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consimile esclusiva che leggesi nel lato di una base di recente scoperta in Ferentino, eretta ad un tal Pacuvio Severo, la di cui iscrizione tengo in serbo fra le mie schede per produrla in una delle decadi successive. Ancorchè in questa non si parli di denaro, ma di una distribuzione al popolo di ciambelle e vino melato, pure il legatario d'accordo con i decurioni avvertivano il popolo dell'ora in cui si sarebbe fatta la distribuzione, per porre in avviso i tardi che non avrebbero avuto la loro parte. L'epigrafe è in versi quinari e senari, è scolpita sul lato, e così l' ho supplita :

MVLSVM. CRVSTVLVM. MVNICEPS. PETENTI IN. SEXTAM. TIBI. Divi DENTVR. HORA de. TE. TARDIOR. AVt. PIGER. QVERERe

La formola poi STIPVLATIONE. INTERPOSITA con cui termina la base ostiense, è ovvia in simili atti, ed è solenne e legale, ed oltre agl' esempi che da Ulpiano, e dal codice trasse il Forcellini, e l'autorità del giureconsulto Paolo (1), trovasi uniformemente scolpita nella famosa lapide Gabina del museo di Parigi, portante la dedicazione in onore di Domizia Augusta figlia di Corbulone, edita da E. Q. Visconti (2).

Resterebbe soltanto che io qui parlassi del tempio sacro a Roma ed al Divo Augusto, dove si adunò il corpo dei decurioni per formare il sopra citato decreto, tempio che io credo debbasi riconoscere in quello che è in capo al foro, ed i di cui grandiosi avanzi destano ancora in oggi la meraviglia degl'intelligenti, e come di questo tempio vi sia spesso memoria nelle lapidi ostiensi, come esso avesse i suoi sacerdoti e flamine ed edituo, e finalmente potrei addurre le ragioni

(1) L. 4 de stipulatione praetor.

(2) Monum. Gabini. p. 128.

per cui io mi conduca a credere che debbasi ritenere esser esso una sol cosa con l'Augusteo o Cesarèo che trovavasi in quasi tutti i municipii e colonie; ma siccome spero di poter por mano fra poco alla pubblicazione di tutte le lapidi ostiensi e portuensi da me raccolte, così riserberò a quel luogo il trattare di questa materia.

MARCH. G. MELCHIORRI

RIVISTA

Monumenti delle arti cristiane primitive nella metropoli del cristianesimo disegnati ed illustrati per cura di G. M. d. c. d. G.

L'opera da qualche anno annunziata è con tanto desiderio attesa, intorno alle catacombe di Roma, ed ai monumenti primitivi del cristianesimo è finalmente incominciata ad apparire, ed al momento in cui scriviamo, cinque fascicoli di essa hanno veduto la luce, corredati ciascuno da quattro tavole di monumenti. Secondo che annunzia l'editore, la pubblicazione sarà divisa in tre parti che comprenderanno architettura, pittura e scultura, a queste tre arti riferendosi i monumenti dei quali si rende ragione. Le arti e i monumenti del cristianesimo sono gran parte della sua storia e sebbene non poche opere da uomini dottissimi sieno state dettate sull'argomento, pure la condizione in cui oggi si trova la critica sacra e la profana, i miglioramenti di cui si sono arricchite le scienze naturali, e gli studi tutti della erudizione e della storia possono dare, e secondo il giudizio dell' editore, danno al lavoro annunziato una faccia intieramente nuova; e di questa verità ne fa malleveria e lusinga il nome dell' autore, che sebbene celato nelle sue iniziali tutti sanno essere il P. Giuseppe Marchi della Compagnia di Gesù. Cinque fascicoli e che comprendono soli monumenti di architettura sono ancor troppi pochi perchè noi abbiamo ad azzardare un giudizio, pesato sulla critica ed appoggiato sui fatti. Il faremo quando l'opera sia più piena.

Intanto però non possiamo dissimulare una osservazione occorsaci naturalmente nel guardare le tavole. Il cav. Pietro Ercole Visconti segretario dell' Accademia romana di archeologia, in occasione di certa disputa sulla qualità di un monumento sotterraneo che sta nella vigna dei signori Del Grande sulla via labicana, pubblicò il monumento stesso come un tratto di catacombe dei SS. Pietro e Marcellino, presentandone pianta e sezione nel volume X degli atti di quell' accademia. Le tavole VI e VII dell'opera del P. Marchi parendoci avere qualche lontana simiglianza con quella pianta e con quella

sezione aprimmo la tavola in proposito nel volume degli atti accademici. Quale non fu la nostra sorpresa nel leggere che il monumento era il medesimo, e nel vederlo così diverso sulle due piante? Abbiamo potuto accertarci che matematicamente esatte sono la pianta e la sezione del Marchi, e che errata o falsa è interamente l'altra del Visconti, dove il rilevamento generale è sbagliato da cima a fondo. Inoltre la tavola del Visconti non solo comprende cose che danno idea falsa della verità ma altresì cose non punto esistenti, postevi non si può dir per equivoco. Per esempio, la via segnata lett. R. nelle tav. del Marchi, si arresta nel vivo della roccia; in quella del Visconti procede indefinitamente. Le strade che corrispondono alla lett. G delle citate tavole sono imaginarie, così quelle alla lett. P. colle deviazioni parallele alle precedenti: il che mostra anche poca conoscenza di simili monumenti dei quali tutt'altro è proprio che la simmetrica disposizione. Così mancano i pieni o parapetti, così i monumenti arcuati curvilinei del P. Marchi (lett. I.) sono semicircolari nell' altro, così non esiste affatto uno sfondo o semicerchio che nelle dette tavole corrisponderebbe alla lett. M: così nella sezione i lucernari o sono imaginati o fuor di luogo, salvo due: così infine non la finiremmo più a voler seguitare. Esposte le cose lascio agli altri il giudizio.

