desma indulgo, ora m'adopero in amare Iddio perfettamente. O vogliamo intendere: lo me la perdono; cioè la cagione, Ma lietamente a me medesma indulgo La cagion di mia sorte, e non mi noia, Che forse parria forte al vostro vulgo. cioè la vita mia tale quale Di questa luculenta e cara gioia ella fu, che fu cagione di mia sorte, cioè di questo grado di beatitudine che io ho (B.). Forte al vostro vulgo, che non vede bene la verità, cioè che l'anime beate sono liete e contente della loro vita passata, comunque sia stata fatta. Sono liete che si vedono secondo iustizia aver soddisfatto al peccato et essere premiate da Dio per sua larghezza e misericordia, più che non meritavano, e sono contente della loro condizione che ebbono nel mondo, perchè la loro volontà è quietata (B.). presente. la presente generazione, che abita tra i flumi Tagliamento ed Adige (Purg.. XVI, 115), cioè nella Marca trivigiana (F.). Battuta, da Dio colle tribolazioni (B.). Flagellata da Ezzelino (Benv.); 46-51. Cangerà l'acqua, di bianca la farà diventare san guinosa (B.). F. Lamper Del nostro cielo, che più m'è propinqua, Vedi se far si dee l'uomo eccellente, Che Tagliamento ed Adice richiude, Cangerà l'acqua che Vicenza bagna, Tal signoreggia e va con la testa alta, Dell'empio suo pastor, che sarà sconcia 34 37 40 43 46 49 52 55 Che ricevesse il sangue ferrarese, Per mostrarsi di parte; e cotai doni Onde rifulge a noi Dio giudicante, Che fosse ad altro volta, per la rota - 58 61 64 con tico credea che accennasse al fatto d'arme combattuto fra Padovani e Vicentini alle seccaie di Longare nel 1312. pol disse intendere non del cam- gnore di Trivigi. Purg.. xvi, 124, tana, furon decapitati po di battaglia, ma del cam- 133-138. - Fatto uccidere il 5 molti altri loro complici nella po della guerra che infierì tra aprile 1312 o per agonia di mag- piazza di Ferrara é molti imi due popoli. Il Gloria non in- gioranza da' suoi consorti, o uo- piccati Il vescovo poi ne pagò tende per palude i luoghi pres- ciso da un marito per vendetta le pene, morendo sacchettato so il ponte di Longare, impa- d'onore. Carpir pigliare (percussus cum saculis saludati in prova dai Vicentini, (B.). Si fa la ragna, si tesse buli) per ordine di Ricciardo ma sibbene il terreno circo- la frode per farlo capitar male. (Benv.). Secondo il Lanès, il stante al luogo ove i Padovani 52-66. La difalta, la colpa vescovo li prese per insidia mercè la Brentella immisero e lo fallo (B.). Dell'empio quando passavan securi senza parte del Brenta nel letto suo pastor, ecc. Morto Azzo- sospetto pel suo territorio. e li asciutto del Bacchiglione, so- ne lil, marchese d'Este, che tradi. -11 vescovo era Alesstituendo e cangiando l'acqua aveva a moglie Beatrice, so- sandro Novello, trevigiano, che dell'uno con quella dell'altro, rella del re Roberto, questi per questa diffalta dovè lasciare per aver acqua quando i Vi- resse temporaneamente la città la cattedra, e mori a Porto centini torcessero a Longare il per la Chiesa. Pino della Tosa, gruaro nel 1320. V Ferrazzı, Bacchiglione. E questo del 1314, cavalier florentino, era suo vi- iv, 419. Sconcia, enorme sendue mesi innanzi la battaglia cario. Nata una sedizione, i za esempio (Benv.). - Malta nel Borgo San Pietro presso Fontana fuggirono di Ferrara, E a Bolsena in quella prigione Vicenza. V. Ferrazzi iv, 417. e andarono a Feltre, tenendosi chiamata Malta, la quale è inCrude, male dispositæ, ad sicuri in quella città libera, di remissibile, e la quale prigiovirtutem (Benv.). E dove, in cui il vescovo avea il libero ne è in sul lago (in lacu Sanctæ Treviso. Sile, fiume nel Trivi dominio temporale e spirituale. Christina. Benv.), nel quale. giano. Cagnan, altro flume, Ma per opera dell'astuto Pino, corre lo fiume che si chiama ora Botteniga (T.).