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STAR IN APOLINE, Stare a meraviglia; Star bene, Godere ottima salute.

MAGNAR IN APOLINE, Slare in Apolline o in Apollo, vale Mangiar lautamente e di buon gusto.

LA COSSA VA IN APOLINE, L'affare va a maraviglia, benissimo, a vanga, per l'appunto. V. PETACHIO.

APONTAMENTO, s. m. Appuntamento, Accordo, Convenzione. Restare in appuntamento di che che sia. V. RENDEVU.

Appuntamento, dicesi anche per Assegnamento, Onorario, Paga, Salario. APONTO, s. m. T. Merc. L'appunto, e s' intende Quella somma con cui si liquida un

conto.

APONTO, avv. Appunto; Per l'appunto; A capello; Di certo; Come di pepe; Giusto — OH APONTO! Sul proposito; A tal proposito; Ora che mi risovviene; Oh non me ne ricordava.

APOPLESIA, s. f. V. CASCATA e COLPO. APOPLÈTICO, add. Apoplettico, Infermo di apoplessia.

PETI APOPLETICI, Mamme tremolanti, ondeggianti, a onde, cioè Flosce, rilassate. APOSITAMENTE, avv. Apposta; A posta; Appostatamente. V. APOSTA.

APÓSITO, dal lat. Appositus, Add. che si usa ne' publici uffizii, in sign. di Opportuno, Acconcio.

APOSTA, modo avv. V. PosTA.

APOSTARSE, v. Aguatare; Insidiare; Metiersi a posta; Porsi in aguato; Mettere aguato; Appostare alcuno o Far la posta ad alcuno, Insidiar la vita ad alcuno, mettendosi in aguato.

APÒSTOLO, s. m. Apostolo o Appostolo.

AVER UN GIUDIZIO DA APOSTOLO, Aver senno o cervello o previdenza, Saper contenersi.

PARLAR DA APOSTOLO, Parlare con verità, con lealtà; Ovv. Parlar bene, Parlar con facondia.

APOZAO, add. Voce ant. Appoggiato. APRENSIÓN, s. f. Apprensione o Apprendimento, vale quasi Timore.

STA COSSA ME FA O ME DÅ APRENSIÓN, Dare apprensione o Mettere in apprensione, vale lo stesso che Indur sospetto. Stare in apprensione, vale Apprendere, sospettare, dubitar temendo.

Apprensione, verbale di Apprendere, in T. dell' antico Governo Veneto, dicevasi Atto di apprendere, cioè di prender in nota o sequestrare i beni del debitore. V. INTENUTAR.

APREZIAR O APRIEZAR (colla z dolce) v. T.

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ant. dal barb. Appretiare, e vale Apprezzare, Dar il valore alle cose.

A PROPOSITO, modo avv. A proposito; Opportunamente; Acconciamente; A buona stagione.

MOLTO A PROPOSITO, Appositissimo; A propositissimo; Convenientissimo. ESSER A PROPOSITO, Essere il caso, il momento, l'opportunità. V. PROPOSITO.

A PROPOSITO de zuche o DE CARBON TRE SOLDI AL BRAZzo, Maniera bassa fam. Senza proposito; Fuor di proposito; A sproposito; Mal a proposito; Malapproposito. Mescolar le lance colle mannaie. A proposito d'un chiodo di carro. Ricordare i morti a tavola, Unire insieme cose disparate. Son buone legne, dicesi Quando uno non risponde a tuono. APROPRIAMENTO, s. m. Appropriazione; e in cattivo senso, Usurpazione. APROVAR, Approvare, Assentire.

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AQUA DE FIEGORA dicono i Pescatori all'acqua divenuta fangosa dal moto che fa il pesce piatto, come le Passere e i Rombi nel levarsi dal fondo.

MOTO DE L'AQUA, V. MOTO.

AQUA CO L'ASEO, Posca, Bevanda d'acqua mista ad aceto.

AQUA COPADA O AQUA CHE SE SOGNA, LOcuz. fam. Acqua tiepidella o tepidetta; tiepidetta anzi che no. Acqua da bere, che abbia appena appena perduto il fresco: come l'acqua che si beve in sogno.

AQUA COL ZUCARO, Acqua acconcia o concia.

AQUA MELADA, Idromèle o Acqua melata. AQUA NANFA, Acqua nanfa o lanfa, Acqua di fior d'aranci.

AQUA PANADA, Acqua panata, cioè Medicata coll' infusione di poco pane abbrustolito.

AQUA SPORCA, Sciacquatura. Broda dicesi l'acqua brutta di fango e d'altre sporcizie.

AQUA TENTA, Acqua avvinata; Pisciancio, Pisciatello, Vino molto adaequato e debole.

AQUA DA PARTIR, V. AQUAFORTE.

AQUA DE SETE COTE, Acquarzente, Acquavite raffinata.

AQUA BOGENTE, Acqua bollente. AQUA NASCENTE, Acquitrino, Acqua che la Sorgiva, sust. vale geme dalla terra Filtramento o trapelamento d'acqua attraverso d'un argine o simile - Gemitio o Gemitivo, dicesi Quella poca acqua che si vede in alcuna grotta quasi sudare dalla terra o simili; ed è manco che Acquitrino. VENA D'AQUA. V. VENA.

AQUA MORTA O STAGNANTE, Lagume; Slagno; Acqua morta.

