Manuale della letteratura italiana, Volume 2G. Barbèra, 1892 |
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Pagina 24
... volte l'anno venire , e seco portano ottima medicina ; chè chi una volta le prova , se già costui non sarà fuori di sè , credo fuggirà la seconda . Vieni tu stesso , Lio- nardo , qui appresso un poco pensando ; pon mente , che niuna ...
... volte l'anno venire , e seco portano ottima medicina ; chè chi una volta le prova , se già costui non sarà fuori di sè , credo fuggirà la seconda . Vieni tu stesso , Lio- nardo , qui appresso un poco pensando ; pon mente , che niuna ...
Pagina 47
... volte e sogna ; E bisognò quel che e ' voleva dire Per discrezion intender , chè Alda bella Raccomandar volea , la ... volta ch'a bocca sel messe . Era tanto il terror chavean d'Orlando I Saracin , che assai fuggiti sono Per la campagna ...
... volte e sogna ; E bisognò quel che e ' voleva dire Per discrezion intender , chè Alda bella Raccomandar volea , la ... volta ch'a bocca sel messe . Era tanto il terror chavean d'Orlando I Saracin , che assai fuggiti sono Per la campagna ...
Pagina 51
... volte con tutte sue posse , Nè romper nè piegar non potè quella ; El sasso aprì come una scheggia fosse : E tutti i peregrin questa novella Riportan di Galizia ancora espresso , D'aver veduto il sasso el corno fesso . Orlando disse : O ...
... volte con tutte sue posse , Nè romper nè piegar non potè quella ; El sasso aprì come una scheggia fosse : E tutti i peregrin questa novella Riportan di Galizia ancora espresso , D'aver veduto il sasso el corno fesso . Orlando disse : O ...
Pagina 52
... volte , operando ogni scrima , Per non saper quanta virtù in te regna , Riguardata , o mia spada tanto degna . ' Or qui comincian le pietose note : Orlando essendo in terra ginocchione , Bagnate tutte di pianto le gote , Domandava a ...
... volte , operando ogni scrima , Per non saper quanta virtù in te regna , Riguardata , o mia spada tanto degna . ' Or qui comincian le pietose note : Orlando essendo in terra ginocchione , Bagnate tutte di pianto le gote , Domandava a ...
Pagina 56
... volte nel petto si percosse . Era a vedere una venerazione , Nunc dimittis mormorando seco , Come disse nel tempio il buon vecchione : O Signor mio , quando sarò io teco ? L'anima è in carcer di confusione : Libera me da questo mondo ...
... volte nel petto si percosse . Era a vedere una venerazione , Nunc dimittis mormorando seco , Come disse nel tempio il buon vecchione : O Signor mio , quando sarò io teco ? L'anima è in carcer di confusione : Libera me da questo mondo ...
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Parole e frasi comuni
Agramante Alamanno alcuni allora amore assai Astolfo avea bella bisogno Boiardo Bradamante buon Burchiello canto cardinale Carlo Carlo VIII casa cavalieri cavallo certo ch'a ch'egli ch'io chè cielo città Clemente VII colla credo destrier detto dice dipoi donna duca Durlindana ebbe erano fare fece figliuoli Filippo fiorentina Firenze Firenzuola Francesco Francesco Sforza fuggire furono fusse gente Geth giorno Giovanni governo gran grandissima guerra innanzi insieme Ippogrifo l'altro lasciò Leone X lettere levò Lorenzo Luigi XII lungo luogo maggior Malagigi mandò maraviglia Marfisa medesimo Medici messer mondo morire morte mostra nimici nuovo onore ordine Orlando padre passo pensare piglia poco Polibio poteva preso principe quivi ragione regno di Napoli repubblica resta Rinaldo Rodomonte Roncisvalle Ruggiero Santa sarà Saracin sente sieno Signor spada studj terra tornò trova uomini vedere veggio Venezia venire virtù vivere vizj voglia Zerbino
Brani popolari
Pagina 232 - Italia vegga dopo tanto tempo apparire un suo redentore. Né posso esprimere con quale amore ei fusse ricevuto in tutte quelle provincie che hanno patito per queste illuvioni esterne, con qual sete di vendetta, con che ostinata fede, con che pietà, con che lacrime. Quali porte se gli serrerebbono? quali popoli gli negherebbono la obbedienza? quale invidia se gli opporrebbe? quale Italiano gli negherebbe l'ossequio? Ad ognuno puzza questo barbaro dominio.
Pagina 280 - Vaghi boschetti di soavi allori, di palme e d'amenissime mortelle, cedri et aranci ch'avean frutti e fiori contesti in varie forme e tutte belle, facean riparo ai fervidi calori de' giorni estivi con lor spesse ombrelle, e tra quei rami con sicuri voli cantando se ne giano i rosignuoli.
Pagina 395 - Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte ; ma dubito, ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna : uno vivere di republica bene ordinato nella città nostra, Italia liberata da tutti e Barbari, e liberato il mondo dalla tirannide di questi scelerati preti.
Pagina 239 - Venuta la sera, mi ritorno in casa, et entro nel mio scrittoio; e in su l'uscio mi spoglio quella veste cotidiana piena di fango...
Pagina 265 - Fugge tra selve spaventose e scure, per lochi inabitati, ermi e selvaggi. Il mover de le frondi e di verzure, che di cerri sentia, d'olmi e di faggi, fatto le avea con subite paure trovar di qua di là strani viaggi; ch'ad ogni ombra veduta o in monte o in valle, temea Rinaldo aver sempre alle spalle.
Pagina 354 - Le lacrime ei sospiri degli amanti, l'inutil tempo che si perde a giucco, e l'ozio lungo d'uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco, i vani desideri sono tanti, che la più parte ingombran di quel loco: ciò che in somma qua giù perdesti mai, là su salendo ritrovar potrai.
Pagina 488 - E fatto che io ebbi questa bella fatica, cominciai a incalzarla con la medesima terra che io ne avevo cavata; e di mano in mano che io vi alzavo la terra, vi mettevo i sua sfiatatoi, i quali erano cannoncini di terra cotta che si adoperano per gli acquai e altre simil cose. Come che...
Pagina 341 - ... nostri dì, o sono ora, Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino, duo Dossi, e quel ch'a par sculpe e colora, Michel, più che mortale, Angel divino; Bastiano, Rafael, Tizian, ch'onora non men Cador, che quei Venezia e Urbino; e gli altri di cui tal l'opra si vede, qual de la prisca età si legge e crede...
Pagina 212 - Donde non solamente vinse la domestica e civile ambizione, ma quella di molti principi superò con tanta felicità e prudenza, che qualunque seco e con la sua patria si collegava, rimaneva o pari, o superiore al nimico; e qualunque se gli opponeva, o e' perdeva il tempo ei danari, o lo stato.
Pagina 263 - Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro.