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turum rectorem populorum di autore anonimo, stampato dal Muratori nelle Antiquitates italicae medii aevi, IV, 95.' Rispetto alle idee generali si confronti il secondo capitolo di Brunetto col primo dell' Oculus; e la dipendenza dell'un testo dall' altro si farà tosto manifesta.

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'Quest' opera fu volgarizzata nel trecento: non è però facile l'asseverare se tutta o in parte. L'unico codice fin qui noto, il Farsettiano CXXI della biblioteca di S. Marco, non ne contiene che un frammento, il quale venne stampato nel 1865 dal prof. Ferrato in Venezia col titolo: Trattato sopra l' uffizio del podestà. Il Ferrato non riconobbe che la scrittura, ch' ei pubblicava, era versione del latino. Pietro Dazzi (nell' Ateneo italiano del 25 marzo 1866), mettendo in chiaro la relazione fra i due testi, fa memoria come Giuseppe Ferrari parli dell' Oculus nei suoi Scrittori politici italiani. Non avendo potuto vedere quest' opera, non so dire se forse si parli del Latini, ma è probabile che, se ci fosse, il Dazzi ne avrebbe toccato. Fr. li governemanz, Berg. che lo governamento.

Fr. col medesimo ordine che in latino: justice, reverence, amor; cosi anche il Berg.

Secondo la volgata: Prov. XX, 8 rex qui sedet in solio judicii dissipat omne malum intuito suo.

5 Fr. mescheance; Berg. desaventura.

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È notevole che il fr. ha qui plus suit e una variante qui ensuit; Berg. che persegue. Leggeva altrimenti il manoscritto dell' originale, di cui si servi il Latini, o tradusse egli male la voce possidet o finalmente la lezione fu viziata in uno degli archetipi del francese?

E con qualche diversità nella dicitura (il latino è più prolisso) si svolge il pensiero che il signore deve amare i cittadini, e questi il signore. In ciò che segue è interessante il vedere come l'Oculus rechi particolarmente tutto ciò che può importare al podestà; il Latini invece badi all' interesse del Comune. L' Oculus tratta nel cap. II de pactis super salariis e raccomanda al podestà eletto di far patti chiari, affinchè più tardi non sorgano dispute su questo argomento ed egli non incorra nella taccia di uomo cupido di denaro; il Tesoro invece annovera quali e quante cautele debbano i cittadini osservare per fare scelta adeguata. Nel cap. III l'Oculus introduce immediatamente il podestà nella città, cui è chiamato a reggere: se consuetudine vuole ch' ei tenga un discorso, ei badi alla condizione della città; e se essa è in pace, parli così e così. Si confronti il cap. XI del Tesoro.

1

Al cominciamento del mio dire chiamo io il nome di Gesù Cristo, lo re che può tutto e che dona tutte podestadi e la gloriosa vergine Maria e messer santo Giovanni, ch'è capo e guida di questa città, che per loro santa pietà mi dieno grazia e podere ch'io oggi in questo dì, e tanto com' io sarò al vostro servigio, dica e faccia quel che sia laude e gloria di loro e reverenza di messer lo papa e di messer l'imperadore, della Santa Chiesa e dell'impero di Roma, e che sia onore e pregio di messere A., che è stato vostro segnore ed è ancora, e che sia accrescimento e ammendamento e stato e buona ventura di voi e di questa città e di tutti

vostri amici.

1

Ad primum principium eloquii mei.... invoco coelestem Patrem omnipotentem, a quo cuncta bona procedunt

ut pro misericordia sua sanctissima dignetur mihi gratiam elargiri proponendi hodie et toto tempore mei regiminis inter vos ea, quae spectare debent ad gloriosum nomen majestatis ipsius et ad reverentiam et timorem Ecclesiae sanctae Dei et gloriosissimi Domini nostri F. Romanorum imperatoris Angusti et ad laudem et honorem domini vestrae potestatis pro anno praesenti et ad incrementum et gloriam ac honorem hujus nobilissimae civitatis et omnium ad se spectantium tam subjectionis quam amicitiae vinculo, quicumque vobis gratulantur de vestris profectione et honore.

Alla fine del discorso leggesi nel latino: Rogito Iesum Christum filium Dei vivi et beatam Mariam Virginem gloriosam matrem ipsius et illa beata sanctorum merita quae in hac civitate celebrantur.