- s'accom- il vescovo consentì di mandar- Malta, una torre con due sopagna, si congiunge. Tal li presi a Ferrara. Di che tre laia, nella quale lo papa mette signoreggia. Ricciardo da Cam- principali (Lanzalottus, Cla li cherici dannati senza геmino, figlio di Gherardo. si- ruccius et Antoniolus de Fon- missione; sicchè vuol dire che 67 70 73 L'altra letizia, che m'era già nota, 76 vedere lo tuo volere nel tuo cuore come tu t'immii, come tu entri dentro nel mio quore a vedere mia voluntà: imperò che tu la vedi in Dio (B.). 82-96. La maggior valle. Circoscrive Marsiglia. L' Ebro a ponente, la Magra a levante, e Marsiglia nel mezzo. 11 maggior bacino in cui si versi l'acqua de' fiumi vale a dire il Mediterraneo (che è il maggior mare, se ne levi l'Oceano che circonda la terra), tanto si estende da ponente dallo stretto di Gibilterra, dove il Mediterraneo comincia, a levante verso la Palestina ove termina tra i differenti liti dell'Europa e dell'Africa, che dall'una estremità fa suo meridiano di quel punto che dall'altra estremità gli serve d' orizzonte. Il Mediterraneo però si estenderebbe così per 30 gradi, il che è assai lungi dal vero (F.). 85 79 Fuor di quel mar che la terra inghirlanda, Tra i discordanti liti, contra il sole Tanto sen va che fa meridiano Là dove l'orizzonte pria far suole. Di quella valle fu' io fittorano, 88 Tra Ebro e Macra, che, per cammin corto, Lo Genovese parte dal Toscano. Ad un occaso quasi e ad un orto 91 Che fe' del sangue suo già caldo il porto. Folco mi disse quella gente, a cui Fu noto il nome mio, e questo cielo 94 97 che non attendeva più a me - mai non fu fatto simile pec- Littorano, abitatore delle piagge (B.). Ad uno occaso, ad uno coricare di solo e ad un orto, ad uno nascimento di sole imperò che ad una medesima ora s'asconde e si leva ai Buggeani ed ai Marsiliesi (B), In fatto Bugia (in Barberia) differisce da Marsilia per longitudine un grado circa. Fe del sangue suo già caldo il porto. Bruto che rimase a vincere Marsilia in luogo di Cesare, vinto nella battaglia fatta in terra, vinse poi in mare combattendo nel porto, dove furno morti Marsiliesi assai (B.). Luc. Farsaglia, x11,572 e segg.Folco, o Folchetto da Marsiglia, trovatore e poeta, fu figlio d'un Alfonso, ricco mercante di Genova, che là erasi stabilito (F.). Amò la moglie di Barral per nome Alazais (Adelasia Benv.), e a schermo fingeva amare le sorelle di lui, Laura e Mabel. Morta Alazais si rese monaco nel 1200. Fu abate di Torondet in Provenza, poi vescovo di Tolosa, ove mori nel 1233 (Lf). S'imprenta, si segna e suggella-fe' di lui, m' improntai: nel mondo ne seguitai la influenzia (B.). cere all'ombra di Sicheo gia suo marito, e a quella di Creusa gia moglie di Enea. Si convenne al pelo, alla mia giova nile età (F.). Nè quella Rodopeia, ecc., nè più innamorata di me fu quella Filli, che abitava in Tracia presso il monte Rodope, verso la quale Demofoonte mancò alla promessa di tornare; ed ella mori sospesa ad un albero: nè più innamorato fu Ercole, figliuol d'Alceo, quando era tanto innamorato di Jole, figliuola d'Eurito re d'Etolia, che si mise a filare tra le ancelle di lei (F.). - Qui, altri non si pente, non sente rimorso, ma ha letizia, non già della colpa, a cui non pensa più, perchè spenta in Lete, ma della sapienza divina, che così ordinò questo cielo, e provide, che i suoi influssi per le anime degli uomini non tornassero in danno (F.). Qui si rimira, ecc., qui si contempla il divino magistero che forma ed abbella questa grand'opera della sua creazione, e discernesi il buon fine, per cui, il mondo, di sopra, o il cielo influente, gira attorno il mondo di sotto, o la terra (F.). - Il mondo. Il Tommaséo al mondo, onde il be ne terreno torna in onore de' beni celesti. - Altri legge: al modo.-Cotanto effetto. Altri legge: cotanto affetto o con tanio affetto. 