The Paradise of Dante Alighieri

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Macmillan, 1894 - 438 pagine
 

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Pagina 397 - In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue CRISTO fece sposa; Ma l' altra, che volando vede e canta La gloria di colui che la innamora, E la bontà che la fece cotanta, Sì come schiera d' api, che s' infiora Una fiata, ed una si ritorna Là dove suo lavoro s' insapora, Nel gran fior discendeva, che s' adorna Di tante foglie, e quindi risaliva Là dove il suo amor sempre soggiorna.
Pagina 404 - O donna, in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In Inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose quante io ho vedute , Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m...
Pagina 430 - Pensando, quel principio ond' egli indige : Tale era io a quella vista nuova : Veder voleva, come si convenne L' imago al cerchio, e come vi s' indova ; Ma non eran da ciò le proprie penne, Se non che la mia mente fu percossa Da un fulgore, in che sua voglia venne.
Pagina 422 - In te magnificenza, in te s' aduna Quantunque in creatura è di bontate. Or questi, che dall' infima lacuna Dell' universo insin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una, Supplica a te, per grazia, di virtute Tanto, che possa con gli occhi levarsi Più alto, verso l
Pagina 1 - Per l' universo penetra, e risplende In una parte più, e meno altrove. Nel ciel che più della sua luce prende Fu...
Pagina 230 - Che l' arco dello esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e il salir per l
Pagina 426 - O abbondante grazia , ond' io presunsi Ficcar lo viso per la luce eterna Tanto , che la veduta vi consunsi ! Nel suo profondo vidi, che s...
Pagina 425 - Dai concetti mortali, alla mia mente Ripresta un poco di quel che parevi, E fa la lingua mia tanto possente, Ch'una favilla sol della tua gloria Possa lasciare alla futura gente; Che, per tornare alquanto a mia memoria, E per sonare un poco in questi versi, Più si conceperà di tua vittoria.
Pagina 400 - Rotante col suo figlio ond'ella è vaga, Vedendo Roma e l'ardua sua opra Stupefacessi quando Laterano Alle cose mortali andò di sopra; Io, che al divino dall'umano, All'eterno dal tempo era venuto, E di Fiorenza in popol giusto e sano, Di che stupor dovea esser compiuto!
Pagina 58 - Avete il vecchio e il nuovo Testamento, E il pastor della Chiesa che vi guida: Questo vi basti a vostro salvamento. Se mala cupidigia altro vi grida, Uomini siate, e non pecore matte, 80 Sì che il Giudeo tra voi di voi non rida.

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