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NO DAR UDIENZA A UNO, Maniera fam. Non ascoltare; Non dare ascolto, vale nel signif. vernacolo, Non dar retta, Non abbadare, Dar l'udienza che fa il Papa ai furfanti No GHE DE UDIENZA, Non gli abbadate; Non gli date retta. UDITOR, s.m. Uditore o Auditore, Quegli che ascolta.

UDITOR MILITAR, chiamasi Auditore quell' Ufiziale che ne' corpi militari è destinato a giudicare in prima istanza. Nel sistema Austriaco v'hanno l'Auditore Capitano; l'Auditor Stabale o sia Maggiore, l'Auditore Stabale, che vale Maggiore; e ·Y'Auditore Generale. Il Capitano equivale ad un Consigliere di prima istanza, lo Stabale a un Consigliere d'appello, e il Generale ad un Consigliere Aulico.

UDITOR DE ROTA, Auditore di Rota, Uno de' dodici Prelati di varie nazioni che formano in Roma sotto del Pontefice un Tribunale supremo per decidere le li ti. Anche la Repubblica Veneta aveva diritto di nominarvene uno,che si mantenne sino all'abdicazione del Governo. L'ultimo Auditore Veneto fu Monsig. Giovan ni Priuli 3.zo di S. Gervasio e Protasio.

UDOR, V. ODOR.

VE, pronuuciato stretto e in forza di sust. Un V consonante; ed è mascolino. VE, pronunziato stretto è Particella che corrisponde al Vi, e serve ad esprimere il terzo o quarto caso del pronome Voi; e si usa o davanti al verbo o affissa al verbo VE PROMÈTO; VB VOGIO BEN, Vi prometto, vi voglio bene - SE LE VE PIASB, Se vi piacciono MI NO SO SE EL VE COGNOSSA, Non so se vi conosca Vel farò vedere; e così Vel farò chiaro; Ve lo intendo dimostrare;

FARO VEDER,

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Se ve le volessi tutte contare ec.

VB LO

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VB pur pronunziato aperto, è Interiezione di minaccia, che corrisponde al Væ de' Latini - GRAMO TI VE! Guai a te; Misero te! MI NO VB, lo no, ve, Affermazione negativa come se si dicesse Guai a me.

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VB! ovvero O VE! parimente pronunziato aperto, To' e Toh, voce accorciata da Togli,in forza d'interiezione,dinota meraviglia-O PE CHI VEDO! To' ch'io mi vedo! VECE (dal lat. Vice) Vece si dice di Persona o di Cosa che sia in luogo d'altro.

FAR LA VECE O LE VECE DE UNO, Prendere o Tener la vece o le vece altrui, vagliono Entrare e Stare in suo luogo, QuaxDO MI SARU VIA LA FARA LE MIE VECE,

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Quand' io sarò assente, ella farà le mie veci, V. INVECE, VECHIA, s. f. (si proferisce come in toscano Vecia) Vecchia.

VECHIA BALOTA O CARAMPANA, Vecchiarda, Vecchia, ma si prende in catti70 sentimento, V. in Cuco.

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BRUTA VECHIA O VECHIA MARANTEGA Befana; Ceffo di befana; Bruita scanfarda; Ancroia; Può andare la fava alle tre ore; Vecchia grinzosa e brutta, sdentata, bavosa, tremola, stomachevole.

VECHIA TIRADA SU, Vecchia ricardata, cioè Rinfronzita, Azzimata, Abbellita per comparir giovane.

VECHIA MA CHE FIGURA DA ZOVENE, Donna antica di tempo ma giovane di viso.

CO LE VECHIE NO SE S'INTRIGA MAI, Chi a vecchia s'accosta, a mala ventura s'aggrotta, cioè s'accosta.

SE LA VECHIA NO MORIVA, Maniera fam. Se il Nonno non moriva e' sarebbe vivo. Modo di dire che si usa con quelli che millantano che avrebbero fatto se non fosse loro mancato il modo.

VECHIETO, s. m. (si pronunzia come in toscano Vecieto) Vecchietto; Vecchiuccio; Vecchierello; Vecchicciuolo, Vecchio di piccola statura,

VECHIETO BRAVO, Vecchietto, dicesi di Vecchio vivace.

VECHIETO MINCHIÒN, Frannon nolo, Vecchiuccio scimunito, minchione.

EL XE VECHIETO BL MIO COCOLO, Egli è vecchiuzzo il mio vezzo.

