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« pianse»: è la Dolorata del Guercino. La Narducci copió con grazia e diligenza molta la Bella di Tiziano che si vede nella galleria Sciarra, la Poesia di Carlo Dolci, la Modestia e la Vanità di Leonardo, la Maddalena di Guido.

Mi resta dire delle opere di pittura icastica: vi sono ritratti del Latilla, del Riccardi, del Mancinelli, del Bigioli, del Rabl, del Clavé, del Kaelman, del Blaas, del Bompiani, del Rossi, del Tirinelli, dell' Orlow, del Podesti (Vincenzo), del Janni, tutti più o meno lodabili pel colorito, o la morbidezza dello stile, o il piegare de' panni : e poichè il Tirinelli, il Riccardi, il Rossi ed il Mancinelli espressero fattezze a me note, solo di loro posso affermare che ritrassero fedelmente i caratteri e il tipo degli originali.

LVI artisti esposero nelle sale del Popolo i dipinti loro, XII romani, III delle provincie, I toscani, Iv del regno Lombardo-Veneto, IV austriaci, VIII della Confederazione Germanica, v inglesi, I russi, v francesi, I belgi, I olandesi, uno spagnuolo, un prussiano, un polacco, uno svedese, un napolitano dalla quale statistica si vede come ogni reame, ogni nazione mandi i suoi candidati a questa Roma, sacrario delle belle arti a studiare o perfezionarsi nella pittura. Ma chi solo nelle annuali esposizioni volesse fondare il suo giudicio intorno allo stato in che sotto il nostro cielo si trova la pittura, come acconciamente notava il mio collega, andrebbe errato perchè i soliti di esporre le opere loro nelle sale di porta Flaminia sono appena la decima parte di quei molti italiani e stranieri che professano in questa Roma l'arte del pingere. Già le dette sale non bastano alla mostra di tante opere, nè ricevono conveniente lume da spesse finestre: il perché dopo certo decorrimento di giorni alcuni sono stretti di ritrarre le opere loro e far luogo alle altrui, e cosi non è unica e simultanea la esposizione de' vari dipinti : poi egli è una società particolare di amatori delle arti belle e di artefici che per le spese della esposizione si tassa in data somma ed a quei soli è data facoltà di sporre che pagano un contributo. Chi vuol vedere quanta sia la eccellenza degli artefici o nati o educati in Roma, quale lo stato delle arti, quale la scuola pittorica da' più e da' migliori seguita, visiti le particolari officine e vedrà che Roma e Italia che nelle altre discipline hanno forse

egualità, forse somiglianza di merito con le altre nazioni nelle belle arti mantengono preminenza certa, autentica, non combattuta..

PAOLO MAZIO

VARIETA'

BIBLIOGRAFIA

Sopra le Statue di bronzo esistenti nella cattedrale di Ferrara, lettera dell' ab. Giuseppe Antonelli.

Sono nella cattedrale di Ferrara V statue in bronzo, il Crocifisso, la Vergine. s. Giovanni, ed i ss. Giorgio e Maurelio protettori della città. Circa gli autori ed il tempo di queste statue, molto per detto del Frizzi e vanamente si questionò. Pure nel libro della fabrica della cattedrale ferrarese sono registrate le ricevute dalle quali si vede il nome e la epoca degli artefici: e primo a conoscere le dette ricevute ed a valersene per la definizione di questa artistica controversia fu Leopoldo Cicognara. Ora l'abate Giuseppe Antonelli custode della biblioteca ferrarese pubblica la prima volta e adorna di erudite note questi documenti in una lettera diretta a Michelangiolo Gualandi che da parecchi anni si occupa di consegnare alla pubblica luce memorie originali di belle arti. Da queste ricevute si vede come il 1455, essendo vescovo di Ferrara Francesco de Lignamine padovano già segretario di papa Eugenio IV, e fabbriciere del duomo Vincenzo de' Lardi, le dette statue furono allogate in cccc ducati d'oro che sono scudi romani DLXXXIII e bajocchi xx, a Nicolò de' Baroncelli fiorentino che già pure in bronzo aveva fusa la statua equestre del marchese Nicolò, a Giovanni suo figliuolo e a Domenico Parise suo cognato i quali dopo la morte del Baroncelli continuarono la fusione delle statue de' ss. Giorgio e Maurelio. Ancora si vede come il Donatello fu chiamato a Ferrara il seguente anno da Agostino Villa giudice de' xi Savî, non si sa per che fine, ma crediamo con l'Antonelli a fine di esaminare i modelli già fatti da Nicolò.

SOMMARIO

STORIA - Sopra un documento che riguarda la rinunzia di Carlo V. all' Impero. A. Gennarelli. Documenti della storia di Francia. A. Gennarelli. LETTERATURA Permutazioni della poesia. P. Mazio. BELLE ARTI - Esposizione pubblica nelle sale del Popolo. P. Mazio. VARIETA'.

Roma 15 Giugno 1844.

FINE DEL VOLUME I. ANNO I.

IL

SAGGIATORE

GIORNALE ROMANO

DI

STORIA LETTERATURA BELLE ARTI
FILOLOGIA E VARIETA

DIRETTO E COMPILATO

ᎠᎪ

ACHILLE GENNARELLI E PAOLO MAZIO

ANNO I. VOL. 11.

ROMA

TIPOGRAFIA DELLA MINERVA

A SUA ECCELLENZA

Il signor Principe

D. CLEMENTE ALTIERI

CAPITANO DELLE GUARDIE DI N. S. E GRAN CROCE

DELL' ORDINE DI S. GREGORIO.

Questo

Questo giornale, fino da' suoi principî, è cosa vostra Voi, Principe Eccellentissimó, schiudendo alle nostre ricerche il vostro archivio, ne deste occasione e modo di raccogliere una larga supellettile di documenti d'ogni ragione destinati a vedere in esso la pubblica luce. E già con la guida e il lume di quelle carte potemmo illustrare la storia del tremendo sacco di Roma ne'tempi di Clemente VII. e potremo in appresso illustrare quella di varî ponteficati e delle guerre di Germania e di Fiandra ; mercechè i vostri maggiori Paluzzi, Albertoni, Delfini ed Altieri o capitani o nunzî o priori del popolo romano o cardinali ebbero non poca parte

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