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CAZZO, s. m. Cazzo; Membro; Pene; Cotale.

CAZZO STORNO, detto fig. Capo sventato, Dicesi di uomo inconsiderato e senza giudizio.

No LO STIMO UN CAZZO, Non ne do una stringa o un lupino o una frulla, Maniera usata per mostrare disprezzo d'alcuna cosa -Non voler alcuno più nè cotto nè crudo, Non volerne saper più nulla. Non ne voler saper biracchio.

TOR UN CAZZO PER UN RAVANO, Non distinguere i testicoli dai paternostri, Non saper distinguere una cosa dall'altra-Distinguere il baccello dai paternostri, è il

suo contrario.

UN CAZZO, Cica; Niente; Niente af fatto; No; Mainò.

CAZZO! e CAZZO BETA! detto per ammir. Cazzica! Capperi! Canchero! Cazzo! V. CAZZA.

CAZZO DE MAR, s. m. T. de' Pesc. Pincio o Priapo marino, Cazzo marino, Animale marino del genere degli Oloturii, detto prima da Gesnero Mentula marina, poi da Linn. Holoturius Priapus ; il quale ha per carattere Un corpo cilindrico, sciolto, colla bocca o sia apertura al centro della sua estremità anteriore; ha il colore di noce carico, e dalla sua figura simile a quella del pene animale, gli è derivato il nome.

CAZZOLA O CAZIOLA f. Cazzuola o

S. 2

Mestola, Strumento di piastra di ferro, torto, con manico da tenere in mano, che serve a'Muratori per maneggiare la calcina nel murare, intonacare e arricciare. Dicesi anche Cucchiara.

CAZZOLO DA ZUCÒLI, s. m. Appello,

Quel piccolo cerchio di ferro attaccato ad un lungo manico di legno con cui si piglia la palla nel giuoco del Maglio: detto anche Maglio o Pallamaglio.

CAZZONÈLO, s. m. T. de' Pesc. Trilate

ra, Specie di Conchiglia marina bivalve, delta da Sistem. Donax Trunculus. La sua figura è triangolare, anteriormente liscia, nell'interno violacea, coi margini crinati. Ella è comune, ma di nessun uso. CAZZOPA, s. f. Attribuito a Cavallo, Rozza; Carogna; Brenna, Cavallaccio maghero che pare la fame. V. Rozza. Attribuito a Casa, V. CAROBĖRA. Parlandosi di qualche Stromento, Sferra, si dice a Cosa inutile perchè fracassata e rotta, cosa non buona a nulla-Ciscranna, dicesi a Qualsivoglia cosa vecchia e male in ordine-Stracco, add. dicesi dagli Artefici a Quegli stromenti del loro mestiere che per lungo uso a mala pena producono il loro effetto. NOL VAL UNA CAZZOPA,

Non vale una

foglia di porro Non vale un fico, Non vale nulla, Non è di alcuna stima. CAZZOTO, s. m. Cazzotto, Colpo di pu

gno.

Dar un cazzotto, Dare un pugno, fendere con un colpo di pugno.

Of

CE (Pronunziato stretto) Ci, La terza let

tera dell' alfabeto, sust. di genere masco

lino.

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CECARÒLA, s. f. T. Mar. Cecarola, Vela
piccola di cui si fa uso allorchè il vento
diviene eccessivo.

CECAROLA detto per Zucarola, V.
CECHIN, V. ZECHIN.

CÈCOLA O CECOLĖTA, 6. f. Minuzzo o Mi-
nuzzolo, Minutissima parte di che che
sia. Tritolo è più comune a qualunque

cosa.

V. CIZZOLE.

CECOLE DE CARTA, Cartucce, Pezzuoli
di carta. V. CETOLA.
CECOLE DE PORCO,
CECOLE DE CARNE, T. de' Beccai, Così
essi chiamano que'Pezzuoli o minuzzoli di
carne magra che tagliano dal coscione e
dalle costole, e gli arrostiscono a guisa di
braciuola per mangiarli.

CECOLAME, s.m. Minuzzame, Quantità
di minuzzoli, pezzuoli di carta tagliata.
CECOLAR, v. Minuzzare, Ridurre in

minuzzoli. V. TAGIUZZAR.

CECOLAR UN LEGNO, Schiappare; Fare
schegge; Tagliuzzare.
CEDOLA, s. f. Cedola, detta anche Carta
monetata, Pezzuol di carta stampata e ci-
frata, messa fuori dal Governo in vece di
danaro, che ha il valore rappresentativo
che vi è scritto.

CEDOLA TESTAMENTARIA, chiamavasi sot-
to i Veneti quello che ora si dice Testa-
mento olografo, cioè Scritto tutto dalla
mano del testatore.

CEDRERA, s. f. Cedroniera o Citroniera,
Il serbatoio ove si conservano le piante de-
gli agrumi nell' inverno.

Coverto de la CEDRERA, Tettoia.
CEDRIN, s. m. Cedrino. Noi chiamiamo
con questa voce que' Pezzetti di scorza di
cedro che si vendono confettati, e servo-
no per condire alcune vivande.
CEDRO, s. m. Cedro, Frutto o Agrume
notissimo d' una Pianta con foglie simili
a quelle degli Aranci, detta da' Botanici
Cytrus medica.

