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vede una figura di tale che si direbbe Orfeo; ma nella intenzione del dipintore e nella opinione de' riguardanti non è nè può essere il poeta di Tracia, si bene Giovanni Evangelista che volò come aquila co' suoi vaticini: ed un gigante vi si vede che rassembra il Tevere, ma non è come pare il fiume che bagna Roma, sì bene il Giordano santificato dal toccamento purissimo del Redentore. Ancora nel cemeterio di Priscilla esiste il ritratto di un eroe cristiano, e intorno e da presso si vedono colombe e pegasi e aquile e per fino una donna in attitudine di correre con tirso e grappoli di uva in mano a guisa di baccante, simboli al tutto gentileschi ma tolti e adattati a significazioni in tutto diverse: perchè le colombe nel monumento cristiano sono simbolo della pace, i pegasi e le aquile della immortalità, la baccante della stagione autunnale in che mancò a' vivi l'eroe.

Ultimamente in un'antica medaglia del museo Vettori di Roma che fu pubblicata dall'Arevalo nelle sue note a Prudenzio (1), si vede presso la graticola in che divampa san Lorenzo, l'anima di lui in figura di donna che ha fisse in cielo le pupille e protese alla preghiera le mani, simbolo anche esso tolto dal paganesimo che le anime figurava in sembianza di donna o veramente di farfalla: e gli scultori cristiani usavano, come osserva il Passeri (2), ritrarre i tre giovanetti babilonesi a guisa di Mitra, acconciando loro il berretto acuminato e la crespa sopravvesta. Alle quali cose se avessero posto mente gli antiquarî, non avrebbero affermato il cuore che si trova in alcune lapidi fuori dubbio cristiane, essere uno scherzo dell' incisore e fare la vece di segno ortografico, non essere un segno del cordoglio amarissimo de' superstiti per la morte dell' amico o del congiunto (3): nella quale opinione vennero coloro falsamente pre

(4) T. II. pag. 932.

(2) Dissert. de dipt. quiriniano.

(3) V. Lupi dissert. VII. pag. 239, il Boldoni, ed il Grassero.

supponendo che i monumenti de' primitivi fedeli non potessero in verun modo partecipare i simboli e le forme del paganesimo, come se in cristiane iscrizioni non si leggesse pure la profana formola Düs manibus (1) o somigliante, e la costumanza di porre vivande su le tombe de' defunti che dai cristiani si serbava ancora ne' tempi di sant' Agostino, e quell' altra delle Agapi non fosse, quanto alla sostanza dell'atto, derivata dal paganesimo. Nel resto benchè ne' primi secoli le arti figurative de' cristiani quasi non avessero indole propria e nativa, pure si trattavano in qualche modo: ma la poesia non si coltivava ancora, quando non vogliate distinguere con questo nome gli inni o le cantilene divote che per testimonianza di Plinio recitavano a Cristo i fcdeli (2). Nè dee maravigliare alcuno che in quei primordi non fiorisse fra le genti cristiane la poesia, arte, qual'è, adornativa, non necessaria: poichè ancora la scienza del vero soprannaturale e del naturale ebbe pochi scrittori, Ireneo, Ippolito portuese, Ignazio, Clemente fra' greci, Tertulliano, Modesto, Cipriano fra' latini: della quale inopia si trova legittima e sufficiente ragione quando si pensi, come ho detto, alla deplorabile condizione del cristianesimo nascente.

Ma quando Costantino affrancò come a dire la fede e di serva ed oppressata che era la fece libera e fiorente e dagli arenarii la trasse in aperto e là in trono e ne' tempii la dedicò, allora cominciarono i cristiani a coltivare le amene discipline che dicadevano fra' gentili, e lettere ed arti s'informarono nel pensier religioso, e indole nuova vestirono, e si atteggiarono in modi nuovi. Certo straordinarii e mirandi subbietti di poetica composizione offerivano alla immaginativa di quei fedeli la comparsa di Cristo a Costantino, la sconfitta di Licinio, di Massenzio, di Giuliano, lo eccidio

(4) Odorico pag. 43.

(2) Solitos illos fuisse ante lucem convenire carmenque Christo quasi Deo dicere secum invicem.

del gentilesimo, di quel colosso dal piè di ferro che aveva padroneggiato i quattro venti della terra, il trionfo della fede a cui suggettavano la fronte popoli e tribù, e poi le persecuzioni de' Cesari, le perfidie de' Proconsoli, le cavillazioni de' Sofisti: e fu quello il tempo in che fiori una poesia intimamente cristiana e però dissimile a gran pezza dalla poesia del paganesimo. Sentirono le influenze nuove, vagheggiarono i pensamenti inusitati Lattanzio che dettava un carme passionatissimo su la morte di Cristo, e Paolino Nolano ed Ambrogio che di inni adornavano le tombe de' martiri, e Prudenzio che cantava le pugne dello spirito col senso, ne' temeva di affrontare Simmaco prefetto di Roma che dava opera di ristabilire il culto e le are della Vittoria. E nel vangelo e nella elocuzione de' profeti di Dio informavano ancora i versi loro Gregorio di Nazianzo quando toccava la lira con quella efficace soavità con che persuadeva dalla cattedra episcopale i dommi della fede, e Nonno di Panopoli quando celebrava il risorgimento di Cristo, ed Efrem di Edessa le cui canzoni divennero nella Siria come erano nella Grecia gli inni di Lino e nella Scandinavia le saghe degli Scaldi. Sofronio patriarca di Gerusalemme si può dire l'Anacreonte della poesia cristiana: tanta dolcezza spirano al cuore le odicelle sue intorno a' misteri di nostra fede: e se leggo i carmi con che Boezio temperava le noie di sua prigionia, maraviglio che avesse così eletta vena di poetare egli che speculava con tanta acutezza la Trinità di Dio e il nodo sustanziale delle due nature e delle due volontà nella persona di Cristo.