ROBA VECHIETA, Vecchiccio. VECHIN ( pronunziato come in toscano Vecin) SAVER DA VECHIN, Saper di vieto cioè di Stantio, di rancio e di cattivo vecchiezza. sapore per troppa VECHINA, s. f. (si pronunzia come in toscano Vecina) Imbozzacchito; Indozzato; Mezza sconciatura, Agg. d' Uomo che cresce a stento Gallina mugellese, si dice di Chi mostra meno assai di quello che ha.

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I VECHI NO GA DA SIMIOTAR I ZOVENI CO

LE DONE, Il vecchio che scherza colle giovani accarezza la morte, disse saviamente un Autore, per avvertire i vecchi essere già passata per essi la stagione anche autunnale.

VECHIO FURBO, Vecchio scaltrito accivettato; Quanto è più vecchio l'arcolaio meglio gira; e vale che I vecchi pratici e accivettati internandosi nelle operazioni, più agevolmente v'impazzano che i giovani. Dicono i Siciliani, Se il giovane volesse e il vecchio potesse, non vi sarebbe cosa che non si facesse, prov. dinotante che I fatti sono proprii de giovani ei consigli de' vecchi.

VECHIO IMPERSUTIO, V. IMPERSUTIO. VECHIO MATO, Vecchio impazzato, Contrario di Assennato.

VECHIO PIATOLOso, Vecchio chioccia,dà Chioccia, gallina vecchia e spelata,che cova i pulcini come il malato cova il letto e si rammarica con voce chioccia. Vechio rien de SCHINELE, V. SCHINELA. VECHIO PROSPEROso, Ferrigno; Rubizzo; Prosperoso, Sano, V. Suro. VECHIO RABIN, Vecchio arrapinato; Arrovellato di vecchio; Arrovellataccio, Rantoloso; Arrabbiato; Vecchiardo. I vecchi sono come il vino che quanto più invecchia sente d'amaro.

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tuo diavol è cattivo perchè egli è vecchio; e l'altro, Quando il tuo diavol nacque il mio andava ritto alla panca, vagliono che gli uomini di età come esperti si possono difficilmente ingannare.

MATO DA CABNA QUEL VECHIO CHE S'INAMORA, Chi vecchio s'innamora, oltre ogni pena, gli convengono i ceppi e la catena, I VECHI XE BUTAI IN T'UN CANTON ESTRAPAZZAI, Al cane che invecchia la volpe gli piscia addosso; ovvero Al leone che invecchia le lepri insultano, detto figur. I vecchi sono trascurati o derisi o insultati.

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VED

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Sapr

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PARER PIÙ VECHIO DE QUEL CHE SE XE, Invecchiuzzire, che vale Intristire, Indozzare in guisa che si sembri più vecchio 'di quel che porta l' età.

Prù VECHIO D'UN SASSO O DE L'ANO DE LA FAME, Più antico del brodetto; Ha più anni della Sibilla Cumana.

I VECHI GA DA STAR ALEGRI ÎN CONVERSAZION, Abbia il Giovane del senile e il Vecchio del giovanile, cioè La gioventù sempre vivace si temperi colla saviezza e il vecchio nella conversazione stia allegro. Quando un vecchio o una vecchia mangia bene o fa delle azioni da giovani, dicesi Capra vecchia bene sbrocca.

TOR VIA LE COSSE VECHIE, Svecchiare. VEGNIR O Deventar vechIO, Cascare fra le vecchie, Portare i frasconi; Invecchiare; Inveterare; Andare in la cogli Gli anni gli hanno fatto somma addosso, disse il Firenzuola.

anni

VECHIO, add. Vecchio, vale Antico ch'è di più tempo avanti, contrario di Nuovo o di Moderno - VECHIA COME CAGÀR A BRAZZI, V, Cagår.

NOVE VECHIE, V. NOVA.

USI VECHI, Usanze invecchiate, Divenute vecchie. Errore invecchiato; Opinione invecchiata; Consentimento invecchiato di molti autori.

PENSAR A LA VECHIA, Preferire le vecchie usanze; Essere o Dichiararsi contrario alle cose moderne; Essere del taglio antico; Io vo' fare come faceva mio padre.

A TOLA NO SE VIEN MAI VECHI, V. TOLA. VECHIO DE MAR, V. FOCA. VEDELA (coll'e aperta) s. f. Vitella mongana, Vitella da latte, Vitellina; VitelLattonzo o Lattonzolo, Bestia vaccina da un anno addietro, che dicesi anche Manzolta.

letta

VEDELAME, s. m. Bradume, Quantità di bradi. Bradi è Agg. di Bestiame vaecino non ancora domato.