AGRO DE CEDRO, V. AGRO.
COLOR DE CEDRO, Citrino.
CEDRON, V. GALO cedròn.

CEDIDO O CEDESTO, Ceduto o Cesso,Add·
da Cedere.

CEFA (coll' e larga) s. f. Voce Agr. che
suona Ceffo. Dicesi da'Contadini CEFA al-
la cima dello stipite di alcuni alberi da le-
gne, dond' escono i rami. V. INCBFÀR.
CEFAR, v. T. Agr. Scapezzare, Tagliare
agli alberi i rami insino al tronco. V.
ZERPIR.

}

CEFO (coll' e aperta)
CEFON O BRUTO CEFO, s. m. Ceffauto;
Ceffo, Ceffato, Faccia brutta e fatta ma-
le, Brutto ceffo CEFO CHE FA PAURA,
Rabbruscata la fronte e raggrottate le
ciglia.

CEFO DEI ALBORI, Troncone, Quel pez

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zo di ramo che resta su gli alberi dopo
che sono scapezzați.

CEGIA (coll' e stretta) s. f. Ciglio; So-
pracciglio e Supercilio. La parte sopra
l'occhio con un piccolo arco di peli; nel
numero del più dicesi Cigli, ma è meglio
le Ciglia
Ciliari diconsi tutte le parti
appartengono alle ciglia Arco del-
le ciglia, dicesi La figura arcata delle ci-
glia.

che

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CEGIE INCROSAE, Ciglia raggiunte o sopraggiunte, cioè Che si congiungono insieme, che si toccano. Il suo contrario è Disgiunte.

FAR CEGIE A QUALCUN, Far cipiglio o malpiglio, Cattivo viso.

AVER LE CEGIE REVOLTÀE, Åver torbido ciglio, Aver faccia adirata.

INCROSAR LE CEGIE, Aggrottare o Aggrondar le ciglia, dicesi del Tener le ciglia in quella positura che si fa nel mostrarsi grave e pensoso, che dicesi anche Far crespelli delle ciglia o Accrespare le ciglia.

STAR CO LE CEGIE BASSE, Stare accigliato o accipigliato.

CEGIE DEL VASSÈLO, T. Mar. Atrebici,
si chiamano in Marineria i due lati o co-
ste del davanti d'un vascello, dalle spalle
sino alla ruota di
prua.

CEGIA, add. Accigliato; Accipigliato, di-
cesi per agg. a Chi per ira, accidia o ma-
linconia tiene il ciglio basso.
CEGIAURA, s. f. Nuvolaglia, Quantità
di nuvole raccolte che indicano tempo di
pioggia o cangiamento di tempo.

CEGIAURA DE TESTA, Spranghetta, det-
to metaf. Specie di dolore cupo con gra-
vezza di capo, che sentono nello svegliarsi
coloro che avevano la sera avanti sover-
chiamente bevuto. Aver gravezza o grave-
dine di capo; Essere accapacciato.
CEGION, add. Cigliato; Cigliuto; D' ispi-
do e folto ciglio. Uomo di ciglia rilevate.
Ha un paio di ciglia che sembrano un
bosco-Cipiglioso; Che ha cipiglio, cioè
Una guardatura d'adirato.
CEGNON, V. CIGNON.

CELADA, Voce ant. Celata, che vale Elmo. CELEBRO, Voce triviale detta dagli idioti che non sanno dir Cerebro. V. CERVELO. CELEGA O PASSARA, S. f. ( Detta Passara quia passim volitat) Passera o Passere. Uccello nostrale notissimo, detto da Linneo Fringilla domestica.

CELEGA PALUANA, lo stesso che BECAFIGO CELEGA O CANBRAROLA, Beccafico canapino, Uccelletto chiamato da Linn. Motacilla Curruca, ch'è superiormente, baio fosco e al di sotto bianco. Passa fra i beccafichi. Vive e nidifica nelle siepi. CELEGATO, s. m. Passeretta; Passerino; Passerotto, Piccola passera.

CAVAR I CELEgati a uno. V. CAVAR CELEGHÈO, s. m. Passeraio o Pispilloria, Canto d' una moltitudine di passere unite insieme.

Per similit. e fig. Pispilloria; Pissipissi; Moscaio; Cornacchiaia; Mulacchiaia; Chiucchiurlaia, dicesi al Rumore

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unite discorren'confuso di molte persone ti in un tratto e senza ordine. CELEGHERA, s. f. o NASSA e BERTOÈLO, T. degli Uccellatori, Bertovello o Ritrosa, che talora è anche detta Gabbia ritrosa, Specie di gabbia o cestella fatta di giunchi, schiacciata é ritonda, tutta chiusa, che ha nel mezzo un ritroso cioè un entramento fatto ad imbuto, e che serve a pigliare le passere. nelle campagne CELEGHERA, Voce fam. dicesi Zazper zera rabbuffata.

