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adageremo tutti e due all'ombra del melo: il pomo più rosato io lo côrrò per lei, le comporrò un mazzolino, e vi metterò un sospiro, un languido sospiro. Povero me! ancora non potei avere da Maetta un bacio d'amor puro. - Tacete, mio caro, non cantate più, tacete, mio caro ; la gente vi ascolta; quando noi ci troveremo nel praticello, e saremo tutti e due soli, allora io vi darò un piccolo bacio d'amor puro e e forse due. >>

In un altro canto su l'inferno è detto;

« Le sue porte sono state serrate, e inchiavate da Dio: egli non le aprirà mai : è perduta la chiaye. »

In un altro la piccola Tina venduta al vecchio barone di Tanioz, esclama: « Addio sant' Anna, addio, campane del mio paese, campane della mia parrocchia, addio. » In somigliante modo Lucia nell'entrare il battello in compagnia della madre e del carissimo Renzo salutava la sua terra natale. « Addio, montagne sorgenti dalle acque ed erette al cielo.... ville sparse e biancheggianti sul pendio come branchi di pecore pascenti, addio....: addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore, dove era promesso, preparato un rito, dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto e l'amore venir comandato e chiamarsi santo, addio (1) ».

PAOLO MAZIO.

VIAGGIO DEL CAPITANO WARNGREEN.

Il brick mercantile svedese il Bull comandato dal capitano Warngreen dopo tre anni e più di viaggio rientrò nel porto di Stockholm il 7 settembre del passato anno. Essendo

(4) Prom. Spos. T. I. c. VIII.

arrivato a Port-Philippe nella New Galles suthem (Nuova Galles meridionale) il Bull fu noleggiato da una società inglese che in quella terra è stabilita, per andare a visitare le isolette dell'Oceano pacifico, ed acquistare col cambio delle manifatture legno di sandalo, scaglie, e parecchi altri oggetti destinati al commercio con la Cina. In questo viaggio che durò sette mesi o in quel torno, Warngreem approdò in alcune isole che forse nessuno europeo, dopo Cook, aveva visitate, e in alcune altre che in niuna carta si trovano indicate. In queste ultime isole, di cui Warngreem seguendo, come dice egli stesso, l'uso degl' inglesi prese possesso in nome del re Carlo Giovanni, trovò negl' indigeni piacevolezza d'indole e bella proporzione di membra. Non conoscono il ferro e per qualunque pezzo, comechè piccolissimo di questo metallo, esempigrazia per un chiodo vecchio e rugginoso offrono tartarughe intiere. Si mostravano pure avidissimi di piccoli pezzi di vetro, come a dire di frantumi di ampolle, o di storte, e se ne servivano per radere e rimondare i corpi loro, operazione che durava tre o quattr'ore. Allora quando il Bull si avvicinò a queste isole che sono poco lontane le une dalle altre, molti indigeni in piccoli navicelli intorniarono il bastimento, e fecero mostra di volerlo montare: ma solo un colpo di fucile tirato in aria bastò ad allontanarli; fatto che proverebbe esso solo come queste isole non erano state visitate, o almeno frequentate mai dagli europei. Il re di una di queste isole spiegò molto favore per il capitano Warngreen, e lo presentò del suo scettro composto di un bastone tagliato con arte e coronato da un disco sottilissimo di diaspro verde.

Warngreen riportò molte piante e un gran numero di armi e di utensili in legno ed in pietra. Si aspettano con impazienza i particolari della navigazione, e della scoperta che saranno pubblicati dal capitano, dopochè il governo svedese abbia deciso di volere o no conservare il dominio di queste isole. (Da lettera di Stockholm).

ANEDDOTO

la

Nella università di Bonn, quantunque la sua istituzione si riferisca al 1818 e le lezioni si facciano in alemanno, il programma annuale degli studi si pubblica in lingua latina, come nelle rimanenti università di Germania. Ora lo scrittore del programma per il primo semestre del nuovo anno 1844, dovendo annunciare che non vi sarebbero state le lezioni ordinarie di linguistica o etnografia comparata per ragione che M. Kosegarten professore di questa scienza, viaggia in paesi stranieri, e volendo ciò significare con una locuzione di latinità castigata, usò la seguente formola: barbaras terras peragrans. Il direttore di polizia, che per quanto pare non ha piena conoscenza delle esquisitezze latine, interpetrò la parola barbaras nel senso che nelle lingue moderne le si attribuisce, e sapendo che M. Kosegarten viaggia la Russia, e che l'imperatore Niccolò si trova attualmente (12 settembre 1843) a Berlino presso suo cognato il re di Prussia, vide nella espressione barbaras terras, che per suo giudicio doveva significare terre barbare, un allusione offensiva contro la Russia e forse contro lo stesso imperatore. Il perchè fece di presente ritirare i programmi affissi e sequestrò gli esemplari che ne restavano nella cancelleria della Università. Dura tuttora nel mondo universitario il ridere che questo atto barbaro provocò.

