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detto da' Sistem. Falco palumbarius. V. FALCHETO.

ASTÒSO, add. Astifero, Portatore, di asta, Chiamasi quel Mercenario, che porta le Aste nelle processioni.

RAGAZZO ASTOSo, detto fam. Insolente; Impronto; Fastidioso.

ASTROLABIO, s. m. Astrolabio, Strumento astronomico che serve ad osservare le stelle sul mare.

STUDIAR L'ASTROLABIO PER VIVER, Fantasticare; Stuzzicarsi o Beccarsi il cervello per vivere.

ASTURA, s. f. Nome che si dà in Levante al Testaceo, che da'nostri pescatori dicesi PALOSTREga, V. ASVELTO, V. SVELTO.

ATACAR, v. Attaccare, V. TACAR.

ESSER ATACA AL SERVIZIO DE UNO, Esser addetto al servigio di uno, Applicato al servigio.

ATACO, s. m. Attacco, nel Militare si dice l'Assalire una terra o città o l' Attaccare la battaglia. Dar l'attacco.

Attacco, fig. dicesi per Relazione, affinità, corrispondenza.

AVER DEI ATACHI, Avere degli amoretti o amorucci, Aver delle piccole passioni di cuore, degli affetti, delle inclinazioni. ATACO, Rasente, Preposizione, e vale, Tanto vicino, che si tocchi quasi la cosa ch'è allato. Allato; Accosto.

ATACO, ATACO, Allato allato; Vicin vicino; Da presso; Da canto ESSER ATACO ATACO. Esser alle costole d'alcuno; Essere o Stare a tocca e non tocca, vale Vicinissimo.

ATEDIÀR, V. V. Secar e Tediàr.
ATÈDIO, s. m. Tedio, Noia; importunità;
V. Tedio.

GHE LEVO L'ATEDIO, La sollevo dell' incomodo, della noia della mia visita: dicesi da taluno nell'atto del congedarsi con civiltà da qualche persona.

ATEGIAR, v. Attitare, Incamminare e proseguire gli atti giudiziarii, e quindi Alli

tazione.

ATÈGIO, 8. m. Attitazione o Serie di atti, Complesso di atti d'una causa, Processura

FAR ATÈGIO, Attitare, V. ATEGIAR. ATEGNIR, v. Allenere; Allenersi, Essere parente; appartenere per parentela o altro. Пl tale mi attiene.

ATEMPÀ, add. Attempato, Ch'è avanzato nel tempo, negli anni.

PIUTOSTO ATEMPA, Attempatetto.

ATEMPÀ MA CHE SE PORTA BEN, Attempatotto, accresc. di Attempato, e vale Vecchio fresco, ben conservato, non abbattuto dagli anni.

Regazze atempie, Giovani soprastate, dicesi per Provette, Attempate. V. Donze

LONA.

MOLTO ATEMPA, Attempatissimo. ATENDER, V. Attendere. V. Tender. ATENÈR, v. Attenere, Appartenere.

NOL GHE ATIEN, Non gli attiene o Non ha attinenza.

Boerio.

intende Barbaro; Crudele ; Tiranno; Inu

mano.

L'EREDITÀ NO GHE ATIÈN, Non gli attiene cioè Non gli appartiene. V. PERVegnir. ATENTATO, s. m. Attentato, cioè Ardire, ATILÀ, add. Attillato, Con acconci e bei

Arditezza.

ATENTATO, parlandosi di cose criminali, vale in sign. vernacolo per Delitto tentato e non consumato. Attentato prendesi più comunemente per Delitto, misfatto, ec

cesso commesso.

ATENTO, add. Attento, Che usa attenzione.

STAR ATENTI A SCOLTAR, Stare in ascolto. STA BEN ATENTO A QUEL CHE TE VOI DIR, Attendi quello ch' io ti voglio dire.

ATENTO CHE, Maniera ant. Attesochè; Perchè.

ATENTI! Badate bene; State attenti; State in guardia. ATENZION, s. f. Allenzione, Applicazione di mente, Attendimento, Oculatezza. PICOLA ATENZION, Attenzioncella.

STAR IN ATENZION DE QUALCUN O DE QUALcossa, Attendere, dicesi per Aspettare. Altenzione non usasi in questo sign. comunque sia verbale di Attendere, e dicesi più tosto Aspettamento; Aspettazione.

TEGNIR IN ATENZION, Tenere in orecchi. ATENZION, ne' modi familiari vale appo noi per Finezza; Riguardo; Cortesia; Piacere USAR A UNO DE LE ATENZIÒN, Far ad uno delle cortesie, delle finezze. ATERAR, v. Alterrare, Abbattere, gettare a terra, smantellare.

ATERAR UN RIO, Interrare o Interrire un rivo, riempirlo di terra. ATERGAR, v. Attergare, T. del nostro Foro, e vale Scrivere al di dietro di qualche Memoriale; ed è la risposta o decisione, ovvero ordinazione che dà l'Autorità alla domanda espressa nel Memoriale. ATERGATO, s. m. Attergato, Termine di nuovo uso nel Foro e vale Scritto al tergo: cioè Le parole scritte al di dietro di un memoriale, ch' esprimono la risoluzione del Tribunale o Autorità sulla domanda fatta.