CELECHERA, dicesi ancora per CELE

GHEO, V.

CELEGHETA MEGIARÒLA O PASSARA PICOLA, s.f. T. degli Uccellatori, Passera montanina, Specie di Passera chiamata da Linn. Fringilla montana. Questo insolentissimo e dannosissimo uccello vive e nidifica nelle nostre campagne, si moltiplica moltissimo e fa de' guasti considerevoli ne' seminati e nelle biade mature. CELENTE, s. m. T. Mar. Medico della nave o dello Spedale. V. BARBIEROTO. CELENZA, s. f. Eccellenza, Titolo d'onore che per uso competeva una volta ai Patrizii Veneti, e che ora si dà determinatamente ad alcuni Personaggi di posto qualificato. V. ZA.

EL GHE DA DEl celenza a tUTO PASTO, Gli dà dell' eccellenza a tutto transito, o a tutto pasto, e vale Continuamente. CELIERA O CILIERA e CIVIÈRA, s. f. Barella, Strumento fatto a somiglianza di Bara, per uso di trasportar sassi, terra o simili.

Civèa, Civèo e Civera o Traino e Treggia, dicesi all'Arnese da contadini intessuto di vinchi per uso di trainare. V. SLITA.

PORTAR CO LA CIVIERA, Barellare. CENA, s. f. Cena.

MAGNAR DOYO CENA, Pusignare; e quindi Pusigno, il Mangiar che si fa dopo

cena.

ANDAR IN LETO SENZA CENA, Far la cena di Salvino, Pisciare e andare in let.to. Fu anche detto Andar a letto mal cenato.

CHI VA IN LETO SENZA CENA TUTA LA NOTE SE REMENA, Chi la sera non cena o Chi va in letto senza cena, tutta notte si dimena, Suol dirsi da quelli che amano di cenare.

CENADA, s. f. Cenata, Il cenare, la cena.

DAR UNA BONA CENADA, Cenar bene, Mangiar molto a cena. V. CENÈTA. CENARIN O CENERIN, add. Cenerino; Cenericcio; Cenerognolo e Cenerugiolo, Di colore simile alla cenere.

CENDÀ O CENDAL, s. m. ( forse dal barb. Sandale o Cendalum ) detto ancora per vezzo CENDALÈTO O CENDAÈTO, Zendado. Drappo di seta leggerissimo e notissimo, di cui in quasi tutto il secolo ultimo scorso formavasi una specie d'abito, divenuto quasi nazionale delle Dame e Donne civili in Venezia; quindi per CENDA intendevasi anche il vestito, e per CENDALETO la Donna stessa quando n'era coper

si con

ta. Egli era un vestito nero che adattavasul capo, che artifizio appuntato copriva e discopriva con malizia il volto, e con eleganza attortigliavasi alla vita; il che gli dava il potere veramente magico di abbellire le brutte e di far vie maggior mente spiccare le attrattive delle belle: come vivacemente s'esprime la nobile autrice dell' opera sulle Feste Veneziane. CENDALÈR, s. m. Intendiamo il Tessitore del zendado o Quel che lo vende. CENDALINA, s. f. Fettuccia, Tessuto di seta finissima a guisa di zendado, che non passa di larghezza una spanna-Frenello, dicesi alla Fettuccia onde le contadine s'intrecciano i capelli Becca, il Cingolo di taffettà, per lo più ad uso di legare le calze.

CÈNDENA, s. f. T. de Calzolai, Tramezza, Striscia di cuoio tra il suolo ed il to-maio della scarpa.

CENERATA, s. f. Voce fam. Cenere cattiva, cioè Sporca, mista con altri corpi. CENERAZZO, s. m. Ceneraccio, Cenere che ha prima sentito il bucato. Tritume di brace.

Ceneraccio, detto in T. di Zecca, chiamasi pure il Residuo delle materie che han servito all' affinazione dell'oro e dell'argento.

CÈNERE, s. f. Cenere.

CENERE SODA O DE LEVANTE, Soda o Rocchetta, Cenere d'una Pianta notissima Kali ch'entra nella composizione del vetro e del sapone.

CENERE DE ZECA, V. CENERAZZO. Cinefazione, dicesi la Riduzione in cenere d'un corpo per via di fuoco.

STAR SEMPRE SU LA CENERE, Covar la cenere, Dicesi di Chi agghiadato o neghittoso non sa partirsi dal focolare.

EL DI DE LE CENERE, Di delle ceneri, Il primo di Quaresima. CENERENTA, V. UA CENERENta. CENERINETO, add. Succenericcio; Suc

cenerino. V. CENERIN.

CENÈTA, s. f. Cenetta; Cenino; Cenuzza- Cenerella, dicesi la Scarsa cena.

UNA CENETA DA RE, Uno scotto o Un cenino da prelati.

CENGIA, s. f. Cinghia o Cigna, Striscia o Fascia tessuta di spago, la quale serve a diversi usi.

Cigna o Straccale, Dicesi a quell'Arnese per lo più di cuoio che attaccato alla sella fascia i fianchi della bestia.