PAOLO MAZIO

VARIETA'

INVENZIONI E SCOPERTE

Stampa galvanica de' tessuti.

La stampa delle stoffe è vicina a sottostare ad un pieno rivolgimento. Due sono i metodi che si stanno sperimentando, e col mezzo dei quali s'intende a raggiungere tale scopo. Il primo, che si può riguardare come affatto originale, e che si distingue col nome di metodo galvanico, sarebbe, stando alle dichiarazioni delle persone partecipi del secreto, perfettamente praticabile nell' arte dello stampatore. Da quanto è già traspirato, parrebbe che se ne potesse avere un idea da quanto stiamo per dire :

a

Supponiamo che si tratti di stampare con tal metodo una pezza di calicò; tal parte meccanica del lavoro si farà assolutamente come nel metodo antico, vale a dire col mezzo d'una macchina e d'un cilindro, con questa differenza però che quel cilindro non è intagliato, ma porta un disegno composto di varii metalli, come il ferro, lo stagno, l'ottone, lo zinco ecc. Il cilindro è impregnato d'una preparazione acida, la cui ricetta è ancora secreta, poi viene applicato sul calicò, su cui il disegno trovasi allora stampato in nero, azzurro, verde, rosso, od altro colore qualunque.

Quando la pezza esce dalla macchina, la si fa asciugare colla maggior prestezza possibile, e in tale stato la stampa è compiuta, e non richiede più altra operazione. Il punto principale, in tal metodo, è la preparazione della composizione acida, la quale possiede, assicurasi, la singolar proprietà di dare a' tessuti i colori che si vogliono in virtù della combinazione de' metalli che compongono il disegno formato sul cilindro ».

Macchina aritmetica.

Il signor Roth, nativo d'Ungheria, dottore di medicina, il quale a Parigi esercita la sua arte, ha inventato una macchina aritmetica, che fra poco sarà soggetto di commercio. Leibnitiz vi spese 24, 000 talleri senza avere ottenuto il suo scopo, e Babbage, con 17,000 lire sterline spese nel corso di 13 anni, appena aveva potuto condurre l'opera fino al calcolo d'una somma di cinque cifre. Il signor Roth ha promesso di pubblicare la storia delle origini e dei progressi delle macchine aritmetiche. Anche la macchina che moltiplica e divide, è gia

ritrovata sin da un anno, ma di questa non è giunto ancora verun esemplare in Ungheria; di quella però che somma e sottrae, si può vedere un esemplare a Kassau (Casovia) presso il signor Roth fratello dell' inventore. Questa macchinetta è lunga 8 dita, larga 2 e mezzo ed alta 4 dito e mezzo; nell' istesso momento, che vi si sono collocati i numeri da essere sommati o sottratti, già se ne mostra il risultato; non meno è maravigliosa la riduzione dei carantani in fiorini, ed il trasporto di quelli anche in numeri che contengono delle centinaia di migliaia. Se la macchina non fosse così piccola, si direbbe esservi qualcheduno nascosto dentro; e per certo ne è sì sorprendente la operazione, da trasecolarne. Dopo due settimane in circa arriverà da Parigi a Peot una tale macchina per campione ; il suo prezzo è 24 fiorini M. C. Se si avranno almeno 50 soscrizioni per tali macchine, esse saranno regolate dietro l'idioma ungarese. A ciascun esemplare viene aggiunto l'ammaestramento intorno alla maniera di farne uso, ciò che in un quarto d'ora si può pienamente apprendere.

Fabbrica di mattoni.

Il signor Prosser di Birmingham ha fatto una scoperta nella fabbricazione dei mattoni, che sembra dover riuscire molto vantaggiosa all' architettura. La novità del metodo proposto dal medesimo consiste nell' impiego dell' argilla asciutta ridotta in polvere e compressa entro modelli di metallo, sicchè le particelle argillose aderendo tra loro formino un corpo compatto e solido. Non richiedendosi in questa manipolazione l'uso dell' acqua, restano pure inutili tutti i processi di esiccazione, ed i mattoni così fabbricati possono immediatamente passare dalla macchina di compressione alla fornace. Atteso la grande pressione necessaria per operare l'adesione delle particelle argillose, questi mattoni aquistano una densità maggiore dei comuni: sono quindi assai meno porosi, e non soggetti ai guasti dell' umidità e de' gelo. A questi vantaggi aggiungonsi pure i seguenti: qualunque ornato architettonico vogliasi imprimere sull' argilla, questo si conserva in tutta la sua perfezione acquistando nella cottura eguale durezza in ogni sua parte: inoltre con questo metodo si possono fabbricare i mattoni in tutto le stagioni e con economia maggiore che con altro qualunque in uso. La pressione di questi mattoni si ottiene per mezzo di un torchio idraulico della forza di 300 tonnellate. La macchina presentemente in opera fornisce quattro mattoni per volta nello spazio di circa mezzo minuto, e può facilmente essere costrutta in modo da dare cinquanta mattoni al minuto.

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