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ghi chil), chila, chiela (dal rom. volg. quillo, quilla, chillo, come dicono i Sicilani, poi chello, come dicevano anticamente i Senesi). Sulle figliazioni latine di tali pronomi vi sarebbe da scrivere più fogli. 1 Fiorentini dicono chiella, ma da chi è ella? onde fig. aver della chiella, aver sopracciglio, albagia « guarda quanta chiella! »

cuore aquesta persecuzione»> Macch.; fate come vi dice, detta il cuore; mettersi una mano sul cuore; mi stringe il cuore, a pensare ec.; mi batte il cuore; mi crepa il cuore, è un crepacuore; ferir uno nel cuore, passargli il cuore (pr. e fig.); star a cuore, aver a cuore; aver il cuore, o andar col cuore alla mano; aver sul labbro ciò che si ha nel cuore; dire ciò che si ha nel cuore; il cuore è traditore, il cuore è indovino; mio cuore, anima mia, ec. Cheurve. V. Curvi. Cheuse, cuocere, pr. e fig. per far cuocere; dicesi pure da noi, come in ital. un sole che cuoce, il sole cuoce i frutti, il freddo Chimera, chimera, illusione e cuoce le piante, e fig. lasciar sim.

Chiet (da quieto), cheto, quieto, stare, far stare cheto state cheti, lasciate dir a me, » Ber.;

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sta un po' cheta, ed ella: che sta cheto, maledetto? » Sacch.; «che una povera fante (serva) facesse star cheto un cavaliere » Fir.

cuocere uno nel suo brodo. Chin, chino, curvo, piegato; Cheussa, cossa, più pross. all'orig., ma più us. coscia « si ristrinse sugli arcion le cosse, » Capor.

Cheuv, covone.

Chi, chi va, chi viene; chi va là! chi vive! star sul chi vive; chi lo sa? chi lo vuole? chi gli dice? chi mal fa, mal pensa; chi ne fa, ne aspetti; chi si scusa, si accusa, m. prov.; sia chi si sia, Bon.; offender chi si sia, Dav., sia chi si vuole. Chica, chicca (v. bamb.), castagna; per cosa mangereccia in genere, Caren.

stare, andar chino; cogli occhi chini, colla testa china ec. Chincaje, chincajerie, chincagliere, chincaglierie. Chinè, chinare; chinar la testa, gli occhi, le spalle ec. « ravvedutosi della scappata, chinò le spalle » Dav.; « china il collo il re» Ber.; chinarsi, piegarsi pr. e fig. «l'un non aspetta che l'altro si chini a pigliar cosa che gli sia caduta » Ber.; chinarsi a qualcheduno, umiliarsi.

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Chiri, sp. di gabbano, chirico, disus.

Chiel, egli, esso (in alcuni luo-Chitara, chitarin, chitarra, chi

tarrino; fig. rompere i chitarrini, seccare, romper le scatole.

Chitè (dal lat. quitare, lasciare,

d'affaracci, affarucciacci), bazzicature, bazzecole, affarucci, guazzabuglio.

Ciagoj (o chiuso), ciagojè. V.

abbandonare le sue ragioni, Cëgoi. desistere ec.; donde pure il Ciambërlan, ciamberlano. franc. quiter), abbandonare, Ciamè, chiamare, nominare,

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domandare, richiedere, invitare, invocare, citare ec.; chiamar per nome, Cas.; come ti chiami? mi chiamo il tale; «dicendo all'oste: chiamami per tempo » R. B.; chiamar da mangiare, da bere, da scrivere e sim.; la morte il chiama ed ei la lascia dire Ber.;

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Ciaciaron, chiaccherone, ciar- mo, ci dà la buona notte.

lone.

Ciacot, ciacotè, cozzo, taccolare, rissare, cozzare (nel dial. si sente più l'orig. lat. cutere, onde discutere, percutere ec.; più direttamente però sembra da taccollare, altercare, ciacot non essendo forse che una metat. di tacco). Ciadel, idiot. d'origine ignota, se non è da assetto, ordine, e per iron. o antifr. disordine. Ciafri, ciafreria (forse metat.

