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essi a giacere, non voglio al
mondo più farmi vedere » Ber.;
farla vedere per farmela ve-
dere, se n'andò con Dio» Lip.;
farsi sentire, far largo, farsi
largo, farsi far largo, farsi stra-
da, farsi far strada « dal solo
ardire guidati si fan largo »
Dav.; la guardia ebbe a
fargli far largo » Id.; " con
le spade fanno far largo »
ld.; « di qua, di là facendosi
far strada Ar.; « il brando
e la virtù fan far la strada »
Ber.; farsi del bene, farsi
male o del male « cadde Go-
stanzo e non si fece male »>
Ber.; farselo dire voglion
favorire ? (di venir a tavola),
e quei due volte non se lo
fan dire » Pan.; farsi un al-
tro, trasformarsi, fingersi « е
torna a farsi un altro lo
stregone » Ber. ; come ti sei
tu fatto Agrippa ? » Dav. ; far-.
si uomo, un uomo, farsi un
nome, farsi uno stato, farsi
onore, farsi forza, animo «mi
faccio più che posso, animo »
Goz.; farsi buono, bravo
grande, ec.; farsi grande (spac-
ciarsi), piccolo, grosso, ricco,
liberale, ec.; si fa di Napo-

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far il tal santo, la tal festa; fig. far la festa ad uno (ucciderlo), farlo freddo, far morire " il qual la gente gli facea morire; ciò che gli viene innanzi, fa morire Ber.; far povero, ricco, fortunato, grande, ec. Fabio loda Seneca perchè lo ha fatto grande Dav.; far fuori, escludere, Id.; far fuori, smerciare il quadro che ha in testa di far fuori » Fag.; farsi fuora o fuori fatevi fuora, padrona Macch.; « a questo contrasto si fece fuori una vicina » Cell.; «<io fattomi fuora, dove era caduta la botte, sentii, ec. » Id.; farsi in fuora o in fuori (da qualche maneggio, intrigo, contesa, pericolo, ec.), Macch.; farsi alla finestra si fece alla finestra una gobba arrabbiata » Cell.; « non si è mai fatta alla finestra Lasc.; farsi avanti« dice; fatevi avanti: io mi fo avanti» Pan.; «< fatti 'n là, villanaccio » Bon.; « fatti più presso» F. Es.; farsi indietro, addietro ma Griffon non vuol farsi addietro un passo Ber. ; farsi sotto, farsi in su, in giù, da banda, da canto e sim.; far-li » Sann.; farsi del paese, sela, svignarsela; pigliar uno Pan.; farsi dì, sul o al far del a fare, Pan.; esser fatto fare, dì, Lip.; farsi chiaro, scuro, Bott.; far fare, buona o tri- notte, tardi; farsi far chiaro, sta figura io cerco farvi far lume; lasciar fare, far venire, buona figura » Pan. ; farsi ve- far nascere, far diventare, far dere 和 s'io non ti metto con andar matto, far andar l'oro

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logio, Fag.; far andar un mor-1 fede; senza fede nè legge « quei che credon nella nostra fede» Ber.; esser d'un' altra fede; rinegar la fede; articoló di fede; per attestato, fede di nascita, ec,

to, Ber.; farla andar giù, inghiottire, farla bere, far toccar con mano, far persuaso, far credere, tacere, far parlare, dire « me ne fareste dire una grossa » Goz.; gli

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Fedecomess, fedecomiss, fidecofa fallir due colpi Lip.; far miss, fedecommesso, fedecomdisperare, arrabbiare, imma- misso, fidecommisso.

Fedel, fedele, donde fedeltà; i fedeli o credenti, servo fedele o fidato, moglie fedele ; traduzione fedele, sincera, esatta, conforme la mente dell'autore.

Fedelon, fedelona, fedelone, fedelona, alla fedelona, bonariamante.

tire, ec.; far dormire, far venir l'acqua alla bocca, ec.; adesso è fatta; per me è fatta, l'è fatta; è un uomo fatto così; << eran donne fatte » Dav.; « salutatela. Disse messer Giannetto: sarà fatto » Pec.; us. sost. aver un bel fare, un fare che piace; il danaro può tutto, ma il bel fare passa tutto, prov.; il suo fare gli attira o gli aliena la gente, con quel suo fare, con quel fare tutto suo; un fare da prepotente, da volpe, da buon uomo, da magistrato, da prelato, da quel che è, da donna, da pedante, da zingaro, da ciarlatano, da oste, un fare grossiero, grossolano, imponente, affettato, ridicolo, ec. Fea (uno dei pochi nostri idiotismi provenienti dal greco), pecora. Fecia, feccia; fig. feccia del paese, del popolo e sim. Fede, avere, dare, prestar fede; Feminin, om feminin, uomo fede di galantuomo; andare femminino, effeminato.

