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lungamente durata tanta sua povertà, poichè egli fu preso al suo servigio dal Cardinale di Cusa, ove stette sei anni con molta sua soddisfazione e profitto, come protesta nella dedica d'Apulejo e d'Alcinoo, pubblicati pur colle stampe l'anno 1469.

Intanto nel 1466 erano venuti a Roma i due celebri stampatori tedeschi Corrado Sweinheyın, ed Arnaldo Pannartz, i quali stabilirono i loro torchi in casa Massimi. Con essi s'acconciò Giovanni Andrea, l'incarico assumendosi di regolare e correggere le loro edizioni. Quasi tutte l'opere impresse in Roma da questi due Tedeschi furono da lui corrette, ed ornate di prefazioni dottissime dirette in gran parte a Paolo II, il quale per ciò affezionandosi al Bussi, gli conferi il vescovado d'Acci in Corsica, il che fu ignoto all'Ughelli che Giovanni Andrea non registrò ove de'Vescovi parla di quella città (1). Dopo quattro anni ebbe il vescovato d' Aleria, pure in Corsica, del primo più pingue, del quale godè come aveva fatto di quello d'Acci, senza dipartirsi da Roma, e continuando ad attendere all' edizioni dell' opere che si pubblicavano da'due stampatori accennati. Tali notizie. pure impariam da lui stesso, cioè dal suo proemio all'opera di Strabone. Dalla citata dedicatoria d'Aulo Gellio quindi raccogliesi, che essendo pervenuto all'orecchio del Pontefice Paolo II, che il Vescovo di Savona era morto, aveva egli conferito quel Vescovado a Giovanni Andrea: ma è forza credere che tal morte non si avverasse, poichè il Bussi fu anche in appresso sempre Vescovo d' Aleria chiamato, non di Savona. Morto Paolo II, fu carissimo a Sisto IV, di cui fu referendario, bibliotecario e segretario. Mori iu Roma l'anno 1475, all' età sua di 57 anni, sei mesi, e giorni dodici, e fu sepolto nella chiesa di

(1) Ital. Sacra, tom. IV.

S. Pietro in Vincola, ove innanzi all'altar maggiore leggesi ancora la sua iscrizione sepolcrale, pubblicata dall' Ughelli (1) e dal Mazzuchelli (2), donde si sono tratte alcune delle presenti notizie. Il Tritemio (3), che falsamente fissa la morte del Bussi all'anno 1495 (siccome l'Orlandi il fa fiorire all'anno 1491, cioè sedici anni dopo la sua morte) (4), fa di lui grandi elogj, dicendo che fu dottissimo in tutte le scienze, di gran giureconsulto, di grande oratore, di raro ingegno, di costumi eccellenti, di tratto affabile e manieroso, ed erudito nelle lingue greca e latina. Ma in quanto all'essere stato giureconsulto eccellente, il Tritemio per avventura confuse il nostro Giovanni Andrea Vi, gevanese con Giovanni d'Andrea Toscano, uno dei più gran jurisperiti d'Italia, ma fiorito un secolo prima. In quanto poi alla perizia nel greco del Bussi, pare ch'egli medesimo, modestissimo e grato com'egli era, vi contraddica, perciocchè nella prefazione all'epistola di S. Girolamo confessa che Teodoro Gaza era la polare sua stella nelle sue letterarie navigazioni, e senza le quali mai non intraprendeva alcun viaggio, che tali sono le sue espressioni; ed in quella di Tito Livio dice più chiaramente, che coll'ajuto di Teodoro Gaza gli era riuscito di verificare alcuni passi latini, e di far poi che altri greci passi si leggessero tradotti in latino. La qual confessione fa molto onore alla modestia ed alla gratitudine del nostro Prelato, come gli fa onor grande altresì il magnifico elogio che in questa medesima prefazione a Tito Livio tesse del suo precettor Vittorino, del quale elogio non sarà inopportuno recar qui alcuni tratti volgarmente tradotti: Fu Vittorino da

(1) Ital. Sacr., tom. III, col. 804.
(2) Scritt. Ital., tom. II, pag. 701.
(3) De Script. Ecclesiast., num. 881.

(4) Orig. e Progressi della Stampa, pag. 350.

Feltre, scriv' egli, il Socrate dell'età nostra, l'ornamento ed il decoro di questo secolo, la fama e la gloria della Mantovana Accademia; mentre visse, fu la meraviglia di tutti per l'eccellenza dell' insegnare, per la bontà de' costumi, per la sua costanza e fer▪ mezza nella virtù. Morto fu compianto e desiderato da tuttt. Fu ospite anzi padre de' poveri studiosi, esempio d'umanità, ristoratore delle latine lettere, maestro di sapienza, modello d'onestà, sprezzatore delle ricchezze, svegliatore degl' ingegni . . . Egli, nato in un angolo del Veneto stato, insegnò con grande quo onore ed integrità alcun tempo a Padova ed a Vinegia... ove potendo colle liberalità de' suoi discepoli accumular grandi ricchezze non ad altro motivo riceveva regali da'ricchi, che per nutrir con essi i mendici, ecc. Sin qui il nostro Giovanni Andrea, il quale qui però non finisce, ma continua con altre più cose in encomio del suo gran Precettore, che noi tralasciamo per amor di brevità.

