La Gerusalemme Liberata, Volume 2,Edizione 2Gotha, 1806 - 333 pagine |
Parole e frasi comuni
Adrasto albergo alfin allor Altamoro amor anco appresso Apriche arda Argante arme Armida ascosa Asia audace avea campo Capitan Cavalier ch'è ciel Circasso Clorinda colpo crin desio destra destrier dicea Dittamo dolce drizza Duce Ecco Egitto empie empj Etiopi Eufrate fero ferro fianco foco Franchi fugge furor genti gira Goffredo gran grida guardo Guelfo guerra guerrier guisa indi Indo intanto intorno Ismen l'altro l'arme lassi lido lieto loco lunge medesmo mira mortali morte mostri mura nemico occhi omai onor opre Pagan passi percosse periglio petto piaga pianto piè pio Buglion piropi poscia preghi pria primiero pugna puote quì Quinci Quivi Raimondo regno Rinaldo Roberto Fan saetta sangue scudo sdegno secreti selva sembiante Signor sovra spada spirto squadre stuol suon Tacque Tancredi Tisaferno torre tosto trombe troncar usbergo Vafrino varj Vassene vede veggio vendetta vincitor vinto volge volto
Brani popolari
Pagina 54 - Ma ecco ornai l'ora fatale è giunta che '1 viver di Clorinda al suo fin deve. Spinge egli il ferro nel bel sen di punta che vi s'immerge e '1 sangue avido beve; e la veste, che d'or vago trapunta le mammelle stringea tenera e leve, l'empie d'un caldo fiume. Ella già sente morirsi, e '1 pie le manca egro e languente.
Pagina 65 - Giunto a la tomba, ove al suo spirto vivo dolorosa prigione il Ciel prescrisse, pallido, freddo, muto, e quasi privo di movimento, al marmo gli occhi affisse. Al fin, sgorgando un lagrimoso rivo, in un languido: «oimè!
Pagina 53 - 1 tuo stato a me tu scopra, acciò ch'io sappia, o vinto o vincitore, chi la mia morte o la vittoria onore >. Risponde la feroce : « Indarno chiedi quel c'ho per uso di non far palese.
Pagina 300 - Giace il cavallo al suo signore appresso. : Giace il compagno appo il compagno estinto ; Giace il nemico appo il nemico ; e spesso Sul morto il vivo, il vincitor sul vinte.
Pagina 292 - Grande e mirabil cosa era il vedere quando quel campo e questo a fronte venne come, spiegate in ordine le schiere, di mover già, già d'assalire accenne; sparse al vento ondeggiando ir le bandiere e ventolar su i gran cimier le penne : abiti e fregi, imprese, arme e colori, d'oro e di ferro al sol lampi e fulgori.
Pagina 152 - Dch mira, egli cantò, spuntar la rosa Dal verde suo modesta e verginella, Che mezzo aperta ancora , e mezzo ascosa , Quanto si mostra men, tanto è più bella. Ecco poi nudo il sen già baldanzosa Dispiega: ecco poi langue, e non par quella; Quella non par che desiata avanti Fu da mille donzelle e mille amanti.
Pagina 58 - Dì, testimon de' miei misfatti ascosi, Che rimprovera a me le colpe mie ! Ahi ! man timida e lenta, or ché non osi Tu, che sai tutte del ferir le vie, Tu, ministra di morte empia ed infame, Di questa vita rea troncar lo stame? 76 Passa pur questo petto, e feri scempi Col ferro tuo crudel fa' del mio core, Ma forse, usata a fatti atroci ed empi, Stimi pietà dar morte al mio dolore. Dunque i...
Pagina 159 - Lui guarda, e in lui s' affisa, e non favella : O che sdegna, o che pensa, o che non osa. Ei lei non mira ; e se pur mira, il guardo Furtivo volge e vergognoso e tardo. XLIII. Qual musico gentil, prima che chiara Altamente la lingua al canto snodi, All...
Pagina 54 - 1 pie le manca egro e languente. Segue egli la vittoria, e la trafitta vergine minacciando incalza e preme. Ella, mentre cadea, la voce afflitta movendo, disse le parole estreme; parole ch'a lei novo un spirto ditta, spirto di fé, di carità, di speme: virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella in vita fu, la vuole in morte ancella.
Pagina 100 - ... 1 suon di lor celeste lira. China» poi disse (e gli additò la terra) «gli occhi a ciò che quel globo ultimo serra. Quanto è vil la cagion ch'a la virtude umana è colà giù premio e contrasto! in che picciolo cerchio e fra che nude solitudini è stretto il vostro fasto!