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trerò a cercare fin dove sien vere queste considerazioni che vanno forse troppo nel sottile, perchè a giudizio comune la natura vi è benissimo studiata e imitata; ma verrò al mio proposito. Qual è l'imitazione della natura? In una statua si dirà che imiti la natura chi ritragga perfettamente le forme dell' uomo, e scelga le più belle dalla natura create? Certamente, quando l'artista non abbia a condur che ritratti, o figure che non sieno agitate da forti passioni. Ma quando egli abbia ad esprimere un dolore concitato, un furore senza misura, un orgasmo di morte violenta, dovrebbe forse studiare sopra uno stupido modello? Signori nò; egli non potrà prendere che le forme o le masse in generale dovendo supplire il resto con l'ingegno e con la mente: se andrà più oltre, egli non istudierà la natura, ma farà il contrario, prendendo a norma la tranquillità ove debbe cercare doglia sdegno o convulsione. Chi potrebbe contradire ad argomento così pesato? E pure, artisti e non artisti fondano generalmente le critiche sulla più o meno lontana imitazione della natura nel suo stato ordinario, e non si fanno un pensiero del resto. Quindi io non darò molto peso a quelle ultime osservazioni artistiche superiormente riferite, e chiederò piuttosto la statua è modellata in modo che mostri un corpo che in quell'istante ha finito di lottare con l'agitazione della morte? La sua fisonomia, la sua espressione lo dicono a maraviglia; se le altre parti del corpo nell' azione dei nervi, delle vene, dei muscoli corrispondano, è cosa molto difficile a giudicare, ed io volentieri rimetto ad altri il giudizio; rallegrandomi intanto col sig. Fedi che fa tanto bene e tanto promette, mostrando già sicurezza ed intelligenza di artista

consumato.

Il sig. Niccola Rimenoff russo ha pur chiamato sopra di sè la pubblica attenzione col modello di una statua ritraente un fanciullo che dimanda limosina. Fu bell' accorgimento dell' artista il farlo nudo per esprimere la sua sventura; anzichè coprirlo di cenci che non avrebbero potuto renderlo gradito a riguardanti. Egli distende la destra per implorare la carità e la misericordia de' suoi simili, e con movenza naturalissima portando sui capelli la sinistra volge alcun poco il viso, arrossendo di guardare chi forse gli negherebbe il soccorso della pietà. Intorno a quest'opera

non è stata discorde l'opinione universale, essendosi riconosciuta in quella figura una verità che non lascia desiderio, ed una condotta d'arte che l'invidia non trova a riprendere.

Spiritoso nel movimento, buono nell' assieme parve a tutti un vezzoso e animato fanciullo nel quale il sig. Leopoldo Trabalza romano volle effigiare il genio della pesca; e così, verissimo nell'azione e nell'espressione fu ravvisato un cane nell'atto di salvare dalle acque un bambino, gruppo modellato pur dal medesimo. Qualche artista ha notato mancare nella statua del genio alcun poco di finitezza nei piani se l'osservazione è vera, poco toglie al merito dello scultore che si mostra assai valente.

Una giovanetta che porge a mangiare ad uno scojattolo che le sta nel braccio, modellata dal sig. Odoardo Mayer prussiano, encomiata in generale pel molto suo merito, fu però ripresa pel non troppo studio messovi sopra, particolarmente nella finezza dei piani. Io poi vorrei fare osservare che le opere solamente modellate non possono giudicarsi così pel sottile, poichè gli scultori è al marmo che danno l'ultima finitezza, per cui spesso sul marmo il critico debbe ricredersi.

Una statua figurante Penelope, modellata dal sig. Jericheau danese, e condotta ad imitazione dell'antico non si rimase senza lode nel suo tutto, e fu singolarmente notato il nudo tanto bene sentito sotto le vesti. Sembrò eziandio verissimo il modello di una capra esposto pur dal medesimo.

Il sig. Luigi Simonetti romano mise in pubblico una danzatrice, un pastorello dormiente, ed un fanciullo giacente indispettito dello scherzo di un cane, ed ebbe encomii particolari per la prattica di marmo di cui fa spicco nella danzatrice, e per molta verità nelle altre due opere.

