I miei tempi: memorie, Volumi 1-3Maurizio Guigoni, 1863 - 816 pagine |
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Pagina 47
... pubblico giudizio : i maccheroni deb- bono cessare di regnare . Cosi dicendo m'avviava , senza saper come , passando di una in altra via verso la parte montana della città col desiderio di togliermi a quelle vie anguste e rumorose che ...
... pubblico giudizio : i maccheroni deb- bono cessare di regnare . Cosi dicendo m'avviava , senza saper come , passando di una in altra via verso la parte montana della città col desiderio di togliermi a quelle vie anguste e rumorose che ...
Pagina 60
... pubblico è una strana bestia , sa ella e coloro che a questa bestia mettono in bocca la testa non sono sempre sicuri . di portarla fuori..et sipoin li oilog on Ma con questo preambolo che cosa le dice il cuore della sua commedia ai ...
... pubblico è una strana bestia , sa ella e coloro che a questa bestia mettono in bocca la testa non sono sempre sicuri . di portarla fuori..et sipoin li oilog on Ma con questo preambolo che cosa le dice il cuore della sua commedia ai ...
Pagina 79
... pubblico ; oltre alla camorra che fa sorrisi avvelenati alle acquajuole ; oltre ai Lazzaroni che condiscono la mine- stra col sapone , vi sono anche a Napoli dei maliardi che si dilettano a far fischiare gli autori che vanno al teatro a ...
... pubblico ; oltre alla camorra che fa sorrisi avvelenati alle acquajuole ; oltre ai Lazzaroni che condiscono la mine- stra col sapone , vi sono anche a Napoli dei maliardi che si dilettano a far fischiare gli autori che vanno al teatro a ...
Pagina 136
... pubblico il suo magnifico quadro della Fortuna e scriveva la più bella delle sue satire , Babilonia , in cui la città e la corte di Roma eran trattate a dovere . Non aspirar ad altra gloria o palma , Che del sollazzo e aver per ciancia ...
... pubblico il suo magnifico quadro della Fortuna e scriveva la più bella delle sue satire , Babilonia , in cui la città e la corte di Roma eran trattate a dovere . Non aspirar ad altra gloria o palma , Che del sollazzo e aver per ciancia ...
Pagina 150
... pubblico . L'aria del paese non era di opposizione ; di politica non se ne parlava quasi più ; gli au- tori badavano all ' effetto drammatico ; gli at- tori agli applausi ; il capo comico alla cas- setta , e tutto scorreva come un ...
... pubblico . L'aria del paese non era di opposizione ; di politica non se ne parlava quasi più ; gli au- tori badavano all ' effetto drammatico ; gli at- tori agli applausi ; il capo comico alla cas- setta , e tutto scorreva come un ...
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Parole e frasi comuni
amico amore Angelo Angelo Brofferio asino avesse avete bella bestie biricchino biscia Blinv BROFFERIO buon camorra Campidoglio canto Caracalla ch'io chiama cielo città colla Colosseo costui credere cuore diavolo dice Diligenza dinanzi dire Don Mario donna ecco Egeria erano faccia faceva fece Ferney Giacomo Leopardi Giano Quadrifronte giorno Giunone Giurati giustizia gloria gridò guai guardava imperatore lasciò Leopardi Lucert mangia mano Masaniello Memorie mente mette mezzo minchionare mondo morte Napoli naso nome notte occhi onorato Orazio Padre Eterno Papa parlare parole passaporto passo patria pensa persona piazza pigliava poco poeta Pompei popolo porta potuto povero Recanate rispose Romani Salvator Rosa San Crispino San Dionisio San Policarpio sangue Santa Casa sapere sarebbe scimmie sclamò siete signor soldato spalle stava terra Tersatto Tessari tigre Tivoli tore tornava tratto trova uomini uomo vece vedere veniva Ventignano versi Vesuvio virtù voglio volle volte vuol zione
Brani popolari
Pagina 45 - Godi che re non sei; godi che chiusa All'oprar t'è ogni via: loco a gentile. Ad innocente opra non v'è; non resta Che far torto, o patirlo.
Pagina 34 - O PATRIA mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond' eran carchi I nostri padri antichi.
Pagina 74 - L'esser vissuto indarno, e la dolcezza Del dì fatai tempererà d'affanno. E già nel primo giovanil tumulto Di contenti, d'angosce e di desio, Morte chiamai più volte, e lungamente Mi sedetti colà su la fontana Pensoso di cessar dentro quell'acque La speme e il dolor mio. Poscia, per cieco Malor, condotto della vita in forse, Piansi la bella giovanezza, e il fiore De...
Pagina 65 - Zotica, vii; cui nomi strani, e spesso Argomento di riso e di trastullo, Son dottrina e saper; che m'odia e fugge. Per invidia non già, che non mi tiene Maggior di...
Pagina 34 - E al mondo: dite, dite, Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Che di catene ha carche ambe le braccia; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange.
Pagina 74 - ... e lungamente mi sedetti colà su la fontana pensoso di cessar dentro quell'acque la speme e il dolor mio. Poscia, per cieco malor, condotto della vita in forse, piansi la bella giovanezza, e il fiore de' miei poveri dì, che sì per tempo cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso sul conscio letto, dolorosamente alla fioca lucerna poetando, lamentai co' silenzi e con la notte il fuggitivo spirto, ed a me stesso in sul languir cantai funereo canto.
Pagina 268 - Al ciel, ch'è suo, le ciglia, Volga i lamenti in giubilo, Pensando a cui somiglia: Cui fu donato in copia, Doni con volto amico, Con quel tacer pudico, Che accetto il don ti fa. Spira de...
Pagina 169 - Non veggio di vertù , eh' al mondo è spenta , Né trovo chi di mal far si vergogni . Che s'aspetti non so, né che s'agogni Italia, che suoi guai non par, che senta, Vecchia , oziosa , e lenta . Dormirà sempre, e non fia chi la svegli ? Le man...
Pagina 34 - Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria.
Pagina 66 - Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori A persona giammai non ne fo segno. Qui passo gli anni, abbandonato, occulto, Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza Tra lo stuol de...