Pan. ; « le quali per casa chiamano gridando Pand.; chiamar da banda, da parte Carlo chiamò da parte Bradamante » Ber.; chiamar aiuto, misericordia, vendetta, man forte; l'insalata chiama olio, R. B.; chiamar a tavola; la campana chiama a messa, a vespro; chiamar in giudidizio, chiamar testimoniale, testimonianza, in testimonio; chiamar i conti, chiamarne

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conto; chiamarsi fortunato di seccare, importunare e sim. sè, che, mi chiamo fortunato Ciapa, chiappa, natica, parte di potervi servire, se posso di frutte « romper il dosso, servirvi « mi chiamo fortunato la schiena e le chiappe R. che esse restino quali ec. » B.; << mi dava sulle chiappe » Goz. Nov.; quando il maestro Ciampanele, dè 'n ciampanele, mi segnava ora le chiappe, fig. dar in ciampanelle, in min- ora le dita » R. B.; " mochionerie, spropositi e sim. stra che colle chiappe ha guerCiamporgna (corruz. di zam- reggiato » Cap. ; K è un letpogna, fig.), donnaccia. terato..... che le lettere porta Ciancè, cianciare; da ciancia, sulle chiappe » Pan.; K i su• cianciam, burliamo Bon.; dor gli colavan e le chiappe sogna e ciancia » Pul.; gli facevano intanto lippe lapgiuocano e cianciano » Goz.; Id.; chiappe di noci, dopo tanti anni che si stam- pesche, fichi e sim., R. B. pa e si ciancia » Id.; «io se- Ciapè, chiappare, in tutti i suoi guito a cianciare >> Leop. usi lo cavallo suo chiapCiancia, ciancia, fè doe ciance, pando quello di Nestorio » V. quat ciance, far due, quattro S. P.; « chiappa le tue robe » ciance; non aver che ciancia, si Lip.; e chiappata la pala crede colla sua ciancia, colle Bon.; «< con la spada lo chiapsue ciance dove son quelle pa nel bellico » Lip.; u per tue ciance, che volevi tu sol pi- chiapparlo nel mezzo della tegliar sei France?» Ber.; « vo- sta » Id.; chiappar i minchioni, lendo stampar queste ciance » Fag.; « questa burla io l'ho da Goz.; lasciamo le ciance, meno te, ma non ci sarò più chiapciance e più fatti; venir a pato» R. B.; « molti al boccon ciance, passar dalle ciance ai del guadagno ho chiappati fatti. Da ciancia, ciancetta, Bon.; « e chiappa i signorin lì ciancione, cianciona, R. B.; a quattr'occhi » Pan. ; quando Lasc.; Ar. quel Gallo chiappò la barba al Cianfrignè. V. Cinfrognè. Senator Romano » Id.; « per Cianfrognè. V. Cinfrognè. chiappare qualche uccelletto»> Ciap, piatti, cocci, stoviglie di Id.; « se il chiappava (con quel poco valore, (forse metat. di sasso), gli faceva tirar l'ultimo piat, seppure non è da chiappo, fiato » Id.; « guai dove chiapcosa di poco pregio, onde cia- pa il gatto » Id.; « e pel bracpola, chiappola) fig. rom- cio e per l'abito mi chiappa pe i ciap, romper le scatole, Id.; e dalla notte furono

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Ciaramlè, ciaramëlè, da ciara-
mellare "e seppe tanto ben
ciaramellare, che Carlo gli per-
dona » Pul.
Ciaramlon, ciaramellone, accr.
d' ciaramella.

e fa da comodino » Id.; « e Ciaramela, ciaramella, ciarla, chiappato tutto alla rinfusa » ciarliero. Guer.; chiappar la coda, per la coda, Id.; chiappargli il ticchio, la febbre, il freddo, il caldo e sim., Id.; << entro in casa e lo chiappo nel letto caldo caldo Id., chiappato in bugia, Salv. Ciapin, ferro da cavallo (forse per analog. da chiapino, pianella la cui forma venne di Spagna). Ciapola, ciapolè, chiappola,ciancia, cose da nulla, chiappolare, cianciare, dir due chiappole, frottole e sim., R. B. Ciapulè, tritare, tagliuzzare (da chiappo o chiappolo, tritume, e sim.)

