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NUOVI GIORNALI

Giornale Euganeo. Questo giornale ha cominciato con felicissimi auspici a vedere la luce in Padova nel corrente anno. Pubblicasi in fascicoli di 40 in 80 pagine in 8 in ogni quindici giorni, l'edizione n'è bellissima.Se ne annunzia direttore il prof. Meneghelli, compilatore il dottor Berti, editore Jacopo Crescini noto per poetici lavori.

Il Teofilologo. Questo giornale ha cominciato a veder la luce in Teramo nel febraio del corrente anno. Vien fuori a fascicoli mensuali di quattro fogli in ottavo. Se ne annunciano compilatori il sig. Giovanni Cantoli abruzzese e il sig. G. B. Crollalanza di Fermo.

NOTIZIE LETTERARIE

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Il sig. Andrea Barrego ha stampato a Madr'd un suo trattato di economia politica che vien molto lodato. Il ministro delle finanze in Ispagna ne ha preso 200 copie (Heraldo.)

Il sig. Lenoir, editore della grand' opera del sig. Seroux d'Agincourt sull' Istoria dell' arte durante il medio evo, ha ora messo in vendita le Ricerche sui monumenti e l'istoria de' Normanni e della casa Sveva nell'Italia meridionale, pubblicazione fatta per cura del Duca di Luynes, col testo scritto da Huillard-Breholles traduttore di Matteo Paris, e coi disegni dell' architetto V. Baltard. Fra questi disegni notansi le porte di Amalfi che servirono di modello a quelle di Monte Cassino, come la porta principale di s. Paolo fuori le mura in Roma servì di modello a quella di Monte Santangelo, le porte di Trani donde furon copiate quelle di Lavello e di Monreale, tutte di stile bizantino, il castello di diporto di Federico II. presso Andria in sei tavole (Castel del monte), ec. Fra le note osservasi una traduzione del libro De Pomo del Re Manfredi fatta su di un manoscritto della Biblioteca Reale di Parigi. Gl' incisori sono stati i sigg. J. Bein, Lesnier, Aubert padre, Hibon. La stampa è uscita dalle officine di Panckoucke (Vedi Saggiatore, vol. I. pag. 335. 336).

Il giorno 8 aprile doveva aver luogo in Parigi la vendita di una ricchissima raccolta d'autografi, nel cui catalogo notavansi i seguenti nomi italiani: Alfonso II. d' Este, Alessandro Farnese, Lorenzo de' Medici, Cesare Borgia, Vittoria Colonna, Benedetto XIV, Giulio II, Leon X, Clemente VII, Clemente VIII, Bellarmino, Alemanni, l'Aretino, Guicciardini, Macchiavelli, Palmieri, Poliziano, Benedetto Varchi, Luigi Caracci, Paolo Veronese, ec. ec.

Questi autograf sono in tutto seicento, oltre a quattro raccolte di autografi degli uomini che han figurato in Francia nelle varie assemblee nazionali, negli eserciti, e nell' Istituto.

Il dì 5 marzo, a Berlino, nel Teatro d'Urania, una compagnia di studenti ha recitato in latino i Captivi di Plauto, ridotti in tre atti col prologo. Oltre il Re e il Principe di Prussia, si notavano fra gli spettatori il principe di Wurtemberg, Eickhorn, de Savigny, Alessandro Humboldt, e infiniti altri dotti letterati e artisti. Fra un atto e l'altro sono state cantate da 20 studenti tre odi di Orazio messe in musica da Meyerber e da Cristino Truber. Le scene erano disegnate da Stank e dipinte da Grossius. Zimmermann ha diretto il vestiario, per ordine del re che ha dato gli abiti necessarii.

