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Bècc, fig. beco, becco; per ingiuria, beco cornù, beco con Vefe, becco cornuto, becco con l'effe, R. B., Ber.; alla barba l'avrai, becco cornuto, Ber.; e sempl., ma in piem. più di rado o Macometto becco, can, ribaldo, » Pul. Bechè, beccaio, macellaio. Beco. V. Becc. Bechuss, dim. beccuccio. Bëdra, ventraia, epa, trippa (forse da budra, v. obsoleto, onde budriere, cintura della spada), empisse la bëdra, empirsi, empiersi come dire la budra, la sede dei budelli, le budella.

Bega, bega, briga, alterco "e con quest'altro c'e sempre una bega, » Pan.

Bëgieuja, immagine (dal fr. bijou? impossibile, ripugna il senso; più presto dal lat. effigie, mut. f. in 6., nè stupirà chi conosca per poco la scienza etimologica).

Bèj, bèil, sinc. e metat. di badile.

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o dela a beive, ber grosso 3 berla grossa, berla, darla a bere poichè hai pur disposto ch'io la beva, » Ber.; egli la dette a bere quanto mai bene, » R. B.; così menar le oche a bere; bere gli umori, per asciugare, e qualche altro omologo.

Beivua, bevuta, tirata nel bere; fig. per errore, equivoco e sim, non è d'uso italiano, è un francesismo; ma pure la logica avrebbe dovuto dal bevere fig. per credere, dedurre bevuta. Sic aliter visum. Bel, bello (us. sost.), il bello piace a tutti; per amante innamorato, e peggio, il suo bello, la sua bella « era il concorso di tutte le belle, » Pan.; damerino, vagheggino « chi fa il ricco e chi il bello, » Ber.;

non è il mio forte, no, di fare il bello, » Fag.; « restaron due mesi a far i belli,» Pan.; e crede ancor di poter far il bello,» Pan.; camminar per brutto e per bello, » Mac

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Bejom, bejomini (fiori), beglich.; « veduto il bel, se la omini.

Beivada, bevada, bevata. Beive, hevere, per sincope, bere ehi da beive, ehi! da bere; quaicosa për beive, qualcosa per bere; come beive un euv "fo il mio sonetto come bere un ovo, » Pan.; fig. in senso di credulità, beive gross, beivla grossa, beivla, fela beive

son colta, (o fatta) Bon.; « alza la spada, e quando vede il bello, tira un colpo, » Lip.; il bello della festa, Ber.; il bel saria che ec., » Id.; «< in sul più bel della cena, »> Cell.; « sul più bello il vino era finito, » Giust.; dirne, sentirne, contarne delle belle, Bon.: una più bella dell'altra.

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Bel (agg.) << era qualcosa di Bemol, bemmolle (e non bimbello, " Cell.; farsi bello molle, come vogliono alcuni, dello sgridar i vizi altrui, contro all'uso invalso da tempo; Dav.; « e dell'altrui fatiche si altrimenti bisognerebbe dire fa bello,» Ber.; iron., questa eziandio abbicidario; l'esile è bella, è curiosa! oh la jotacismo domina già abbasaria bella!» Pan.; che bella stanza, ed anche troppo). nuova! « Drudinasso non la Ben, bene (sost.); « il ben si fe' men bella, che la corona piglia quando puossi avere, ⟫ gli ruppe ec., » Ber. ; « ho Ber.; « andate a far del bene fatto un bell'avanzo!» Cap.; alle bestie, » Guer.; « ma nol « bel capriccio che gli venne! >> sofferse il ben che mi voleva, » Fir.; (unito a gran), gran bel Pul.; " volevansi un ben fatto un gran bel carro, matto, Lip.; «e vuol fargli Bon.; (a buono) « Verona è una del ben se glie n'avanza terra bella e buona,» Ber.; Cap.; ne dice un gran bene; « scrissero nella lor lingua parlo per vostro bene; aver bella e buona, Var.; far bel ogni bene, ogni ben di Dio; sentire, bel vedere, bell'an- dire, far dire del bene per dare « ma il suono vario fa l'anima, Nov.; per possessione, più bel sentire, » Ber.; « fanno tutto il suo bene è in contanti. (pitture) un bellissimo ve- V. Beni. dere, Vas. Cell.; a bella prima, Lip.; il bel primo, Goz. Bel (us. avverb.) « vorrei andarmene bell'e domani; bell'e adesso, R. B., Guer.; «<e fu bell'e finita,» Ber.; (raddopp.), bel bello, bel bellino «bel bello se la svigna, » Lip.; in questo qui pigliamcela bel bello, >> Fag.; << quei selvaggi fe' bel bello umani, » Dav.; andarsene bel bello, girar bel bello, Pan.; «bel bello mi lasciai andare,» Guer.; "va bel bellino, Goz.; (un. a bene), bell'e bene; (a buon), bell' e buono; (ad altri agg.) abiti bell' e nuovi, Cel.

