Poesie filosofiche di Tomaso Campanella

Copertina anteriore
G. Ruggia e c., 1834 - 223 pagine
 

Pagine selezionate

Altre edizioni - Visualizza tutto

Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 189 - Oh, leggi rotte! ch'un sol verme sia re, epilogo, armonia, - — fin d'ogni cosa. O virtù ascosa, — di tua gloria propia pur gli fai copia.
Pagina 207 - Musa latina, vieni meco a canzone novella: te al novo onor chiama quinci la squilla mia b, sperando imponer fine al miserabile verso ', per te tornando al già lagrimato die.
Pagina 149 - Se favor tanto a me non si dovea per destino o per fallo, sette monti, arti nuove e voglia ardente perché m'hai dato a far la gran semblea, e '1 primo albo cavallo, j con senno e pazienza tanta gente vincere8?
Pagina 10 - II mondo è il libro dove il Senno eterno scrisse i propri concetti, e vivo tempio dove, pingendo i gesti e '1 proprio esempio, di statue vive ornò l'imo e...
Pagina 9 - II mondo è un animai grande e perfetto, statua di Dio, che Dio lauda e simiglia: noi siam vermi imperfetti e vii famiglia, ch'intra il suo ventre abbiam vita e ricetto.
Pagina 2 - In superbia il valor, la santitate Passò in ipocrisia, le gentilezze In cerimonie, e '1 senno in sottigliezze, L'amor in zelo, e 'n liscio la beliate.
Pagina 10 - Dio infinito essa procedere, a cui s'arriva col sillogismo, come per strale allo scopo; perché dal simile effetto alla causa si va lontanamente: s'arriva con l'autorità , come per mano d'altri si tocca un oggetto , ancora che questo sapere sia lontano e di poco gusto. Ma solo chi s' illuia , cioè chi si fa lui , cioè Dio , e chi s 'incinge , cioè s' impregna di Dio , vien certo della Divinità , e lieto conoscitore e beato: perché è penetrante e penetrato da quella.
Pagina 147 - PAmor eterno, E l'infinito Senno Proponga l'opra al gran valor immenso ; Che il duro, scempio del mio lungo inferno Vede senza il mio cenno : Sei e sei anni, che 'n pena dispenso L'afflizion d'ogni senso, Le membra sette volte tormentate, Le bestemmie e le favole de...
Pagina 20 - Gesù, Pallade e Marte, Benché sia schiavo, o figlio di bastaso. Non nasce l'uom con la corona in testa Come il re delle bestie, che han bisogno Per lo conoscer di tal sopravvesta.
Pagina 10 - Di cervel dentro un pugno io sto, e divoro tanto, che quanti libri tiene il mondo non saziar l'appetito mio profondo : quanto ho mangiato! e del digiun pur moro. D'un gran mondo Aristarco, e Metrodoro di più cibommi, e più di fame abbondo; disiando e sentendo, giro in tondo; e quanto intendo più, tanto più ignoro.

Informazioni bibliografiche