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VARIETA'

Onorificenza accordata al sig. Travalloni.

Sua Maestà l'arciduchessa Maria Luigia duchessa di Parma ha spedita al sig. Luigi Travalloni una medaglia d'oro distinta del di lui nome come autore della incisione rappresentante l'Annunziata di Guido Reni, opera condotta nello studio del celebre cav. Toschi direttore di quella ducale accademia, e della quale abbiamo parlato a lungo in questo giornale (vol. I. pag. 70).

Scoperta archeologica.

Scrivono da Wincovcze (confini militari austriaci) che giorni sono, nello scavare il terreno per fondarvi un monumento alla SS. Trinità, fra molte reliquie antiche romane, si è trovata a 10 piedi di profondità una pietra grossa come una castagna, la quale cambia continuamente colore come un camaleonte. Assicurano che quando la si è trovata era nera; poi diventò successivamente gialla, rossastra, finalmente azzurra e verde. Sulla sua superficie apparvero moltissime striscie d'oro. Pigliandola in mano, essa prende colori, ora vivacissimi, ora più cupi, e talora tutto avvolta in una superficie, che luccica come l'oro. Questa pietra proverebbe ciò che fu messo tante volte in dubbio, cioè che gli antichi portavano anelli di siffatte pietre, le quali erano una specie di termometro del calore del sangue e della violenza delle passioni. Ch'essa poi possa derivare dai tempi dei Romani il rende verisimile l'essersi trovata nel sito preciso, in cui sorgeva un tempo la potente e ricca Cybalis.

INVENZIONI E SCOPERTE

Antidoto per l'acido prussico.

Alcuni recenti esperimenti fatti dai signori T. ed H. Smith di Duke-street, in Edimburgo, all' intento di scoprire un antitodo per l'acido prussico, hanno condotto ad un felice risultato. Era ben noto precedentemente che l'acido può essere neutralizzato, ma per quanto sappiamo, non si conobbe finora una perfetta forza neutralizzante, innocua allo stomaco per sè medesima, di facile uso, e da potersi prontamente ottenere. Il solfato di ferro, comunemente chiamato vitriolo verde, venne ultimamente asserito dal sig. G. Lefevre, nelle pagine del Lancet, essere un antitodo a questo veleno. I signori Smith_nella

loro risposta contradissero quest'asserzione. Però, la combinazione di ferro ossidato coll'acido micidiale è in realtà la base fondamentale della loro scoperta. Era solamente necessario di rinveniëe il modo di presentarlo all'acido nella forma in cui l'acido si cambierebbe con esso, e di far ciò con sicurezza: difficile impresa, come ben conosceranno tutti i medici. Il ferro, come dimostrano gli ultimi esperimenti, debb'essere parte in istato di perossido, e parte di protossido, riunito solamente ai quali l'acido formerà la desiderata combinazione, combinazione ben nota come azzurro prussiano, il quale è perfettamente innocuo nello stomaco. L'osservazione che in quel sale, il ferro era peculiarmente e doppiamente ossidato, mentre dimostrò l'inutilità del solfato comune di ferro, suggerì la formazione di un'altra combinazione, dell'acido solforico col metallo ossidato, che assorbirebbe l'acido prussico, e formerebbe l'azzurro prussiano. Il compimento di questa combinazione costituisce l'antitodo; l'acido prussico cangiasi nello stomaco in azzurro prussiano; ed ivi diviene un corpo inerme ed innocuo. Riferiamo quel tanto che basti a soddisfare così l'istrutto, come l'ignorante della possibilità chimica del rimedio.

Caratteri da stampa d'acciaio.

Non si ode parlar d'altro ogni giorno se non di nuovi perfezionamenti nell'arte tipografica. Il sig. Abllitzer spera d'averne fatto uno che avrebbe qualche importanza esso sostituirebbe al piombo l'acciaio nella fabbricazione de' tipi, e la macchina ch'egli ha inventata è sì semplice, a detto suo, che si può senza sforzo gettare 80,000 lettere al giorno. Rimane a sapersi se tali tipi avranno l'inconveniente di tag gliar la carta e di logorar il torchio, mentr'ora è il torchio quel che logora i caratteri.

