Immagini della pagina
PDF
ePub

parlare al suo diletto, quale vagheggia il momento che il suo possa correre agli amplessi di Cristo: poco lungi si vedono i tre bene amati discepoli che sguardano a questa soave e come a dire domestica scena: la quale dal dipintore annoverese fu condotta con bello stile: solo a studio di staccare le figure dal fondo oscurò soperchio alcune parti di esse le quali a parer mio avrebbero dovuto avere più aria, e men parco lo effetto del lume, e così il proposto di migliorare il suo dipinto il trasse come avviene in un difetto.

Questessa scena figurò con lode Giacomo Fink tirolese.

2. Paesi, Acquarelli, Dipinti di Genere.

Roma e la campagna sua offerirono vario e piacevole argomento alla matita, al pennello degli artefici : Roma co monumenti dell'arte antica e della moderna, con le feste profane e sacre, con la indole de' suoi cittadini inchinevoli alla letizia, e la campagna di Roma con quei villaggi imposti sul dosso o su la vetta di fiorite colline, sparsi quà e colà come palmeti nel diserto, con quei castelli ove il patriziato romano spiegava il drappello de' bravi, e riscuoteva il tributo de' vassalli, con l'Aniene che trascorre placido, che raggiunto da' suoi seguaci dilata le ripe che ristretto fra le rupi imperversa, e dal burrone si getta nella convalle, con le mandre de' bufali che conoscono la voce e paventano il pungolo di un guardiano, con le sue scene romite, selvagge che direi romantiche, se non temessi il giudicato di coloro a cui piace più presto il difettare di certi vocaboli espressivi che il conferire italiana cittadinanza a certe voci di strania origine. Comincerò da monumenti. Vincenzo Podesti, Giovanni Favre, Alessandro Mantovani dipinsero alcune parti interne del Colosseo, tutti con lode di finita e diligente esecuzione: solo nel dipinto del Favre avrei amato più verità di colorito: le pietre tiburtine del Colosseo vestirono nel progresso degli anni quelle tinte che gli artisti chiamano calde, e che da molti avanzi della romana architettura il differenziano: il Podesti espresse egregiamente l'effetto vario de' torchi e della luna: il Mantovani ritrasse quella sezione dell' Anfiteatro ove alla memoria de' molti fedeli che vi furono maciullati dalle fiere, sorge una divota cappella: si legge la messa, e qua e colà si vedono drappelli vari di frati e di donne in

atto di pregare: per questo modo il pittore alla magnificenza di tanta mole aggiunse la maestà delle cerimonie religiose, e mentre l'arena di Flavio dipinta con squisita imitazione del vero riscuote a maraviglia lo spirito, l'ara, il sacrificio, i circostanti commovono soavemente il cuore. In due dipinti l'uno del Caneva, l'altro del Favre si offerisce agli occhi nostri la basilica di Agrippa, in uno del Iuillerat il mausoleo di Cecilia Metella, in uno del Cook la piramide di Cajo Cestio e il cemeterio de' protestanti adorno di scritte, di cippi, di monumenti che si vede presso la base della piramide. Il ponte palatino cui la rinnovata ruina e la vicinità della casa del tribuno Cola segnarono nella memoria del popolo, ed il ponte lucano opera di Narsete furono ritratti, quello dal Iuillerat con acquarella, questo dal Cook. Non mancarono i loro dipintori alle ville Mattei, Negroni, Medici, e Pamphily segnatamente alla borghesiana: quanto mi piace il laco, che sul primo entrare in detta villa si spiega, dipinto dal Majoli! vorrei sedere in quei seggi di viva pietra, vestiti di musco e di acanto, all'ombra di quei salci che natura diede compagni al dolore!

Un artista che veda specialmente ne' giorni della vendemmia o della messe la piazza che presso il teatro di Marcello si allarga, quivi si ferma, nè può restare dal farne subbietto al suo pennello. Gruppi di montanari si raccolgono intorno alla fontana, e si sperdono nelle botteghe, e trascorrono per le vie : alcuni allogano lor opera, alcuni prestano orecchio allo scrivano solito interpretare i loro pensieri, altri provvede a' bisogni di sua famiglia, altri rozzamente scherza con le venditrici: è un movimento, un gridio in tutta la piazza. Questa scena egregiamente ritrasse con acquarella Andrea Gasparini.