Ciapuloira, tagliere. V. Ciapulè. Ciapulor, tritatojo. V. Ciapulè. Ciar, ciair, chiaro (sost., agg. e avv.) «< cavalca al chiaro ed allo scuro » Ber.; un bel chiaro di luna; fig. a questi chiari di luna; farsi chiaro, farsi di chiaro, Ber.; far chiaro, farsi chiaro, farsi far chiaro (lume), Ar.; venir in chiaro della verità, Goz.; i suoi affari non sono chiari; parlar chiaro, chiaro e netto « rispose chiaro che non si poteva » Dav.; piscia chiaro e burlati del medico, m. prov. Ciarafi, arnesi di poco valore, fig. rompicapo, affarucciacci e sim. (non mi farebbe specie che questo nostro bell' idiotismo

Ciarla, ciarlè, ciarla, ciarlare,
donde ciarlon, ciarlona, ciar-
lone, ciarlona, R. B.
Ciarlatan (da ciarla), fè 'l ciar-
latan (pr. e fig.), far il ciarla-
tano, cose da ciarlatano, il
mondo è pieno di ciarlatani, e
m. sim.
Ciarlatanada, ciarlataneria,
ciarlatanata, ciarlataneria.
Ciav, ciavin, chiave, chiavina,
chiave falsa, chiave inglese, di
strom. music., onde fig. star
in chiave; aver la chiave d'una
cosa, dei pensieri, del cuore,
degli affari altrui, la chiave di
tutto questo è l'ambizione, e
simili altri traslati.
Ciavatin, ciabattino, e fig. gua-
sta mestieri, versi da ciabatti-
no, Pan.

Ciavè, chiavare « sentii chiavar
l'uscio di sotto » D.; « le chia-
va l'uscio e ve lo serra drento >>
Cap.

Ciavel, ciccione, fignolo, furoncolo, per sim. da chiavello, chiodetto, donde Machiavelli (e non già Macchiavelli), da ma, mali, cattivi, e chiavelli,

incinfrignare, confondere, acconciare alla peggio, Pan. Ciò, ciov, chiodo, chiovo; fig. << tu ti hai fitto il chiovo » Lasci fori dei chiovi, V. Ev.; sono chiovi al mio cuore »

Goz.

piccoli chiodi; così il Salvini, Cinfrognè, cinfrignare, o meglio Annot. al Bonar. Cica, cichè, schiaccia, schiacciare, acciaccare (nel senso suo proprio di contundere, pestare, donde manifestam. cica, cichè); fig. stizza, stizzire, schiacciare, e tosc. stiacciare, stiaccia come un picchio. Cioc (o chiuso), imbriaco, ubCichet, bicchierino (da chic | briaco; forse da ciocco, balordo, chera, quasi cicheret). anzichè da cioncare; o da Cicia, ciccia (v. fanc.), carne cioca. V. mangereccia in genere, poppa, grassezza Giove in veder quel bel tocco di ciccia » Pan.; grasso e pieno di ciccia, Fag.; << la pappa, il bombo, la ciccia » Lasc. Da cicia, cicin (v. bamb.); fig. cicin buj (idiot, grazioso), sottile, mingherlino. Cicolata, cioccolata (con altre varianze).

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Cioca (o chiuso), ubbriachezza,
forse da chiocca «briachi in
chiocca » Bon.; donde piè la
cioca, pigliar la chiocca, la
monna, la bertuccia.
Cioca (o aperto, donde cioché),
campana, donde campanile;
forse dal lat. claucare; donde
in fr. cloche, e in.ital. chioc-
care fig. per battere, percuo-

Cifota, cifuta, acquerello, vi- tere. Da cioca, ciochin, camnello, vinuccio. panello.

Cima, cima; fig. cima d'om, Ciochè. V. Cioca.

cima d'uomo « faceva ammi-Ciocio (v. d'amore); il mio cionistrare da cime d' uomini »

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cio, la mia ciocia, ciocino bello, ciocino mio.

Cioenda, chiudenda, siepaja.

Ciorga, sordo (per sim. da sornio, sornione).

Cimbalis, esse in; essere in cim-Ciofo (o chiuso, ciufo), ciuffo.
bali, in cimberli, brillo.
Cimëna, tentennone, dappoco
(pare da dimenarsi, che si
dimena).

Cimes (lat.), cimice.
Cimoro (o chiuso), cimurro
(male noto dei cavalli); fig.
« hanno tutti (i cantanti) il
cimurro e male al gozzo » Pan.
Cimossa, orlo di panno, cimossa.

Cios, ciosa (o chiuso), chioccia.
Ciser (lat. cicer), cece.
Cissè, aizzare (da cui evidentem.
proviene).

Cit, cita, citto, citta, ragazzo,
ragazza; da citta, cittella, zit-
tella, Salv.; « perduta una sua
citta un cerretano » Bon. « di-

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