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Merlet, merletto (se è fatto con qualche mezza parola » Pan.;

fiło di seta, bionda). Merlo, merlo; fig. minchione (dicesi anche merlotto); aspettar il merlo, o la merla, m. prov., lusingarsi vanamente, nutrirsi di vane speranze, e sim.

Merluss, merluzzo.

Mero, mer, fig. mero, puro, pretto, mero pretesto, mera pretesa, mera scusa, e sim. Mersa (t. di giuoco), merce. Mersé, merciajo.

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Mes, mezzo, centro, metà; nel mezzo, nel bel mezzo, levarsi di mezzo dal mezzo, d'in mezzo (in forma pure di prep.), in mezzo a tutto ciò, in mezzo a tante tribolazioni, ec.; dividere, tagliar per mezzo (o per lo mezzo), Ber. ; « e gli taglia per mezzo la parola » Ar.; entrar per lo mezzo, di mezzo, in mezzo, fig. farla da paciere, da mediatore e sim.; ficcarsi, cacciarsi in mezzo (per lo più in cattivo senso); pigliar una strada di mezzo pr. e fig.; in forma d'agg. mezzanotte, mezzodi, cioè nel

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lingue mezze vive, lingua mezza morta » Var.; « e quivi la lasciar mezza morta » Ber.; "mi par d'esser mezza morta» Lip.; « smontaron mezzi morti in sulla rena » Ber. ; « una bandiera mezza bianca, mezza nera » Fort. ; « il mio fratello che è mezzo matto » Lasc.; e così, mezzo ubbriaco, mezzo cotto, mezzo allegro, mezzo malato, mezzo indormito, e sim., Alam., Car.; mezza brenta, mezzo litro, uno e mezzo, un mezzo, una metà; mezza sola, o suola, mezza tinta, e sim.; fig. mezza testa, mezzo uomo che la fosse una mezza santerella » Fir.; mezze misure, mezzo termine, e sim.; mezzo carattere (t. teatr.), mezza voce, mezzo soprano (t. mus.); in forma d' av. «ho mezzo desinato » (ed anche sono mezzo desinato), Lasc. ; a mezzo a mezzo, così così; andarne di mezzo, starne di mezzo, fig., pericolare, aver danno, perderci in checchessia, e sim altre omol.

Mesada, mesata, comun. paga | Mësèna, mezzina.

mensile.

Mesaluna, mezzaluna.

Meso, mezzo, modo, spediente,

potere, interposizione, ec.;

Mësan, mësana, mezzano, mez- dare, avere, trovare, studiare,

zana, mediocre. Mesanei, mesanin, mezzanini. Mëscè, meschiare, mischiare, mescolare, mescere (questo è più conf. all'orig. lat. miscere); mëscè 'l vin, meschiar il vino, inacquarlo; « meschiato nel vino (un soporifero ) gli fu dato a bere a cena Ber. ; « pioggia mischiata con grandine » Id. ; quelli (soldati) d'avanti con quelli di dietro si meschiarono (si confusero) in modo ec. » Macch.; meschiarsi, fig. per, venire a zuffa, misurarsi (in tal senso dicesi pure, chi vuol meschiar-Mëssé, messere (mëssé Giaco si, meschiarsene, si faccia avanti); mëscè le carte, me schiar le carte, e fig. imbrogliare; mëscesse, mëschiarsi, immischiarsi, ingerirsi di, o in qualche faccenda, nei, o dei fatti altrui, ec.; « non me ne son voluto mai mischiare >> . Pan.; meschiatevi dei fatti vostri, « la loro signoria si mischia molto dei nostri fatti» G. V.; per accoppiarsi (degli animali), ec.

vedere il mezzo, i mezzi di fare una cosa «il danaro, mezzo bellissimo per la commutazione delle cose >> Pand.; non c'è mezzo, verso, modo e sim.; vorrebbe, ma non ha il mezzo, i mezzi, ec.; mezzi di fortuna, intellettuali, ec. (elitt. pure non si specifi cano, m. usuale ed anche un po' abusivo); per mezzo suo, per vostro mezzo, per mezzo di voi, di chiunque, ec. Mèss, messo, serviente « tristo più che un messo » Ber.; « nè birro, nè messo » R. B.

Mëscia, mësciada, mischia, mischiata, Car., Salv.; (mischia è però in ital. più us. fig. per rissa, zuffa); per miscuglio, confusione di persone o cose,

Car.

Carlo, ec.); nonno, suocero (v. osseq. V. Madona, Magna. Mëssoira, falce messoría, Salv. Mësson,mëssonè (forse dal franc., ritenuta però la rad. ital. mess), messe, mietitura, mietere, spigolare (questo però in franc. è glaner). Mëstè, mestiere; saper il suo mestiere, saper fare il suo mestiere rispose il malandrino, il mestier mio fanno oggi tutti i gran signori » Ber.; dimmi con chi vai, o, stai, so che mestier fai, prov.; chi non fa il suo mestiere, fa la zuppa nel paniere, id.; fig. romper il collo al mestiere, avvilire il prezzo; guastar il

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mestiere, donde guastame- mensore (propr. questo è un stieri, fig. che vuol fare ciò po' più ristretto).

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che non sa; essere del mestiere, uomo del mestiere, Dav.; donna del mestiere, che fa il mestiere « quale una donna del mestiere esperta » Ber.; conobbe che l'era del mestiere» (Doralice) Id. Mestermin, fig.; mezzotermine, ripiego, spediente e sim. Mësterass, mestieraccio« quel mestieraccio p... della guerra» Ner.

Mësura (più conf. all' orig.
mensura/, misura «due braccia
e più d'una buona misura »
Pul.; fare scarsa o buona mi-
sura, e fig. in senso di ca-
stigo, giustizia, ec. « vendi-
carsi con buona misura» Ber.;
dare, aver la misura, come, il
peso, pr, e fig.; pigliar la mi-
sura, tagliare, esser tagliato
a misura, Ber.; essere di mi-
sura (della misura prescritta,
richiesta, dovuta); fig.« piglia
in prima le sue misure » Fag.;
pigliate le vostre misure »
(cioè, provvedete ai casi vo-
stri), Goz.; « son sempre fuor
di tempo e di misura» (questi
cantanti) Pan.; passar la mi-
sura, ogni misura, eccedere;
non aver misura, nè modo nè
misura; la misura è piena,
colma; senza misura, fuor di
misura, oltre misura, a mi-
sura di, a misura che, ec.
Mësurador, misuratore, agri-

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Mësurè, misurare; trovare, pi-
gliar la misura di cosa qua-
lunque; misurare, misurarsi
un abito, o altro, fig. ponde-
rare, moderare e sim. « usar
cautela e misurar parole »
Goz.; « peso le frasi e i ter-
misurarsi
mini misuro » Pan.;
nel parlare, meglio temperarsi,
contenersi, rattenersi, andar
rattenuto; così misurarsi nello
spendere, nelle spese, nel man-
giare, bere e sim., meglio li-
mitarsi; misurare le proprie
forze, l'uscita con l'entrata e
sim.; chi la misura, la dura,
prov.; misurarsi con uno, vo-
ler competere «.osereste mi-
surarvi con me?» Pan.; mi-
surar gli altri da sè, alla sua
canna (noi più comun, a so
ras, la misura nostra d' una
volta, come la canna altrove).
Metà, fè a melà « dei travagli
e pericoli faremo a metà »
Dav.; contentarsi della metà
« a queste parole divenne più
brutto la metà » Cell.; « non
credo che di costui abbia la
metà valore » Ber.; più pic-
colo la metà, della metà, la
metà più grande, ec. « lo su-
pera d'una buona metà » Goz.;
«con la metà più spesa »
metà
Macch.; metà costo,
prezzo, costa la metà, la metà
meno; metà bianco, metà nero,
metà uomini, metà bestie, ec.

modo "

Meud, modo, fare, fatto a suo siccome donna poi, fece a suo modo » Bert. ;| « fate a mio modo » Fag.; « or va e fa tuo modo » Cell.; « voglio maritarmi a mio modo» Ber.; buono è talvolta a modo d'altri fare »> Id.; e così dico per modo di dire » Bard.; a mal meud, a mal modo, di cattiva grazia, malamente.

Meui, molle, mettere in molle /a meui), Pan.; fig. metter il becco in molle (più comun. noi, bagnè, bagnesse 'l bec), bere.

nità ho fatte mie piccole mercantanzie Bocc. (V. Me, gli altri pr. pers.) Mija miglio (questo ha il dif. anfibol.) dal lat. milia (passuum); gross mija sto più d'un grosso miglio « era discoBer.; plur. come in ital., fare uno o più miglia, tante miglia (noi riten. il masch. tanti). Miarola, migliarola (da miglio); per sim. palline di piombo ad uso di caccia. Miasma, miasma, emanazione d'aria infetta o comunque vi

ziata.