STORIA

SOMMARIO

Documenti di storia pubblicati dal card. Mai nello Spicilegium romanum. Art. III. P. Mazio. Della guerra di Cipro & della battaglia di Lepanto. Art. III. A. Gennarelli. BELLE ARTI Memorie inedite della vita di Gianlorenzo Bernino. P. Mazio. Il Prometeo, statua di Emilio Wolff. A. Gennarelli. VARIETA' - INVENZIONI.

Roma Decembre 1844.

IL SAGGIATORE GIORNALE ROMANO NUM. 12.

STORIA

RICERCHE E PUBLICAZIONI DI DOCUMENTI SPETTANTI ALLA STORIA NAPOLETANA E SICILIANA.

La grande società storica formatasi nella dotta Napoli sotto la presidenza del già troppo conosciuto sig. Carlo Troya per la pubblicazione, e per gli studi dei documenti che riguardano la storia di Napoli e di Sicilia dall'anno 568 al 1734, avrebbe dovuto prima d'ora richiamare la nostra attenzione: ed i leggitori del Saggiatore avevano forse dritto di conoscere prima d'ora una società storica che tanto promette. Ma noi abbiamo indugiato a bella posta finora, aspettando prima di vedere in qualche maniera incarnato il disegno, per annunziare in pari tempo e l'esistenza e lo scopo della società e la prima sua publicazione. Avveratasi oggi la condizione, che ne aveva persuaso l'indugio, con la stampa delJa Tavola, e consuetudini di Amalfi fatta per cura di Giacomo Maria Milano principe di Ardore, e col codice diplomatico del regno italico dal 568 al 774, che sappiamo esser già sotto i torchi per cura del nominato sig. Troya, eccoci a liberar la promessa.

Fa grandissimo onore alla civiltà napoletana il vedere con quanta buona volontà, ed in quanto numero letterati, principi, e signori abbiano fatto gara per ascriversi alla bella schiera, e mettere le fatiche, e segnare il nome in una impresa, che obliga in qualche maniera la riconoscenza della patria, che ne resta altameute ouorata. E sarebbe veramente una fortuna d'Italia, che i ricchi e i siguori, i quali per le nuove condizioni della società italiana non possono aspettare rinomanza nelle armi, nei tornei ed in altre tali cose, alle quali ne' trascorsi secoli dedicavan se stessi, si volgessero a cercar fama nelle lettere, e negli studî, che procacciano una gloria più durevole, più bella, più utile, perchè non comprata a prezzo di sangue. L'onore a cui in tutta Europa sono ANN. 1. VOL. II.

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stati sollevati gli studi, il vedere locati a gradi altissimi uomini, che ad altro non debbono la propria celebrità e la novella grandezza, che all'ingegno, ne conduce a bene sperare dell'avvenire: e forse non è lontano il tempo, nel quale queste speranze si vedranno av

verate.

Rientrando dunque a parlare della società napoletana incomincierò dal dire come a rendere più ordinate e più utili le loro ricerche, i signori napoletani abbiano diviso in dieci parti o serie le intraprese fatiche, cioè

Parte I. Carte Napolitane dal 568 al 1016.

Parte II. Carte Siciliane dal 568 al 1016.

Parte III. Carte di Napoli e di Sicilia dal 1016 al 1282.

Parte IV. Carte Angioine di Napoli dal 1282 fino alla morte di Giovanna II nel 1435.

Parte V. Carte Siciliane dal 1282 fino alla riunione di Sicilia con Napoli sotto Alfonso I.

Parte VI. Carte di Napoli e di Sicilia sotto Alfonso I.

Parte VII. Carte Aragonesi di Napoli sino a Ferdinando il
Cattolico nel 1501.

Parte VIII. Carte Aragonesi di Sicilia fino a Ferdinando il
Cattolico nel 1501.

Parte IX. Carte di Napoli sotto i Vicerè fino al 1734.
Parte X. Carte di Sicilia sotto i Vicerè fino al 1734.

