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Pan.

Tiberio usato cianciam, burliamo, Bon.; burli chi

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Var.; metter in Busiardon accr. bugiardone, Ar.
si comincia per Buss, busso, bosso, pianta nota.
due versi così Bussola, perde la bussola fig.
perder la bussola, disorien-
tarsi, perder la tramontana, il
filo delle cose o delle idee,
confondersi, smarrirsi.
Bussolot, gieug dii bussolot,
giuoco dei bussolotti.
Busson, buscione, macchione,
cespuglio.

burlare, » Dav. ;

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vuol, B. R.; chi va per burlar, resta burlato, » Pan. Burlëta, burletta, scherzo. Busa (dal lat. bos), bovina, buina; così busecchia. Busca, busca, fuscello, bruscolo; andar in busca, alla busca, in cerca per vivere, tirar le busche (sp. di giuoco), le buschette, Lip. Buschè, buscare, procacciarsi con industria, incogliere e sim. « n'avrei buscata altra mancia, Dav.; buscar da vivere, Giust. ; « un musico, un cantante busca quanto diciotto o venti consiglier di Stato..... e il poeta non busca una patacca, Pan.; si busca con tre numeri un bel terno, Id.; teme buscar la morte, » Lip.; e così, buscar un malanno qualunque.

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»

Busia, bugia; le bugie han le gambe corte, prov.; per lume, Cr. Fanf.

"

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Bust, busto, parte del corpo
nota, e per analog. quell' ar-
nese da donna che lo copre
e stringe.

But, germoglio, rampollo (dal
butè buttare delle piante) co-
me da gettare id. getto.
Butè (la quantità delle appli-
cazioni del nostro buttare, da
me qui esposte, senza le omes-
se, parrà tanto più notevole,
se si osserva questo verbo ne-
gli altri dizionarii piemontesi,
dove è bandito assolutamente
dall'italiano. Come s' intenda
la lingua, massime la vera lin-
gua, nol so), buttare, mettere,
gettare (buttare nel nostro dia-
letto si estende e sostituisce
anche a gettare); buttar giù
da cavallo; buttar a terra,
abbasso; dietro le spalle; but-
tar fuori, buttar via, buttarsi
a piedi di qualcuno, éc. « Aga-
nippe, sempre acqua butta, »
Fag. ; « il cannel più non but
ta, Lip.; bultar sangue dal

Busiard, busiarderia, il bugiardo si chiappa più presto che il zoppo, prov. ; bugiarderie, tutte bugiarderie, » R. B., Guer. Busiardass pegg. bugiardaccio, naso; foco dagli occhi; buttar sossopra le robe, la casa

Cell.

"

H

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e sim. « laggiù il buttò, » (in quel baratro), D.; « gente capace a buttar giù la casa, » Pan.; « buttò giù l'uscio con un colpo di piede, Pan.; «Ercole a Cacco buttò giù sei denti, Id.; senza distinguer mai si buttan giù vivande» (in tavola), Fag.; buttar gli occhi sopra un libro, Bar.; « quattro parole buttate giù alla buona, Goz.; « buttate là nel discorso,» Guer.; le malattie buttan giù le forze; e sempl. i dispiaceri buttano giù ('rovinano la salute); il Buton. V. A'rbuton e Bulon. giuoco butta giù (la borsa);

cia, sul mostaccio (rinfacciare), Pan. ; « buttarsi a girellar per la città, » Pan.; buttarsi alla disperazione, alla strada, al giuoco, alla mala vita e sim.; buttarsi nel fuoco per uno, Guer. per far piacere, Pan.; buttarsi via, per avvilirsi; buttarsi via in complimenti, accoglienze e sim.; buttarsi in ginocchione, Fag. Fuori di questi ed altri simili usi (dei quali non un solo nei nostri dizionarii) occorre ora mettere, ora gettare, ec.

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buttarsi giù, dicesi pure di chi

stando seduto in letto, vi si

C

distende per riposarsi e dor-(V. lett. C. Noz. Prelim.).

mire, Caren.; così buttarsi sul letto, di chi vi si distende coi panni in dosso; « quei pani ce li butta per terra come a cani, » Pan. ; « buttar via la tazza, » Lip.; « butta via tanti danari, » Fag.; non aver quattrini da buttar via, Bar.; buttar via il fiato, le parole, il tempo, la fatica e sim.; buttar polvere negli occhi, Pan.; buttar all'aria, per aria fogli, libri, robe, ec.; « buttalo nel corbello della spazzatura, » Guer. ; buttate fuori ciò che avete sul cuore, » Pan. ; « meglio alla libera buttarla fuori che... covar rancori, » Giust.; buttar fuori, sulla strada qualcuno di casa; buttar in fac

"

Cà, casa; cà è così generale
nel popolo italiano, senza ec-
cezione di luogo, che il dir
casa sembra quasi più scri-
vere che parlare; altrettanto
può dirsi dei varii usi di que-
sta voce, che, cominciando
dal nostro vernacolo, si ri-
scontrano perfettamente colla
lingua «si ragunavano in casa
Gualberto, » Giamb.; casa gran-
de, d'una gran casa, casa da
fitto; essere di casa, andargli,
capitargli per casa; esservene
uno per casa « passai da casa
di questa, Cell.; o di casa!
Fag., Lasc.; va egli stesso
casa per casa, » Dav.; « non
volendo rovinar sua casa »
(per famiglia, schiatta), ld.;

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di casa; donna di casa; dar-Caca, caca, cacca (v. dei bamb.)

on

un bambino che non faceva mai la piscia a letto, ora vi fa la cacca,» Fag. Cacam, idiot. da cacamo, cacano (dignità dei barb. 0rient.), primasso, arcifanfano, caporione e sim. Cadaveric (da cadaver), cada

si da far per casa; capo di casa; metter su casa, de accasarsi, maritarsi; serrar casa, far una casa, due case, far casa a parte; chi fa la casa in piazza, o la fa alta o la fa bassa, prov.; tanto è da casa tua a casa mia, come viceversa, m. prov. « saper e verico. voler far a posta il male, a Cadenssa, balè 'n cadenssa, balcasa mia si chiama ostina- lare, danzare in cadenza, con zione, » Ber.; aver il diavolo misura.

in casa " a rivederci tutti a Cadet, cadetto (v. dell'uso). casa calda, » Fag.; fare, esservi un cà del diavolo, Bar. Cabala, cabala, dei num.; fig. maneggio occulto di qualche fazione (come la così detta Cabala inglese di brutta memoria); far la cabala (dei numeri); far cabala, formare, montare una cabala, una macchinazione e sim.; cabalizzare non è di buon uso.

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Cadrega (metat. di cathedra
nel signif. che ha pure di se-
dia, usato da Orazio ed altri
autori); sedia distinta « un pal-
chetto con due cadreghe,
Cecch., Cr. Fanf.; comune-
mente seggiola.
Cafe mulinà, caffè macinato
(perchè non mulinato, da mu-
lino, mola, anzichè da macina?
V. Mulinė); cafè brusà, caffè

Cabalista, cabalista; fig. raggi- bruciato, tostato; café posà,

ratore.

Cabana, capanna.

Cabassa. V. Gabassa.
Cabassin. V. Gabassin.
Caborna (uno di quei tanti
idiotismi nostri che sanno e-
sprimere così bene la natura
delle cose per via del suono;
dal lat. volg. caburra), casu-
pola, casucciaccia.

Cabriola, cavriola, capriola, ca

caffè posato. Cafetiera, caffettiera. Cagada (v. bassa), cacata; fig. mala riuscita d'impresa vantata.

Cagador (v. bassa), cacatoio (orig. ro per jo), cesso, necessario, comodo ed altre denominazioni più civili. Cagadubi, cacadubbi, dubbioso

di tutto.

vriola (salto di ballo o per Caghè, fessla'nt lebraje, fig. (m.

basso), cacarsi sotto, farsela nelle brache, perdersi d'animo, desistere per paura. Caghëta, cagarela, cagarola, cacajuola cacarola, cacaruola, soccorrenza, flusso del ventre. Cagna, cagnara, fig. inezia (l'ital. ha pure cagna, ma interiez.); cagnara fig, rumore di più persone, a somiglianza di più cani insieme, donde il nostro cagnara per inezia. Cagnass, cagnet, cagnëta, cagnaccio, cagnetto, cagnetta. Cagnin, fig. (canino, cagnino, agg. di fame e sim.), stizzoso, stizzito.

Cagnolin, cagnolina, cagnolino, cagnolina.

Cagnot, cagnotto; fig. uomo prezzolato, creatura altrui da bassi servigi. Cal, calo, ribasso.

