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lavoro critico sulla storia della lingua francese, e la prova cronologica dello sviluppamento e delle varietà e modificazioni di quella lingua.

Per la parte della letteratura l'assemblea determinò di render di dritto pubblico un poema anglo-normanno attribuito dal sig. Francesco Michel (che lo scopri nella cattedrale di Durham in Inghilterra) a Giordano Fantosme, nome sconosciuto ma che accenna abbastanza ad una origine francese. La sua cronaca poetica discorrendo dei contrasti fra inglesi e scozzesi nel XII secolo, sebbene straniera quasi affato agli interessi di Francia, ha troppa importanza perchè la società l'abbandonasse. Nè la società stessa per questa parte intende limitarsi a pubblicazioni erudite, ma essa mira specialmente a far meglio nota la storia della letteratura nazionale. E per vero è opinione pressochè generale in Francia che l'arte di scrivere incominci propriamente da Malherbe, e che prima, per usar le parole del relatore, le forme stesse della lingua fossero troppo indecise per potersi usare acconciamente, Rabelais e Montaigne ammirandosi piuttosto come lumi singolari in mezzo ad un buio universale. Intanto dal principio del sedicesimo secolo, fra i documenti inediti esistono opere capaci a distruggere così ingiusta opinione. Il comitato vagheggia per una prima pubblicazione di tal genere un opera che per la sua indole e per la piacevolezza della materia e dello stile debba andar per le mani di tutti. È questa la raccolta delle lettere di Margherita d'Angoulême regina di Navarra e sorella di Francesco I, una delle donne più rimarchevoli ed ingegnose de' suoi tempi. Queste lettere sono indirizzate al re o al sig. di Montmorency che fu poi contestabile di Francia. Ad accennare in qualche maniera l' importanza di queste lettere basti dire che venticinque sono scritte da Spagna ove Margherita si era recata per negoziare la liberazione di suo fratello prigioniero di Carlo V dopo la infausta giornata di Pavia. Di questa raccolta si è incaricato il sig. Genin segretario del comitato.

Infine la sessione si occupò dei canti popolari della Bretagna (minore) raccolti e publicati dal sig. de la Villamarque, e di una traduzione francese della regola dei Templari che il sig. Maillard de Chambure voleva pubblicare col concorso del comitato. Intorno alla prima opera, dopo una viva discussione nella quale fu osservata la difficoltà anzi l'impossibilità quasi di constatare l'origine e la data di quei canti, e coprirsi dalle frodi di qualche Macpherson sconosciuto, fu deciso che i signori Nodier e Fauriel esaminassero profondamente queste poesie e ne facessero rapporto (1), unitamente all' altro lavoro del sig. Maillard de Chambure. Alla data del rapporto, questo comitato non avea preparato altri lavori.

Il comitato istorico delle carte, cronache ed iscrizioni ha spiegato la più grande attività, allargandosi in Parigi, nelle provincie e all'estero. Alla data del 5 decembre 1838 le sue pubblicazioni erano già a meraviglia aumentate. Il sig. Tommaseo aveva messo in luce le relazioni degli ambasciadori veneziani alla corte di Francia nel secolo XVI, il general Pelet aveva reso di pubblico dritto le memorie militari relative alle guerre della successione di Spagna, il sig. de Wailly si era prodotto con una opera paleografica, nella quale ebbe la sua parte di onore anche il comitato delle arti, il sig. Francesco Michel avea fatto ammirare il secondo volume della cronaca dei duchi di Normandia. Inoltre erano sul momento di comparire al pubblico cinque novelle opere la cui edizione era stata ordinata l'anno precedente. Il registro di Saint-Père de Chartres apriva bentosto i suoi depositi nei quali fu specialmente incaricato di studiare il sig. Guérard. Le lettere dei monarchi e delle regine di Francia e d'Inghilterra raccolte da Bréquigny nei

(1) Il sig. T. de la Villamarque pubblicò in appresso quei canti popolari. Vedi il Saggiatore, fasc. I. pag. 45.

depositi della Gran Bretagna erano pronte per la pubblicazione ed illustrate dalle fatiche di Champollion, il quale fa precedere ad esse una storia delle prove fatte dal governo dopo il secolo XVII, per imprendere le ricerche delle quali ora s'occupa il comitato. Era anche sul punto di comparire un lavoro del sig. Desnoyers, che è un Esame critico delle sorgenti della storia di Francia, e dei lavori di erudizione che ebbero per oggetto i documenti originali di questa istoria. La cronaca del monaco di Saint-Denis la cui traduzione e pubblicazione spettavano al sig. Bellaguet, era pur pronta. Il primo volume degli archivi amministrativi della città di Reims stava pure in buon ordine; ed in quella raccolta si presentano alla scienza le variazioni successive del governo interiore d'una città possente, dall'invasione de' barbari fino al secolo XIV.