STAR SU LE CENGIE, detto fig. Star sulle cinghie, dicesi di uomo ammalaticcio debolezza mal si regge in piedi.

che

per

SB VA IN TEL FANGO SIN A LE CENGIE, Ci si va sino alle cigna, Si dice delle strade di campagna estremamente fangose e profonde.

CENGIA, add. Cinghiato o Cignato, Legato con cinghia. CENGIAL, s. m. V. PORCO CENGHIAL. CENGIAR, v. Cinghiare o Cignare, gare con cinghia. CENGIÒN, s. m. Cignone, Cigna grande,

Le

e per lo più dicesi di Quelle de' cavalli e delle carrozze.

CENGIONI DOLCI, Cignoni che brandiscono, cioè Molleggiano, sono elastici, ubbidienti al moto, e facili a piegarsi. CENISE, s. f. e nel dimin. CENISÈTE, Cinigia, Cenere calda. Metter un piatto sopra la cinigia.

CENON, s. m. Cenata. Cenata grande, magnifica.

CENSÌR, v. Censuare e Accensare, Porre

a censo.

CENSITO, s. m. Voce dataci dai Lombardi e che si parla e si scrive nelle pubbliche carte, e vale Obbligato al censo, cioè a pagare le imposte prediali, e quindi inscritto nel Catasto. Ai tempi Veneti dicevasi Estimato, cioè Soggetto all'estimo In Toscana dicesi Sopportante, Quello ch'è descritto ne'libri delle decime e ne V. COLETABILE. paga la gravezza. CENSOR, s. m. Censore.

Censori si diceva una Magistratura gravissima del cessato Governo Veneto, che principalmente vegliava sull'ambito vizioso onde impedirlo. V. BROGIO. Questa magistratura era formata da due senatori, per ciò decorati di toga più ampia e di color violaceo. Essi sedevano ne'consessi sovrani dopo i Capi del Consiglio de' Dieci e dopo gli Avvogadori e sorvegliavano le convocazioni del Maggior Consiglio. Era poi aggiunta alle loro attribuzioni la materia de salarii de' servitori, non che Quella dell'arte vetraria.

CENTA, s. f. T. Mar. Dormiente, Pezzo di legno situato nel fasciame interno della nave, da poppa a prua, su cui sono indentate le estremità dei bagli. V. CONTRACENTA.

che corre

CENTA REGIA, Incinta o Cinta, Cordone della nave formato d'alcuni pezzi più grossi del rimanente del fasciame esterno, sul piano del quale risaltano. CENTANIN RASO, s. m. T. antiq. Raso, sust. Una specie di drappo sì liscio ch'è lustro. Questa voce vernacola era così detta perchè il Raso nella sua lucentezza imita il Zendado, ch'è manifattura più antida cui fu tratta la parola CENTANIN, che forse in origine sarà stata detta CBNDANIN.

ca,

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CENTOCOSTE Uccello. V.TRENTACOSTE.
CENTO E VINTI, s. m. Stilo di misura.
Arma bianca da punta, triangolata, che
ha la marca del numero cento e venti, la
quale era usata dai Bombardieri Veneti
urbani ne' loro esercizii per calibrare i
pezzi d'artiglieria.
CENTÒNI,

s. m. T. de'Calafati, Capi in-
cinte, diconsi le Tavole aggiunte alle in-
cinte dalle bitte sino alla ruota di
poppa
e di prua dei Legni dalla parte esterna.
V. CENTA.

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s. m.

CENTÒNICO O ABSINZIO MARIN
Santonico o Cina, chiamata non meno
Canforata o Erba giulia. Sorta d'erba
detta da' Botanici Artemisia Santonica.
CENTOPEZZI, s. m. Centopelle, T. de'
Macellai, Il terzo stomaco degli animali
ruminanti, quello cioè che riceve il cibo
dalla trippa e lo manda alla molletta, V.
MANEGA.

Dicesi anche nel sign. di Ventraia,
cioè la Pancia.

CENTO ZATE, Insetto. V. GALIA.
CENTRALIZAR, v. Centreggiare, Ten-
dere ad un centro, Ridurre al centro.
CENTRO, s. m. Centro, Punto nel mezzo
del cerchio.

METERSE IN CENTRO
Concentrarsi.

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Accentrarsi o

ESSER NEL SO CENTRO; Essere nel suo centro o nella sua beva o nella sua piscina: si dice dell' Essere o del trattar un affare di pieno suo genio e soddisfazione. CENTURA, s. f. Cintura o Cintola, Fascia colla quale l'uomo si cinge i panni intorno al mezzo della persona Cinto

1

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lo o Cintiglio, dicesi Fascia o nastro che cigue Scheggiale, si dice a Sorta di cinto di cuoio con fibbia.

SENZA CENTURA, Cinto.

Scinto, Contrario di

CENTURA DEI BRAGONI, V.in BRAGHesse. CENTURA DE LA PADA, Cintura. V. PENDON.

sun vi

CENTURA DEL SCHIOPO, V. SCHIO PO. Centura de la VESTA, V. VESTA. NISSUN VARIVA A LA CINTURA, Locuzione antiq. e fig. Nessuno v'eguaglia; NesNessun vi sta a petto. supera; CENTURÈLE, s. f. T. de' Calzolai, Cinturini o Orecchie delle scarpe, Que' due pezzi della scarpa coi quali si legano le Libbie Becchetti si chiamano Quelle punte ove sono i buchi per mettervi i legaccioli o i nastri in luogo di fibbie. CENTURELE DE LA SPADA, Quelle due strisce di cuoio che, Cinturini, alle fascette ed alla cintura, tengono sospesa la spada.

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attaccate

CENTURÈRI, s. m. Erano detti antica

mente Coloro che facevano e vendevano Cinture, di cui facevasi uso per cignere la veste ai lombi, secondo la moda del vestito de' tempi antichi.Chiamavansi Cristiani della cintura quei che nell' undecimo secolo abitavano nelle parti dell' Egitto. Vedasi nel Dizionario del Du Cange la voce Christiani de cinctura. CENTURETA, s. f. Cintolino e Centuretto, Piccolo cintolo. 16

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s. m. Coreggione, Cintura

grande.
CEOLA, s. f. Cipolla o Cipolla rossa o
bianca. Agrume noto detto da Linn. Al-
lium Copa-La Cipolla capitata ci vien
da Manfredonia.

Cipolla è anche nome generico di tutti
i bulbi tunicati, come oltre a quello del-
la cipolla superiormente detta, del Tuli-
pano, del Giacinto e simili. Quindi dice-
si Bulbosa a quella pianta che viene da
bulbo e da quella radica che ha in cima
un bulbo, e Bulbifera quando produce
bulbo.

PIETE DE LA CEOLA, Tuniche, si chiamano quelle varie cortecce o membrane concentriche: onde Tunicato dicesi a quel bulbo ch'è formato di tuniche.

DOPIO COME LE CEOLE, Espressione fig. e fam. e vale Ricco; Ricchissimo; Pien di roba S'intende ancora con questa frase un Ipocrita; Finto; Doppio.

CEOLA, dicesi metaf. per disprezzo ad
un oriuolo da tasca di poco prezzo e irre-
golare, che quasi non meriti più il nome
di Orologio TIRE FORA QUELA VOSTRA
CEOLA, cioè Guardate su quel vostro sdru-
cito oriuolo
per saper che ora fa.

STRUCAR CEOLE O NARANZE IN TI OCHI Gettar la polvere negli occhi d' alcuno; vale Ingannarlo — No SE GHE STRUCA CEOLE IN TI OCHI, E' non è uomo da dargli ad intendere lucciole per lanterne; Conosce il cece dai fagiuoli, il cece dagli scalogni, Sa a quanti di è S. Biagio.

CEOLA, detto in T. Mar. Girotta, Pal-
la di legno che si mette in cima alle an-
tenne, banderuole, bastoni di flocco e si-
mili.

CEOLA QUILA O SILA, s. f. Squilla o
Scilla minore, Specie di cipolla o piutto-
sto Specie d'erba simigliante a cipolla, la
cui radice si confa più ad uso di medici-
na, che le foglie. Ella è detta da' Sistem.
Scilla maritima. Pianta di radice bulbo-
sa in forma di pera.

CÈOLE PORCINE, s. f. V. PAN PORCIN.
CEOLESSA, s. f. Pianta, V. SAunosa.
CEOLETA

CEOLINA s. f. Cipolletta; Cipollina;
}
Cipollino, dicesi la Radice o bulbo tuni-
cato di varie piante o de' fiori, come del
tulipano, del giacinto e simili Figliuo-
li delle cipolle, chiamansi Quelle cipolli-
ne che nascono attorno attorno ad una
grossa cipolla.

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CEOLONA, s. f. Cipollone o Cipolla porraia, Specie di Cipolla grandissima, viene da Manfredonia. CEOLOTO, s. m. Cipollotto, T. de' Parrucchieri, Aunodatura di capelli dietro alla collottola e chiusi in una piccolissima borsellina, con cappietto di nastro. Questa annodatura è ora disusata. CEPO (coll' e stretto) s. m. Ceppo, Origine di famiglia, Casato, Stipite.

CEPI O BALZE, Ceppi o Ferri, Specie di pastoie di ferro che si pongono alle gambe d'alcuni carcerati o condannati, V. INCEPA CAVAR I CEPI, Dischiavacciar i ferri da' piedi, vale Sciogliere alcuno de' ferri.

CEPO, add. Zeppo, Pieno intieramente,
Quanto può capire, Stivato.

PIEN CEPO, Pieno stivato. V. PIEN add.
CERA, s. f. Cera, Sostanza nota.

CERA DE COMPIMENTO, Cera acconcia o di compimento, Chiamansi le Candele o simili di cera perfettamente imbianchita, bianchissima.

CERA SOTANA, Sottana, dicono i Ceraiuoli alla Cera d'inferior qualità. Onde Lavorar di sottano, vale Far lavorar la cera d'inferior qualità, e per lo più per primo lavoro che venga poi coperto da al

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s. m.} CERBERÀI, s. m. T. de' Pesc. Rezza, Rete da pescare composta di tre reti insicme, due grosse e rade, dette CHIARONI, e quella di mezzo stabile e fitta; ha nell'un lato piombo e nell'altro suveri, e quando è molto lunga vi si attaccano anche zucche secche che la tengono distesa, e frugando nell'acqua e battendo sulla barca, vi si fa correre il pesce che ne resta colle branchie inviluppato e preso.

CERCA, s. f. Cerca, cioè Accatteria; Ac
cattamento; Accatto, Limosina che si do-
manda.

ANDAR A LA CERCA, Andare all accatto.
VIVER DE CERCA,
Viver d'accatto.

ROBA DE CERCA, Raccogliticcio; Collettizio, Cose ammassate colla questua. Danari o altro d'accatto.

DAR A CERCA, Dare a saggio o a prova,

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CERCAR PER TUTI I BUSI, Braccheggiare; Rimaginare; Rivilicare; Fiutare tutti gli usci; Cercare ogni buco. Non c'è buco ove io non abbia fitto il capo.

Chi cerca trova: Detto proverb. che anche noi diciamo, e vale Che l'effetto ne segue quando si pone la causa. Dicesi ancora, Chi cerca rogna, rogna trova e Chi cerca quel che non dovrebbe, trova quel che non vorrebbe; cioè Chi stuzzica altrui ha spesso delle noie e de' fastidii o, provocando altrui a dire, sente poi qualche risposta che gli cuoce, o gli vien fatta cosa che gli pesa; e però si dice per vertimento, Non destare il can che dor

me.

av

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CER

CERCHIELETO, s. m. Cerchiellino o Cerchiolino.

CERCHIELO s. m. Cerchiello o Cer

chietto.

,

CERCHIEI DE VIDA, Cerchielli, chiamano i Pescatori delle valli quei Piocoli cerchi di vite che adoprano per tener aperte le reti della pesca, detta Cogolaria. V. COGOLO.

CERCHIELO DE LA RODA, T. de'Carradori, Contrafforte, Cerchio grosso di ferro che si mette nella bocca de' mozzi delle fortezza. per ruote de' carri Cerchielo del VERO DEI RELOGI, Lunetta, Cerchio inferiore della cassa che il vetro degli oriuoli da tasca. regge Cerchiello, dicesi da' Pescatori ad una specie di vermena del Ligustro (V. CoNESTRELA) che si riduce a forma circolare per tenere aperta la rete cogolaria.

CERCHIELO O SCHIRELO, T. degli Uccellatori, Specie di piccola rete che ha un entramento tondo a guisa di cerchietto con manico lungo di legno, che serve ne' tempi di primavera a cuoprire e pigliare le quaglie maschi. Dicesi anche VOLEGA O OLEGA.

CERCHIER, s.m. Cerchiaio. Quell'artefice che fa i cerchi delle botti. CERCHIÈRA, s. f. T. de Bottai, Fornello, dicesi da' Cerchiai Una specie di ruota con piuoli che serve per fabbricar cerchi da botti, detti per ciò Cerchi da fornello.

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CERCHIO, s. m. Cerchio; Cerchia o Circolo, Figura perfettamente rotonda Cerchio, Quello delle botti - MEZO CERIN CHIO, Semicircolo o Semicerchio CERCHIO, detto avverb. A cerco ; Fatto a cerco. Girare a cerco.

CERCHIO O ARCO DA CUNA, Arcuccio o Cassetta, Arnese arcuato, fatto di strisce di legno per tener sollalzate le coperte che non affoghino nella zana i bambini.

CERCHIO DA DONE, Faldiglia o Guardinfante, Certo arnese o abbigliamento che una volta le donne portavano per moda sotto l'abito.

CERCHIO DE LA LUNA, Cinto o Alone, Specie di cerchio formato dalle nubi, che appare talvolta intorno al disco lunare. CERCHIO DE PERSONE, Cerchio o Circolo, dicesi per Ragunanza d'uomini discorrenti insieme, che chiamasi Capannello. V. BozzoLo.

pur

AVER UN CERCHIO A LA TESTA, Aver la spranghetta, si dice di Coloro che sentono gravezza di testa nello svegliarsi la mattina.

CERCATO, nel parlare furbesco, vale Anello.

CERCHION, s. m. Cerchione, T. de' Maniscalchi, Malattia che viene all' unghia del cavallo.

CERCHION DE LA RODA, Cerchione, Lastra circolare di ferro che s'imperna o s'inchioda su i quarti delle ruote per readerle più salde e più durevoli. CERCHIOSA, detto in parlare furbesco, vale Botte.

CERE, s. f. Voce di gergo, che vale Mani - ALTE LE CERE, Giù le mani. CEREMONIAR v. T. antiq. Complimentare, Far cerimonie. CERER, s. m. Ceraiuolo, Quello che particolarmente commercia in cera, la imbianchisce o travaglia a fabbricar candele ed altre opere di cera che vende- Candelottaio, dicesi il venditore di candelotti. CERESER, V. ZARESÈR.

CERFOGIARO, s. m. Voce agr. Campo seminato a cerfoglio, per uso di prato. CERFOGIO, s. m. Cerfoglio o Cerfuglio, detto da' Botanici Scandix Cerefolium o Choerophyllum Cerefolium. Erba notissima, di cui si seminano i campi per tagliarla e raccoglierla come fieno. CERIMONIA, s. f. Cerimonia o Ceremo nia e Cirimonia, Formalità.

CERIMONIA IN CARGADURA, Stoggio, vale Ceremonia affettata, lusinga.

VOLER UN' INFINITÀ DE CERIMONIE, Voler mille stoggi, Dicesi di uno che mostra con certi attuzzi ripugnanza di voler fare o dir qualche cosa.

CERIMONISTA, s. m. Cerimoniere; Ceremoniere o Cirimoniere, Maestro delle cerimonie.

CERIÒLA, s. f. Candellaia o Candellara, dal barb. Candelaria. Festività della Purificazione della Madorna, in cui si dispensano candele benedette.

A LA MADONA DE LA CERIOLA DE L'INVERNO SEMO FORA, Per la Candelora dell' inverno non siam fuora, dicono all'opposto di i Fiorentini per indicare Che al primo febbraio la stagione comincia a mitigare e non più.

per

CERIOLA, Gora, Canale e propr. una fossa la quale corre l'acqua tratta per arte dal vero corso d'un fiume. CERNÀGIA, add. Cernuta, vale Separata. Mezzetto, Carta magagnata, fogli strappati, orlati, ragnati, con zazzera o altrimenti difettosa.

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CERNIÈRA, s. f. Cerniera, Nome che si dà in generale a due pezzi di ferro o altro metallo forati da un capo, che s'incastrano insieme e stanno saldi per pernio.

mezzo

d'un

CERNIERA DEL COMPASSO, Nocella, Quella parte delle seste o simili ove si collegano i bracci, V. BUSINELO.

CERNIERÒL, s. m. T. de' Pesc. Conchiglia marina bivalve del genere degli Spondidi, detta da Linn. Spondislus Gæderopus. Essa ha per carattere il corpo formato da due valve ineguali che si uniscono al cardine formato a guisa di Cerniera, donde trasse il nome vernacolo. Nell'Istria dicesi da pesc. GODEROPO.

CERNIO, add. Cernito o Cernuto. CERNIR, v. Cernere e Cernire; Scegliere o Scerre; Trascegliere.

Riscegliere o Kiscerre, Sceglier con diligenza, Di nuovo scegliere, Scegliere fra lo scelto - Sfiorire, si dice di frutta e d'altre cose, quando se ne trasceglie il meglio.

CERNIR LA LANA, Spelazzare, Trascerre la lana, V. CBRNIDOR.

TOR O COMPRAR SENZA CERNIR, Pigliare affatto, cioè Senza sceglimento o distin

zione.

CERÒN, s. m. Chiamasi.volgarmente Colui che seguitando le processioni, raccoglie le colature de' cerei che cadono, per cavarne profitto. V. SCOLAURA. CEROSIA, T. ant. V. CHIRURGIA. CERÒTO, s. m. Cerotto, Composto medicinale, di cui ve n' ha di tante maniere. QUA NO GH'È CEROTO, Maniera fam. Non c'è rimedio, spediente, riparo, provedi mento; Addio fave; Il morto è sulla bara, e vale Il fatto è chiaro e manifesto.

AVER CEROTO PER TUTO, Aver unguento per ogni piaga, Saper rimediare a tutto. DESTIRAR EL CEROTO A UNO. V. DESTEN

DER.

CERPILIO, V. SERPILIO.
CERPÌR, V. ZERPÌR,
CERTARSE, v. Accertarsi; Assicurarsi.
CERTO, add. Certo; Sicuro; Indubitato
-Incontestabile, Che non ha bisogno di
testimonii.

LASSAR EL CERTO PER L'INCERTO, Lasciare il proprio per l'appellativo; Cercar maria per Ravenna; Andar per la decima e lasciarvi il sacco; Meglio è piccione in man che tordo in frasca.

LA POL ESSER CERTA, Ella può far capitale, Può far conto delle mie parole. Star certo, Esser sicuro,

PER UNA CERTA MANIERA DE DIR, cotal maniera di dire.

Per una

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CERVELÅDA, s. f. Cervellata, Sorta di salsiccia gialla alla Milanese. CERVELINE, s. f. Cervella, cioè di Capretto, di Agnello, di Castrone etc. CERVELO, s. m. Cervello e Cerebro.

CERVELO BISLACO, Cervel balzano o fatto a tornio, dicesi D'uomo vario,incostante, bisbetico. Girellaio; Cervel vago o eteroclito, vagliono Stravagante.

CERVELO DE STOPA, Červello di borra come le palle.

CERVELO SVENTA, Cervellaggine, Capriccio strano e pazzesco-Cervellinaggi ne, Azione da cervellino o da cervello sventato-Cervellone, dicesi di Uomo stravagante e poco accorto.

ANDAR IN VOLTA EL CERVÈLO, Girare il capo; Esser in confusione.