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il mondo è fatto a scala, chi monta e chi cala, prov.; e fattosi calar sopra quel prato, Ber., « il perverso cala la mazza con molto fracasso, » Id.; « per una scala di marmo calava, Id.; «e par che gente cali alla pianura; gente che cala al piano, Id.; « si fa calar il ponte; poi cala il ponte l'ardito guerriero, » Id.; « nè dove nasce il sol, nè dove cala, Id., gli calava un colpo sulla testa,» ld.; « la furia gli cala,» Cas.; a voler che l'Inghilterra cali, bisogna ec.,» Macch.; « la mercanzia cala; la cassa cala, Bon.; il calare del Tevere (ingrossato), fe' grande strage di case ec., » Dav.; «lo calarono dalla croce,» Cav.; e calate le brache, " Sacch.; calò le brache con

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Calà, calata, scesa, china; fè molto decoro, A. Tass.; • al

la calà, far la calata. Calabraje, calabrache, Lip., (giuoco e nome da scherzo). Calabron, scalabron, calabrone. Calamita, fig. avei, esse la calamita, avere, essere la calamita, aver attrattiva, attrarre.

Calamitè, da calamita, calamitare.

H

calar della notte e sim. Caless, calessin, calesse, calesso, calessino.

Calié (sinc. di calighe, apoc. di caligarius), calzolaio, men conf. all'orig.

Caliber, calibro, calibro. Calmoc (o chiuso), calmucco, panno peloso, così chiamato dai Kalmuchi onde proviene.

Calcol, fè i so calcol, far i suoi Calor, andè 'n calor, andar in

calcoli.

Calcolè, calcolare; fig. per farvi su disegno, assegnamento. Calè, calare (trans., intrans.); calar le scale, il monte ecc.

calore; fig. parlar con calore e sim. Calorà, acalorà, accalorato. Calota, calotta, da prete, rologio e sim.

d'o

Caluso, fuliggine (dal colore] Camisa, camisin, camisola, cacaliginoso). misot, camicia, camicino, ca

Camamila, camamilla, camo- miciola, camiciotto (camisa,

milla.

Camarada. V. Camrada.

Cambi, cambio, cambiamento,
permutazione, baratto; dare,
pigliare in cambio; lettera di
cambio; in cambio di, invece
di; fig. fare, dare la seconda
di cambio, ripetere l'errore,
la lezione.
Cambial, cambiale.

Cambiè, cangè, cambiare, can-
giare (trans., intrans.), cam-
biare aria, paese, condotta,
registro, opinione, aspetto e
sim.; e cambiar di paese, di
condotta, d'opinione, d'aspetto
ec.; «è roba che non cambia,»

muse,

è disus.
gliatevi in camisa,

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ora spoR. B.;

« cucitosi il collar della ca« dei sudici misa,» Capor.; Id.); fig. poeti le camise, mettersi, buttarsi, spogliarsi, ridursi, restar in camicia, alla miseria; dar via la camicia, dicesi d'uomo liberalissimo; per l'allegria il culo non gli tocca la camicia (m. basso), Fag.; esse 'n camisola, in camiciuola, Bon.; «scolacciate e in camiciuola, » Pan. Camola, camolè, tarlo, tarlare (tropolog. da camola, insetto che rode le viti).

Bon.; egli cambia secondo il Camoss, camoscio. vento; per castighi non cam-Camp, campo; pigliar per i

bia ec.

Cambista, cambiamonede, cam-
bista (v. dell'uso), cambiamo-
nete.

Camera (più comun, stanssa),
camera, stanza, donde camrin,
camron, camré, camrada, ca-
merino, camerone, cameriere,
camerata; camera d' comersi,
camera oscura, ottica, camera
di commercio ec.
Camin, fè camin, dël camin,
far cammino, del cammino,
fig. essere in cammino, non
esser mai in cammino nel far
una cosa, Goz.
Caminè, camminare (pr. e fig.),
cammina, sbrigati, fa presto.

campi, passar per; al campo e in quartiere; piantar il campo t. mil.; fig. mettere in campo ragioni e sim.; pigliar campo, dar campo, comodità, opportunità; sul campo, franc. us. dal Salvini tra gli altri « sotto la man venutomi sul campo, ».

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Campagna, andare, stare in campagna (meglio in villa), far campagna, villeggiare; belle campagne; campagna rasa Dav.; ha fatto la campagna di Crimea, ha sei campagne sulla schiena; tener la campagna; fig. battere la campagna, divagare parlando; pezzo

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