Centoventi sonetti in dialetto romanesco di Luigi Ferretti

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G. Barbèra, 1879 - 164 pagine
 

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Pagina 26 - Ed un ch' avea 1' una e 1' altra man mozza, Levando i moncherin per 1' aura fosca, Sì che il sangue facea la faccia sozza, Gridò: Ricordera'li anche del Mosca, Che dissi, lasso! Capo ha cosa fatta, Che fu il mal seme della gente losca. Ed io v' aggiunsi: E morte di tua schiatta; Perch' egli, accumulando duol con duolo, Sen gio come persona trista e matta.
Pagina 9 - Tuoni eli' io rimpiango e benedico Tutto di cuor mi si profferse amico. Non pur con labbra siccome altri fanno. Però fra quanti di sua morte al danno Vi condolete io qui vengo e vi dico Che, degli amici suoi forse il più antico, Più in me risento del comune affanno. Né sol d...
Pagina 5 - Se non ci fosse stato fuori di lui chi pensava e parlava a quel modo,- il Belli non avrebbe mai scritto quel che scrisse. « Quando il frutto proibito della satira politica gli pende vicino sul capo, egli, senza scomodarsi, lo coglie; ma se per coglierlo dovesse arrampicarsi, lo lascerebbe stare.
Pagina 4 - ... era tutt'altro che clericale. L'elezione che il Belli fece del sonetto e della forma dialogica per attuare il suo vasto disegno, non fu di certo fatta a caso. Scelse il sonetto, perché esso è il più adatto per allogarvi piccole scene, potendo anche allungarsi con la comoda coda, se la scena si allunghi. Scelse la forma dialogica, perché la richiedeva il soggetto stesso. Il Romano, come tutti i meridionali, non cerca il pensiero nella solitudine e nel silenzio, ma nella...
Pagina 6 - Roma (come, del resto, in tanti altri luoghi), anche la predica religiosa assume spesso codesta forma. Io da bambino ho visto delle vere commedie o farse, rappresentate sopra una specie di palcoscenico costruito in mezzo alla chiesa di San Rocco a Ripetta. Un gesuita, grasso e rubicondo come un caratterista, recitava la parte del miscredente, e ne diceva di tutti i colori ; mentre un altro gesuita, che pareva un San Luigi Gonzaga, si sbracciàva per convertirlo. A certi punti le risate del pubblico...
Pagina 7 - Belli. perche forse se ne incontra brevissimi e fuggevoli esempi in quasi tutti gli autori, è certo però che nessuno ha saputo adoperarla come lui, in componimenti interi, e tanto spesso, e con tanta maravigliosa evidenza. E, adoperata così, a me pare la più efficace; perché tien desta l'attenzione del lettore, solleticandolo continuamente con quel piacere di leggere tra le righe, d' indovinare da sé tante cose : quel piacere che spesso ci fa ammirare le opere de' grandi artisti, più per quello...
Pagina 3 - ... ciò che in altri casi simili avrebbe potuto udire: dal fatto reale è asceso al probabile, dando sempre rigorosa unità alle sue scene, e scolpendo i caratteri con tanta sicurezza, che spesso fin dalle prime parole si rivelano interi. Questa perfetta verisimiglianza s'incontra in tutti i sonetti del granilo poeta.
Pagina 1 - ... novo, più civile, e ne ebbe più chiari nella mente i mezzi e il fine. Mentre, dunque, gli altri scrittori di dialetto (compresi quelli che prima del Belli tentarono, imbastardendolo, il romanesco) si servono della lingua del popolo, per esprimere, quasi sempre, sentimenti e pensieri propri ; il Belli invece se ne serve per esprimere sentimenti e pensieri del popolo stesso, mettendolo addirittura in iscena, e facendo parlar sempre lui, il quale, così, viene dipingendo...
Pagina 34 - ... prendre en flagrant délit les aubergistes suspects, et c'est dans la bouche de l'un de ces derniers que l'auteur place cette ironique profession de foi, qui n'a d'ailleurs tout son prix que dans le texte original : Ber fio, io so...
Pagina 3 - Né deve recar maraviglia che, ciò non ostante, i sonetti politici siano più noti e ammirati degli altri; perché, prima di tutto, il difetto da noi notato si trova in pochissimi, e poi è ben naturale che, specialmente ai non romani, paressero più belli questi sonetti in cui il poeta si eleva, qualche volta anche per conto proprio, a un ordine d'idee comuni e ben accette a tutta Italia, che non quegli altri in cui ritrae fedelmente il sentire e il pensare speciale della plebe romana, e che non...

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