" non

Mica;, pagnotta, panetto (idiot. dal lat. mica, briciolo, ed anche mollica; nei mezzi tempi, piccolo pane, panetto dare come povero, se se' ricco, una mica» Fr. Iac. T.; mica, miga, minga, mia, partic. neg. della stessa orig. in senso di bricciolo, ridotto a niente).

· Mi, io, mi, me; dime, vame (dimme, vamme, desin. poet.) dimmi, vammi (a pigliare, fare checchessia), andèmne, vënimne, andarmene, venirmene, e così, farmi paura, volermi morto, mi costa tanto, m'entra, in testa, ovunque; riemp. « che mi mandi tu dicendo a me? » Bocc.; « che mi fa, cosa mi fa a me?» (o, m'importa a me), Fir., Pan.; « me le darai poi a me» Fir.; in m. elitt. e imper., a me, cioè tocca ora a me, qua a me, date qua a me; a me! (mi-Micidial, micidiale (dial. colt.), nacc.); così pure « per aver il che uccide, dà la morte, o mio nome, vuol essere un al- fig. grave, mortale angoscia. tro me» Car.; « chi non pensa Miclass, fè la vita dël, far la come me » Pan. poltronaccio, m. prov. « la vita del, o di Michelaccio, bella vita fo del Michelaccio Pan.

Mia, mia madre, sorella, cugina, ec.; senza l'art. anche avanti a nomi di nissuna affi

Michëta, dim. di mica, V. Micia, mëcia, miccia, (preparato per dar fuoco alla polvere da cannone o' cave (t. mil.); fig. esca, a sollevazioni e sim.

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Micmac, maneggio, intrigo,
garbuglio, cabala e sim. (idiot.
fon., comune col franc. da
cui forse deriva, e formatosi,
credo, dal suono del masti-
care che uno fa nel dubbio o
sospetto di qualche mistero).
Micon, miconet, miccone, mic-
conetto (v. dell'uso, da mica,
V.), pagnottone, pagnottella]
(v. però troppo gener.).
Midaja. V. medaja.
Mieng, sinc. di maggiengo,
maggengo, fieno maggengo
(dal mese in cui suol farsi il
primo taglio).

mille « erano diciotto mila » Bemb. (e non mille); « che rifulgeva più di mille miglia » D. (e non mila); così, mille volte, a mille a mille, ec. Milanteria, millanteria (da millantare, e questo da mila, milanta, millanta « miglia più di millanta » Bocc.), il millantarsi, jattanza, ostentazione. orgogliosa e vana hanno che ridere delle tue millanterie » Cas.

Milantè, milantesse, millantare, millantarsi; millantar ricchezze, amicizie, relazioni, ec.; millantarsi d'essere, avere, fare questo e quell' altro.

Migna, mignin, vezz. di gatta, gattuccia, muccia, muccino (v. meno vezzosa ed espri-Milefeui milefeuje, millefoglio, mente del nostro idiot., deriv. dall'orig. stessa di mignone, nota). caro, favorito, il delicium dei latini).

millefoglie (t. Bot., pianta

Milesim, millesimo, s. «in prima ti conviene trovar il millesimo » Sacch.; «parmi d'un altro millesimo » Cas.; « come si riconosce dal millesimo >> Id.; agg. «il millesimo anno, ec.; la millesima parte» Petr., Fir., Bon.

Miliar, miliare, migliare (malattia nota, detta pure sempl. la miliare).

Mignon, mignone (il delicium dei latini); favorito, per lo più di corte (dal celt. mignon,| id., v. fon. e vezz., come mi. gna, mignin, V.) « Patroclo, mignone d'Achille, Efestione, del re Alessandro Fr. G. « disse Ulivier: a te si vorre' (vorrebbe) dare tanto in sul cul, che diventasse rosso, e Milimetro, millimetro (t. mat.). farti a Gan (da Gano) il tuo mignon frustare » Pul., « or fatti liberar dal tuo mignone» Ber., uffiziali, favoriti, mignoni, ec. » Bon.

Mila, mila, mille (secondo il senso; dal lat. milia, millia,

Milion, milione (anzichè millione) «un servizio val più che s'abbia a fare, che cento mila milioni de' fatti » Ber.; « salutate per mille milioni di volte l'abate, ec. » Red.; « trenta mila milioni d'uomini » Segn.;

"

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