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NOTIZIE DIVERSE

Il giorno 26 aprile il dottor Payerne ha fatto esperienza della sua campana da marangoni nella Senna, rimanendo per 3 ore e 25 mlnuti sott'acqua in compagnia dell'ingegnere Poirée. Il dì 27 ne ha fatto una novella prova, rimanendo per mezz' ora sott'acqua coi signori Dumas, Regnault e Deloffre. La campana ha una capacità di 3 metri cubici. Senza aver comunicazione coll' aria esterna, l'aria che contiene si conserva pura, poichè un ventilatore ad azione continua aspira l'aria e la fa passare attraverso una soluzione acquosa di potassa causticata dalla calce: l'alcali si combina coll' acido carbonico e se lo assorbe. Per rinnovare l'ossigeno, e'si fa uso o di ossigeno compresso e rinchiuso in un cilindro di rame che gira intorno alla base, o pure di sostanze che sviluppano ossigeno senza l'azione del fuoco, come sarebbe il perossido di potassio. La campana è a dobbia parete, e nell' intermezzo vi s'introduce aria compressa ed acqua: l'aria se ne fa uscire in parte per una chiave quando la campana comincia a scendere, per contrabbilanciare la pressione dell' acqua; quella che rimane gravita sull'acqua che è con essa rinchiusa, e quest' acqua, uscendo per un'altra chiavo fa muovere il ventilatore con un ingegnoso meccanismo.

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Milano ha perduto, in età di 82 anni, il celebre architetto cav. Luigi Canonica, a cui quella città dee l'Anfiteatro sulla porta Vercellina e il Teatro Carcano. Ei lascia cinque milioni di lire, delle quali dugentomila alle scuole primarie di Lombardia, e centomila per aiutar gli studi di un artista scelto ogni anno dall' Accademia di belle Arti di Milano.

Nei nostri N. 18 e 73 abbiamo parlato degli scavi, che il console francese Botta fa eseguire a Chorsabad, non lungi dal sito dell' antica Ninive, nei dintorni di Mossul. Recenti notizie narrano

come abbia

scoperto due porte, ognuna delle quali aveva da un lato un toro colossale colla testa di uomo e dall' altro una figura umana con testa ed ale d'aquila, l'uno e l'altra dell'altezza di 15 piedi. Queste porte mettono ad una sala lunga 120 piedi, ma la cui larghezza è tuttora ignota. L'unica parete che siasi finora scoperta, quella del lato di mezzodì, è coperta da bassirilievi rappresentanți battaglie, conquiste di fortezze e simili, con iscrizioni in caratteri assirii. Il poggio, su cui sorgeva il palazzo, era un tempo circondato da mura di pietre da taglio e bastioni, e tutto occupato dallo stupendo edifizio. Botta fa lavorare 50 uomini al giorno, e spera di aver compiuta l'opera entro dieci mesi. Egli scoprì che il poggio stava in diretta comunicazione con Ninive. Fra Chorsabad e Ninive, trovansi parecchi di tali poggetti, con frammenti di mura di pietre cotte o da taglio, coperte d'iscrizioni, che furono probabilmente le fondamenta di altrettanti palazzi. Pare che quello di Chorsabad, dove si scava, possa essere stato un palazzo reale, situato ad una delle estremità di Ninive. In questo caso il ricinto quadrato che anche prensentemente è chiuso da un vallo, e che rinserra il così detto poggio di Giona, che si credeva essere l'intiera Ninive, non sarebbe che la vasta sua reggia, e la città sarebbesi allungata fino ai poggi di Chorsabad per un tratto di 5 ore di cammino di carovane. Si capirebbe così come potesse Giona girare tre giorni per la città, cosa ch' era inconcepibile qualora il ricinto quadrato fosse stato la città intiera, essendo a tanto troppo ristretto. Finora il sig. di Bourqueney non ottenne la permissione di trasportare in Francia i bassirilievi ed altre preziosità scavate, permissione che la Porta non ricusò giammmai. Però non si dubita che non sia per ottenerla; non potendo la Francia rinunziare al possesso di oggetti cotanto rari (unici dell' Assiria che si conoscano fino al dì d'oggi) e per discoprire i quali ha fatto tanto. (G. V.)

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Pag. 103 lin. 5 in luogo di Civitavecchia leggi Orvieto

SOMMARIO

STORIA - Intorno all' Archivio storico italiano. A. Gennarelli. Illustrazione e lettera di Gregorio X esistente nell' archivio Caetani. A. Gennarelli. ECONOMIA PUBBLICA Sulla condizione sociale ed economica degli agricoltori in Irlanda. Conte G. Verzaglia. BELLE ARTI PITTURA. Di un altro dipinto di Alfonso Chierici. P. R. ARCHITETTURA. Nuova fabbrica dell' architetto Azzurri. F. Gasparoni. LETTERATURA Permutazioni della poesia. P. Mazio. VARIETA' Invenzioni, scoperte, nuovi giornali, notizie letterarie, notizie diverse. Roma 15 Agosto 1844.