ATERİO, add. Atterrito, Divenuto per paura smorto, quasi del color della terra; Spaventato.

ATÈSA, s. f. Aspettazione o Espettazione, Aspettamento, e per lo più s'intende colla Speranza di buona riuscita.

IN ATESA DEI VOSTRI COMANDI, Nell' aspettazione de' vostri comandi.

FAR UNA LONGA ATESA, Attendere o Aspettar lungamente. ATESOCHÈ, avv. Attesochè; Con ciò sia che; Siccome; Giacchè: Considerato che.

Ateso che go da far, Attesochè ho degli affari; Siccome, Perchè ho degli affari.

ATESO CHE EL M'HA PROMESSO, Considerato ch' egli mi ha promesso; Avendomi egli promesso.

ATESO CHE L'È UN BARÒN, Perchè egli è un birbone, un guidone; Siccome egli è etc. ÀTILA, Atila, Nome d' un Re barbaro degli Unni, che venne a devastare l'Italia, e che qui si registra pel seguente dettato

L'È UN ATILA, detto per agg. a uomo; e si

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Atto, si dice ancora per Cenno.

FAR DEI ATI, Atteggiare, Fare atti e giuochi In T. di Foro, Attitare, Incamminare e proseguire gli atti giudiziarii; Procedere giudiziariamente o giudizialmente contro alcuno.

ATI A LEZE O A LEGE, Così chiamavansi sotto il Governo Veneto le Sentenze tutte dette a legge. Si sentenziavano a legge le Successioni intestate; le Assicurazioni e i pagamenti di dote; i Vadimonii, gl' Interdetti a legge; i Chiamori; e dicevansi atti a legge le Terminazioni a dividere: Veggansi queste voci ai loro luoghi.

SCOMENZAR I ATI, Intavolare la lite. FAR CORER DEI ATI, Dare o Mandare spesa, Aggravar uno di spese per lite.

ATI DE COLOR, Atti di colore, cioè Gradazione di colori.

Magistrato sopra atti, Magistratura di prima istanza civile del cessato Governo Veneto, composta di tre senatori, cui competevano le cause ch'erano ad essa delegate dalla Serenissima Signoria. ATO, add. Atto cioè Adatto; Adattato; Idoneo.

GNENTE ATO. Disadatto.

TUTI SEMO ATI A FALAR. Chi fa falla e chi non fa sfarfalla, ovvero e chi non fa non falla, proverb. che vuol dire che Ciascun falla.

ÀTOMO, O ATIMO, S. m. Alomo.

IN T'UN ATOMO, In un atomo o In un attimo, vale In un momento di tempo; in uno stante. Far checchessia in un attimo, in un istante, in un baleno, in un bacchio baleno.

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METERSE ATORNO EL MAGNAR, V. METER. STRAZZARSE LA ROBA D'ATORNO, Lacerarsi le vesti; Mandar male; Dissipare. DIR ATORNO, V. DIR.

TOR SE D' ATORNO O DAI FRESCHI QUALCUN, Dare o Porre il lembo o il lembuccio in mano ad alcuno; Torsi d' addosso o dinanzi alcuno, Allontanarselo.

DARSE LE MAN ATORNO, V. MAN.

MENAR ATORNO QUALCUN, detto metaf. Circondurre; Aggirare o Rigirare alcuno, cioè In gannarlo, fargli perdere il tempo, Imbrogliarlo.

ATRAPAMENTO, s. m. Attrupperia, Sorpresa con inganno; Incappo; Frode. ATRAZZI ) ATREZ ZI) trezzo, e per lo più Attrazzi ed Attrezzi nel num. plur. Termine collettivo ch' esprime Una gran quantità di cose necessarie per certi usi, come per la guerra, per la marineria, per fabbricare e simili. Arredi è più proprio delle cose che servono per abbellimento. Arnesi, dicesi particolarmente degli Strumenti appropriati alle arti, e delle cose che servono di fornimerto nelle case - Attrazzi necessarii per la navigazione, come Manovre, pennoni, bozzelli, vele, ancore, gomone etc. E quindi Attrazzare vale Corredar la nave di tutti gli attrazzi necessarii. E Attrazzalore, dicesi Colui che provede gli attrazzi della nave. ATUFARSE, verbo ant. Altufarsi o Tuffarsi; Immergersi, Andar sott'acqua. AUDITOR, s. m. La Repubblica Veneta aveva tre Magistrature civili, una chiamata Auditor vechio, alla quale erano devolute alcune appellazioni; l'altra detta Auditor novo, cui si appellavano le sentenze della Terraferma; la terza dicevasi Auditor novissimo per ascoltare le appellazioni dalle sentenze delle cause dette de minori, e per otto mesi dell'anno anche quelle de maiori. L'Auditor novo ed il Novissimo alternavano fra loro, cioè passavano i giudici da una magistratura all' altra. V. UDITÒR.