VEDELATO,

s. m. Vitelletto, Ma intendesi molto nutrito. VEDELETO, s. m. Vitelletto; Vitellino, VEDELO (coll'e aperta) s. m. Vitello;

Boccino.

VEDELO DA LATE, Vitella mongana Lattonzo o Lattonzolo si dice la bestia bovina che ha meno d'un anno--Birracchio o Sopranno, Quella dopo l'anno Giovenco, il Toro giovine sino al quarto anno. V. SORAN.

I VEDELI VA IN BECARIA PRIMA DE LE VACHB, E' ne va prima in beccheria gli agnelli che le pecore,si dice Quando muore prima il figliuolo del padre o della madre.

VEDBLO MARIN, V. FOCA.

CHI VARDA CARTÈLO NO MAGNA VedÈLO, V. CARTELO.

Vitello, dicesi anche assolut.

io o Pelle di vitello.

VEDER, v. Vedere; Scorgere.

per Cuo

VEDER CHIARO, Veder chiaro, vale Veder bene e distintamente Veder chiaro in che che sia, detto fig. vale Profon

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hanno aperto gli occhi, Prov. che si dice di Chi non è facile a ingannarsi o lasciarsi ingannare ; Sopravvedere.

VEDER IN BANDA, Vedere in iscorcio o per banda, Vedere in profilo.

V. LUNA.

VEDER LA LUNA IN TEL POZZO, VEDER LA LUSE DEL SOL, detto figur. Romper la malia, Passata lunga disdetta, incontrarsi in qualche buona fortu. na, Cominciar a veder chiaro o a ricomparir la fortuna.

VEDER I SORZI IN PIVIAL, Maniera scherzevole e fig. che vale Vegliare; Non poter chiuder occhio la notte.

NO VEDER DAL NASO A LA BOCA, Avere gli occhi di dietro; Non vedere o tirare da terza in là, Non aver buona vista; e figur. Non aver buona cognizione.

NO VEDER L'ORA, L'ora mi si fa un anno o mille dì; L'ora mi par cento di; Andar matto di che che sia; Avere alcuna cosa fitta nelle ossa; Esserne o Andarne pazzo, Desiderare ardentemente.

NO VEDER PER ALTRI OCHI CHE PER I SOT, Non veder lume per altri occhi che per quelli di lei; Non vedere avanti di lei; Ne più qua nè più là di lei; Non vedere alcuno a mezzo, Esserne innamorato o Volerle il meglio del mondo.

-

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VEDER O FAR VEDER LE STELE, V. STELA. VEDERSELA MB LA VEDO Mi veggo in imbroglio, in pericolo; Temo; Preveggo una sventura o di restar succumbente - EL SE L' HA VISTA, Se ne accorse; Se ne addò; Ne pigliò pelo; Ne dubitò; Se n'è dato ME L'HO VISTA, Mi vidi in pericolo; Mi conobbi o mi credetti in pericolo di cadere, o di sommergermi VEDERSBLA SENZA SPECHIO, Maniera fig. Comprendere chiaramente il pericolo proprio.

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va si scortica l'asino, Al cimento si conosce l'uomo.

CHI STA A VEDER NO GHE DOL LA TESTA, Chi sta a vedere non gli duole il capo, Prov.significante che Chi non ha proprio interesse nell'affare non se ne sente. Chi sta a vedere ha due parti o due tanti nel giuoco, e vale Ha il vantaggio di lasciar tentare agli altri le cose pericolose.

Co 'L SE L'HA VISTA BELA EL SB L'HA SBIGNADA, Veduto il bello o Vedendo il bello o Bel bello svignò: cioè Conoscendo l'occasione opportuna se n'andò via. Potrebbesi anche intendere Vedutosi in pericolo svigno.

FARGHELA VEDER A UNO, Farla vedere altrui, Farla vedere in candela; Sgarare alcuno, Rimanere al di sopra nella conteStare al gambone con alcuno, vale Stare in gara o a tu per tu. V. VOLBRLA

sa

VEDER.

LA XE UNA COSSA CHE LA VEDARIA ANCA UN ORBO, La vedrebbe un cieco o il mio bue o Cimabue che aveva gli occhi di panno; Se n'avvedrebbe Nanni cieco, La cosa è chiara.

LO VEDO E NO LO VEDO, Aver la bocca sulla bara, dicesi di Chi per vecchiezza o per malsania par che non possa andar molto in là.