Se io volessi formare la materia di mio parlamento [della lode] di sì nobile città' come è questa e ricordare il senno e il podere e l'altre buone opere di voi e de' vostri antecessori, certo io non potrei venire a capo, tanto è alta la cavalleria e 'l franco popolo di questa città.

Però mi tacerò io anche di messere A. medesimo, e delle sue buone opere, ch' egli ha fatto quest' anno in vostra signoria e al governamento del comune e di tutte le genti, non dirò io niente; ch' egli risplende per il mondo come la chiarezza del sole.

Si vellem formare materiam dicendorum meorum et extendere circa laudes hujus magnificae civitatis fulgentis militiae et pretiosi populi multitudinem decorare

et circa commendationem domini potestatis de laudandis operibus et circumspecto regimine suo quo functus est hoc anno ad maxima commoda civitatis istius.... nec dies sufficeret. Cessabo igitur ab iis, quoniam ea sine dictu meo patenter refulgent.

Ed in simil modo continua l'orazione in ambedue i testi, il cui confronto per amor di brevità qui si interrompe. Continua poi:

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'Supplito mediante il fr. Sur la loenge de si tres noble cité. Berg, sovra

le lode di così stranobel citae.

2

Supplito mediante il fr. il aflert moult à signor.

concordia e se elli non sono che bere, vel efficere non inventam,

li torni;

e come concordia innalza le città e fa arricchire li borghesi

e guerra li distrugge....

la guerra de' cittadini fa molti mali, sì come di rubare chiese, cammini, ardere case, maleficii, ladronecci, adulterii, tradimenti e perdizione di Dio e del mondo.

civitatem quam regit....

Per quietem autem, tranquillitatem et pacem ipsius excrescit civitas populari multitudine confluente, augumentantur divitiae, afferuntur honores.... Sed discordia perdurante poterit unico verbo, scilicet destructionis quae exinde contingeret, enumerari defectus. Per illam.... multa saepe discrimina et damna gravissima contingerunt, utpote incendia, patrimoniorum deminutio, letalia vulnera, mutilationes, traucationes membrorum, strages corporum et (quod deterius est) multarum pericula animarum.

Nel testo latino v' ha poi una lacuna. Manca probabilmente il discorso da tenersi quando la città ha guerra con un' altra città, ed il principio del discorso che tengono i gentiluomini della terra del signore novello, i quali gli hanno fatto corteggio. Questo discorso, recato per esteso dall' Oculus, nel Tesoro è compendiato in orazione indiretta, e del pari mentre nel latino troviamo lunga diceria del signore che se ne va, il Tesoro se ne spiccia col dire che una tale responsione deve venir fatta. E qui cessa la intima relazione fra i due testi, che d' ora in poi si mettono per vie affatto diverse.

APPENDICE.

A.

ANALISI DEI PRIMI CINQUE LIBRI NEL COD. L 23.

Il codice L 23 nel primo libro ha, oltre le aggiunte del Visiani, parecchie altre. Così p. es. il capitolo 20 della stampa è di molto ampliato.

Appresso ciò che Caino ebbe morto Abel suo fratello, Caino si partio d' innanzi dalla faccia di Dio et andonne ad abitare nella terra guastatore nella parte d'oriente e menonne con seco Calmanam sua primiera suora e fecesela sua mogliera. Et usòe Caino con Calmanam sua mogliere carnalmente, la quale ingravidóe e parturio un figliuolo, al quale puose nome Enoco. Ed appresso:

E disse Lamech alle due sue mogliere, ciò fue Ada e Sella: « Audite la mia boce, mie mogliere, et ascoltate le mie parole; imperciò che io òne morto l'uomo nella mia ferita, in sette doppi si darae vendetta di Caino, e di Lamech settanta volte sette. »

Il capitolo seguente comincia:

Dice lo contio che Adamo istette cento anni, poi che Abel suo figliuolo fue morto per mano di Caino ch' elli non giacque con Eva sua mogliera carnalmente, anzi menò grande duolo e grande pianto di Abello suo figliuolo. E quando Adamo fue dell'agio di . ccxxx. si giacque carnalmente per comandamento dell' angelo con Eva sua mogliera, la quale ingravidóe e parturio uno figliuolo, al quale Adamo puose nome Set.

Dopo le parole che l'avea fatto di vile terra, a due terzi dello stampato:

E voglio che voi sappiate che Adamo et Eva non dimorarono nel paradiso diliziano più che sette ore, et alla terza ora puose

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