buone,» Fag.; durò cinque . ancora del buono in banco; far buono (in giuoco); vi fo buon per una volta tanto, Lip.; così, dar buono, dir buono, per dare o aver buon giuoco: non mi dà buono, non mi dice buono; buono per chi si trovava più leggiero, » Ber.; aver buono in mano; le pietanze non gli sapevano di buono, Guer.; far da buono; per da buono (cioè sul serio, da senne), Bon.; esser un poco di buono, un cattivo soggetto; «buono è talvolta a modo d'altri fare,» Ber.; (questo qui nel dialetto è un po' meno frequente, per lo più dicendosi a t'e ben, sarà ben); Dio ce la mandi buona, Ber.; uomo alla buona, Pan.; gente fatta alla buona; parole battute giù alla buona, Goz.; andar con le buone, pi-| gliar alle buone, Id.; « se potrò farlo con le buone, Id.; « pronti a far ogni obbligo con le buone, Dav.; «adagio, con le buone, con le buone, » Pan. Bon, bona (agg.), «l'elmo d'Almonte che fu tanto buono, Ber.; aver buon tempo, buon naso, buona borsa, buone unghie, buone monete, buona bocca, buon stomaco, buona Bonass, buonaccio, buon diatavola, buon letto, buon vino, volo, credulo. ma di quel buono, buone raccomandazioni, » Pan.; « co' miei buoni e santi soldi,» Goz.; grosso quattro dita gran buon uomo buone nuove, gran buone nuove, » Id. ; libro bell'e buono; finiscila una buona volta; di buon trotto, di buon passo, di buon accordo; buon Dio, buona donna, buon dì, buon viaggio, buona notte, ec. Bonaman, buonamano, mancia e qualche altra cosetta di buona mano, » Goz. ho delle Bonbon (idiot. grazioso, forse d'origine infantile; l'ital. ha bombo, ma d'altro senso), zuccherini. Da bonbon, bon bonera, scatola da confetti: | Borana, borana, borrana. non sarebbe meglio bombo-Boras, borace, borrace. niera? Bord, bordo, a bord, a bordo; Bon di barba (idiot. espressivo, per qualsiasi estremità; per che in ital. non ha l'equiva- orlo, è meno usato. lente, non che l'identico), Bordè, bordare, più us. orlare. buona notte, e sim. Bordel i ragazzi... traggonBonet, bonetto, Giamb.; gli i sassi, e fannogli il borbisogna ogni po' far di bo- dello, R. B.; " per farsi finetto, parlando ad ogni zugo schiare fa tanto bordello, di prelato, R. B. Giust. Bonifiche, bonificare « devo bonificarvi per la mesata lire, ec. » Goz. o D Borè (da beverare, come boi- Bonomia, bonomia, bonarietà Borela. V. Barela. Borgiachin, borgiot (da bol Bontemp, buontempo, aver buontempo, darsi al buontempo, godersela e sim. Bora, borra; fig. molta borra, stoffa, m. prov. « come le palle hanno il cervel di borra,» Burch.; qui come vedete è pien di borra, Car.; (dicesi particolarmente dei lavori delingegno). Boracia, boraccia, borraccia, fiasco o botte di cuoio "empievano la sua borraccia di anticamente anche per orbo, vino o latte, }) Car. Boracio, buracchio, più us. burattino, fantoccio, tangoccio, camogio e sim. Borgno (da bornio, arc. losco, orbo d'un occhio, ma forse cieco ་་ Burch.). giustizia bornia, D Borgnon, bugnon (da bolla, bulla, enfiatura, tumore e sim.), ciccione, fignolo, bozza e sim.] Boria, boria, superbia, pien d' boria, pien di boria. Borich (idiot. d'antichiss. orig. burrichus, onde il Caro " gli donò una folta e bianca pelle di capra per un boricco da correre l'invernata, bricco, sinc. di boricco, somarello, ma non nel fig. per altro si espressivo. dalla lingua); piè i bosc o pr'i bosch, pigliar i boschi, per i boschi, passare per, imboscarsi; fig. om da bosch, uomo da bosco, uomo sospetto; guardabosc, guardaboschi; dicesi pure bosco dove montano i bigatti o filugelli. Boscaje, boscaglie ⚫ ove son campi e boscaglie, » Goz. Bosra, corbelleria, minchioneria, errore. V. Bosarè. Bossora, bossola, bossola, bossolo, rovo. Bostica (o chiuso), fè vni la bostica; inter. oh la bostica? caspita! cancheri ! V. Bustichè. Borieul, (dim. di borich, quasi borichiolo), fig. ciuco. Borla, bica, massa di covoni (dal basso latino burella, fascio di grano, composto di undici o dodici gerbe o covoni; così il nostro Cibrario). Boro, sproposito, strafalcione Bot (o chiuso), botticino, fia(forse dal lat. bolo, bolus). schetto, boccetta. Borsa, fè borsa, far borsa, Sac-Bot (o aperto), botto, colpo, ch.; borsa stracca, Bon.; tirar la borsa, R. B.; e di sua borsa ogni lavor fa fare,» ld.; Borsot, borgiot. V. Borgiachin. Bosarado (o chiuso), da bosarè, bugerare, bugerato, lomb. e questo fig. da bugio, bucherato, bucherare, avvizzire, guastare, maliziotto, furbachiotto e sim. Bosarè, fig. guastare, rovinare (il senso orig. lomb. è assai più odioso). Bosaron, accr. furbaccio ec. (V. Bosarado); è pure interiez. di stupore o bile; a la bosarona, alla peggio. Bosc (per legno, legna, legname è un