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Ben (avv.); ben bene, ben bello « ne avea molto ben cura, Ber.; « molto ben ricca, » Ar.; « molto ben cari, » Bon., (N. il molto ben, moltben, motben del nostro vernacolo); « molto ben bello; bisaccia molto ben frusta,» Goz.; ben brutto, ben messo, ben minchione; te l'ho ben detto; ben' inteso che; << ha ben ottant'anni, Sacch.;

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rispondono come loro vien bene, » Var.; esser può ben che voi facciate, » R. B.; « sta ben che l'abbino, » Id.; « quando ben un le schiacci, tuttavia ec., " Id.; dar ben da fare, da pensare dura un dì o due,

Dav.;

quando gli vada bene,
« le cose non gli andavano
bene, Id.; per ben che vada,
Macch.;

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Id.;

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menti ci sarebbe un altro forse, quello d'un aferesi alla stessa Voce capanna.

il generale è ben Benanlëvà, benallevato.

stato da lui (per bensì), ma Bencreù, ben creato « tanto confessava bene gentili e bencreati, Bott. Benedet, benedetto; Dio benedet, benedet om, Dio benedetto, benedetto uomo ec.;

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ec.,
d'aver fallito, ma ec., Nard.;
afferm. in vece di pure « ver-
ranno ben; troverà ben rocca

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benedette lingue, » Goz. Benedi, benedire; fig. andare, mandare a farsi benedire, Pan.; (augurio ironico, che rasenta l'antifrasi o imprecazione). Beneditin, benedettino (frate); da letto, acquasantino (riscontro poco felice). Benefiche, beneficare. Benefissi, beneficio, benefizio (in tutti i suoi significati, salvo quello di guadagno). Benemerit, benemerito. Benestant, benestante uomo attempato ed assai benestante,>> Car.

e fuso; sappiamo ben tutto, "benedette donne « con le loro Fir.; esser ben visto, ben voluto il minore era più ben visto, Dav.; era assai ben voluto dalla gente, Ber.; ognun di lor a casa sua sta bene, Id.; «il mondo l'avrebbe fatta bene, se Domizio (padre di Nerone) ec., Dav.; « roba assai da dover farla bene, " Bon.; faceva bene anche all'epilessia, Guer., e altri begli usi del nostro dialetto non meno che della lingua, viva, vivissima, nè mica locale, ma comune. Bëna, capanna, casupola, tugurio campestre (l'ital. ha l'omonimo, ma non l'omologo, benna, treggia o cesta di vimini, con la quale l'idiotismo nostro ha poca analogia o ben remota. Forse qualche barlume di origine ci potrebbe venire dall'antica insegna delle nostre bettole, lapëssra (pino), che è la nostra frasca, inse-Beniamin, beniamino (per angna di vino e materiale di tonomasia), figlio prediletto. capanna, giusta i dizionarii Bennà, bennato « gente bendella lingua; ma io non amo nata, avventurare di troppo, altri- Benservi, sost. benservito, «rin

Benevis, beneviso, meglio benvisto.

Beni, beni, possessioni, poderi e sim.; beni di fortuna, stabili, mobili, immobili, paterni e sim.; far andare, coltivare i suoi beni, a sciavenssa, a man, a schiavenda, a schiavenza, a mano.

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Guer.

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"ella si fa per forza benvo

matopeia caratteristica del nostro dialetto con significato abituale di sprezzo, come nel più delle voci aventi la radicale medesima; tendenza non estranea nemmeno all'italiano come bergolo, berlina, bernoccolo, berroviere, berta, bertone, e fors' anco birba, birro, birichino ec.

lere, Ber.; era assai ben-Bërlaita, siero di latte. Qui pure voluto dalla gente, »> Id.; e più cerco di farmi benvolere, e meno ec., »> Pan. Bërboje. V. Barbojè. Bërbotè. V. Barbotè. Bërëta, berretta uccellator d'inchini e di berrette, » Ber.;

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poi fugge e via gli porta la berretta,» Id.; «presentarsi con la berretta in mano, » Guer.