No GHE VEDO BEN, Abbaglio, vale Non regge la mia vista al vedere distintamente le cose. Abbagliarsi, Perdere la vista per soverchio lume.

SE VEDE BEN CHE SÈ UN VILAN o simile, E' si par bene che tu se' un villanzone, cioè Apparisce, È chiaro, È manifesto.

VEDE PIÙ EL PAPA B LA MASSERA, CHE EL PAPA SOLO, Vedono più quattr' occhi che due, V. PAPA.

DAL VEDER AL NO VEDER, Dal vedere al non vedere; In un attimo, Improvvisa

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CHE ME VAGA LA TESTA, Volerla fil filo o per quanto la canna; Voler vederne quanto la gola; Io ne voglio veder quanto la canna, quanto io avrò fiato, quanto io viva, s' io non iscoppio, s'io non muoio, sin che non m'è tagliato il collo, Tutte espressioni del medesimo significa to, usate da Chi essendo in collera, vuol esprimere ch' egli si picca di voler soste nere la sua ragione.

VEDER, s. m. Vedere; Vista.

FAR UN BELO O BRUTO VEDER, Fare un vedere bello o brutto, vale Avere bella o brutta apparenza, Far bella o brutta vi

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Scabiosa atropurpurea. Il suo fiore è atro-purpureo.

VEDOO, s. m. Vedovo; Scompagnato.

RESTA VEDOO, Vedovato; Invedovito. VEGIA (coll'e stretta) s. f. Vegghia; Veglia; Vegliamento; Vegghiamento; Vigilia, II vegghiare, Non dormire,

Nondormire, che nel numero del più si dice I Nondormiri, vale Vigilia morbosa.

FAR LA VEGIA A UN MORTO, Vegghiare o Vegliare un morto, cioè Star desti la notte per far la guardia a un cadavere.

TRA LA VEGIA E'L SONO, Sonnacchioni, Tra 'l sonno. Stare fra il dormiveglia. VEGIAR, v. Vegghiare o Vegliare, Non dormire la notte, Star desti.

VEGIAR FORA DE L'ORDINARIO PER FAR QUALCOSSA, Cavarsi il tempo dagli occhi, vale Soffrire il sonno, Non dormire per attendere a qualche lavoro.

VEGIAR I MORTI, Vegghiare un morto, Far la guardia a un cadavere; e quindi Vegghiator di morti, dicesi a Quello che li veglia; e Vegghiatrice, direbbesi alla

femmina.

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VEGNIR A LE BRUTE VEGNIR A LE MAN VEGNI A NU

V. BRUTO, MAN, Nu.

VIESTU? Coll' interrogativo o VIENSTU? (dal lat. Venis tu) Vieni? VEGNÚA, s. f. che suona Venuta, T. de' Pesc. intendiamo propr. quel Canaletto che fassi nelle paludi per approdar col battello al terren sodo.

VEGNÙO, Venuto, add. da Venire. VEGRO coll'e chiusa (dal barb. Vegrus) add. Sodo, Agg. a Terreno e vale Incolto, Non lavorato, V. SVEGRAR. VELA (coll' e aperta) V. in VELO. VELA, s. f. Vela: i Pescatori dicono anche VELO, dal latino Velum. Ogni Vela di nave prende il nome dall'albero su cui è apparecchiata.

Vele dell'albero di mezzana: la prima è detta Vela di mezzana, cioè di tutt'altezza ma di mezzana larghezza; la seconda sovrapposta dicesi Contram mezzana, Vela quadra e piccola di supplemento; la terza Belvedere; la quarta Contrappapafico di mezzana.

Vele dell' albero di maestra : la prima e più bassa dicesi Vela maestra o Ártimone, Vela la più grande della nave; la seconda Vela di gabbia, la terza Pappafico di maestra; la quarta Contrappapafico di maestra.

Vela dell'albero di trinchetto: la prima dicesi Vela di trinchetto; la seconda Parrucchetto; la terza Pappafico di par rucchetto; la quarta Contrappapafico di

trinchetto.

VELA LATINA O Vela a Tagio, Vela latina o Vela a taglio o Vela a orecchio di lepre; ella è di figura triangolare o a tre punte. Nel Mediterraneo è grandemente

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ESSER A LA VELA, Esser sulle mosse ; Esser pronto a partire.

