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ni (1), Ercole d'Este fratello a Borso marchese di Ferrara che pure era stato a Ferdinando non solo nelle cacce compagno ma di tutti segreti suoi consapevole (2), Iacopo Piccinino che per gli angioini aveva disertato gli aragonesi, Gianantonio Orsino principe di Taranto che ribellò primo, Marino Marsano principe di Rossano e duca di Sessa e di Squillace, che pure aveva in moglie donna Lionora figliuola naturale del re Alfonso, Piergiovanni Cantelmo duca di Sora, i Sanseverino, i Caldora e più altri.

Ho alla mano una suppellettile veramente preziosa di lettere inedite, la maggior parte di Onorato Caetani a' principi e capitani che alla memorata guerra dieder' opera col consiglio o con la mano, e di questessi a lui: le quali andrò sfiorando a fine di cavarne notizie e particolarità nuove che valgano a compire o rammendare la storia di detta guerra.

E prima da queste lettere si apprendono i nomi e gli incarichi di molti partigiani di Ferdinando, di moltissimi di Renato, altri de' quali gli storici di questa guerra e del regno napolitano appena rammemorarono, altri non conobbero al tutto. Nomino fra seguaci d'Aragona Filippo De Milis governatore della badia casinese, Alfonso D'Avalos vicerè della contea di Molise, Matteo da Capua duca d'Adria e di Teramo, conte di s. Flaviano, vicerè dell' uno e dell' altro Abruzzo: fra' seguaci d'Anjou Palamede Forbins vicario di Giovanni duca di Calabria, Federico signore di Valmont,

(1) Celebratissimo per la espugnazione di Roccacontrada nel territorio osimano e per la fabrica del tempio dedicato a san Francesco in Rimini.

(2) I Persico, conforme alla fondata opinione dell'Affò, già nel 1390 erano signori di Sabbioneta, Gambalone e altre terre convicine. Ricorda l'Affò Cristoforo e Antonio Persico, Rinaldo, Jacopo e Giorgio figliuoli al detto Cristoforo: ma del nostro Broccardo non parla (delle monete di Sabbioneta lett. III).

Antonio Degli Acerbi ambasciatore del principe di Taranto, Giovanni Cossa conte di Troja, il conte di Montorio e di Loreto viceré dell' uno e dell' altro Abruzzo, Marchetto del Pozzo che fu qualche tempo regio capitano nella terra di Pontecorvo, Biagio di s. Giorgio de' conti di Biandrata, Broccardo di Persico conte di Sabbioneta (1), e innanzi tutti Onorato Caetani delle cui azioni è debito mio parlare alla distesa.

Onorato Caetani conte di Fondi e signore di Sermoneta ammogliato in Caterina Orsini era devoto al re Alfonso che in una lettera dal Castelnovo di Napoli (2) il chiama «< consigliere fedele a se diletto » e gli prescrive di venire in quella città al parlamento generale de' baroni e de' comuni del regno che quivi raccolto si sarebbe a fine di provvedere alla difesa delle ripe tarentine dalla crescente audacia de' mussulmani. Ma non tenne fede al figliuolo Ferdinando: poichè il 6 gennajo 1460 già (3) era a' servigî di Giovanni d'Anjou che governava la somma delle cose, ed era amato e pregiato molto da lui. Pare tuttavia che un Nicolò Caetani suo parente seguitasse le parti degli aragonesi, perchè Ferdinando in una lettera sotto il 20 marzo 1460. (4) il chiama « soldato e consigliere diletto » e il prega di vendere un suo cavallo a certo Luigi di Toraldo.

Larghe furono le esibizioni e le promesse che Giovanni in nome proprio e di Renato suo padre fece al Caetani a fine di legarlo più saldamente alla sua causa: tanto estimava il

(4) Non venationis solum sed omnium secretorum comes fuerat. Pii II. comm. a Joh. Gob. com. I. IV. p. 171.

(2) Lettera del re Alfonso ad O. Caetani. 8 sett. 1454.

(3) Lett. del principe di Rossano ad O. Caetani-Teano 6 genn. 1460. (4) Alfonso s'intitola rex utriusque Siciliae ciò è dire del regno di Napoli e della Sicilia propriamente detta: Ferdinando rex Siciliae ciò a dire del regno di Napoli, perchè la Sicilia apparteneva com'è detto, a Giovanni re di Navarra.

valore l'accortezza l'autorità e le altre qualità civili e militari di lui: gli avrebbe data la contea di Fondi (1) con Itri Sonnino Vallecorsa e IX. altre terre, e poi Montaquilo con III. altre castella, e confermata la signoria di Aquino e Roccasecca, e assegnato il feudo di Capua o quel d'Aversa e mille ducati d'annua provisione: delle quali promesse alcune adempiè, altre per il mutamento della fortuna non potè condurre ad effetto.

Fu Onorato Caetani regio commissario e ministro generale della guerra nella badia di Montecasino, nella città di Venafro, nella terra di Pontecorvo (2), e cancelliere e protonotario nel regno di Sicilia (3), titoli senza cosa, come vedrete, onori senza stipendio che furono quanto valevoli a piaggiar l'ambizione, a fondare le speranze, altrettanto pregiudicevoli al suo patrimonio.