Fedeltà. V. Fedel.
Felice, felice, donde felicità, fe-
licitare, felicitazione; esser fe-
lice d'una cosa, cioè lieto, p.
e., felice d'aver incontrato,
di possedere, abbracciare, ec.;
felice voi, felice chi può, va
felice, andate felici; uomo fe-
lice, uomo morto, prov.; idea
felice, infelice e sim.
Felicità. V. Felice.
Felicitè, felicitare, per congra-
tularsi, complire, v. dell' uso
o abuso.
Felicitassion, felicitazioni, per
congratulazioni. V. Felicitè.
Felpa, felpa, tessuto noto.

con o in buona fede; star Fen (più conf. all'orig. lat. foeno), sulla fede, sulla parola; uomo fieno.

di buona o mala fede; senza Fenestra. V. Fnestra

Fenoj, finocchio (men conf. al-Fërmè, fermare, render fermo, l'orig.), donde fig. 'nfnojè o a 'nfnojè, infinocchiare. Fer, ferro; bate 'l fer mentre ch' a l'è caud, battere il ferro mentre che è caldo o mentre è caldo, m. prov., fig. venire ai ferri, ai fatti; mettere ai ferri, coi ferri ai piedi; uomo di ferro, sanità di ferro, testa di ferro, cosa più dura che il ferro.

Fera, fiera; fè fera, far fiera,

Bon.

Feragost, feraost, ferragosto. Feramenta, framenta, ferra. menta, Goz.

Ferlèca, ferita, frego, fregio, taglio per lo più nel viso, donde pure sferlèca, da sfregio o sfrego, anzichè da ferire, almeno così vorrebbe l'analogia.

Ferloc, da ferdocco o fedocco, sciocco (mut. d in l, per affin. alfab.). Fürlingot, V. Farlingot. Ferm, fermo, chiodo, terreno, tempo, ec.; a boccie ferme, m. próv.; non star mai fermo non avea membro che tenesse fermo » D.; fig. governo stabile e fermo; uomo fermo nelle sue idee, testa poco ferma; canto fermo, non saper di canto fermo, m. prov.; stare, tener fermo, perseverare se tener fermo egli saputo avesse Ar.; fermo là! (m. elitt. imper.). V. Fërme.

arrestare, ec.; fermare cosa smossa; fermare un chiodo; fermar il sangue, gli umori; ferma, ferma lì, Bon.; spesso anche raddoppiato, ferma ferma, per fermati, o trallieni, arresta cavallo, carro, ladro, ́ec., e in luogo di fermo là « e chiamando il cane, subito lo fece fermare Car.; ruota che mai non ferma, per si ferma, Petr.; fermarsi su una cosa, fermare cioè lo sguardo l'attenzione, la mente, ec. Fërmentè, fermentare. Fermëssa, fermezza, sodezza, stabilità « fermezza in lei non è, nè fede» Ber.; " ancor ch'abbi fermezza » Ar.; poca fermezza, Sacch.; uomo senza fermezza, volubile, leggiero. Fërsaja o farsaja (da farro, lat. o dal dim. farricello, quasi farricellaja), civaja. Fürse, ferze, minugie, budelli, frastaglie di porco, di vitello,

ec.

Fërte, pl. fig. (da fërtè, V.), frega, fregola, voglia grande, onde fè soe fërte, come dire le sue fregole (da fregare, fregazione), le sue voglie, sfogarsi, satollarsi. Fërtè, fërtà, fregare, fregato (l'uno e l'altro dal lat. fricare, fricatum, frictum, donde per metat. l'idiotismo nostrano); fig. fërtesse con o atorn a un, fregarsi con o attorno

a uno.

Fërvaja, furvaja, brisa (metat.] da frugalia, o se meglio si voglia da frustula, la radice è la stessa), bricia, briciola. Festa, vesti da festa, vestito da festa «< ogni giorno per loro è di festa » Fag.; non è tutti i dì festa, m. prov.; la festa va fatta il dì che corre, id.; i matti fan le feste, e i savi le godono, id.; far festa, dar una festa, delle feste; far delle feste ad uno, delle dimostrazioni di contentezza o d' affetto; fig. aggiustar uno per il dì o dal dì delle feste e te lo aggiusta dal dì delle feste » Ber.; far la festa ad uno, uccciderlo « Carlo pensossi di farne la festa » Pul.; «e poco men che non gli fe' la festa» Ber.; «e Ciro incontra e vuol fargli la festa » Lip. da festa, festegiè, festeggiare.