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FAR VELA, Far vela o Collar la vela, vagliono Spiegar le vele per far cammiFar poche vele, dicono i Marinari il Tenere spiegate poche vele o per far poco cammino o per ragione del vento po- FAR VELA CO UNA VISSIGA co fresco Far vela con trinchetto a palo, Quando in tempo di burrasca si naviga con una sola veletta raccomandata ad una stūzza. Guarnimento d'una vela, dicesi in Marineria quel Cavo ch'è cucito intorno fortificarla, e si specifica con per diversi nomi secondo la parte della vela a cui appartiene. V. INVERGADURA C GRA

alla vela

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TELI DE LE VELE, V. TELO E FERZO. TIRAR SU LE VELE, Innalzar le vele; Spiegarle; Dispiegarle.

TOMBADA DE LA VELA,

V. TOMBADA.

la ca

VELACHIO, s. m. T. Mar. Piccola vela ehe s'unisce,come i Coltellacci, per appendice ai maggiori. V. BONÈTE. VELÅDA, s. f. ( che a Milano si dice MARSINNA) Giustacore o Giustacuore e Guardacuore, quasi juxta corpus, Abito proprio dell' uomo, che portasi sopra miciuola, che ha i quarti lunghi sino al ginocchio o poco più giù, che sta asseltato alla vita e fassi ordinariamente di panno lano ed anche di seta o d' altra tela. Pare che la voce nostra vernacola derivi dal latino Velamen, Coprimento: essendo anche noto che l'antico Giustacore sostituitosi alla lunga vesta nazionale che qui portavasi anticamente all' uso greco, era molto più lungo e largo di quello che le mode ed il gusto lo abbiano col variar de' tempi ridotto. Nella Toscana, nel Ronel Modonese mano 2 nel Ferrarese e nel Mantovano ec, si dice comunemente Giustacore; per altro nelle Città colte d'Italia si chiama Abito, forse dal Franzese Habit. Vedasi Giustacore nel Dizio, nario enciclopedico dell' Alberti.

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mento fatto di velo, che portano le don-
ne di qualità per coprirsi il capo ed il
volto.

VELETA (coll' e streta) s. f. detta anche
ERBA DA PASSARINI, T. de' Pesc. Ulva ed
anche Lattuga marina, Pianta erbacea
marina, che ha per carattere una foglia-
zione semplice, membranosa e molto
espansa, cresputa e piegata in varie ma-
niere, somigliando alle foglie della Lat-
tuga. Linneo la chiama Ulva lactuca. Se
ne trova ne' bassi fondi marini, ma spe-
cialmente nella laguna; e se ne servono i
pescatori per riporvi sopra il pesce o an-
che per coprirlo ne' canestri affinchè si
mantenga fresco; il che accostumando es-
si di fare singolarmente per le
detta in vernacelo ERBA DA PASSARINI.
passere, fu

VELETON, s. m. accr. di VELETA in si-
gnif. di Abbigliamento che cuopre il ca-
po ed il volto delle donne, Gran velo.
VELIER, s. m. Treviere, T. Mar. Colui
che lavora intorno alle vele, e che le visita
ad ogni quarto di muta per vedere se es-
se siano in buono stato.

VELINA, add. Kelina, Voce dell'uso, di-
eesi per Agg. ad una Specie di carta finis-
sima, liscia e senza impronta di filati o
trecciuole, detta da' Francesi Papier ve-

lin. Quarti o Fal

PISTAGNA DE LA VELADA, V. PISTAGNA. QUARTI DE LA VELADA, da o Faldata.

VELADA, in forza di sust. è anche voce antiq. e vale Cesta velata, cioè Coperta. VELADIN, s. m. dimin. di VELADA, Piccolo giustacore; Vestituccio; Abitino. VELADON, s. m. acer. di VELADA, Vestimento più lungo e largo del giustacore, che ha la forma a un di presso del Sopratodos, ma n'è più stretto, e si porta tanto sopra il giustacore, che in vece di esso. VELAR, v. Velare, Coprire.

VELAR I QUADRI, Lucidare i quadri, cioè Coprir le pitture per via di luce. VELE (coll'e larga) — VELE QUA, Eccole qui. V. VELO.

VELÈN, s. m. Veleno o Veneno, Sostan

za mortifera.

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VELEN, si dice ancora famil. uel sign. di Rabbia; Stizza Go UN VELEN che NO POSSO PIÙ, Ho una stizza o una rabbia o un cruccio a cui non resisto.

LA GA UN VElèn contra dE MI CHE PAR IMPOSSIBILE, Ella ha un veleno o un odio rabbioso contro di me, che non si può credere.