troppo non ammessol H percossa (propr. delle campane, e fig. accomunato), botto perciò di campana, per segno, ore e sim., più giusto che tocco; dar un botto ad uno Bon.; gli diè un gran botto, Pul.; «e replicando il botto, Ar.; « diede in terra un botto,» Pul.; si doleva d'un botto ricevuto, Sacch. Bota, botta, percossa, « si diero una gran botta, » Ber.; « per ogni botta cader fa un cavaliere, Ar.; «e al terzo diede sì terribile botta,» ld.; «e storpiate restar sotto le botte,» Id.; « dà delle botte alla nostra vicina, » Macch.; fè bota, « nè mai tirò che non facesse Botonè, bottonare, abbottonare; uomo abbottonato, fig. uomo chiuso in sè, che non si lascia legger dentro. Botal, botala (idiot. specif. di botte troppo gener.), botte; fig. che canta, che suona, vuota o quasi. Botega (dal lat. apotheca), bot-Brac, bracco (cane). tega, tene o tni botega, tener Braga, braca, braga. bottega; aprire, serrar bot- Bragalè, schiamazzare (idio tega; metter su bottega, Pan.; << entrai in una bottega da caffè, Goz.; giovane di bottega, Vas.; fig. ferri di bottega per strumenti dell'arte o mestiere; far bottega (mercimonio), Lip.; nè per boria, ma per bottega,» Dav. (cioè per interesse o speculazione). Botegari, bottegario, più us. bottegajo. tismo di molta espressione, come brajassè, accr. di brajè, e forse d'origine identica, celtica o altro, non fa. Il francese non ha che brailler, ciò che avvalora il mio sospetto. Da bragalè, bragalé, bragalon. L'ital. ha bracalone, ma fig. per scialacquatore, da braca). Braghe, braghiere « vecchio da braghiere, R. B. Boteghëtta, boteghina, bote-Braje, braghe, brache; calar le brache, A. Tass.; fig. calar le brache, darsi per vinto, Salv.; portar le brache « donne che portan le brache, fan da mariti e comandano a bacchetta, Bon. gassa, dim. botteghetta, botteghina, bottegaccia. Boteghin, botteghino; far botteghino, mercato, calcolo « e ci fa sopra suo bel botteghino, » Pan. Botegon, bottegone (oggidì Brajeta, braghetta, brachetta. caffè). Branc (ramo), branco, branca. Botelia, bottiglia (nome che fa Branca, branca (zampa, spanna), progressi là dove dominava il D.; distender le sue branpoco gentil fiasco, e minaccia che,» San.; «lungo due brandi cacciarlo di seggio); bota che,» Ber.; « abbi avvertenza (o chiuso) per bottiglia è im- che le sue branche addosso portazione spagnuola. non ti metta, » Pul. Botelieria, botliglieria (forse Brancà, brancata ་་ dar una gran brancata dentro, » R. B.;] a brancate, Goz.; Giust. Branchè, a'mbranchè (da branca), brancare, abbrancare. Branda (lettuccio sulle cinghie), branda, così detto non solo dal moversi, ma anche dal ferro, di cui è d'ordinario. V. Brandé. Branda, brandven, acquarzente. V. Brandé. Brandé, alari. Brandé, branda, brande, brando, brandire, pare inverosimile che abbiano tutti lo stesso etimo, la stessa fonte, brand in germ. o teut. o celtoteut. pr. e fig. vale ferro mosso, scosso, vibrato, ardente, onde per analog.branda, l'acquarzente, e fèla brandè, mettere in moto come dire ardente la cucina; esse a 'n brando, essere in moto, ec. Brandè, fèla brandè: V. Brandé. Brando, esse a 'n brando. V. Brandé. predicare a braccio, a braccia, Cr.; le carte sotto il braccio, Sacch.; aver gravi faccende sulle braccia, Goz.; pigliare, portar in braccio, Ber.; « senza lui mi par essere senza un braccio,» Ber.; buttarsi nelle braccia d'uno, Pan.; essere il suo braccio destro, ld.; ricevere uno a braccia aperte, Id.; aver le braccia lunghe, molte aderenze, molto potere; ricorrere al braccio d'un'autorità qualunque. Brassà, bracciata « una bracciata di legne, ■ Lasc.; pigliare, portar via a bracciate. Brassal, bracciale « si allestisce col suo bracciale e si comincia il giuoco, Lip.; monte di bracciali e di palloni, R. B.; « un bracciale per giuocare al pallone, »Goz.; fig. se mi viene sul bracciale, il destro, l'opportunità. a un Brassëta, a brassëta, a bracetto a ei risponde pigliandomi a Brasa, bragia, brage « Caron Brassalet, brasslet, bracciadimonio con gli occhi di bra- letto. gia, D.; « le guance accese come di bragia, » Goz.; usasi anche brace, ma stando al bracetto, Pan. nostro Carena, questa non andrebbe confusa con bragia, che vorrebbe dire carboni accesi, l'altra carboni spenti; sottile distinzione del toscano dialetto. Brasé, bragiere, braciere. Brass, a brass, a brasse, portare a braccio, a braccia; fig. Brassié, bracciere « bracciere della dea, R. Tass. Brav, bravo, perito, buono, prode, gagliardo ec., a bravo, così va fatto, Fag.; brav' uomo, bravo figliuolo; bravo architetto, bravo attore, bravo generale, brava gente « il mio così bravo mulatto, » R. B.; |