A queste opere o pubblicate o in via di pubblicazione fu statuito che succederebbero altre sette, la stampa delle quali fu decretata dall'assemblea. Il conte Beugnot avendo avuto comunicazione d'una copia perfettissima di quattro fra più antichi registri del parlamento conosciuti sotto il nome di Olim, si potè immediatamente occupare della tanto desiderata edizione. Il sig. Michelet avendo raccolto tutto quello che ha rapporto al processo dei templari ne avea già formato due volumi che ora sono di pubblico dritto. Il sig. de Golbéry avea riunito tutti gli storici originali ed inediti dell' Alsazia, che si comprendono in due volumi. Il sig. Guérard era pressochè al termine della stampa dei registri dei due Haganon. Il sig. Paris ebbe facoltà di dare in luce la corrispondenza di l'Aubespine, ambasciadore di Francia alla corte di Spagna nel primo periodo dei torbidi religiosi.

È membro altresì di questo comitato il sig. Thierry, dedicato esclusivamente ai documenti che riguardano la storia del terzo stato, ed il sig. Champollion Figeac che gli

dà mano anche nel catalogo de' monumenti storici conservati negl'immensi depositi manoscritti della biblioteca reale.

L'energia di questo comitato non si arrestava qui. Alla data della relazione diretta dal segretario sig. Varin al ministro della istruzione pubblica per rendergli conto di ogni lavoro, il comitato si era messo in corrispondenza con i primi ingegni e con le accademie della Francia, aveva spedito archivisti paleografi sui luoghi più importanti, avea commesso a uomini distintissimi la compilazione di indici ragionati di vari archivi, aveva spedito ove fosse mestieri dotti sperimentati per accertarsi dello stato, della conservazione e della importanza di molti archivi, e perchè le commissioni fossero eseguite secondo il bisogno della scienza, aveva incoraggiato con premi e con onori, individui e società onde cooperassero con tutta la diligenza alla più perfetta riuscita della nobile impresa. Inoltre spedì all'estero dovunque bisognasse per completare le incominciate ricerche: si mise anche in corrispondenza con le primarie società letterarie e scientifiche d'Europa, affinchè secondassero uno sforzo, che se onorava immensamente la Francia, non cessava di tornare utilissimo alla storia d'Europa.

Il rapporto del sig. Varin nel quale nomina a cagione di onore tutti coloro che hanno secondato il desiderio del governo e i lavori del comitato, è di grandissima gloria a quella nazione, mostrando come da ogni parte i suoi figli generosamente si adoperino ad accrescere il lustro della patria.

Il comitato storico delle scienze si trovò in quache dubbiezza per determinare lo spirito che in questa intrapresa dovrebbe animare i suoi lavori; ma in fine conchiuse che sul proposito non si trattava di opere puramente scientifiche, ma di riunire e pubblicar documenti inediti relativi alla storia delle scienze fisiche, matematiche, naturali, mediche cc. e spiegarli con quelle note che la qualità delle ma

terie volesse. Il sig. Libri propose che alcuni fac-simili nelle pubblicazioni si aggiungessero ai manoscritti non potuti ritrovar per intero, per facilitar le ricerche delle parti perdute. La sua proposizione fu accettata unitamente a quella la del sig. Desnoyers che manifestò l'importanza del mettere in luce le lettere inedite degli scienziati, come quelle di Linneo possedute dal sig. De Jussieu, e quelle di Gassendi e di Descartes, delle quali il sig. Libri possiede una dovizia.

Divisosi quindi il comitato in varie sezioni pensò ad afforzarsi di attivi e dotti corrispondenti, i quali volessero agevolare le incominciate fatiche. Fu in appresso invitato il sig. Libri a comunicare alla società i risultamenti storici che egli ebbe agio di raccogliere sul fuoco greco; su che recitò un' acconcia relazione. Egli stesso ebbe commissione dal comitato di presentare un lavoro sui manoscritti scientifici che al pubblico offrirebbero maggiore importanza; il che adempi in breve tempo, imperocchè prima del riordinamento del comitato nel 1837, egli era stato prescelto alla pubblicazione di una raccolta di documenti relativi alla storia delle scienze in Francia dopo il medio-evo, ed avea riunito gran numero di monumenti inediti per questa ponderosa fatica.

Il primo volume destinato a vedere la luce deve contenere un saggio delle grandi enciclopedie pubblicate in Francia nel mezzo tempo e che sono si poco conosciute. Il tesoro di Brunetto Latini sarà stampato per intero: il tutto preceduto da una storia delle enciclopedie. Intanto si studia indefessamente nella ricca collezione posseduta dalla biblioteca reale che contiene più migliaia di manoscritti scientifici, tanto più preziosi in quantochè sono per la massima parte sconosciuti agli scienziati, essendosi fin qui nelle biblioteche studiato di preferenza sui classici greci e latini, sulle storie e sulle poesie. E sebbene da tali manoscritti non sia da sperare dottrine scientifiche

ANN. I.

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