VELENADA. V. INVELENADA.

VELENAR, v. Avvelenare; Venenare;
Attoscare, V. TOSSEGAR.

VELENÀR QUALCUN, detto fig. Avvelenare, cioè Corrompere.

EL SPUZZA CH'EL VELENA, V. SpuZZAR e SMORBAR.

TUTI I SPASSI SE VELENA COL PENSIERL

IN TE LA TESTA, Il continuo pensier fa infastidiare ogni diletto: cioè Recare o

Venir noia.

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VELIZAR, v. antiq. Veleggiare o Velifi-
care, Andare a vela.

VELMA (coll' e aperta) s. f. Voce ant..
Melma, Fanghi pantanosi, lo stesso che
BARENA, V.

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VELO (coll' e serrata) s. m. Velo, Tela
finissima e rada, tessuta di seta cruda.
VELO BROCA, Velo broccato
DAMASCA, Velo damascato
DE VELI, Velame.
VELO DA FIOR DE FARINA, Staccio da
fior di farina.

VELO DE LE MUNEGHE, Velo o Saltèro, Acconciatura di velo che portano in capo le Monache. Soggòlo è il Velo che portano o sotto la gola o intorno ad essa.

VBLO, detto in T. de' Paratori, Fu-
sciacco, Quel drappo che si mette sui
Grocefissi che si portano in processione.

Vblo de le pieGORE, Vello, La lana
delle pecore che annualinente si taglia—
Boldrone, dicesi a Tutto il pelo e tutta
la lana degli animali bruti, tanto sepa-
rata quanto unita alla pelle.
VELO VELO (coll'e aperta) Vello vello;
Eccolo, Vedilo vedilo.

VELO O VELA QUA, Eccolo o Eccola
qui- VELI LÀ, Eccoli là.
VELUDA, add. Vellutato o Velluto, Fat-
to a guisa di velluto. In Botanica si dice
Tomentoso.

VELUDÈR, s. m. Maestro di far velluti,
L'artefice o il Tessitore di velluti.

VELUDINI, s. n. T. de' Fioristi, Ama

ranto vellutato o Fior velluto e Fiorvel-
Luto, Fiore notissimo, annuale che si col-
tiva ne' giardini e ne' vasi, la cui pianta
chiamasi in Botanica Amaranthus cruen-
tus. I fiori formano spighe di rosso di san-
gue che paiono barbate.

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VENA, s. f. Vena, Vaso o canale del cor-
po animale che riporta il sangue dalle
parti al cuore Arteria, dicesi propr.
quel Vaso che porta il

sangue

dal cuore

verso le estremità.
VENA D'AQUA, Vena o Polla o Scatu-
rigine, Sorgente d'acqua continua.

VENA DE MINIERA, Vena o Filone.
VENE DEI LEGNI O DE LE PIERE, Fibra o
Vena, Que'segni che vanno serpendo ne'
legni e nelle pietre.

VENE, in T. de' Vetrai, Corde, essi
chiamano Certi difetti del vetro a guisa
di
fila.
grosse
VENA, s. f. Fena o Avena, Specie di bia-
da nata da una Pianta annuale del mede-
simo nome, che da Linneo è detta Ave-
na sativa. Il suo grano serve a nutrire i
cavalli e molti volatili.

che

VENA, Venato, Agg, che si dà a Pietra
od a Legno che sia segnato con quei segni
simil, si chiamano Vene.
per
VENARSE, v. Uscir spontaneo o Muo-
versi, Dicesi del Latte che per soprabbon-
danza, specialmente nelle donne puerpe-
re, esce dalle mammelle, benchè non i-
spremuto.

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VENCÈGIA, s. f. T. Agr. Tralcio secco,

Ramo di vite secco.

VENCER (coll'e serrata) v. Fincere, V.
VINCER.

VENCHIO (coll'e stretta ) s. m. T. de'Pa-
nierai, Vinco, Arboscello ch'è una spe-
cie di Salcio, delle vermene del quale, ap-
pellate pur Vinchi o
o Vimini, si fanno ce-
ste, paniere, nasse, gabbie e simili arne-
si. V. STROPA e BACHÈTA.

Vincastra o Vincastro e Scudiscio,
Bacchetta, e per lo più si dice di Quelle
de' pastori.

VENDARIGOLO. V. REVENDIGOLO.
VENDE, Maniera ant. e vale Ve ne
VENDE SUPLICO, Ve ne supplico; Ve ne

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VENDER A L' INGROSSO O A LA GROSSA, Vendere indigrosso, V. INGROSSO.