8. m. Attrazzo ed anche At

AUGMENTAÒR, s. m. Voce ant. e latinismo usato dal nostro Calmo in una lettera di lode al patrizio Cristoforo Canal, che fu l' institutore de'condannati sulle galere, Accrescitore, Ingranditore. Leggesi di Ottavio Cesare che Pigliata la signoria del mondo fu poscia chiamato Augusto, cioè Accrescitore. A UFE, modo avv. A ufo; A macca; A macco; A isonne, A spese altrui.

MAGNAR A UFE; Sfamarsi o Mangiare a serocco, a ufo; Strappare o Mangiar alle spalle altrui.

AUGURAR, v. V. INGURAR. AULA, s. f. T. de Pescat. Sorta di pesce d'aqua dolce, ch'è l' Albula degli antichi, stato confuso da'moderni col Cyprinus Alburnus, e con qualche altra specie, e che il nostro signor Nardo distinse col nome di Cyprinus

Albula. Questo ha la ferma della Cheppesce pia, con bel colore argentco, è buono a mangiare, e ve n'ha in abbondanza ne'fiumi, ma specialmente nel Lago di Garda.

Altra specie di pesce fluviale, che venne confuso coll' Albula degli antichi, e dai moderni è chiamato Cyprinus Chaleoides. Ha esso pure molta somiglianza di forma alla cheppia, bel colore argentino; è parimente commestibile, e come l'altra specie abbonda nei fiumi e nei laghi dolci. AULA, s. f. Aula. Termine latino datoci dagli Austriaci, e vale Numero o parte di giudici d'un tribunale, che s'uniscono per giudicare. Sotto il Governo italico dicevasi Sezione, e sotto i Veneti Commissione. AURORA, s. f. V. ALBA. AUTINTICO O AUTENTICO, add. Autentico. AUTORIZĂR, v. Autorizzare, Dar facoltà o

autorità di fare.

SON AUTORIZA DA LA LEGGE, La legge mi autorizza, cioè m' investe del potere o lo permette.

SON AUTORIZA A CREDER PIÙ IN T'UN MODO CHE IN T'UN ALTRO. Sono in libertà di credere, Mi lice credere più in un modo che in un altro.

AUTORIZAZIÒN, s. f. Facoltà; Adesione;

Consenso.

VU NO GAVE AUTORIZZAZIòn, Voi non avete facoltà, voi non siete autorizzato. AUT AUT, che altri idioti dicono Aut autem, Maniera alla latina che ci è rimasta, cui corrispondono O guasto o fatto; O dentro o fuori; Volete o non volete? Risolvi e simili.

AVA, s. f. e per lo più Ave, plur. Ape; Pecchia, Animaletto volante noto, che produce il miele e la cera, ed è chiamato da Linn. Apis mellifica.

MATON DE LE AVE O AVA SALVADEGA, Fuco o Pecchione, Il maschio delle api senza aculeo, detto da Linn. Apis mellifica mas, e da' Naturalisti italiani anche Bordone o Falso bordone.

Buso o Bozzo DE LE AVE, Alveare, Alveario. Il luogo dove si custodiscono le arnie, detto anche Apiario - Arnia o Coviglio dicesi la Cassetta entro cui dimorano le api; e s'è fatta a doghe, chiamasi Bugno, V. Bozzo Favo o Faumele, Quel pezzo di cera lavorata a cellette, che le api fabbricano per depositarvi il miele. Fiale si dice a Quella parte di cera, dove sono le celle, e dove le api ripongono il mele. Alveoli alle Piccole cellule fatte ne' favi di cera d' un alveare Propolo o Pegola, in T. Agr., a Quella sostanza resinosa che le api traggono dalle piante, con cui turano le screpolature e i buchi delle arnie. UN NUVOLO DE AVE, Uno sciame di apiDE AVE, Un gomi

UN MUCCHIO O SCHIAPO tolo.

AVALIAMENTE, avv. antico, che vuol dire Egualmente o Ugualmente.

A VALIO, modo avv. derivato dal vernacolo VALIVO O GUALIVO, Dirittamente, In dirit

tura.

AVANTAÒR, s. m. Voce ant. Vantatore, Che si vanta, Millantatore; Ostentatore. AVANTAÒRA, s. f. Voce ant. dicevasi la Femmina di Vantatore, Vantatrice; Millantatrice; Ostentatrice.

AVANTARSE, V. V. VANTARSE.
AVANTASO, s. m. (colla s. aspra) Voce ant.
V. VANTAGIO.

AVANTÀZO, s. m. V. VANTAGIO—AVerghe-
NE D'AVANTAZO, Averne d'avvantaggio, cioè
Più del bisogno.

AVANTAZO, detto in T. de' Stamp. Vantaggio, chiamasi Quell'asse sopra cui il Compositore assetta le linee dopo che le ha composte. L'assicella incanalata nel Vantaggio, dicesi anche in vernacolo Balestra. AVANTI, avv. Avanti o Avante, Dinanzi, Nanti e Innanzi, In presenza.

ANDAR AVANTI, V. ANDAR -Ottare, dicesi
dell'Aspirare o Pretendere che altri faccia
per gius di successione, ad alcun comodo o
posto.

