Ginguené . Fu ...
Pagina 146
... voluto farmi sapere quanto amino la mia non mai turbabile costanza di rimaner sempre non timido amico al vero . In così fortunato e glorioso esilio , che mi ha fatto e pubbli cato concittadino ad ogni buono italiano , desidero non ...
... voluto farmi sapere quanto amino la mia non mai turbabile costanza di rimaner sempre non timido amico al vero . In così fortunato e glorioso esilio , che mi ha fatto e pubbli cato concittadino ad ogni buono italiano , desidero non ...
Sommario
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 125 - Per lo vóto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, Ch'a lor sembrano un punto, E sono immense...
Pagina 122 - Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi Così menare il giorno.
Pagina 122 - Io gli studi leggiadri Talor lasciando e le sudate carte, Ove il tempo mio primo E di me si spendea la miglior parte, D'in su i veroni del paterno ostello Porgea gli orecchi al suon della tua voce, Ed alla man veloce Che percorrea la faticosa tela.
Pagina 345 - ... è dato) per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno...
Pagina 112 - Gli scrittori grandi, incapaci, per natura o per abito, di molti piaceri umani; privi di altri molti per volontà; non di rado negletti nel consorzio degli uomini, se non forse dai pochi che seguono i medesimi studi; hanno per destino di condurre una vita simile alla morte, e vivere, se pur l'ottengono, dopo sepolti.
Pagina 123 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi II fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore.
Pagina 71 - Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idioma desti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste...
Pagina 118 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Pagina 122 - Quando sovvienimi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventura. 0 natura, o natura, Perché non rendi poi Quel che prometti allor? perché di tanto Inganni i figli tuoi?
Pagina 116 - Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte che il destino ci ha stabilita, dei mali della nostra specie. Sì bene attendiamo a tenerci compagnia l'un l'altro; e andiamoci incoraggiando, e dando mano e soccorso scambievolmente; per compiere nel miglior modo questa fatica della vita.