VENDER A LA MENDA, Vendere a minuto, a ritaglio.

VENDER A L'INCANTO, Vendere sotto lasta o all'asta; Subastare; Vendere alla tromba o all' incanto, V. INCANTO O ASTA.

VENDER A OCHIO, Vender a mano, ciąè Senza pesare.

VENDER A PRONTI, Vendere pe' contanti o Dare pe' contanti.

VENDER A RESPIRO Vendere o Dare pe' tempi.

VENDER A STRAZZAMBRCĂ, Fendere a offerta o per un pezzo di Straziare la roba; Far gran mercato di che

che sia.

pane;

VENDER A TEMPO, Il tempo vende merce o Temporale vende merce, Bisogna vaJersi dell'occasione che porge il tempo nel vender bene la mercanzia.

VENDER BALSAMO, detto metaf. Spacciarle grosse; Spacciare a credenza, Voler far credere quel che non è.

VENDER CARO, Vendere il sol di luglio, detto fig. vale Vender caro VENDI CAVendimi caro e

RO E PESA GIUSTO, mi misura.

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Vendetta di cent'anni ha ancora i lattaiuoli, quasi si voglia dire che È giovane, Che è fatta in tempo.

Vendetta trasversale, si dice Quella che non è fatta a dirittura sulla persona offendente e per quella tal offesa.

FAR VENDETA DE TUTO BL 800, Locuz, fam. e fig. Far lo spiano, detto pure fig. vale Consumare, Rifinire, Dilapidare tutte le sue sostanze.

VENDICAR, v. Vendicare o Vendicarsi, Far vendetta, Far bandiera di ricatto; Ricattarsi o Riscattarsi o Riscuotersi. Rivendicarsi.

TORNARSE A VENDICAR,

VOLERSE VENDICAR, Aver la coda taccata di mal pelo; Legarsela o Allacciar sela a un dito; Mordersi il dito; VolerVolersi ne una quattrinata con alcuno, giusto, sbizzarrire o scapriccire per vendicarsi di qualche sopruso ricevuto.

VENDER COL FIOR IN RECHIA, Vender caro; Stare in sul tirato, Tenere in soverchio prezzo la mercanzia. Sopravvendere, vale Vender la cosa più ch'ella non vale.

VENDER CHIACOLE O FENCCHI, Appaltare o Appaltar colle parole, Indur altrui con parole a far che che sia, Vender parole; Far chiacchiere Dare o Vender bossoletti o Vender vesciche per palle grosse, vale Dar buone parole e cattivi

fatti.

Vender i crediti, Tagliar la detta, È il vendere altrui le pretensioni dei crediți col perdervi qualche cosa,

VENDER IN ERBA, V. MAGNAR IN ERBA, in MAGNAR.

VENDER PER EL COSTO, Vender come s'è

comperato; La vendo come l'ho compe ra; Gliela do pel costo Detto poi metaf. vale Non garantire la veracità d'una cosa che si dice. Lo vendo la carota e l'ortolano

VENDER UNA COSSA PER L'ALTRA, Vender vesciche per lanterne, Vender picchi per pappagali, Incartocciare le vecce per pepe; Vendere per torta la fava; Dare o

Vender bossoletti; Vender vesciche per palle grosse, vagliono Ciurmare. V. GATO.

VENDER GATI IN SAGO, VENDER UNO IN GALIA, Maniera bassa fam. e fig. Rivendere uno, vale Sopraffar lo, Sapendone più di lui. I fanciulletti di dieci anni rivenderebbono uno di cinquanta. Si dice pure in modo basso, No 80 VENDUO IN GALIA, che significa Non sono forzato; Non sono vostro schiavo; Non sono obbligato a secondare i vostri capricci e simili,

AVERGHENZ DA VENDER, Avere il buon dato, cioè Assai buona quantità.

BASTA VOLER VENDER PER PERDERGHE, Chi si profferisce è peggio il terzo, e vale che Qualunque cosa che si profferisca è

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LASSA A DIO LA CURA DE VENDICARTE, Siedi e gambetta e vedrai tua vendetta, Esortando altrui a lasciar la vendetta dell'offesa a Domeneddio La più nobile maniera di vendetta è il perdonare e il giovare al suo nemico. VENDICAZION, s. f. Lo stesso che VEN

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VENDIDOR, s. m. Venditore,

VENDIPESSE, s. m. Pescivendolo, Colui che vende pesce a minuto, sia al banco stando fermo, sia girando per la Città. Dicesi anche PESCAÒR, V.