Avanti o Innanzi, dicesi anche per Prima.
Per Di rimpetto, V. Davanti.
AVANTI TEMPO, Immaturatamente; Innun-
zi o Anzi tempo; Prematuramente.
ANDAR AVANTI, V. ANDAR.

AVANTI, assolut. pronunziato in tuono im-
perativo per sollecitar altrui ad affrettare il
passo o a camminare, corrisponde al tosca-
no Trana o Tran trana, cioè Sbrigati.

DA QUA AVANTI, Da qui innanzi; Da quinci innanzi; Da oggi innanzi; Da quindi innanzi, Per l'avvenire.

EL DAVANTI, Il dinanzi, e risponde al-
l'Indietro, posto in modo sust. come Il di
dentro e Il di fuori.

AVANTI E INDRÌo, Andirivieni; Dirivieni;
Ghirigoro, V. DAVANTI.

METER AVANTI, V. METER.

AVANTO, s. m. Vanto; Vantamento, iat-
tanza, millanteria. V. VANTO.

AVANZADİN, add. (colla z aspra) Attempa-
tetto, Ch'è alquanto attempato, ch'è in là
col tempo, cogli anni, Alquanto provetto -
Attempatetta e Soprastata o Sopraffatta,
direbbesi d'una Giovane che non fosse sul
fiore.
AVANZO, s. m. Avanzo, Il rimanente, il re-
siduo.

AVANZI DE TOLA, Rilievo o Rilevo.
V. RESTO e VANZAURA.

FAR I AVANZI O I GUADAGNI DE DONA CHECA, Locuz. domestica, Far l' avanzo del grosso Cattani; Far l'avanzo del Cibacca, che u capo d'anno avanzava i piè fuori del letto; Far l'avanzo del Cazzetta, che bruciavu il panno di Spagna per far cenere morbidosa; Fare il civanzo di Monnu Ciondolina, che dava tre galline grandi per averne due nane e cappellute perchè eran brizzolate.

No GH'È DA FAR AVANZI, Non v'è da far calia, vale Non v'è da guadagnare. AVARAZZO, V. AVARÒN.

AVARO, add. Avaro, detto anche Spilorcio;
Sordido; Guitto; Pillacchera; Mignatta.

FARSE O DEVENTÀR AVARO, Gettarsi al

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COI AVARI BISOGNA FAR DA AVARO, Colle lesine bisogna esser punteruolo, detto fig. per far intendere che Cogli avari bisogna essere spilorcio.

L'AVARO XE INSAZIABILE, L'avaro è come l'idropico, quanto più beve più ha sete. AVARON, s. m. Avarone; Avaraccio; Avaronaccio; Scorticapidocchi; Pelanibbii; Cane barbino che tien la bocca stretta. Non darebbe fuoco al cencio. Largo come una pinna verde. AVE, V. AVEMARIA.

AVEARO, s. m. Alveario, Cassetta dentro a cui le pecchie fabbricano il mele: da' Fiorentini detto Arnia e da'Sanesi Copile. AVEDİN, 8. m. Abete, albero, V. ALBÈO. AVEDÚDO, add. Avveduto, Avvedimentoso, Cauto.

AVEGNER O AVEGNIR, V. Avvenire, Accade

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re, V. INTRAVEGNIR.

AVEMARIA, 8. f. Avemaria o Avemmaria, Orazione che si dirige alla Beata Vergine. Avemaria, chiamasi Un certo tocco di campana, che si fa alle chiese tanto alla mattina che nel chiudere del giorno. AVENENTE, V. EVENENTE. AVENTARIO, Voce bassa s. m. Inventario o Nota, che anche dicesi Legaggio, Carta o Libello in cui sono notate capo per capo le masserizie ed altro che si trova.

FAR L'AVENTARIO, Inventariare. AVENTÒR, s. m. Avventore Quegli che continua a servirsi d'una bottega per comprare i generi occorrenti.

DESGUSTAR O PERDER I AVENTORI, Sviare la colombaia o Tirare i sassi alla colombaia, dicesi fig. Quando i Bottegai fanno in maniera, che gli avventori non capitino più alla loro bottega.

SAVERSE FAR AVENTORI, Dare il camino, Allettare i compratori. AVENTURIÈR, 6. m. VENTURIÈR.

AVÈR, 8. m. Avere, cioè Facoltà, possessi, patrimonio, rendite.

AVER, v. Avere, Possedere

AVER, Riavere.

TORNAR A

AVER DEL FATO soo o del PROPRIO, Avere fondi in proprietà. V. Aver dEI CAMPI AL SOL, in SOL.

AVER DE UNO, Aver l'aria di uno, vale Assomigliargli.

AVER EL MALAN E LA MALA PASQUA, V. MALAN.

NO AVERGHENE UN PER LA RABIA, Non ne aver un per medicina; Esser arso, distrutto, Esser affatto senza danaro.

AVER IN TE LA MENTE O IN ASEO O IN QUEL SERVIZIO, V. SERVIZIO e CULO.

AVER AL CULO, V. CULO.

AVER LA LUNA, V. LUNA.

AVERLA SU CON UNO, V. SU.

AVER LA TESTA DURA,

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V. TESTA.

