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» zichenec che si trovava nel detto esercito, violentò molte >> vergini, ancora sacre. Così stettero in Roma due mesi: » un mese dopo l'espugnazione della città presero castel »s. Angelo e fecero prigione il papa: o portento di inau>> dita scelleraggine. Molte chiese furono mutate in covili di » oscenità (1), molti frati uccisi da quelle genti. Espu» gnato castel s. Angelo fu carestia di pane e di car>> ne in modo che si davano due bolognini per ogni libra >> di carne di bue, e bisognava averla armata mano. Intanto >> sopravvenne pestilenza così fiera che il detto esercito dove >> partire da Roma il 3 luglio 1527..... il 25 settembre si ri>> dusse in Roma ed ebbe alloggi a discrezione ».

Spenderò poche parole a chiarire questo documento. E prima narrando il Perelli che l'esercito di Cesare uccise molti uomini ancora spagnuoli, si vede come gli Spagnuoli che erano agli stipendi del d'Oranges succeduto nel comando generale al Bourbon, non ebbero riguardo a' loro compaesani che si trovavano in Roma ma si li convolsero nella comune strage, o veramente allude il Perelli alla contesa che poco dopo alla espugnazione di Roma si appiccò fra' soldati spagnuoli e gli alemanni: di che parla ancora il Cocleo: «< in >> questo mezzo Spagnuoli ed Alemanni vennero a grave di>> scordia più acerba però nelle apparenze che nel fatto (2) ».

Poi a stimare giustamente la carestia delle carni bovine che era in Roma in quei mesi, bisognerebbe esaminare il valore della monetuccia d'argento che chiamavano bolognino: or questo è un rovajo da non uscirne così di leggieri. Trovo che il cardinale Latino Orsino camerlengo di papa Sisto IV. nel privilegio che il 1476 concedette a Costanzo Sforza di

(1) Nell'originale è detto Ecclesiae interdum fiunt Lres, cioè lupanares barbarismo notarile.

(2) Inter haec Hispani Germanique atrocem inter se contentionem excivere specie tamen quam eventu asperiorem. De script. et fact. Lut. p. 35.

battere moneta nella zecca pesarese, prescrive che il bolognino debba avere la valuta di vi quattrini: ancora il 1508 quando il cardinale Raffaele Riario pubblicò l'editto su la riforma della moneta pontificia, il bolognino aveva la valuta di và quattrini. Ma certo con nessuna di queste tariffe si possono stimare i bolognini del Perelli: perchè se fosse stato eccessivo il prezzo delle carni in xu quattrini che sono II bajocchi e poco più, o veramente in xv quattrini che sono I bajocchi o in quel torno, il prezzo ordinario sarebbe stato in IV O v quattrini: il che non ha sembianza di vero, molto più che nel territorio pesarese ove il costo delle vittovaglie è stato sempre minore che in Roma, la carne il 1439 si vendeva (1) regolarmente vIII quattrini ed il 1489 un soldo a libra, e correvano tempi non ingrati a'bestiami. Ancora oltre il bolognino d'argento che era il più comune, sino dal 1380 si batteva nelle zecche di Bologna e di Rimini il bolognino d'oro e gli stessi bolognini d'argento si distinguevano in vecchi e nuovi. Io inchino a credere che fra le diverse valute che ebbe il bolognino ne' varî paesi dell'Italia media e in Roma stessa, Savo Perelli intenda parlare di quello d'Urbano V. (2) che valeva il moderno grosso romano o in quel torno: e così si spiega come due bolognini che sono bajocchi x in circa, fossero un prezzo disorbitante e straordinario in modo da doverne mandare ricordo alla posterità. Ultimamente accenna il Perelli alla pestilenza che sul finire di giugno 1527 crebbe desolamento ed orrore alla città nostra: nel quale proposito si legge presso uno storiografo (3) che la corruzione de' corpi morti abbandonati senza sepoltura su le pubbliche vic, il maligno puzzo delle cloache, le variazioni continue dell' atmosfera, il cattivo nodrimento originarono la pestilenza: nella quale molti

(1) Olivieri delle monete di Pesaro c. 1.
(2) Reposati monete di Gubbio.

(3) Bonaparte - Relazione del sacco di Roma.

soldati perirono e fra questi alcuni che avevano in più fiere guise dirubato i monasteri.