Ora con Francesco Diofebi entro la basilica di s. Lorenzo nel campo Verano: poi col Dubourcq mi poso su la barriera del ponte Milvio a vedere il corso del Tevere fiume gratissimo a' celesti; e poichè già sorge la luna e ne consiglia di gire a diporto, trascorro la via di Ripetta, e contro i prati neroniani mi fermo a vedere monte Mario, che il Bassi dipinse: poi mi lascio alle spalle Torre di Nona ove al gemito de' prigionieri succedettero le lusinghe delle cantatrici, e quivi Giuseppe Curowski mi mostra

l'Adriana mole ed il ponte che egli ritrasse dal vero, è ponendo la mia mano alla sua per un senso non di timore, come fece col duca suo l'Allighieri, ma si di compiacenza e di gratitudine, mi letizio nella veduta di Roma e più innamoro nella luna che configura e descrive col suo raggio d'argento le linee de'monumenti, e le balze de' romani colli.

Eugenio Landesio, Arturo Strutt, il Bromeis, il Duburcq dipinsero varie vedute della compagna nostra quale il luogo che dicono Casacalda tra la via labicana e la prenestina, quale una calata di sole, altri un gruppo di mietitori, altri una mandra di buoi che si disseta alla fontana. Sono altre vedute della Riccia, di Olevano, di Castel Gandolfo, di Albano, del lago di Nemi, di Terracina dipinte dal Pacetti, dal Castelli, dal Flacheron, dal Mantovani, dal Rauch, dal Corrodi, dal Marinoni: le quali se descrivessi a parte a parte, trasanderei quella misura di brevità che prefiggo alle scritture mie, nè potrei schifare la ripetizione di stesse cose: dirò solo come il Rauch ne' dipinti che chiamano di genere, è de' primi: come ne' paesi e nelle macchie del Flacheron, e del Marinoni si vede rara maestria di fare e verità di tinte grandissima; e ultimamente il Mantovani conferma la lode che Roma e Venezia gli tribuivano, di pittore « pieno di fuoco, di verità, di anima ».

Ma tempo è di voltar le spalle a questa romana terra, e di vagheggiare la vicina Campania. Il golfo di Salerno fu dipinto egregiamente dal Gmelin: io non guardo la scritta: lo riconosco nelle onde cilestre e pure che sono specchio alle circostanti colline, nella piaggia fiorita cui carezza il placidissimo mare, nel cielo azzurro e terso di nuvoli che lo incorona, e ringrazio l'artefice che potė stogliere il mio pensiero dalle pompe cittadine, e rinnovarmi la memoria de'giorni ahi! rapidi e scarsi che passai su quelle rive. In una tela di Bernardo Fries rivedo la bella Sorrento, in una di Desiderio Boguet la isoletta di Megari, o sia il castel dell' Uovo, in una di Luigi Fricke la isola di Capri ove al più innamorato riso della natura sorge compagna la rimembranza delle orgie tiberiane.

Molti altri sono i pittori di paese: alquanti di loro ricorderò le cui opere mi pajono più vicine alla evidenza e semplicità della natura. A Giuseppe Stack si dee lode grandissima per una nevata ed una marina a lume di luna la quale