109-117. Piene, sazie. — Oltre, a narrarti. Lumiera, splendore. Mera, pura. - Si tranquilla, si riposa (B.). Raab donna di Gerico, salvò in sua casa gli esploratori di Giosuè: onde nel sacco della città fu da lui campata da morte ed ella poi adorò il vero Dio (F.). - Nel sommo grado di questa spera (B.). Cotanto effetto, e discernesi il bene 109 115 Ten porti, che son nate in questa spera, Ben si convenne lei lasciar per palma Che s'acquistò con l'una e l'altra palma; Che pria volse le spalle al suo Fattore, 121 124 127 130 Ch'ha disviate le pecore e gli agni. 118-126. L'ombra s'appunta Di Roma, che son state cimitero 127-142. Di colui è pianta,del Lucifero. Tanta pianta, costò tanto pianto all' uomo. Il maladeito fiore, lo forino 136 139 142 ecc., l'angelo Gabriel, discese ad annunziare alla Vergine la incarnazione di Cristo (B.). Vaticano, il tempio di San Pietro, dove è il sepolcro di questo Santo (F.). L'altre parti elette, li santuari e li luoghi sacrati di Roma. Alla milizia, ai martiri. Tosto libere, ecc. Altri intende la gran mutazione, adombrata nel dell'Inferno: altri la traslazione della sede: io sto al primo (T.). Dopo lodata l'arte maravigliosa e la provvidenza di Dio nella creazione dell'universo, narra il Poeta come senza accorgersi si trovò asceso nel Sole, in cui stanno le anime der dotti in divinità. Dodici spiriti lucenti più del pianeta gli vengono a far corona intorno, ed uno, che si manifesta per san Tomaso d'Aquino, svela il nome de' suoi compagni. Guardando nel suo figlio con l'amore Con tanto ordine fe', ch'esser non puote Meco la vista dritto a quella parte Di quel maestro che dentro a sè l'ama Tanto che mai da lei l'occhio non parte. Vedi come da indi si dirama L'obliquo cerchio che i pianeti porta, Per satisfare al mondo che li chiama; E se la strada lor non fosse torta, Molta virtù nel ciel sarebbe in vano, Fosse il partire, assai sarebbe manco, 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 Che del valor del cielo il mondo imprenta, pianeti e del sole (T.). - A vagheggiar, a mirar con diletto (B. B.) Maestro, artefice i Petr.: Mastro eterno. - Dentro a sè, nella sua idea l'ama, ama l'arte motrice del tutto (T.). 13-21. Indi. Dal circolo dell'equatore si parte il zodiaco, il cui piano taglia obliquamente il piano dell' equatore a gradi 23, minuti 30 (T.). Cerchio, zodiaco. Chiama, ne invoca l'influenza (T.). E se la strada lor, ecc., se il giro dei pianeti non fosse obliquo, non si avvicinerebbe or all'una, ora all' altra parte della terra: ed in tal guisa invece d' influire al tempo stabilito direttamente sopra ciascuna di esse parti, influirebbe sopra una sola e perciò molta virtù del cielo sarebbe superflua. E dottrina d'Aristotile accessum che secundum recessum solis in circulo obliquo fiunt generationes in rebus inferioribus (B. B). V. Conv.. 11, 15. Ogni potenzia, ogni attività (B. B.). I cieli mettono in atto la materia che è solo in potenza (T.). - Partire dello zodiaco dal dritto (T.). Lo scostarsi dello zodiaco nel suo giro dal cammin dritto, dall'equatore (B. B.) Manco, imperfetto. Su, in cielo giu, in terra. Se il piano dell'orbita del sole e de' pianeti facesse col piano dell' orbita et delle stelle fisse un angolo maggiore o minore di quello che fa, sarebbe turbato l'ordine in cielo e in terra (T.) 22-27. Banco, a convito (T.). Al banco dello scolare (Ces.). Preliba, come per saggio (T.). S'esser vuoi lieto, ecc., se vuoi che questa lettura ti diletti assai, anzichè tediarti e stancarti (B. B.).- Messo t'ho innanzi, la materia da essere pensata - scriba, scrittore (B.). 28-36. Lo ministro maggior. imIl sole, che impronta o prime i mondani corpi a lui sottoposti del valore 1-12. Guardando nel suo fi- Quasi prendendo da lui, Somglio. Ordina: Lo primo ed ma Sapienza, la norma della ineffabile valore, guardando creazione (B. B.). Lui. Chi lo nel suo figlio con l'amore, ecc. vede non può non assaggiare La divina potenzia che è at- qualcosa delle grandezze di Dio tribuita al Padre, ragguardò (T.). Lui può riferirsi a ordine nella sua increata sapienzia o a Dio (B. B.). Meco. S'alche è attribuita al Figliuolo; zano al sole, ch'era allora in colla perfetta sua carità, che Ariete. Ai capi d' Ariete e di è attribuita allo Spirito Santo, Libra sono punti dove il zolo quale amore lo Padre e lo diaco s'incrocicchia con l'equa- virtù celeste, cioè del moto, Figliuolo sempre da sè spira, tore. Le stelle fisse si mnovono della luce, della