Immagini della pagina
PDF
ePub

abbiam potuto trar buona parte di ciò che fu necessario a tesser la storia e la disciplina di Vittorino ch'ora pubblichiam colle stampe. Lo stesso però non ci sarebbe riuscito nelle notizie de' discepoli suoi, d'alcuni de' quali la memoria era pur troppo sepolta nella più profonda obblivione. Ma noi fummo si fortunati di dotti e di cortesi amici, che nominerem tutti a suo luogo, che ricchi ei vidimo di molti autentici ed inediti documenti, mercè de' quali abbiam potuto anche compiere la seconda parte di questa nostra impresa qualunque siasi.

Nulla direm dell' utilità che potrebbe aver questo libro, se da miglior ingegno, e più culta penna, che la nostra non è, procedesse; un libro che molto parla d'educazione teorica e pratica in tempi in cui la vera e sana educazione è trascurata in guisa da spaventar tutti i buoni, i quali perciò stesso debbon pur troppo prevedere un secolo più ancor guasto e corrotto che non è quello or già spirato, il quale non lascerà di sè che colla memoria di poche opere buone, quella vastissima delle sue insanie e de' suoi delitti. Nè tampoco nulla direm per mettere in vista la novità del metodo da noi osservato, e i molti scogli da noi incontrati per via; perciocchè se l'opera nostra sarà tale onde meritarsi il compatimento de' culti leggitori, essi diran quello in favor nostro che troppo male starebbe in nostra 'bocca; ove, al contrario, ella sia trovala cattiva, le nastre difese e le nostre riflessioni sarebbono affatto inutili, anzi un novello grado di giustizia aggiungnerebbono alla sentenza avversa del pubblico.

LIBRO PRIMO

DA Bruto de' Rambaldoni, nobil famiglia di Feltre (1),

e da Monda, di cui ci è ignoto il casato (2), nacque

(1) Non convengon fra lor gli scrittori intorno al casato di Vittorino. Il Platina nella vita che di lui n'ha tessuta, il Bonifacio nell' Istoria di Trivigi, il Bertondelli nell' Istoria di Feltre il vogliono della Famiglia di Romagno. Il Prendilacqua, al contrario, nell'elegante suo Dialogo De Vita Victorini Feltrensis, Antonio dal Corno, nelle Memorie di Feltre, il Facciolati, ne'Fasti del Ginnasio di Padova, ed altri, il fanno della famiglia de' Rambaldoni, e noi ci siamo attenuti a quest'ultimi anche in forza d'un diploma di Laurea del 1410, che conservasi nell' Archivio del Vescovado di Padova, in cui leggonsi queste parole: Testis Magister Victorinus quondam ser Bruti de Rambaldonibus de Feltro. Il chiar. signor abate Luigi Canonici, fra molti preziosi suoi Codici, possede pur i componimenti poetici del fccondissimo poeta latino Antonio Baratella di Laureia, di cui altrove diremo, fra quali uno ve n'ha diretto al nostro Vittorino con questo titolo: ad Victorinum Rambaldonem Feltrensem Oratorem, della qual notizia tenuti siamo, come pur d'altre molte di cui ci varremo opportunamente, al chiar. signor abate D. Jacopo Morelli, vero modello di gentilezza e d'erudizione. Il conte Mazzuchelli ha provato (Scritt. Ital.) che il Baratella morì in Feltre ov'era professor di Rettorica, onde avea potuto assai bene conoscere la famiglia di Vittorino.