AVER LA TESTA VIA,
AVER MAN CON UNO, V. MAN.
AVER PER MAN, V. PER.
AVERSENE PER Mal, V. Mal.

AVER MOLTO DA FAR O UN GRAN DA FAR, V. FAR.

CHI HA BU HA BU, OVV. CHI HA AUDO HA AUDO, valgono La cosa è fatta; Non c'è rimedio; Addio fare; Chi ha tenga, e chi n'è ito, peggio; Suo danno. Dicono i Napolitani su di ciò Acqua passata non macina mulino.

VE GO IN CESto o dove che i sorzi poRTA LA SPADA, Maniera bassa di disprezzo o d'ingiuria, V'ho nelle code o in quell'ultimo servizio o in tasca.

TE GO, VE GO, Lo Go. senz'altre aggiunte, nel nostro parlare è una maniera bassa di reticenza per ommettere il finale del superiore esempio LASSIME STAR CHE TE GO, detto con disprezzo o ira, Lasciami in pace, ch'io t'ho sotto la tacca dello zoccolo, cioè Non t'abbado, t'ho a vile.

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AVERTA S. f. V. VERTA. AVERTAURA. s. f. Apertura, Sparato: Fesso, Quell' apertura che v'è ai fianchi delle vesti da donne.

AVERTAURA DE LA REDE, Entramento, Entrala, La parte per cui entra il pesce. V. VENTAURA.

AVERTIO, Avvertito, add. da Avvertire. AVERTIR, v. Avvisare, Dar avviso o notizia - AVERTI MIA MARE CHE LA VEGNA A TOLA, Avvisate mia madre che venga a mensa

- AVERTIR I AMICI CHE DIMAN SE FA ACADEMIA, Dar avviso agli amici dell'accademia di domani, Ovv. Far sapere agli amici etc.

Avvertire o Fare avveduto, val Dare avvertimenti, Ammonire - L'HO AVERTIO PERCHÈ EL SE REGOLA UN'ALTRA VOLTA, L'ho avvertito o reso avvertito a regola dell'avvenire, o perchè sia più cauto o consigliato.

Avvertire, dicesi per Considerare, Riflettere - AVERTI BEN, Avvertite o Avvertite bene, cioè Badate; Abbiate l'occhio o State in avvertenza. AVERTO, add. Aperto.

CAMISA TUTA AVERTA, Sdruscita o Sdrucita, vale Rotta — PIGNATA AVERTA, Pignatta Fessa, Crepata, Spaccata.

AVERTO COME UNA CAPA, Aperto come una cappa, ch'è un crostaceo notissimo.

PARTIA AVERTA, Partita o Conto aperto o acceso, vale Debito sussistente. AVERZER, v. Aprire.

AVERZER I OCHI; detto fig. Aprire gli occhi, nel sig. di Illuminarsi, rendersi ac

corto.

AVERZER LA BOCA AL SACO, Sciorre la bocca al sacco.

AVERZERSE EL PETO DA LA TOSSE, Fendersi il petto per la tosse.

CHI BEN SERA, BEN AVERZE, La buona cura caccia la mala ventura, La diligenza di custodire le cose gelose le preserva: il che può anche applicarsi alle cose morali. V. AVRIR, VERZER.

AVETA (coll' o stretta) s. f. Agugliata, ma più comunem. Gugliata, Quella quantità di refe, seta e simili, che s' infila nella cruna d'un ago per cucire.

AVETINA, s. f. Piccola gugliata. AVEZZO, add. Avvezzo o Avvezzato.

AVEZZO, O AVEZZÀ A TUTO; Ávezzo alla scarmaglia, e dicesi di chi è uso a soffrire il bene e 'l male, ed è allevato in fra le sciagure.

AVICARIO, 8. m. Voce bassa, Vicario, Quegli che fa le veci d'un altro in carica. AVILIO, add. Avvilito; Svilito; Invilito; Scorato; Abbiosciato; Gli è cascato il cuore; Ha il cuore nelle budella; Gli fuggi l'animo come se il mondo sotto i piedi gli fosse venuto meno. AVISA, add. Avvisato — L'OMO AVISÀ XE MEZO ARMA, Uomo avvertito è mezzo munito, prov. di chiaro sign. Dicesi poi Piaga antiveduta assai men duole, che significa che Il male preveduto si sopporta più pazientemente.

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AVISAR, v. Avvisare, Far intendere e sapere. Far uno accorto di che che sia.

L'HO AVISA PERchè el se regoLA, L'ho avvisato o avvertito o ammonito a regolarsi o a regolare la sua condotta. AVISO, s. m. Avviso, Ragguaglio.

STAR SU L'AVISO, Star sull' intesa, cioè esser rimasti d'accordo, Aver avuto l'istruzione.

AVOCÀR, v. ant. (che ora si dice FAR L'AVOCATO O EL MESTIÈR DE L'AVOCATO) Avvocare, Difendere e consigliare nelle cause altrui. AVOCATO, s. m. Avvocato, Difensore delle cause civili.

FAR L'AVOCATO, Avvocare.

