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SECOLO XIV.

IL TRECENTO.1

DINO COMPAGNI (1312)

Scrisse le Cronache Fiorentine, cominciando la sua narrazione donde finiva quella del Malespini, e conducendola fino al 1312.

8. Origine delle fazioni de' Guelfi e Ghibellini in Firenze.

Dopo molti antichi mali ricevuti per le discordie dei suoi cittadini, una ne fu generata nella detta città, la quale divise tutti i suoi cittadini in tal modo, che le due parti nimiche s'appellarono per due nuovi nomi ; cioè Guelfi e Ghibellini. E di ciò fu cagione in Firenze, che un nobile giovane cittadino, chiamato Buondelmonte de' Buondelmonti, avea promesso tôrre per sua donna1 una figliuola di messer Oderigo Giantrufetti. Passando di poi un giorno da casa i Donati, una gentil donna, chiamata madonna Aldruda, donna di messer Forteguerra Donati, che avea due figliuole molto belle, stando a' balconi del suo palagio, lo vide passare, e chiamollo, e mostrogli una delle dette figliuole, e dissegli: Chi hai tu tolta per moglie? io ti serbava questa. La quale guardando, molto gli piacque, e rispose: Non posso altro oramai. A cui madonna Aldruda disse: Sì puoi; chè la pena pagherò io per te. A cui Buondelmonte rispose: E io la voglio, e tolsela per moglie, lasciando quella che avea tolta e giurata. Onde messer Oderigo dolendosene coi parenti

1 Quando si parla segnatamente delle Lettere Italiane, nel Trecento, o negli Scrittori del Trecento, si comprendono non solo gli scrittori di questo secolo, ma anche quelli del precedente secolo XIII., ed Agnolo Pandolfini ed altri scrittori chi vissero sino alla metà del seguente secolo xv. 2 Moglie.

e amici suoi, deliberarono di vendicarsi, e di batterlo e fargli vergogna. Il che sentendo gli Uberti, nobilissima famiglia e potente, e i suoi parenti, dissero che voleano fosse morto che così fia1 grande l'odio della morte come delle ferite: cosa fatta 2 ha. capo E ordinarono ucciderlo il dì che menasse la donna, e così fecero. Onde di tal morte i cittadini se ne divisero; e trassersi insieme i parentadi e le amistà3 d'ambedue le parti: per modo che la detta divisione mai non finì. Onde nacquero molti scandali e omicidj e battaglie cittadinesche.

9. Il buon Cronista, narrati gli scandali della città divisa, mosso da generoso sdegno e dolore, prorompe:

LEVATEVI, o malvagi cittadini, pieni di scandali, e pigliate il ferro e il fuoco colle vostre mani; e distendete le vostre malizie; palesate le vostre inique volontà e i pessimi proponimenti. Non penate più'; andate, e mettete in ruina le bellezze della vostra città; spandete il sangue de' vostri fratelli; spogliatevi della fede e dello amore: nieghi l'uno all' altro ajuto e servigio. Seminate le vostre menzogne, le quali empieranno i granai de' vostri figliuoli: fate come fe' Silla nella città di Roma, che tutti i mali che esso fece in dieci anni, Mario in pochi dì li vendicò.5 Credete voi che la giustizia di Dio sia venuta meno? Pur quella del mondo rende una per una. Guardate a' vostri antichi, se ricevettero merito nelle loro discordie: barattate gli onori che egli acquistarono. Non v'indugiate, miseri, chè più si consuma un dì nella guerra, che molti anni non si guadagna di pace; e piccola è quella favilla che a distruzione mena un gran regno.

1 Sarà.

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2 Come a dire: Quand' è fatto è fatto. • Non indugiate. 5 Mario vendicò con nuovi danni quelli arrecati da Silla. • a. Essi.

3 I parenti e gli amici.

DANTE ALIGHIERI (1265-1321)

Nacque in Firenze, ma esule dalla patria sin dal 1301, finì i suoi giorni in Ravenna. Scrisse la Divina Commedia, la Vita Nuova, il Convito, varie canzoni e sonetti, ed altre opere minori.

10. Del suo esilio.

POICHÈ fu piacere della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuor del suo dolcissimo seno (nel quale e nodrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l'animo stanco e terminare il tempo che mi è dato) per le parti quasi tutte alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno senza vela e senza governo portato a diversi porti e foci e liti dal vento seco, che vapora la dolorosa povertà; e sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma m❜ aveano immaginato; nel cospetto dei quali non solamente mia fortuna invilìo, ma di minor pregio si fece ogni opera si già fatta come quella che fosse a fare.