Non descriverò i particolari del tremendo sacco: un solo fatto registrerò pretermesso dal più degli storici, dall'accuratissimo Glorier riferito (1). I terrazzani de' feudi e tenimenti di casa Colonna affranti poco prima dalla guerra e di tutte cose spogliati, ancora delle castella e de' borghi che col nome di patria salutavano, perchè o incendiati o guasti, come seppero della presa di Roma, si accalcarono, vi accorsero, nè trovando materia di ladroneccio dirubarono immensa quantità di utensili e di ferramenti i quali perchè inutili, i soldati nel rapinar loro avevano pretermessi. E ciò sia norma al misurare la terribilità di questo sacco. ( Il resto nel venturo fascicolo. )

PAOLO MAZIO

DOCUMENTI DELLA STORIA DI FRANCIA

Ho già nell'ultimo quaderno reso conto della importanza dei documenti e dello spirito che guida i lavori del sig. Thierry, preposto dal ministero della pubblica istruzione a mettere in luce i monumenti che formeranno la storia del terzo stato. Passerò ora a dare ai leggitori del Saggiatore alcun cenno di altra parte della preziosa raccolta.

Il conte Beugnot ebbe l'incarico di diriggere la pubblicazione degli atti del Parlamento di Parigi. Egli è indubitato che la prosperità e la gloria dell' antica monarchia francese non ebbero mai propugnacolo più forte di quel Parlamento; e niuna istituzione può per benemerenza verso il regno rivaleggiare con esso nella storia di Francia. L'unità religiosa, l'integrità del territorio, l'ordinato progresso della

(1) Pag. 80.

successione al trono si mantennero in mezzo al turbine di mille vicende e rivolgimenti, grazie alla forza e all' energia spiegata dal parlamento parigino il quale per difender principii che tanto aveva contribuito a fondare, mostrò il più delle volte coraggio fermissimo e immutabile perseveranza. Nei primordi della sua instituzione ebbe per ministero di secondare la sovranità nelle sue battaglie con l'aristocrazia feudale, e dopo il trionfo del potere reale, fu distinto di prerogative che, senza snaturare il suo carattare di tribunale supremo, lo misero in grado di esercitare la più alta influenza in tutte le parti del governo, e di muovere o regolare con la più fortunata riuscita l'impulso al quale la società si piegava. Quindi potrebbe affermarsi che dalla creazione di quell'assemblea non esista avvenimento grave o mutamento sensibile nelle opinioni e nei costumi della nazione francese senza l'influenza di essa. Anzi, come osserva il conte Beugnot, si può dire che la storia di quell' illustre consesso sia quella della Francia: non la storia che si fa raccontatrice dalle geste illustri o sventurate di re o di uomini che primeggiassero, ma quella che cerca negli sviluppamenti o nella decadenza delle istituzioni la ragione dei movimenti diversi ai quali le società andaron soggette. Non è meraviglia che il pubblico favore e la opinione dell' universale circondassero quell'adunanza, invocata sempre a salvazione del regno, col più lusinghiero successo nei giorni del pericolo: perocchè nei magistrati di quel tribunale s'informarono presto tradizioni e sentimenti d'onore, d'indipendenza e di patriottismo; e per la purezza delle loro dottrine, per la severità dei loro costumi e per attaccamento invariabile verso i pubblici affari avevano meravigliosamente esteso l'autorità delle lor decisioni e la gloria della società.

Gli atti dunque del parlamento di Parigi son stati posti a disposizione del conte Beugnot. I registri sui quali sono scritti formano parte della sezione giudiciaria degli archivi

del regno e formano una collezione di 9850 volumi. Prima di spiegare l'ordine divisato dal sig. Beugnot per la pubblicazione, e le ragioni che lo muovono, sarà bene che i leggitori sappiano essere quella raccolta divisa in nove serie. 1. I decreti, conosciuti sotto il nome di Olim che datano dal 1254.

2. I Giudizi, o processi per iscritto, che incominciano nell'anno 1319.

3. Il Consiglio, gli atti del quale rimontano al 1364: gli undici primi volumi di questa seric comprendono il Consiglio propriamente detto, le difese, e il Consiglio secreto. Il consiglio propriamente detto concerne gli affari giudicati per deliberazione e su ragguaglio.

4. Le difese che montano all' anno 1395, e contengono gli affari giudicati all'udienza. In questa e nella precedente serie han luogo affari che riguardano le possessioni del re. 5. Il consiglio secreto che principia a conservar atti dal 1636 e comprende le deliberazioni del Parlamento relative ad editti, dichiarazioni, assemblee di stati, ed in generale ad affari pubblici.

6. Gli atti criminali che datano dal 1312.

7. Le ordinanze. Questa serie è ricca delle ordinanze, degli editti, e delle dichiarazioni dei re, registrate nel parlamento, ed hanno il loro principio nel 1337.

Tale è lo stato dei documenti del parlamento di Parigi, dei quali pochi cenni offerse il sig. Taillandier nella sua memoria sui registri manoscritti di quel parlamento. Si debbono però aggiungere 85 registri, che chiamano

8. Les Après-diners e servono di complemento a quelli delle difese; e 93 cartoni contenenti

9. Accordi e Transazioni scritte su rotoli che risaliscono all'anno 1300, e sono ordinati per anni e per mesi. Gli atti contenuti in simili rotoli sono divisi in petizioni, articoli, concordie, proteste, e decreti. Questi atti essendo stragiudi

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