I miei tempi: memorie, Volumi 1-3

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Maurizio Guigoni, 1863 - 816 pagine

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 45 - Godi che re non sei; godi che chiusa All'oprar t'è ogni via: loco a gentile. Ad innocente opra non v'è; non resta Che far torto, o patirlo.
Pagina 34 - O PATRIA mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond' eran carchi I nostri padri antichi.
Pagina 74 - L'esser vissuto indarno, e la dolcezza Del dì fatai tempererà d'affanno. E già nel primo giovanil tumulto Di contenti, d'angosce e di desio, Morte chiamai più volte, e lungamente Mi sedetti colà su la fontana Pensoso di cessar dentro quell'acque La speme e il dolor mio. Poscia, per cieco Malor, condotto della vita in forse, Piansi la bella giovanezza, e il fiore De...
Pagina 65 - Zotica, vii; cui nomi strani, e spesso Argomento di riso e di trastullo, Son dottrina e saper; che m'odia e fugge. Per invidia non già, che non mi tiene Maggior di...
Pagina 34 - E al mondo: dite, dite, Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Che di catene ha carche ambe le braccia; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange.
Pagina 74 - ... e lungamente mi sedetti colà su la fontana pensoso di cessar dentro quell'acque la speme e il dolor mio. Poscia, per cieco malor, condotto della vita in forse, piansi la bella giovanezza, e il fiore de' miei poveri dì, che sì per tempo cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso sul conscio letto, dolorosamente alla fioca lucerna poetando, lamentai co' silenzi e con la notte il fuggitivo spirto, ed a me stesso in sul languir cantai funereo canto.
Pagina 268 - Al ciel, ch'è suo, le ciglia, Volga i lamenti in giubilo, Pensando a cui somiglia: Cui fu donato in copia, Doni con volto amico, Con quel tacer pudico, Che accetto il don ti fa. Spira de...
Pagina 169 - Non veggio di vertù , eh' al mondo è spenta , Né trovo chi di mal far si vergogni . Che s'aspetti non so, né che s'agogni Italia, che suoi guai non par, che senta, Vecchia , oziosa , e lenta . Dormirà sempre, e non fia chi la svegli ? Le man...
Pagina 34 - Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria.
Pagina 66 - Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori A persona giammai non ne fo segno. Qui passo gli anni, abbandonato, occulto, Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza Tra lo stuol de...

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