SOMMARIO

(dal Journal des Debats)

Proemio. I compilatori. STORIA. Sulle condizioni attuali della storia. A.Gennarelli. Sopra un diario di Emmanuele Filiberto duca di Savoia scritto da lui medesimo. L. Cibrario. Sfida fra Pietro Mellino e Giulio Porcaro. P. Mazio. ARCHEOLOGIA. Sopra una iscrizione tusculana trovata di recente. B. Borghesi. ARCHITETTURA. Sopra una murazione dell'architetto Gio. Moretti. F. Gasparoni. LETTERATURA. Sul romanzo. A. Gennarelli. Canti popolari della Bretagna minore. P. Mazio. VARIETA'. Viaggio del capitano Warngreen. Aneddoto.

Roma 1 gennaro 1844.

IL SAGGIATORE GIORNALE ROMANO NUM. 2.

STORIA

LA STORIA DEL MEDIO EVO

I vincitori del mondo spingendo gloriosamente le aquile fino agli ultimi termini della Dacia al settentrione del Danubio terminavano quivi le loro conquiste: cui conseguitarono dieci secoli luttuosi nei quali la umana famiglia provò calamità che atterriscono l'immaginazione, o si voglia considerare la estensione dei disastri, o l'intensità dei patimenti, o il numero delle vittime. E di questa catastrofe la mente umana tanto più si spaventa in quantochè quegli avvenimenti congiungonsi alle memorie di una grandezza unica ed innanzi alla quale stupisce il mondo; quel mondo che sa come in Treveri stanziasse il prefetto delle Gallie al quale obbedirono la Francia, la Bretagna, la Spagna, il Belgio, il Portogallo e l'Olanda costituenti una sola delle quattro prefetture romane, stabilite da Diocleziano; quel mondo che non può cancellare il passato, poichè in tutti i paesi ad ogni piè sospinto sorge una gloria romana.

Ma noi non dobbiamo prendere tanto di lungi le mosse: le cause della decadenza e della caduta dell'impero romano furono studiate ed esposte da tanti uomini grandi che non è mestieri ritornarvi sopra: basti per tutti nominare Gibbon e Sismondi. Quale fosse l'impero, quai cangiamenti quali forme novelle assumesse l'Italia ne' vari tempi dopo la inondazione de' barbari, tale si è la ricerca tale lo studio di chi si fa a meditare il medio evo.

ANN. I.

4

« Due e talvolta più nazioni viventi sullo stesso suolo, e diverse d'interessi, di lingua, di fogge, e in parte di leggi, tale è il fenonemo che presentò quasi tutta l'Europa dopo le invasioni e gli stabilimenti barbarici. Fino che le conquiste non furono pienamente consumate gli indigeni e gli aggressori erano fra di loro in istato di guerra: ma cessata, coll'assoggettamento dei primi, la guerra propriamente detta, le relazioni fra i due popoli dovettero di necessità assumere un carattere permanente e, in un certo senso, legale. Queste relazioni fondate da per tutto sur un fatto simile, la conquista; e nello stesso tempo variamente modificate da infinite circostanze parziali, hanno dovuto certamente produrre un grande, nuovo, vario e caratteristico svolgimento di natura umana e dare al corso della società un movimento particolare e degno di osservazione; pare quindi che dovrebbero essere una sorgente feconda di scoperte e di cognizioni. E non pertanto è questo uno dei punti più oscuri, più ignorati, più trascurati della storia ». Così Alessandro Manzoni in quel suo stupendo discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia. Se dunque questa parte di storia è la più ignorata è ben giusta la universale tendenza del secolo a rischiarare que' tempi.

E per vero, in quella convulsione del genere umano, in quelle eterne e rinascenti lotte di vincitori e di vinti, in quello stato di non interrotta violenza la letteratura si estinse e non rimase neppure come una memoria; cosicchè per secoli il silenzio è fatale e profondo, o se qualche volta interrotto mal saprebbe dirsi se sia con utile o danno. Perocchè le cronache raro o non mai distinguono le due popolazioni e e i racconti riguardano generalmente i vincitori, quasi gli indigeni non esistessero. Quindi avvenne che molti storici tennero per dimostrato che gli invasori fin dal principio delle irruzioni si mescolassero con gli antichi padroni formando uno stesso corpo civile, un popolo solo. Nel qual

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