AVOCATO DE LE CAUSE PERSE, Dottor dei miei stivali; Dottor da nulla; Dottorello, Schiccheratore; Frugascannelli.

ACADEMIA D'AVOCATO, V. ACADEMIA.

L'Uffizio dell'Avvocazione in Venezia era in origine appoggiato ai Patrizii a tal uopo nominati metodicamente dal Maggior Consiglio, in numero fra tutti di 32, non obbligati però a studii legali nè ad esami. Sei erano detti Avvocati ai Consigli; diciotto Avvocati per le Corti, cioè per le Magistrature di giudicatura civile dette Corti (V. ZUDEGADO); sei per gli Uffizii di Rialto; e due Avvocati de'prigioni. Quindi gli Avvocați patrizii si dicevano Ordinarii per distinguerli dagli Estraordinarii, ch'erano i non patrizii, detti anzi solamente Avvocati. Era permesso a tutti lo scrivere a favore degl' imputati criminali, e questi chiamavansi Avvocati criminali; ma l'arringare nelle cause criminali era di esclusivo diritto degli Avvocati ordinarii o estraordinarii.

Per gli Avvocati Fiscali, V. FISCAL.

AVOCATO CAGON, CHE NO SA CHE PERDER O IMPATAR. Locuzione di sommo disprezzo, che usavasi a carico ed avvilimento d' un cattivo avvocato. AVOCATURA, s. f. Avvocazione, Patrocinio e difesa delle cause altrui. Avvocheria e Avvocaria sono voci antiquate. AVOGADÒR, s. m. Avvogadore o Avvoca tore, Magistrato della cessata Repubblica Veneta instituito l'anno 864, ch'era com

posto di tre patrizii col titolo di Avogadori di Comun, detti già latin. Advocatores Communis; i quali avevano una grande autorità, e molte distinte at tribuzioni. Il loro uffizio dicevasi Avvogaria. In questa Magistratura si è sempre mantenuto l'uso fino a' giorni nostri, di scrivere gli atti pubblici in latino. V. INTROMISSIÓN. AVÒLIO, s. m. Avolio e Avorio.

ROBA D'AVOLIO, Eburneo o Eburno · Spodio dicesi al Capo morto dell'avorio bruciato. AVOLTOGIO, s. m. Avoltoio e Avoltore, Uccello di rapina grande e forte come l'Aquila. Ve ne sono di molte specie. Quella che qui talvolta vediamo chiamasi Avoltoio indiano o Avoltoio monaco o Re degli avoltoi, detto da Linn. Vultur Papa. AVR IL, s. m. Aprile.

AVRIL NO TE SCOPRIR, MAGIO VA ADAGIO E ZUGNO CAVITE EL CODEGUGNO, Quando il giuggiolo si veste, tu ti spoglia, e quando esso si spoglia tu ti vesti. L'albero Giuggiolo (ZIZOLER) è l' ultimo a germogliare e il primo a svestirsi di foglie.

AVRIL DOLCE DORMIR, Aprile dolce dormire cioè Nel mese di aprile riesce dolcissimo il dormire. - Aprile cava la pecchia del covile, e vuol dire che in aprile comincia l'aria ad esser calda.

MARZO SUTO E AVRIL BAGNA, BEATO EL CONTADIN GHE HA SEMENA, Aprile piovoso, maggio ventoso, anno fruticoso, e significa Che quando nell'aprile piove e nel maggio fa vento, in quell'anno è abbondante la ricolta. Di aprile ogni giorno un barile, e vale Che nel mese di aprile ogni giorno qualche poco piove. Dicono i Toscani Terzo aprilante, quaranta dì durante, ed è Proverbio di prognostico, perchè si vuole che il di 3 d'aprile avrà 40 giorni successivi consimili. V. SETEMBRÌN.

AVRIR, v. Aprire, Dischiudere.

AVRIRSE EL PASSO, Rompere il guado, vale Essere il primo a fare o a tentar di fare alcu

na cosa.

AZARDAR v. (dal francese hasarder) Arrischiare; Arrisicare ed anche Osare.

AZARDAR O RIschiar la pele. Porsi a rischio della vita.

AZARDO, s. m. Rischio; Cimento; Ripentaglio.

PER AZARDO, detto a modo avv. A caso; Casualmente; Accidentalmente, Inconsideratamente, Senza pensarvi. AZIENDA, s. m. Azienda, Amministrazione degli affari economici. Oggidì si dice anche Zienda; e per lo più in materia di Finanze. La parola Azienda era usata nei tempi del Governo Veneto, ma i Lombardi ci diedero in pratica la voce Gestione, ch'è un latinismo e che si dice appunto parlando di affari di Finanza pubblica, o simile. In termine amministrativo dicesi anche Esercizio.

AZIMO, o Ázɛmo, add. Azzimo; Mazzero, vale Non lievitato, e intendesi di pane V. ASME. AZION, s. f. Azione o Allo, Fatto, operazione.

Aziòn de l'omo, Azione, riferita al costume, Buona o Bella azione; Trista o Mala azione.

AZION DE SENA, parlando di Teatro, Azione o Alleggiamento, V. SENEGIAMENTO.