Chi ricordi quanti popoli diversi nel medio evo abbiano invaso le provincie comprese nei regni di Napoli e di Sicilia, chi abbia presenti le dominazioni diverse che tanto rapidamente in esse si succederono, chi non voglia obliare le tante case principesche, o baronali, straniere, o italiane che per forza irresistibile delle circostanze sorsero, perirono, e si disputarono la maggioranza nelle città, nelle provincie di quei regni, si accorgerà a prima vista quanti costumi, quanta varietà di leggi, quanta differenza di ordinamenti debbono essersi succedute in quei paesi secondo la sorte delle battaglie, secondo la qualità dei vincitori, secondo le circo

stanze dei vinti.

e

La ragion della storia domandava dunque una divisione che corrispondesse alle mutazioni delle viceude, che camminasse ad un passo coi rivolgimenti che avvennero, con le divisioni degli stati, con le varietà de' popoli, e dei principi. Ad una società dotta, nella storia della sua patria profonda, come la napoletana, non potevano fuggire queste osservazioni; ed è perciò che non contenta di quelle dieci serie che abbiamo detto, comechè non abbastanza sodisfacenti allo scopo, suddivisero le medesime serie in maggiori o minori parti, secondo fosse richiesto dagli avvenimenti delle epoche diverse. Con che ottennero il doppio intento di ubbidire alle esigenze della storia, e di dividere con migliore successo le fatiche fra i membri della società, secondo gli studi, e la intelligenza di quelli che la compongono. Imperocchè sarebbe forse impossi

bile ad un uomo, o a pochi uomini abbracciare tutta la grandezza di questa impresa in modo da corrispondervi senza lasciar desiderio; non trattandosi solamente di dottrine storiche positive, ma d'interpretare convenevolmente tante migliaia di pergamene e di carte diverse che abbracciano un periodo di dodici secoli, svariatissime nella paleografia, diverse nelle lingue, riferentisi a mille cose fra loro per indole disparatissime: di più, comprendendo esse secoli di convulsioni e di catastrofi, non lasciano spesso alla critica speranza di scoprire la verità vuoi nella materia, vuoi nella lingua. Quindi fu ottimo avviso questa suddivisione, e perchè i leggitori ne abbiano un'idea esatta, la riferiremo come fu esposta dal sig. Troya nel suo breve prospetto, o ricordo sù gli studî di questa società.

Parte I.A. 568-1016.)

I. Ordine. Codice Diplomatico del regno Italico, dal 568 al 774. Deputato, Carlo Troya.

II. Codice Diplomatico delle regioni, che non caddero in ma-
no a Longobardi e che ora formano parte del Reame di
Napoli, dal 568 al 774. Deputato, Scipione Volpicella.
III. Leggi Longobarde per tutto il regno Italico fino al 774,
secondo il testo Cavense; con comenti, ed illustrazioni.
Deputato, P. D. Guglielmo Cornè.

IV. Codici Casinesi di Leggi e Glosse Longobarde. Deputato,
Michele Baldacchini.

V. Leggi Longobarde dopo il 774 nelle contrade, che oggi
appartengono al Regno di Napoli. Deputato, Luigi Volpi-
cella.

VI. Leggi non Longobarde nelle contrade rimanenti dello stesso Regno, dal 774 al 1016. Deputato, Francesco Spinelli. VII. Carte Longobarde dal 774 al 900. Deputato, Duca

Riario.

VIII. Carte Longobarde dal 900 al 1016. Deputato, Canonico
D. Andrea De Jorio.

IX. Carte Latine d'Amalfi. Deputato, Principe D' Ardore.
X. Carte Latine di Gaeta. Deputato, Saverio Baldacchini.
XI. Carte Latine di Napoli. Deputato, Emiddio Cappelli.
XII. Carte Greche dal 568 al 1016 di tutte le regioni che ora
compongono il Reame di Napoli. Deputato, Principe di
Belmonte-

Parte III. (A. 1016-1282)

I. Ordine. Carte Latine de' Normanni per Sicilia. Deputato,
Principe di Cassero.

II. Carte Latine de' Normanni per Napoli. Deputato, Duca

di Lavello.

III. Carte Latine degli Svevi per Napoli, Deputato, Giulio
Minervini.

IV. Carte Latine degli Svevi per Sicilia. Deputato.

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