VENDISTORIE, s. m. Storiaio, Colui che vende almanacchi o leggende, portando la sua mercanzia dinanzi in un cesto sostenuto da una cigna che tiene al collo.

VENDITA, s. f. Vendita.

ROBA CHE NO GA VENDITA, Roba che non si spaccia, che non ha spaccio o esito, Che fa i tarli in bottega, che non è vendibile.

CO I LAVORI XE FATI SE TROVA VENDITA, Lavoro fatto danari aspetta. VENDUO add. Venduto; Derrate vendute; Privilegi venduti; Schiavi vendu ti e rivenduti.

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BENI VENDUI, Beni alienati.

Zente vendua PER BEZZI, Gente prezzolata; Dottori o Scrittori prezzolati. VENERE, s.m. Venerdì, dal lat, dies Veneris, come giorno da' nostri antichi dedicato alla Dea Venere.

Venerdì grasso, dicesi l'ultimo del carnovale; a Verona si chiama Venerdì gnoccolare.

È in tanta osservanza presso a noi il di̟giuno ne' Venerdì del mese di Marzo, ch'è balzato il prov. I VENERI DE MARZO ZUNA ANCA I OSEI DE Bosco, cioè Nei venerdì di

Marzo digiunano perfino gli uccelli dei bosco; per far intendere che si deve inviolabilmente osservarlo, VENEZIAN, da altri detto VINISSIAN, add. Veneziano o Viniziano, Abitante di Venezia. Veneto,dicevasi una volta per Suddito Veneziano; ora direbbesi per Provinciale veneto o Delle provincie venete

VENEZIAN NATO B SPUÀ, Viniziano pret to e sputato, cioè Vero Veneziano, Che si conosce Veneziano, V. VENEZIANAZZO. A LA VENEZIANA, Maniera avv. Alla viniziana; Vinizianamente, All' usanza

de' Veneziani,

FARSE VENEZIAN, Locuz. scherzevole fam. che si dice di quel Forestiere, il quale venuto per la prima volta a Venezia, sia per avventura caduto in acqua,ma poi uscitone in bene: quasi che abbia con ciò riportato il diploma di naturale Veneziano, essendo la Città fondata sull'acqua. VENEZIANAZZO, detta da altri VINISSIANASSO add. Veneziano pretto, direb hesi in via scherzevole di Quello, che non avvezzo ai costumi degli altri paesi e parlando il solo dialetto usato nella sua patria, esternasse poi nelle maniere e nel costume il carattere nazionale, il quale consiste in una certa schiettezza, scioltezza e affabilità naturale.

VENEZIANAZZO, potrebbe anche dirsi nel sign. di Viniziano rozzo, zotico, plebeo, sguaiato. V. BARCAROLAZZO. VENIALITÀ, s.f. Peccatuzzo veniale, Fallo leggiero, Piccola colpa, Errore volontario di poco conto. V. MARÒN. VENIESIA

VENIEXIA T. Ant. e vale Venezia o
Vinegia.

VENTADA. V. REFOLO DE VENTO.
VENTAME, s. m. T. Mar. Rilinga, dice-

si a Quella parte della vela latina,che noa
è bordata da corda ed è più agitata dal
vento. V. FIORIDOR.

VENTAR, v. Ventare, Far vento- Ven-
teggiare vale Ventare ma pianamente.
V. SVENTOLAR e
VENTAR EL FORMENTO,
PALAR.

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VENTARA O VENTERA, s. f. Burrasca,
Combattimento di vento
Uragano, Specie di Turbine.
Dicesi anche per Continuazione di ven-

to forte

VENTÈNA, s. f. Ventina, Quantità nu

merata che arriva alla somma di venti. VENTESELO, s. m. Venterello; Vento lino; Ventuccio; Venticello.

VENTESELLO DE PRIMAVERA, Zeffiroo Zefiro e Favonio, Leggiero vento che spi ra dalla plaga di Ponente. VENTESELO D'ORO, Aura; Ora; Orezventicello. zo, Piacevole e leggierissimo

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VENTESELO FREDO, Brezza e Serezzana Picciol venticello ma gelato e crus do, specialmente la notte e la mattina di buon'ora VIEN UN CERTO VENTESELO FREDO, Spira una certa brezzolina; e quindi Brezzeggiare. VENTILADA, s. f. Ventilamento; Vextilatura; Ventilazione.

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