AZION D'AVOCATO, Azione, per la Diceria o Arringamento; ed anche per la buona o cattiva maniera nell'arringare, che dicesi Bel porgere, o Mal porgere.

AZIÓN, detto in T. Merc. Azione o anche Vore o Messa, Quella somma di danaro, che somministra ciascuno degli associati per capitale della compagnia in un gran negozio od impresa fruttuosa.

AZION, detto in T. Leg. Azione chiamasi il Diritto di domandar che che sia in giudizio.

AZIONARIO, s. m. Azionario o Azionista, T. Merc. dicesi a Colui che con altri contribuisce una determinata somma di danaro, per un negozio o per un'impresa fruttuosa, e si dice anche Associato. V. Socio.

AZONZER, v. Aggiungere o Aggiugnere.

V. ZONZER.

AZUNTA, s. f. T. ant. Aggiunta o Giunta, Aggiungimento. V. ZONTA e INAZONTA. AZZA, s. f. Accia; Refe, Lino filato e imbianchito.

QUEL DA LE AZZE, Refaiuolo.

Curte le azze, Maniera fam. Alle corle; Sbrighiamola; Finiamola.

TACARSE A UN Fil de azze, V. in BAVELA. AZZAL, s. m. Acciaio, Acciaro e Azzale, Ferro raffinato. Calibe è voce latina, usata soltanto in medicina.

AZZALA, add. Acciaiato o Inacciaiato, e si riferisce al ferro. Calibeato vale Preparato coll'acciaio, ed è voce usata da'medici— Ferrigno, all'Uomo, e vale Di buon nerbo, robusto, gagliardo.

AZZALAR, v. Inacciaiare, Unire il ferro coll'acciaio per renderlo tagliente e più saldo.

AZZALAR DE L'ACQUA, Calibeare, Preparar un liquore o una medicina coll'acciaio. AZZALİN, s. m. Acciarino; Acciaiuolo; Accialino; Focile o Fucile, Ordigno d'acciaio per batter fuoco.

AZZALIN DEL SCHIOPO, V. SCHIOPO.

AZZALÌN DA CALEGHER, Acciarino, Pezzo di ferro tondo da un capo per dar il filo ai coltelli.

AZZALIN, detto pur in termine de' Beccai e de’Pizzicagnoli, Acciaiuolo; Acciarino. AZZALIN DEI RELOGERI, V. RASCHIADOR. BATER L'AZZALIN O EL CANAFIO, detto fig. Fare il battifuoco; Far il mezzano, il ruffiano; Arruffare le mutasse; Portar i polli.

AZZALIN O ESSE, chiamano i Legnaiuoli una specie di ornamento che serve soltanto per sostegno a foggia di un esse. AZZALIN O CONTRAPASSO, s. m. T. de'Pesc.

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B

B. Vedi BE.

BAB

BABA, s. m. Voce de' fanciullini in vece di
BARBA, Zio; e vale anche per Zia, detta
volgarmente da noi AMIA.
BABALA, V. A LA BABALÀ.

BABAN, add. Babbano; Babbèo; Babbaccio;
Bachiocco; Badalone; Scioccone, Uomo

rozzo.

BABÀO, 8. m. Barbariccia; Baconero; Farfarello, Nome finto di Demonio.

FAR BABAO, Far baco o Far baco baco o bau bau, Certo scherzo per far paura ai fanciulli, coprendosi il viso.

BABAO! detto con ammir. Canchero! Zucche frille! Cacasego! Cacalocchio. V. COGIONI.

BABAO! ammir. o BARABAO! Si dice fam. e per ironia, verso colui che minaccia o fa delle spampanate: come a dire Bagattelle!

BABAI, Voce detta per vezzo o fanciullesca, e vale Pidocchi.

BABAI, si diceva per antonomasia re'tempi Veneti agl' Inquisitori di Stato, così chiamati famil. dal Babao, che fa paura ai fanciulli, e dal terrore che inspirava il loro tribunale.

BABASSO, add. Babbuasso; Babaccio; Babbeo; Babbaleo; Babbione, Sciocco, Scimunito.

BABILONIA, s. f. O TORE DE BABÈLE, Bɑbilonia, Si prende fig. per Confusione, tumulto di gente disordinata.

Diciam pure BABILONIA nel signific. di Passeraio, al Confuso cicaleccio di più persone CHE BABILONIA CHE SE SENTE! Che Chiucchiurlaia! Che moscaio! Che pissi pissi! cioè Qual confuso rumore! BABIO, s. m. Mostaccio; Visino; e s'allude a quello d'una giovane bella.

LA XE UN BEL BABIO O UN BABIO GUSTOSO, È un bel visino; É un viso che ha un non so che di ghiotto.

BABO, s. m. Treccone; Insalataio, Rivendugliolo di erbaggi; ed è propr. Quello che gira per la città vendendo erbaggi.

