Poesie di Angelo Mazza parmigiano ... |
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Poesie di Angelo Mazza parmigiano. Tomo I.[-III.], Volumi 1-2 Angelo Mazza Visualizzazione completa - 1816 |
Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 80 - I camini n di pace e di salute. -, Piangiam di noi, che del suo casto e pio Costume orbate^ e di sua voce mute, Dal ben far lungi andrem forse e da Dio (i). Qui non e...
Pagina 80 - Donne, che in su le vostre orme tornate Dal grande uffizio e pio meste e pensose, Qual da sepolcri vedovate spose, E invece di parole il pianto usate} Piangete forse quel fior d...
Pagina 141 - E dalla lettura di quest'ode Sulla morte (Mazza, Opere, cit., Ili, pp. 56-61) si riverbera nella Ginestra la descrizione della notte celeste: « Com'è profondo quest'azzurro in cui — l'etere si colora, e stan librate — fiammelle innumerabili infinite — che non perdon scintille... nel cui voto seno — riscintillando a me sceser le stelle i.
Pagina 145 - Dorme lo spirto di Favonio, e tace l'equabil lago, nel cui vitreo seno, riscintillando a me, sceser le stelle... Dunque a che pro l'inanimata salma vestir di bruno ammanto, e al non suo tetto ombrar le porte di feral cipresso, perpetuando ad arte i pensier tristi di chi a noi sopravvive! A che que...
Pagina 188 - Però m'ascolti, ea me seconda il maschio subbietto apprezzi de' gentili spirti la poca schiera, che l'amor del bello dal volgo innumerevole diparte; e cotanta d'ingegno ebbero e d'ale naturai possa, che se stessi alzando a l'ardue cime, dove siede il vero, bevono i raggi de la prima luce, onde son essi pur sacra favilla.
Pagina 67 - Quando, già spenta a me l'aura diurna, m'abbandoni la vita, e, le palpèbre strette in gelo di morte, abbiami l'urna, muta salma devota alle tenèbre: e intanto il cor si roda taciturna la dolente consorte in vel funèbre, del mio destin segnata ombra notturna, ne l'ora che le stelle ardon più crebre, a te, figlia, verrò, se 'l ciel nol vieta; mentre dei mali che la premon tanto, la vigil alma il vital sonno acqueta.
Pagina 67 - ... mali che la premon tanto, la vigil alma il vital sonno acqueta. Mia ventura udirai, sia gioia o pianto. Deh, se la speme il mio penare allieta, mi sien ale i tuoi voti al regno santo ! LA FIGLIA AL PADRK.
Pagina 154 - Sì vagamente digradanti ; e quinci Un Tutto emerge armonico , che •> mentre In moltiformi s'avvicenda aspetti , Spira dolcezza , maraviglia e gioia...
Pagina 105 - Gl'antichi errori di saver moderno, E torte menti, per quetar l'interno Rimorso, invano di menzogna pasci; E in tante e così ree forme rinasci Che turbi '1 temporal regno e l'eterno, Né del creato a Dio l'opra e il governo, Né speme a noi de l'avvenir più lasci: Come discordi dal Primier costume!
Pagina 103 - P'orror m'ingombri: atroce ivi di quelle Farà strazio il superbo angelo or drago. O ministro maggior de la natura, Che ciò n'arrechi onde la vita è lieta Con sì dolce del ciel legge e misura ; Forse, poi che fla spento ogni pianeta E morto sparirà tempo e figura, Di duol forse verrai tu stanza o meta?