vita, Conv. cioè produce, ecc. (B.) Per in circoli paralleli all'equatore Il sole, discendendo lo raggio occhio, il visibile e l'invisibile ed il sole ei pianeti in circoli suo quaggiù, reduce le cose a (T). Altri: per loco. - Gira, paralleli al zodiaco: però dice sua similitudine di lume (B. o l'occhio percorre (Ces.). Fe', che il moto delle stelle urta B.). E col suo lume, ecc. Il fece guardando nel figlio (T.). quasi e s'incontra nel moto dei Poeta disse il Sole, il pianeta della che distingue l'ore (B. B.). in mezzo a quello spazio del cielo dove a ogni grado della sua rivoluzione anticipa il nascere. Posta la terra immobile, il sole da un tropico all' altro dovrà muoversi per una spirale, e le spire per cui viene dal tropico del Capricorno a quello del Cancro s'incrocicchiano con quelle per cui viene dal Cancro al tropico di Capricorno: e lo indicò ove disse: L'un moto all'altro si percuote (T.). Con lui, nel sole. - Anzi il primo pensier. Com'uom s'accorge d'esser venuto dovechessia, prima d'averne fatto pure un pensier primo (Ces.). 37-48. E Beatrice, ecc. Il mio salire nel Sole fu impercettibile; ma non maraviglia, chè quella che si mi scorgeva era mente - ne Dell'alto padre che sempre la sazia, E Beatrice cominciò: Ringrazia, 49 52 55 Ringrazia il sol degli Angeli, ch'a questo E si tutto il mio amore in lui si mise, Che lo splendor degli occhi suoi ridenti Far di noi centro e di sè far corona, Vedem talvolta, quando l'aere è pregno sensi, e l'occhio nostro non 58 61 64 67 15 sì digesto, sì disposto Gradir, compiacergli (B.). In lui, in Dio. Beatrice. Per quanto adoprassi ingegno ed arte, non arriverei a fare immaginare altrui quanto esser dovea lucente per sè medesimo quel che era dentro il sole (le anime), dacchè m'appariva non per distinto colore, ma in forza d'una luce maggior di quella dello stesso pianeta. Altri legge: È Beatrice quella che si scorge Di bene in meglio si subitaChe l'atto suo per tempo non si sporge, - Quant'esser convenia da sè lucente! Quel ch'era, ecc., e spiega: E Beatrice, quella che così guida di bene in meglio sì subitamente che l'atto suo non si distende in tempo, cioè è istantaneo, quanto dovea essere lucente per sè medesima ! 49-60. Tal, ecc., dentro al 63-66. Divise: il ridere degli Il riso di Beatrice che accre- Sole, non per colore distinta, occhi suoi prese un tal atto sce splendore ai pianeti (So- ma per lume, come è detto di che smagatolo da quel suo afpra, v, 96), qual dovea essere sopra (B. B.). Quarta fami- fisamento in Dio, lo condusse al suo giunger nel Sole! Per glia dell' Eterno Padre sono ad altri oggetti, cioè agli spiquanto adoperassi ingegno, qui chiamate le anime beate riti che erano nel sole (Ces.). arte e destrezza d'uso, non che soggiornano nella sfera - Vincenti l'occhio (T.). potrei dire, in modo da darne del sole; perocchè il sole, se- 67-75. La figlia di Latona, altrui un'idea, quel che era condo Tolomeo, è il quarto la luna - Cinger... Vedem. dentro il Sole ov io entrai, e pianeta dalla terra in su (B. veggiamo esser cinta (Ces.). che m'apparve, non per colore, B.). Mostrando, ecc., mo- E pregno di vapori. Questo ma per lume (B, B.). -En- strando come la prima e la è l'alone, che talora fa alla tra'mi, mi entrai entrai - seconda persona della Trinità luna corona ben luccicante, Parvente, risplendente (B.). spirino la terza; e come figlia, sì veramente che il lume non -Perchè, per quanto. Ma e come la prima persona della si spanda sfumando d'intorno creder, ecc., ma se non si può Trinità genera la seconda (B. alla circonferenza, ma ritenga immaginare, si può credere e B.). — Il Sol, Dio. — Sensibil, il suo contorno ben profilato: desiderar di vederlo un giorno oggetto. Conv., 111, 12: Nullo che allora ha forma di vera in paradiso (B. B.). Non può sensibile in tutto il mondo è corona (Ces.). Zona viene a la fantasia formare imagine più degno di farsi esempio di dire cintura (B.). Purg.,xxix,78: se non di ciò che cade sotto i Dio che 'l Sole. Purg., xxx111, Delia il cinto. Non si pos |