pure, se le ombre che sono in avanti, non fossero calde soperchio, troverei perfetta: ma quella nevata è prodigio d'arte, chiunque rifletta quanto ardua impresa egli sia dipingere il cielo nevoso, e l'ozio della natura addormentata, impigrita, molto più che in questa nostra mitezza di clima non potè l'artefice studiare il fenomeno, ma dovette ritrarlo a memoria secondo che lo aveva veduto rinnovellarsi ogni anno nelle terre circonpolari. Lodabili trovo i paesi di Alessandro Finzi specialmente per bontà di colorito, come pure i paesi di Antonio Porcelli quantunque in quello in cui si vede un pastore di Saracinesco, il diligente osservatore desideri più fermezza di stile: del paese di Achille Benouville dirò breve ma pieno elogio: vi si vede il fare poussinesco. Francesco Cini conte di Piansano col suo paese insegna a' giovani nobilmente nati di sottrarre alcuna parte di tempo a' piaceri e di coltivare le arti disegnative che tanto valgono a raffinare la gentilezza dell' animo. Meritano lode particolare alcune vedute della Svizzera dipinte dal Juillerat : vi si vede robustezza di tono, fermezza di stile, evidente imitazione di quella natura selvaggia e sublime: e principalmente nel paese che ritrae la caduta inferiore del Reschenpach nella Oberlandia bernese, l'acqua che dal sommo della rupe si precipita, che trascorre, che negli stagni si raccoglie, è dipinta in modo che meglio non si potrebbe.

Fra' dipinti che chiamano di genere, esquisito mi parve quello di Enrico Koelman che ritrasse la cucina della infermeria nel monastero de' Cappuccini, e molto e lungamente maravigliai la finitezza del lavoro. Quanta verità nella imitazione de' più minuti obbietti! neile erbe e frutte diverse che in una tavola conficcata rozzamente nel muro sono ammontate e confuse, e nel tagliere, e nel camino, e nella zuffa implacabile del cane e del gatto che già si mette in guardia, già slunga il grifo, e forbisce le zampe pronto a distenderle, a vibrarle al movimento primo dell' avversario! che se il Koelman avesse un cotal poco ammorbidito lo stile, la più sperta censura non troverebbe menda nel suo dipinto. In contrario molto lodabile per morbidezza di stile è la Vendemmia, dipinto del Raadsig: ma il verde e l'oro delle foglie e de' grappoli del pergolato è forte così che meno del giusto campeggiano le figure. Nè di merito inferiore è l'al

tra tela dell' istesso Raadsig, rappresentativa di un pellegri no ospitato da una famigliuola di contadini: bello è il vegliardo che in atto di ricevere limosina da una fanciullina le tiene la mano sul capo e le implora la benedizione di Dio: stagli incontro la madre e si compiace della pietà di sua figliuoletta, e spera che la prece del pellegrino le sia pegno e scaturigine di felicità: due garzonetti sono intenti al focolare e l'uno ministra i fascetti, li compone l'altro ed alimenta la fiamma.

D'Ippolito Caffi che posso dire? egli studia nel vero, ne' fenomeni più pittoreschi della natura e li ritrae con rara evidenza, con gradazioni d'ombre e di tinte così maestramente condotte. Venezia veduta da'giardini in tempo di verno mi sorprende: e se piego il guardo alla festa de' pittori presso la torre degli schiavi, veramente mi pare di trovarmi fra' mille artefici varî di lingua, e di costume che quivi ogni anno si congregano, e di festeggiare con le ricolme tazze ed i balli incomposti il sorriso della primavera, il genio di Roma e l'accordo di tutti i popoli in un pensiero, in un proposito, di comprendere e configurare il bello.

Attirò la pubblica attenzione un caffè ed il ponte delle carovane a Smirne dipinto dal Witmer e tutti vi notarono molta grazia di fare è gusto di colorito.

Luigi Rubio romano figurò una donna che attinge acqua al fonte, Corrado Zeller svizzero una contadina di Abruzzo in orazione: nê queste opere passarono inosservate.

3. Miniature e Ritratti.

Due egregie donne Agnese Rufini ed Enrichetta Narducci fanno fede di loro perizia nel miniare, arte che esigendo una esquisita finitezza in tutte le parti, segue facilmente la mano femminile più della nostra delicata e paziente. Della Rufini vedo una Dolorata che tiene le mani conserte sul seno e fisse le pupille nelle spine e ne' chiodi che le sono avanti: deh! quanta acerbezza di dolore è dipinta in quel viso quanto egli è nobile, sopracceleste, degno di lei che nobilitò la natura nostra col parto divino! appena una lagrima le corre giù per la castissima guancia, conforme a quel detto « leggo che stette presso la croce, non leggo che

« IndietroContinua »