...

Paolo Cortesi (1) encomia come dottissimo il Bussi, ma biasima il suo stile, come duro talvolta e rozzo. Soggiunge per altro doversi alzare al cielo con somme lodi, per avere egli sparse fatiche utilissime nella correzione di tante opere insigni. Il catalogo di queste, da lui quasi tutte illustrate con prefazione, può leggersi presso l' Orlandi (2), e presso il Mazzuchelli al luogo citato, che di Giovanni Andrea ha disteso un esatto articolo, parlando ancora d'altre opere sue, e di quelle altresì che a lui furono attribuite, ma che forse di lui non sono.

Finalmente può di lui leggersi un dotto elogio. scritto dal chiar. signor abate Caluso, ed inserito nel secondo tomo de' Piemontesi Illustri (3).

(1) De Homin. Doct., pag. 36. (2) L. c., pag. 66, (3) Pag. 381.

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XXX.

BALDO MARTORELLO

DELLA MARCA D'ANCONA.

Baldo Martorello, nato nella Marca d' Ancona, abbiamo assai scarse notizie. Si fece grande onor negli studj alla scuola di Vittorino, e più ancora nell'istruzion de' figliuoli di Francesco Sforza, duca di Milano, alla qual fu chiamato (1). Fra questi si distinse in singolar modo Ippolita, che l'anno 1465 fu sposata ad Alfonso primo, duca di Calabria, poi Re di Napoli. Baldo la istruì nella grammatica latina e nella rettorica, e sì dell'una come dell'altra fece egli a tal uso un ben ornato compendio, il quale in bel codice era posseduto dal chiarissimo Sassi (2). Constantino Lascari fu di lei precettore nella greca lingua, di cui per essa egli pure compose una grammatica, che molti anni dopo, cioè nel 1476, fu impressa in Milano e a lei dedicata, e fu il primo libro, a detta del Tiraboschi (3), che in tal lingua si pubblicasse in Italia. Furono si rapidi i progressi di quella fanciulla, che l'anno 1459, decimoquarto dell' età sua, recitò in Mantova dinanzi al Pontefice Pio II, in pubblico consesso, un'orazione latina così elegante e giudiziosa, che quel Papa letteratissimo u' ebbe a stupire, come si protestò pubblicamente, ricolmandola di mille elogi (4). Quest' orazione leggesi or divulgata dá Monsignor Mansi (5). Altra orazione pure compose in

(1) Prend., pag. 71. Platin., in Vit. Vict. Feltr. (2) Saxius, Hist. Typograph. Litter. ecc.

(3) Stor. della Letterat. Ital., tom. VI, pag. 872.

(4) Saxius., 1. c. (5) Pii Secundi Orat., vol. II, pag. 192.

lode di Bianca sua madre, la qual orazione conservasi in Milano nell' Ambrosiana. Nel Monastero di S. Croce di Gerusalemme in Roma trovasi un codice dell'Opu scolo de Senectute di Cicerone, trascritto di propria mano da Ippolita (com' essa medesima afferma in esso) (1) l'anno 1458, tredicesimo dell' età sua, essendo Baldo suo precettore.

Quando quest' impareggiabile Principessa andò a marito, volle che il Martorello la seguitasse alla corte di Napoli, ove avrà per avventura servito all'istruzione de' reali figliuoli di lei.

Fra le epistole del Panormita, alcune ve ne sono a Baldo dirette. Fra quelle poi del Filelfo ne leggiam una, dalla quale par si possa arguire che alcuna cosa Baldo avesse composta intorno a Plinio Secondo (2). Il Monfaucon (3), fra i codici manoscritti della biblioteca Ambrosiana, registra alcune vite d' uomini illustri scritte dal Martorello, il qual codice per altro fu quivi con molta diligenza, sebbene indaruo,

cercato.

XXXI.

GABRIELE CONCORREGGIO

MILANESE.

GABRIELE Concorreggio nacque in Milano di pove

rissima famiglia, e quindi fu nutrito ed istrutto da Vittorino, sotto la cui disciplina divenne assai dotto.

(1) Ego Hyppolita Maria Vicecomes Illustrissimi Principis Francisci Sfortia Ducis exscripsi mea manu hunc libellum sub tempus pueritiae meae, et sub Baldo Præceptore, anno a natali Christiano 1458. Tirab. Stor. della Letterat. Ital., tom. VI, pag. 872.

(2) Lib. XXVII, pag. 187. (3) Bibl., pag. MSS. 309.

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