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fetta di pane, Caren.; «e non si trova ne pezzo, nè fetta » Bar.; tagliano i nostri in quarti, in pezzi, in fette Id.; «<e fattene tre fette, nella zuppa di maghero le mette » Pan.; fare a fette; a fetta a fetta, a fette a fette. Feu, feug,

fuoco; andar per

fuoco, per del fuoco, Car.; dare il fuoco; dare, suonare, gridare al fuoco; pigliar fuoco, pr. e fig. « materie che non piglian fuoco » Dav.; « si rischia che la sala pigli fuoco » Pan.; se lo vedo con qualcuna, piglio fuoco » Id.; pigliar fuoco, aver gran smercio subito; e così dar il fuoco ad una cosa, romperle il collo, venderla a qualunque prezzo, darla via, ec.; far fuoco, pr. e fig., magro che fa fuoco; far fuoco solto, Id.; « gli faceva tanto

Festajola, festiola, dim. festa- fuoco sotto» (fomentava), Macjola, festajuola.

Feston, festona, festone, festona, accr. di festa. Feston, festone, fregio « accomoda arazzi, festoni addoppia» Rim. B.

Festone, da feston (così il nostro vernacolo sempre logico, mentre l'ital. ha spesso il nome senza il verbo e viceversa), far festoni, guernir di festoni,

ec.

Feta, fetta« prese una fetta di carne salata » Sacch.; « due fette di prosciutto » Goz.; una

ch.; mi butterei nel fuoco. per voi » Guer.; « metterei la mano nel fuoco » (farei qualunque scommessa), Id.; metter la paglia vicino al fuoco, m. prov. « vennero in viso rosse come fuoco (o come 'l fuoco)» Ber.; « d'ira e di sdegno venne tutto fuoco » Id.; far fuoco e fiamme, Id.; «< buttava fuoco dalle narici » Id.; aver il fuoco addosso, giovane pieno di fuoco, tutto fuoco; dir cose di fuoco; fuoco di paglia, Dav.; mettere troppa

carne al fuoco, m. prov., Ber.; metter il fuoco in una casa, in una famiglia (la discordia). Feuder, fodero, fodro, guaina « appena che dal fodero il pu"gnal trasse » Bon.

Feudra, fodra, fodera « leva la
fodra Rim., B. Da fodra,
fodretta. V. Fodreta.
Feuj, foglio, di carta, di latta,
pasta e sim.; fig. voltar foglio,
il foglio, guardare, esaminare
la cosa sotto altro aspetto, in
altro senso, in contrario; a
foglio a foglio, minutamente.
Feuja, foglia; non muove foglia
che Dio non voglia, prov. a
tremar cominciai come una
foglia » Pan.; fig. mangiar la
foglia (accorgersi e sim.),
Giust.; a foglia a foglia, par-
titamente; per antonom. di-
cesi pure foglia quella del
moro o gelso.

Fi, fig, fico, figo, arc. « riprendo
dattero per figo » D.; all'amico
pela il fico, ec., m. prov.; cer-
car i fichi in cima, in punta
(l'ital. ha pure in vetta), id.,
per cercar il difficile, il peri-
coloso; non valer un fico, un
fico secco, niente.

Fia, contraz. di figlia; e questa
come nel nostro vernacolo di-
cesi pure in m. assol. per ra-
gazza, e sgualdrinella.
Fià, fiato finisco il canto e
piglio fiato Ber.; « di quello
non si fa più fiato » Car.; « per
la paura gli cascò il fiato »

Dav.; « tiro ancora il fiato »> Goz.; tener il fiato, non aver più fiato in corpo, restar senza fiato; fig. perder il fiato, tutto fiato perduto (parlar invano), risparmia, avanza il fiato, non buttar via il fiato; aver fiato d'una cosa, cioè sentore; « lo ha mandato giù tutto in un fiato» Goz. Da fiato, fiatare. V. Fiatè.

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Fiac, fiacco, pr. e fig. « colla testa rotta rimase e tutta fiacca e pesta » Ar.; «non gusta il ronzin mai fieno nè biada, tanto che in pochi di ne riman fiacco Id.; debole e fiacca ne diviene l'eloquenza» Dav.; animo fiacco, discorso fiacco, parole fiacche, Car.; versi fiacchi, Bar. Da fiacco, fiacca, fiacchezza, fiaccare, ec. Fiaca, fiacca, fiacchezza, svogliatezza; per lentezza più in uso fiaccona (per uomo svogliato o per sopiattone, è mero idiotismo nostrano, però molto significante).

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