STATISTICA DELLA DIOCESI DI TERNI FATTA NELLA PASQUA DELL'ANNO 1844 PER ORDINE DELL' ILLMO. E RMO. MONSIG. D. VINCENZO TIZZANI VESCOVO DI DETTA CITTA'.

Terni 1844 Tip. Possenti.

Monsignor Vincenzo Tizzani da professore di storia ecclesiastica nella romana università passato all' episcopio di Terni, ha dato un bellissimo esempio coll' aver voluto conoscere interamente l'importanza della diocesi alle sue cure affidata, e coll'averne fatto parte al pubblico in un volumetto stampato. La statistica che accenniamo è compilata in modo che bene vi si riconosce la dottrina e la mente di quell'illustre Prelato, tanto meritamente distinto. Chi abbia in mani questo libretto saprà quanto basta ad uno scienziato ad uno studioso, che cosa sia la diocesi di Terni, in quale stato di progresso si trovi, e si potrebbe dire ancora in che propor

zione con le altre diocesi dello stato se tutte avessero avuto il beneficio che Mons. Tizzani ha fatto alla sua Terni.

Ecco, nelle varie sue qualità, tutto quello che costituisce la popolazione e la vita interna di quella diocesi - Protettore della città. Vescovo. Vicario generale. Capitolo della Cattedrale. Seminario. Convisitatori. Tribunale ecclesiastico. Esaminatori pro-sinodali. Collegio de' Parrochi. Clero secolare. Clero regolare. Monache.

Governatore della città. Magistratura. Liceo. Monte di Pietà. Orfanotrofio Guglielmi. Ospedale. Opera pia Teofoli. Opera pia Galiani. Conservatorio dalle orfane. Deputazione di carità. Confraternite. Congregazioni spirituali. Chiese. Professioni ed arti. Comuni e luoghi soggetti alla diocesi, e loro condizione, come sopra. Stato de' nati e de' morti nel 1843. Stato delle anime di Terni secondo le rispettive parrocchie. Stato generale di tutta la diocesi fatto nel 1844. Età dei viventi dagli 80 anni in poi. Rapporti generali fra i nati, i morti, la popolazione e i matrimonii. Rapporti generali fra i delinquenti e le popolazioni rispettive per l'anno 1843. Stato dei nati e dei morti dal 1837 al 1843. Osservazioni sull'aumento o decremento della popolazione. Rapporto della popolazione attuale della diocesi con quella degli anni 1829 e 1744.

L'enumerazione delle professioni e delle arti industriali, messe in rapporto con la popolazione possono dare presso a poco una misura del commercio e dell'industria. Sarebbe stato desiderabile avere una idea del suolo e delle sue produzioni, della ricchezza del paese e dei principali suoi fonti: il che sebbene a parlare propriamente non appartenga alla statistica di una Diocesi, pure sarebbe cosa utile ed universalmente gradita. E così tornerebbe bene che alla enumerazione degli stabilimenti e dei luoghi pubblici, dei luoghi pii, delle corporazioni, ec., si aggiungesse notizia dei possedimenti, delle rendite e dei pesi rispettivi. Mons. vescovo di Terni ha tanto senno che vorrà forse in

altra circostanza soddisfare a questo desiderio; mentre noi ci auguriamo che il suo esempio abbia molti imitatori.

MEMORIE DE' PIU' INSIGNI PITTORI, SCULTORI ED ARCHITETTI DOMENICANI, DEL P. VINCENZO MARCHESE.

La religione di S. Domenico va meritamente fastosa di aver prodotto alle arti uomini insigni che furono onore d'Italia, e quindi il P. Vincenzo Marchese non poteva mettere l'ingegno a fatica meglio pensata di questa. Egli a far cosa da valere il pregio annunzia di aver posto lunga opera a rovistare gli archivî de' monasteri e di avere raccolto tal messe di notizie da avvataggiarne non pure le vite che degli artisti domenicani lasciarono scritte il Vasari ed il Baldinucci, ma ancora da spargere molta luce sulla vita di altri, solo prima conosciuti di nome, e nullameno per le loro opere meritevoli di non andare ignorati. Abbiamo ragione di credere che i fatti risponderanno alle promesse, e quindi non possiamo ristarci dal raccomandare un'opera che sicuramente spargerà molta luce nella storia della pittura, della scultura, dell'architettura, dell'idraulica, delle fortificazioni militari, e su tanti trattati che del magistero delle arti discorrono. Si tratta di materia e di gloria per la quale siamo ancora il primo popolo della terra.

ACHILLE GENNARELLI

SOMMARIO

STORIA - Sopra un documento che riguarda la rinunzia di Carlo V all'impero, e sopra i Colloqui e Ditte della Germania. A. Gennarelli. Relazione sul soggetto medesimo di Zaccaria Delfino. ARCHEOLOGIA Decade epigrafica del Marchese Melchiorri. Rivista di opere varie. A. Gennarelli.

Roma Settembre 1844

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