[ocr errors]

(2) Il Platiną chiama Lucia la madre di Vittorino: ci siam

verso il 1378 il nostro Vittorino, che dalla propria patria assunse quindi il cognome. I suoi genitori furon poveri a segno, che mancavan talvolta del necessario a sostentar la lor vita (1). Fanciullo ancora, fu posto sotto la disciplina di un maestro di poca scienza e cultura (2); ond' egli, già cresciuto in età, veggendosi povero e mancante in Feltre di buoni precettori e di libri, si risolvette di ricoverarsi a Padova, madre allora e nutrice delle scienze tutte e dell' arti belle. Quivi, onde guadagnarsi di che vivere, fu costretto di fare il mestiero infelice di Pedagogo (3), nel tempo stesso che ad un regolato corso di studj s'accinse con quell'ardore ch'è proprio d'un giovane nato a gran cose, e che già sente in sè stesso que' beati stimoli di gloria, che rendon dolci e soavi le più assidue fatiche. Nelle lettere e nell'eloquenza ebbe a maestro il gran Giovanui da Ravenna, professore allora in Padova celebratissimo (4), del cui ingegno vi

tenuti al Prendilacqua che Monda l'appella, scrittor più esatto, e discepol di lui.

(1) Prend. Vit. Vict. Feltr., pag. 36.

(2) Platin, in Vit. Vict. Feltr. (3) Prend., L. C., pag. 39. (4) Blond. Flav. in Romand. Il celebre cav. Tiraboschi, d'immortale memoria, che ha trattato di Giovanni da Ravenna nella sua Storia della Letteratura Italiana (tom. V, pag. 652. e seg.) ha trovate tante difficoltà e tante contraddizioni in ciò che di questo grand'uomo gli scrittori cị dicono, che ha creduto bene di soscrivere all' opinione del padre abate Ginnani, il quale nell'opera sua degli Scrittori Ravennati pensò che due Giovanni da Ravenna vivessero nel medesimo tempo. L'uno Giovanni de’Malpaghini, l'altro Giovanni de' Ferreti. L'uno professore celebre in varie città d'Italia, ed è il nostro ; l'altro cancelliere per molti anni del Carrarese, ed autore di varie opere, alcune delle quali furono impresse, ed inedite in varie Biblioteche conservansi. Le ragioni di tutto ciò potran leggersi nell'accen

vace, memoria felice, sobrietà, pietà, e povertà filosofica mista a giovanile incostanza, tante cose ci ha dette Francesco Petrarca, che più anni l'ebbe presso di sè, e l'amò come figliuolo, compatendolo ne' suoi difetti, e soccorrendolo ancor largamente nelle sue letterarie peregrinazioni (1).

Alla costui scuola Vittorino avrà appreso, oltre l'eccellenza delle lettere, anche la santità de' costumi, e le altre virtù morali onde fu egli modello insigne. Seutiam che di Giovanni dica, fra i molti, un suo discepolo, che fu cittadino e cancellier Padovano, cioè Secco Polentone, nell'opera sua intorno ai Latini illustri scrittori (2), che manoscritta conservasi nell' Ambrosiana e nella Riccardiana, ove al libro VII ha que ste insigni parole recate dall' eruditissimo abate Mehus (3), e che noi qui riportiamo nella volgar nostra lingua: Leggeva in questa città di Padova, nutrice delle lettere, Giovanni da Ravenna, uomo per santità di costumi, e per istudio eccellente, e se ciò può affermarsi senza invidia, superiore anche per universale

nato scrittore. Ultimamente il chiar. signor cav. Giambatista Baldelli nella bella e dotta sua Vita di Francesco Petrarca, parlando a pag. 549 di Giovanni da Ravenna, si è studiato con molto ingegno di dimostrare, che non due Giovanni da Ravenna si debbono ammettere, ma un solo, e che agevolmente in lui solo conciliansi le cose che si narran di lui, che in apparenza solamente sembrano contraddirsi. Io lascio che il colto lettor decida, se questo erudito ed esatto Scrittore soddisfaccia a tutti i dubbj che possono insorgere nel caso che si voglia la sua opinione abbracciare.

(1) Vedi il Sade, Mémoires du Petrarque, e il Petrarca medesimo, Senili, Lib. V. Epist. VI, VII, e altrove in più luoghi. (2) De Illustribus latinæ linguæ Scriptoribus. (3) Præfat. ad Vit, Ambros. Camald., pag. CXXXIX. Rosmini.

2

« IndietroContinua »