BABO, corrotto probabilmente dal latino Avo, si fa dire per vezzo a fanciulli, dicendo loro XE QUA EL BABO, BASICHE LA MAN AL BABO, È qui il nonno, baciagli la mano. BABUIN, add. Babbuino; Babbuasso; Babbione; Bambo. Non buono che da mostra; Baggiano, Agg. a uomo sciocco. BABUIN, s. m. Babbuino, Sorta di Scimia

BAC

a coda lunga, detta da Linn. Simia Sphinx. Si distingue dalle altre per aver le orecchie sepolte dentro a folti e lunghi peli e il muso circondato da mustacchi. Qualche volta l'abbiam veduta.

BABUIN, si dice ancora più comunemente a uomo nel signif. di Mancatore, cioè Che non attenga alla parola data e manchi facilmente, Che promette e non mantiene; Non è uomo da farne capitale, Sotto questo senso gli diciamo ancora BurÒN.

BABUIN CO L'Ere, V. Ere.

PARLAR DA BABUÌN, V. PARLAR. BACA, s. f. Coccola; Coccolina e Bacca, Frutto del Cipresso, del Ginepro, dell'Alloro e simili. Quella del Pino domestico dicesi propr. Pina o pigna e Strobilo; quella dell'Alloro Orbacca. BACAGIAR, v. Chiacchierare; Cornacchiare, Stucchevolmente parlare senza conchiudere.

BACAGIAR, dicesi ancora per Andar a diporlo, a svagarsi, a ricreursi, a gozzovigliare, V. BACARA.

BACALÀ, s. m. Baccalà e Baccalare, Pesce che si secca al vento e talvolta si sala. Da Plinio fu detto Asellus e da Linn. Gadus Morhua. Si dice anche Pesce bastone.

Merluzzo o Nasello, detto da' Sistematici Gadus Merluccius, è un'altra specie di Baccalare più piccolo, che a noi viene dai mari del Nord parimente seccato. V. SrocFis.

Oltre alle suddette due specie, vengono pur preparati e mangiati sotto lo stesso nome li pesci detti da noi Lovo, MOLO e MORMORA, raccolti in que' mari, dove si trovano di assai maggior grandezza che nel nostro. SECO COME UN BACALA, V. SECO.

SAVER DA BACALA, lo stesso che SAVER DA PRESCHIN, V. FRESCHIN.

BACALAI, detto in T. Mar. Baccalari si chiamano certi Pezzi di legno calettati ed inchiodati sopra la coverta della poppa. Bracciuoli de' baccalari sono legni conficcati sopra la coverta della galca, che sporgono in fuori sopra il mare. BACAN, s. m. Baccano; Fracasso; Susurro; Rumore.

FAR BACAN, Sbaccaneggiare; Far il baccano; Romoreggiare.

FAR BACAN, detto in altro signif. Far romore, che vale Aver grido, fama - Oxo

BAC

CHE AI SO ZORNI HA FATO BACAN, Uomo che meno romore, ch' ebbe gran fama a' suoi giorni; Uomo che fu famoso.

BACAN (da Baccanalia) dicesi ancora per Allegria, cioè Quella che risulta dal festeggiar molti insieme, la quale chiamasi allor ch'è smoderata, Gazzarra e Gazzurro, che vale Strepito fatto per allegrezza. Ed in gazzurro stanno i ciabattieri. V. BORDELO. BACANAL, s. m. Baccanalia e Baccaneria, Fracasso di chi giuoca o scherza con clamori e strepito. Baccano, vale Rumore, fracasso che risulta dallo scherzare sconciamente.

FAR BACANAL, Far baccanalia o baccano. BACANAR, v. Sbaccaneggiare. BACANÈLA, s. f. Baccanella, Allegra compagnia.

BACANÒSO, add. Romoroso; Festoso; Festante, Che fa romore, Che tiene in festa.

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Detto per agg. a uomo, Allegroccio, vale Inclinato all'allegria. V. STREPITÒN. BACANTE, add. Festante; Festoso; Gioioso; Allegro Baccato vale Furioso; infuriato Matterullo, Quasi matto - BACANTE DAL GUSTO, Quasi matto dal gusto. BACARA O BACHERA, 8. f. Baccanella, Brigatella di persone che fanno strepito o scon

cio romore.

FAR BACARA, Stare in gozzoviglia; Scialacquare; Fare del ben bellezza; Gavazzare; Gozzovigliare; Far tempone; o Darsi tempone, Darsi buon tempo, Pigliar diletto mangiando in brigata, che si dice anche Godere. V. CHIASSANA. BACARANA, s. f. Zurlo o Zurro, Allegria smoderata Baccanella, Raunata strepitosa di gente.

PERDIANA BACARANA, V. DIANA. BACEGA, s. f. Bazzica, Giuoco noto di carte. V. ZOGAR A BACEGA, in ZOGAR.

OGNI CARTA GHE FA BACEGA, detto metaf. fam., che s'usa per dire che un tale ha sempre la fortuna in favore, qualunque sia il modo ond' egli operi. Questa maniera corrisponde all' altra AVER L'AQUA SUL PRA, V. PRA. Essere in grembo a Giove; Aver il vento in fil di ruota, detto metaf. Aver la fortuna sempre propizia. BACHEIDE, s. f. Voce ditirambica usata dai nostri Poeti vernacoli, e vale Poema in onore di Bacco. BACHÈTA, s. f. Bacchetta, Mazza sottile,

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