11. L' Adolescenza.

SICCOME quegli che mai non fosse stato in una città non saprebbe tenere le vie senza insegnamento di colui che l' ha usata ; così l'adolescenza ch' entra nella selva erronea 2 di questa vita, non saprebbe tenere il buon cammino, se dalli suoi maggiori non gli fosse mostrato: nè il mostrare varrebbe, se alli loro comandamenti non fosse obbediente ; e però fu a questa età necessaria l' obbedienza.

▲ Frequentata.

2 Dov'è facile errare. Senso antiquato.

12. I Desideri umani.

NON solamente nell'acquisto della scienza e delle ricchezze, ma in ciascuno acquisto il desiderio umano si dilata, avvegnachè per altro e altro modo; e la ragione è questa, che il sommo desiderio di ciascuna cosa, e prima dalla natura dato, è lo ritornare al suo principio. E perocchè Iddio è principio delle nostre anime e fattore di quelle simili a sè, essa anima massimamente desidera tornare a quello. E siccome peregrino che va per una via per la quale mai non fu, che ogni casa che da lungi vede crede che sia l'albergo, e non trovando ciò essere, dirizza la credenza all' altra, e così di casa in casa, tanto che all'albergo viene; così l'anima nostra, incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza gli occhi al termine del suo sommo bene, e però qualunque cosa vede, che paia avere in sè alcun bene, crede che sia esso. E perchè la sua conoscenza prima è imperfetta, per non essere sperta nè dottrinata, piccioli beni le paiono grandi; e però da quelli comincia prima a desiderare. Onde vediamo i parvoli desiderare massimamente un pomo; e poi più oltre procedendo, desiderare uno uccellino; e poi più oltre desiderare bello vestimento, e poi il cavallo, e poi una donna, e poi ricchezza non grande, e poi più grande, e poi più. E questo incontra1 perchè in nulla di queste cose trova quello che va cercando, e credelo trovare più oltre. Per che vedere si puote, che l' uno desiderabile sia dinanzi all'altro agli occhi della nostra anima per modo quasi piramidale, chè 'l minimo li copre prima tutti, ed è quasi punta dell' ultimo desiderabile, ch'è Dio quasi base di tutti; sicchè quanto dalla punta ver la base più si procede, maggiori appariscono li desiderabili; e questa è la ragione per che, acquistando, li desideri umani si fanno più ampi l'uno 1 Accade.

appresso l'altro.

Veramente così questo cammino si perde per errore, come le strade della terra; chè siccome da una città a un'altra di necessità è un'ottima e dirittissima via, e un' altra che sempre se ne dilunga, cioè quella che va nell'altra parte, e molte altre, qual meno allungandosi e qual meno appressandosi; così nella vita umana sono diversi cammini, delli quali uno è veracissimo, e un altro fallacissimo, e certi men fallaci, e certi men veraci. E siccome vediamo che quello che dirittissimo va alla città compie il desiderio, e dà posa dopo la fatica, e quello che va in contrario mai nol compie, e mai posa dare non può; così nella nostra vita avviene; il buono camminatore giugne a termine e a posa; lo erroneo mai non la giugne, ma con molta fatica del suo animo sempre cogli occhi golosi si mira innanzi.

13. Beatrice.

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QUESTA gentilissima donna venne in tanta grazia delle genti che, quando passava per via, le persone correano per veder lei; onde mirabile letizia me ne giugnea: e quando ella fosse presso ad alcuno, tanta onestà venia nel cuore di quello, che non ardia di levare gli occhi, nè di rispondere al suo saluto. Ella coronata e vestita d' umiltà s' andava, nulla gloria mostrando di ciò ch' ella vedeva ed udiva. Dicevano molti, poichè passata era: "Questa non è femina, anzi è de' bellissimi angeli del cielo." Ed altri dicevano: "Questa è una maraviglia; che benedetto sia lo Signore che sì mirabilmente sa operare!" Io dico ch' ella si mostrava sì gentile e sì piena di tutti i piaceri, che quelli che la miravano comprendevano in loro una dolcezza onesta e soave tanto, che ridire

Ardiva

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