Due ritratti, un contadino, ed un cane del francese sig. di St. Marc non passarono inosservati; ed il busto di Sua Santità scolpito dal sig. Giuseppe Tuerlinck belgio fu stimato non dissomigliante. Diligenza e buona imitazione della natura, benchè un poco secca, fece distinguere un ritratto modellato dal sig. Raffaele Tuccimci romano.

Quattro opere espose il sig. Salvatore Revelli genovese, due scolpite e due in gesso. Somigliantissimo e condotto con diligenza assai rara è il ritratto di Monsignor Zacchia governatore di Roma: finito e del pari studiato è un altro busto, e

così l'altro di una Madonna nel quale innalzarono a cielo la devota e naturale espressione, e l'acconciamento del manto sul capo, con bell' arte riunito al petto per una borchia e che fa succedere ottimo partito di pieghe: hanno però appuntato alquanto di timidezza l'esecuzione. Nella statua delI'Innocenza (gesso) han trovato di lode degnissimo l'assieme, il partito delle pieghe, il modo del modellare. Non so quanto sia vera l'affermazione di taluno che disse l'atteggiamento esser piuttosto di chi intesse ghirlande di cipresso che di fiori.

Un gruppo in marmo ritraente un fanciullo che difende sua sorella da una serpe, scolpito dal sig. Giuseppe Goot inglese, distinguesi per moltissimo spirito e naturalezza di movimento; e per molta verità furono pure ammirati due cani variamente atteggiati, sebbene nel particolare siasi trovato a ridir qualche cosa dal lato della esecuzione.

L'esposizione sarebbe stata anche in fatto di sculture forse dieci tanti più ricca se l'angustia dei locali non impedisse la mostra dei monumenti, delle statue colossali, e di cose ancora di poca mole, ma numerose. È questa è forse una delle cagioni della noncuranza di esporre che si osserva in tanti artisti; imperocchè la luce in tanta brevità di sito non può colpire gli oggetti secondo che ciascuno vorrebbe, e secondo che spesso è non solo utile ma necessario; e cosi moltissimi non intendono di cimentare la propria riputazione con tanto pericolo. Speriamo che si provveda una volta anche a ciò, ed intanto rallegriamoci che i giovani scultori che in quest'anno fecero mostra delle proprie fatiche, diano cosi belle speranze.

ACHILLE GENNARElli.

VARIETA'

NOTIZIE DIVERSE

Musco assiro a Parigi - Sarà in breve aperto nella capitale della Francia il museo assiro che conterrà numerosi avanzi della civiltà che sono già 3000 anni, fiorì su le rive del Tigri e dell' Eufrate. Questo tesoro archeologicą è dovuto al signor Botta console francese a Mossul. I primi scavi furono eseguiti per cura di un viaggiatore inglese sul luogo stesso ove sorgeva l'antica Ninive. L'oggetto più importante scoperto, sono ormai 10 anni, fu un basso-rilievo rappresentativo di una caccia reale. Il signor Botta volle proseguire, a tutte sue spese

l'opera con tanta felicità cominciata, e le più belle scoperte ricompensarono le sue cure. Sono fra queste un basso-rilievo rappresentante un re sopra un carro trionfale tirato da cavalli magnificamente bardati: il re da vari personaggi è circondato uno de' quali gli tiene sospeso sul capo un' ombrello: ancora un altro basso-rilievo in cui si vede una testa infantile di tanta bellezza che di poco cedo alla perfezione dell'arte greca.

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Continuazione della storia de' Francesi. È noto agli amatori delle particolarità letterarie come il Sismondi lasciò imperfetta la sua storia de' Francesi. Uno scrittore di bella fama, Amedeo Reneè, promette di comporre l'ultimo volume che mancava al compimento dell'opera, e che comprenderà la vita ed il regno di Luigi XVI.

Causa letteraria. - La biblioteca reale di Parigi mosse, non ha guari una lite in ordine al possesso di un autografo di Moliere la cui vendita era annunziata con altri autografi curiosissimi. Esso è una quietanza di 144 franchi pagati dal tesoriere generale de' Menus-Plaisirs a Molier ed a vari attori della sua compagnia per la rappresentazione dell' Avaro e del Tartufo, in ragione di 6 lire il giorno. La lite sarà quanto prima agitata innanzi a'tribunali.

Scoperta letteraria. - Si è fatta recentemente nella biblioteca di Losanna una singolare scoperta letteraria, quella di alcuni versi inediti di Clemente Marot e di una epistola in versi di Caterina de' Medici. Ancora il signor Busoni incaricato dal ministro del pubblico insegnamento di raccogliere quanto si riferisce al carteggio di detta regina, scoprì nella biblioteca municipale di Roven XXXIX lettere di lei.

Torquato Tasso profeta: - 11 Tasso che un giornale parigino si degna chiamare grande poeta» visitò Parigi col seguito del cardinal d'Este il 4574: egli presentì tutti i furori della lega e sul finire dell'istesso anno lasciò la Francia. Carlo IX. che molto si dilettava di udir versi e di verseggiare egli stesso, gli fece buona ed onorata accoglienza. Il Tasso stimò giustamente la indole de' francesi ed antivide le infami frenesie della Convenzione, e la morte di un re e di un figliuolo suo, come si può vedere nella stanza che segue e che si trova nel suo poema della Gerusalemme conquistata:

La Francia adorna or da natura ed arte
Squallida allor vedrassi e 'n manto negro:
Nè d'empio oltraggio inviolata parte
Nè loco dal furor rimaso integro;

Vedova la corona, affitte e sparte

Le sue fortune e 'l regno oppresso ed egro:

E di stirpe real percosso e tronco

Il più bel ramo e fulminato il tronco.

BIBLIOGRAFIA

Tabulario del Duomo di Monreale ordinato ed illustrato da
D. Giambattista Tarallo.

Lo studio lodabilissimo di frugare i più riposti archivi e di pub-blicare documenti d'ogni ragione che ferve in tutta Italia, già si dirama alla vicina Sicilia complemento e corona di questa terra italiana. E così da parecchi anni il Garofalo, e più recentemente il Mortillaro pubblicarono il Tabulario della cappella palatina di Palermo: ed ora il Tarallo si propone di consegnare alla stampa i diplomi del Tabulario monrealese. Sono questi DCC o in quel torno inediti la maggior parte, e riguardano le più antiche ed insigni epoche della storia siciliana: LX in particolare si riferiscono alla dominazione normanna: fra'quali due di Ruggiero e due di Guglielmo II. sono arabo-greci, uno pure di · Guglielmo II. arabo-latino, e due altri di smisurata lunghezza che contengono l'uno la statistica di tutte le possessioni, l'altra quella de' vassalli. I diplomi arabi e greci vedranno la pubblica luce con la versione accuratamente eseguita, e tutti saranno illustrati con note diplomatiche, storiche e filologiche: a' tre volumi in che sarà scompartito il Tabulario, conseguiteranno undici tavole di fac-simile che comprenderanno le sottoscrizioni di Ruggiero e de' monarchi posteriori, i loro suggelli, i caratteri, le firme, i monogrammi di tutte le epoche cominciando dalla normanna sino a' giorni nostri. Speriamo che gli istituti letterari, le biblioteche, i sapienti di Italia e fuori siano per accogliere lietamente e giustamente apprezzare siffatto lavoro e per concorrere a sollevare il monastero monrealese dalle ingenti spese che dovrà incontrare a fine di pubblicarlo.

STORIA

SOMMARIO

Della guerra fra Clemente VII. e gli Imperiali (fine). P. Mazio. Documenti della storia di Francia (art. 3). A. Gennarelli. LETTERATURA - Sul romanzo (art 3). A. Gennarelli. BELLE ARTI Esposizione romana di belle arti. A. Gennarelli. VARIETA'

Roma 1 Giugno 1844.

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