هو

AVER EL CERVELO IN CASSA Essere in buon senno; Essere assennato, pien di senno; Aver cervello.

AVER MANCO CERVELO D'UNA GATA, Aver cervel di gatta; Aver meno cervello d' un grillo o d' un'oca; Aver il cervel nelle calcagna,

AVER PERSO EL CERVELO, Dar le cervella a rimpedulare, tolta la metaf. dalle

calze.

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TANTE TESTE TANTI CERVÈLI, Tanti uomini tante berrette; Chi la vuole lessa e chi arrosta, Chi è d'un umore e chi d'un altro.

VU ME FE TANTO DE CERVELO, Voi mi mettete il cervello a partito, e vale Mi mettete in confusione, in ambiguità. CERVIER, V. Lovo CERVIER. CERUSICO, s. m. Chirurgo, CESAGIE, s. f. T. di Zezza; Ritagli, e dicesi delle Monete, cioè L'estremità delle lamine del metallo d'oro e d'argento da cui si hanno cavati i pezzi da monetarsi. CÈSARA, s. f. Cece, Legume noto di scorza nera, la cui pianta è detta volgarmente Cecera, e da Sistem. Lathyrus Cicera. Vi sono anche de' ceci bianchi che noi chiamiamo PEZZOLI. V. PEZZOLO,

CESARA FRANTA, Ceci franti o infranti. COLOR DE CESARA, Ceciato. CESARELA, s. f. T. agr. Rubiglia o Robiglia e Pisello minore, Pianta leguminosa salvatica, le cui silique sono simili a quelle del Pisello comune, ma minori. Ella si semina per pastura al bestiame. Da' Botanici è detta Vicia pisiformis. Sul Trivigiano è detta BISOTA. I suoi granelli piacciono molto ai colombi, CESARINA, s. f. Cecino, Piccolo cece, CESARÒTO, V. Vezza.

CESENDÈLO, s. m. Piccola lampada o lampana; ma intendiamo propr. Quella che tiensi appesa con lumicino dinanzi a

qualche imagine divota. La voce vernacola viene dal barb. Cicendulum o Cicendela, corrotti dal latino Cicindela, che significa la Lucciola volante (LUSARIOLA). Trovasi fra le voci barbariche del Du Cange anche Asindulum usata nel signif. di Lampada, in vece di Cicendulum.

IMPIZZÈ EL CESENDELO, Accendete la lampada, e intendesi il lumicino di essa. CESETA. Lo stesso che CIESBTA, V. CESORE o CisònE (dal latino Casoria) Cesoie, T. di Zecca e degli Orefici. Strumento d'acciaio a guisa di forbice, atto a tagliar le lamine e piastre de' metalli. CESSOLFAUT, s. m. Cissolfaut, Carattere e nota musicale.

CESTA, s. f. Paniere, Arnese fatto di più forme o di più materic, ma per lo più di vinchi o di vetrice (V. STROPÈR) con manico, per uso di portare attorno le cose Paniera chiamasi la Cesta fatta lo per più di vetrice Cesta, Gran paniere intessuto di stecche - Zana, chiamasi una Cesta ovata per portare e tenervi dentro diverse cose, intessuta di stecche di legno

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Spasa, si dice una Cesta piana e assai larga per uso di sostener robe da comparsa,

CESTA DEL PAN, Panattiera; Tafferia CESTA DA MANZARETO, Botteghino, Ce sta con cui gira il Merciaiuolo la Citper tà vendendo le proprie mercanzie.

Cesta O Ceston DE PAGIA, Bugnola e Bugna e Cannaio, Vaso composto di cordoni di paglia legati con roghi per tenervi dentro biade, crusca e simili.

METER IN CESTA, Incestare.

QUEL DA LA CESTA, Ciambellaio, Intendiamo però Quello che vende ciambelle e robe dolci portandole in una cesta per la città.

Cesta, T. de' Vetturali, dicesi oggidì Una specie di carrozza mezza scoperta, per lo più a quattro ruole, usata dai Tedeschi, e conosciuta anche in Italia, la quale talvolta ha un manticino per davanti CESTA DA CAMPAGNA, Cesta alla campigiana, dicesi Una specie di Cesta da fat

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tori.

CESTA DA PUTEI, Zana, Cesta ovata con entrovi un piccolo letticciuolo che serve per culla. Talvolta vi si adattano sotto due legni a guisa di arcioni a fine di poter cullare.

CESTADA, s. f. Zanata, Quantità di che che sia che entri in una zana o la riempia. CESTARIOL, s. m. Zanaiuolo, Chi prezzolato porta altrui colla zana robe per lo più da mangiare. Lo stesso che SPORTARIOL. V.

CESTAZZA, s, f. Cestaccia, Cattiva cesta o grande.

CESTELA, 8. f. Cestella; Cestello; Panierino; Panieruzzo. CESTELETO

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s. m. Panierino, Panieruzzo; Panieruzzolo. CESTELO, V. CESTÈLA.

CESTER, s. m. Cestaruolo; Panieraio; Cofunaio; Maestro di far ceste e panieri

o cofani.

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