IL SAGGIATORE GIORNALE ROMANO NUM. 5.

STORIA

SULLA RINUNZIA DI CARLO V. ALL'IMPERO

Nell' ultimo fascicolo del I. volume del Saggiatore, pubblicai una informazione del Vescovo Delfino intorno la rinunzia che voleva fare Carlo V. dell' Impero, trovata nell' archivio Colonna. Il Vescovo relatore si esprimeva di volere informare, così sopra il fatto della cessione dell'impero, come sopra i tre recessi di Passavia di Augusta e di Ratisbona e sopra l'ultimo colloquio di Wormazia. Però di fatto non parlava che incompletamente della rinunzia di Carlo V, a tale che senza le correzioni critiche da me fatte al documento si sarebbe quasi dubitato se la rinunzia fosse o nò già avvenuta. Appariva dunque chiaramente che o il MS. Colonna era incompleto, o il Delfino aveva diviso in due la sua relazione e l'amanuense che aveva scritto l'esemplare Colonna non si era curato o non aveva avuto in mani la seconda parte. Comunque però la relazione non corrispondeva alle promesse, ed era monca. In fatti appena pubblicato il fascicolo nel quale il documento si conteneva, il sig. Wieusseux mi fcce tenere in dono un esemplare intero di quella informazione che copiata nella biblioteca Capponi al codice CCLXXIV doveva veder la luce nell' Appendice all' Archivio Storico Italiano. Si accorgeranno ora i leggitori che la parte da me pubblicata è appena un piccolo esordio.

Il manoscritto Capponi, collazionato diligentemente dal dotto sig. Tommaso Gar, conferma quasi tutte le correzioni da me fatte al colonnese; nella forma dei caratteri si mostra ANN. I. VOL. II.

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quasi contemporaneo, ed alla esattezza aggiunge una preziosità che importa assai più. Consiste questa in varie note marginali le quali portano quasi a certezza la congettura che la copia Capponi sia stata fatta sull' originale del Delfino, poichè in esse è il Delfino stesso che parla, ed aggiunge alla relazione notizie o considerazioni le quali, necessarie nella mente dell' autore, avrebbero però nel testo, turbato l'ordine del discorso. Lieto di pubblicare questo documento nella sua integrità, e gratissimo al dono ricevuto, spero non mi sarà fatto carico dai leggitori se offro nuovamente ad essi anche quel brano stampato, sia per profittare delle correzioni e note che anche per quella parte presenta il codice capponiano, sia per non incomodare soverchiamente gli studiosi con avvertenze e giunte noiosissime. Le note marginali del documento si leggeranno a piè di pagina in carattere tondo.

ACHILLE GENNARELLI

Informatione del Vescovo Delfino data al Cardinal Caraffa sopra l'ultimo Convento di Francoforte, quello di Pattavia mel 1552, dieta d'Augusta nel 1555, dieta di Ratisbona nel 1556, e dell'ultimo colloquio di Vormazia.

La presente scrittura è solo per informare V. S. Illma di quanto è venuto a notizia sopra il fatto, così della cessione dell' Imperio, come sopra li tre recessi, cioè Pattavia del 52, Augusta del 55 Ratisbona del 56, et l'ultimo colloquio fatto in Vuormatia, conforme a quanto V. S. Illma si è degnata di commandarmi; ma hauendo a cominciare dalla cessione dell' Imperio voglio prima riverentemente haver detto, che per cosa, che qui sia narrata da me circa al fatto, io non intendo pregiudicar punto alla mia prima opinione detta et inculcata tante volte; «idest quod Carolus Quintus nulla ratione poterat se abdicare Imperio, sine scitu Smi D. N. Papae quodque omnia ea, quae in francofordiense Conventu, hoc super negocio inscia sua sanctitate acta sunt, irrita, nulliusque ualoris ueri censeri debent (1).

(1) Indica quì il Delfino la dieta elettorale di Francfort tenuta nel 4558 per dare udienza agli ambasciatori di Carlo V, e ricevere l'ab

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