Bergamina, pergamena.
Bergamot, bergamotto, (sorta
di pero).
Bërgna, brigna, prugna, onde
sbergnachè, quasi, sprugnachè,
schiacciare come una prugna;
ammir. bergne come in ital.
corbezzoli!

Bergnif (v. di scherzo. V. Bërla
e seg.), diavolo.

occorre la stessa osservazione sul signif. della radicale bër. Berlic e berloc, berlicche e berlocche (v. furbesche), «non mi fate berlicche e berlocche» (non cambiatemile carte), Pan.

Berliche, lëchè, leccare. La sottigliezza amerebbe forse nobilitare questo verbo, toccandogli, per così esprimermi, un pochino la testa, e mutandolo in perleccare: insulsaggine; anche in questo è più verosimile ciò che è più semplice. lo mi riporto alle osservazioni precedenti sulla radicale bër. Bërlina, berlina; fig. essere, mettere uno alla berlina, alla critica del pubblico; berlina, veicolo noto.

Bergnoca, bergno cola, bernoc-Bërnà, rannata, o più propr.

colo. Bërla, bërlon, cacherello di pecora ec. Qui lo scherzo amerebbe forse trovare qualche antifrasi o ironia; ma la seria indagine non saprebbe scoprirvi che una specie d'ono

cruscata, onde anzichè metat. di ranno, quasi brannata, più semplice e più logica parmi quella di brenn, crusca, quasi brennata.

Bërnufia, schifiltosa da bër. (V. sopra, e nufia, nufiè, dal

dugio.

suono che fa il naso fiutando; [Bëstande, bistentare, meglio che fiuta tutto. bistantare, da bistante, spazio Bërsac, bisaccia (lat. bisaccium, di tempo, tempo di mezzo, indoppio sacco, bësac, bërsac, più semplice; più sottile da, pera e sacco); fig. uomo dappoco, disadattaccio, e sim.; nè mi farebbe specie che la vera origine di questo traslato fosse brassica, cavolo, testa di cavolo, anzichè una bisaccia, con cui ha poca analogia di senso, mi pare. Del resto la lascio lì, non insisto altrimenti, memore del proverbio, chi troppo l'assottiglia, con quel che segue.

Berta, berta (ucc. noto), ghiandaja; fig. lingua, chiacchera, onde bërtavela, mnè la bërtavela composto forse da berta e favella o loquela, ma parmi troppo sottile; butè berta 'n sac, mettere berta in sacco, tacere, per nome di donna proverbiale, non è più il tempo che Berta filava, il tempo della cuccagna.

Bestia, accr. e pegg. bestion, bestiassa, dim. bestieul, bestiola, bestiolina, bestia, bestione, bestiaccia, bestiolo, bestiuolo, bestiola, bestiuola, bestiolina; fig. tutti nomi che gli uomini si regalano « Tofano, bestia, diceva,» Boc.; « vedi bestia d'uomo," Id.; « va via, bestia, » Lip.; • Menicuccio che era una bestia, Goz.; montare, essere in bestia, in gran collera,

ogni po' monta in bestia, » Lasc.; or s' egli è in bestia,» Lip.; «quella bestiaccia d'Orion,

Ber.; non si trova di lui maggior bestiaccia, » Id.; come hai tu tanto ardir, brutta bestiaccia?» Id.; «quel bestione dava al cavallo, Id.; il bestiuolo cagliò, Car.; le punture di quelle bestioline," Segn.

Bestial, bestiale, fig. più be

Bërta, bërtin. (V. Bërëta), ber- stial uomo, più bestial crea

retta, berrettino.

Bertavela. V. Berta.

Bertele, bertelle.

Bëscheuit, marroni biscotti, anseri.

tura non si può trovare, » R. B., Cel.

Bestialità, sproposito madornale e corre solo addosso a tanta gente: tanta bestialità

Bëscotà (pane), biscottato, bi- mai non fu vista, Ber.

scotto.

Bëscotin, biscottino.

Beslong, bislungo.

Besogn, V. Bsogn.

Bestort, bistorto.

Betola, bettola taverna, anzi

bettola, Var.; osterie, bet

tole, ec., Bon.

Bessi, quatrin, bessi, quattrini. Betonica (erba), bettonica; co

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