Vengo alle cose della guerra. Per tutto l'anno 1460 ebbero gli Anjou propizia la sorte. Aquila in Abruzzo fu prima a ribellare (4): poichè il 6 gennajo dell'istesso anno aveva alzate le bandiere del re Renato: l'esempio d'Aquila seguitarono molte città della Puglia, segnatamente Foggia (5) nella quale il 24 gennajo entrò con CC. cavalli il capitano Orsini. In primavera (6) « con bella e possente compagnia » il duca di Calabria e il principe di Taranto si avviarono per Terra di Lavoro, e poco dipoi il duca di Melfi e il conte di Avellino, occupato il territorio nolano, effettuaro

(1) Lettera del principe Rossano ad O. Cactani-Teano 12 gennaio 1460, e di Jacopo Amerino-Teano 11 detto 1460.

(2) Da un salvocondotto-Aquino 30 febr. 1464.

(3) Da lettera del duca di Calabria ad O. Caetani-Andria 27

marzo 1460.

(4) Lett. del principe di Rossano ad O. Caetani-Teano 6 genn. 1460. (5) Lett. del duca di Calabria ad O. Caetani-Teano 24 genn. 1460. (6) Lettere del duca di Calabria ad O. Caetani dal campo di Ripalunga 28 maggio, dal campo di Castelfranco nella contea d'Ariano 29 maggio 1460.

no la congiunzione delle milizie loro con quelle del duca il quale insofferente d'indugi scriveva al Caetani che si unisse al Rossano e di presente venisse al suo campo. Finalmente il 7 luglio, vicino di Nola, presso il fiume Sarno fu combattuta la battaglia con tanta strage degli aragonesi che i buoni estimatori delle cose tennero sicura la resa di Napoli; e fu la prima volta che il re Ferdinando si avvenne nel duca di Calabria. Il Marsano (1) notificò questa vittoria a donna Caterina Orsini moglie, com'è detto, di Onorato Caetani e le mandò copia di una lettera a lui scritta dall' istesso duca di Calabria (2) nella quale i particolari della battaglia sono descritti. Furono presi al nemico due mila e dugento cavalli, e fatti prigioni cavalieri di gran conto: fra' quali Fernando di Ginnara, Iacopo Ferrari, il fratello del marchese di Cotrone (3), Oliviero Caracciolo, Francesco Caraffa e più altri. Il Simonetto che Pio II. aveva mandato con molte squadre al re Ferdinando, fu morto nella mischia, e il campo aragonese dirubato, e lo stesso re inseguito e fuggente per la via di Nola. Il Caetani a questa battaglia non si trovò: giunse con CCC. cavalli e DC. fanti al campo angioino poco dipoi.

E questo in Terra di Lavoro: in Calabria il duca di s. Marco generale degli aragonesi toccò il 25 giugno una grave sconfitta.

Ferdinando, ristretto ne' confini del territorio napoletano, spedi legati a Pio II. Valentino Claves di Catalogna, Cecco Giandazzo di Napoli e Cola di Capua a chiedere ajuti

(1) Lett. del principe di Rossano a d. Caterina Orsina. Sessa 9 lugl. 4460.

(2) Lett. del duca di Calabria al principe Rossano dal campo del Sarno 7 lugl. 4460.

(3) Il 1459 vale a dire un anno prima che questa battaglia se-guisse, ere marchese di Cotrone Antonio Santiglia favorevole alla casa d'Anjou, e però fatto prigione dal re Ferdinando (Mur. ann. d'lt. anno MCCCCLIX).

di gente e di danaro; e il Marsano (1) avvertì di presente il Caetani del loro passaggio per alcune terre e tenimenti di lui, e il consigliò a farli prigioni a fine di averne notizie su lo stato economico e militare della fazione aragonese. Se questi legati giungessero in Roma, o fossero arrestati per via, non sappiamo: il vero è che sul cominciare del vegnente anno 1461 Pio II. spedì a Ferdinando X. squadre e D. fanti ai quali nè il Caetani (2), nè Francesco da Oziano mandato a quella volta dal duca di Sora poterono impedire il passo per pochezza di gente, non di valore: e così quelle milizie entrarono in s. Germano e poco dipoi si accamparono vicino della torre dei Francolisi.

In questo mezzo cresceva incendio di guerra in campagna di Roma: perchè i Colonna ed i Savelli parteggiavano manifestamente per Giovanni d'Anjou e questi irritato contro il pontefice mandava (3) certo Silvestro con alquante milizie a commuovere le città e disertare le terre, e già Tivoli e Rieti seguitavano le parti del duca. Per contrario le milizie pontificie guastavano i tenimenti e le castella de' nemici, in tanto che Sermoneta (4) terra de' Caetani era quasi distrutta (5). Aggiungi che la fazione angioina cominciava a patire scarsezza di denaro e che rincarava il prezzo de' vi

(4) Lett. del principe di Rossano ad O. Caetani. Sessa 13 dic. 1460. (2) Lett. di O. Caetani a Jacopo Piccinino - Aquino 5 apr. 1461.dello stesso a Broccardo di Persico - Aquino 5 detto 1461 - dello stesso allo stesso Aquino 15 detto 1464- dello stesso a Michele da Mantova suo cancelliere - Aquino 15 detto 1461 dello stesso a Palamede Forbino 5 detto 1461.

(3) Lett. di O. Caetani a Michele da Mantova - Aquino 30 mar

Zo 1461.

(4) Lett. di O. Caetani a Marino Marsano - Aquino 28 genn. 1461. (5) Ne' nostri manoscritti questa terra è detta ora Sermoneta ora Sermonetum. Pandolfo pisano nella vita di Pasquale II la chiama Sarminetum: « Sarminetum, Nimphas, Tyberiam et omnem Maritimam error defectionis involvit » Script. rer. it. Tom. III.

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