AQUA TORBIA D'Un fiume, Acqua alba. Acqua, dicesi anche per Pioggia. Acqua piovana o di pioggia o Piovana assol. AQUA O PIOVA SALSA, Melume, cioè Quello che alidisce le viti.

AQUA E TEMPESTA, Broda e ceci, detto in modo basso e fig. cioè Tempesta e pioggia. AQUA SALMASTRA O MESCHIZZA, Acqua salmastra, V. Meschizzo.

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AQUA DA BARBA, Ranno, Quell'acqua calda con cui s'insapona la barba per raderAHI BARBIER L'AQUA ME SCOTA, Pian Barbier che il ranno è caldo. AQUA TEPIDA, Acqua dolce, T. de' Fornai - Detto fig. Acqua cheta ad un Uomo che fa la gatta morta, V. GATAPIATA. ANDAR CONTRO AQUA, V. ANDAR. ANDAR TUTO IN T' un'acqua, Trasudare, Sudare assai. V. ESSER TUTO in t' un'aqua, AVER L'AQUA SUL PRA, V. PRA. BATTERSE D'AQUA, V. FAR AQUA. CONSERVA D'AQUA, V. CONSERVA. DAR L'AQUA, Battezzare, Dar l'acqua del battesimo.

DEPOSIZION DE L'AQUA, Belletta.

ESSER FRA LE DO AQUE, Esser fra l'uscio e'l muro o fra il rotto e lo stracciato, Tra due opposte difficoltà.

ESSER TUTO IN T'UN AQUA, Esser molle o grondante di sudore; Essere dal sudore tutto una broda; Esser tutto sudato; Trasudare; Esser tutto molle.

FAR AQUA, T. Mar. Far acqua, Provedersi d'acqua dolce per uso dell'equipaggio di un vascello Acquata dicesi il Luogo ove i vascelli spediscono l'equipaggio per far acqua; e quindi Far acquata - Far acqua, si dice pure in T. Mar. della nave stessa in cui entri l'acqua per qualche apertura. V. FALA.

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PER EL SO GHEBO, Lasciar andar l'acqua alla china o all'ingiù: detto fig. e vale Lasciar che le cose camminino naturalmente, senza impedirle.

LASSARSE VEGNIR L'AQUA ADOSSO, Ridursi all'olio santo, Ridursi agli ultimi. Lasciarsi sopraffar dalla piena, dicesi di Chi perde l'occasione; Non prevalersi del tempo. E male per chi ha tempo e tempo aspella, che mentre piscia il can, la lepre sbietta. Convien prevenir il male e non perder tempo.

VEGNIR L'AQUA IN BOCA, Venir l'acqua in su l'ugola; Venir l'acqua o l'aquolina in bocca; La gola gli fa come un saliscendo. La gola gli fa lappe lappe. Venir voglia.

METTER AQUA, detto fig. Metter bene tra alcuni, Rappacificare: contrario di Giugnere o Metter legne al fuoco.

PESTAR L'AQUA IN TEL MORTÈR. V. MORTÈR.
SCHIZZO D'AQUA, V. SCHIZZO.
SCOTA DA L'AQUA CALDA, V. SCOTA.
SPANDER AQUA, Far acqua, Orinare.

STAR TRA DO AQUE, Star fra le due acque; Stare a tocca e non tocca; Rasentare tra 'l si e 'l no, valgono Star sospeso, in dubbio.

TIRAR AQUA AL MOLIN. V. MOLIN. TRAR AQUA, Attignere A Chioggia dicono ORIRE, dal lat. Haurire.

VOGIO VEDER IN QUANTI PIE D'AQUA CHE STAGO, VO' vedere in quanta acqua io peschi, cioè Voglio consultarmi, esaminar ben bene prima di risolvere.

L'AQUA IMARCISSE I PALI, V. IMARCir. AQUE, dicevasi sotto il Governo Veneto ad una Gravezza pubblica, che altrimenti si chiamava QUINTÈLO, V.

MAGISTRATO ALL'AQUE chiamavasi ai tempi Veneti una Magistratura Senatoria, composta di tre patrizii col titolo di Savi alle acque, eletti dal Senato, e di altri tre col titolo di Eseculori alle acque, ch'eran nominati dal Maggior Consiglio.

V'era ancora un Collegio all' acque di quaranta senatori, da cui si estraevano varie Deputazioni, che dicevansi ZONTE, Giunte, per attendere alla materia dell' acque, e preservar la capitale dalle inondazioni del

mare.

AQUE CATIVE, dicono i Villici Padovani ad una Malattia del cavallo, che i Veterinarii chiamano Edema alle gambe degenerante in ulceri, con uscita di materie acrimoniose. Questa malattia si spiega colla gonfiiezza alle gambe e più spesso nelle posteriori, con esulcerazione dietro al cannone e al pasturale e ne' calcagni.

AQUA! Espresso con ammirazione, lo stesso che ASEO! V.

AQUA DE MAR, s. f. Aqua marina, Pietra preziosa la quale ha la sua cristallizzazione di forma poligona: il suo colore è verda

stro.

AQUA DE VITA s. f. o AQUAvita, Acqua

vile.

AQUA DE VITA rafinada, V. AqUA DE SETE

COTE.

QUEL DA L'AQUAVITA, Acquavitaio, Quello che vende acquavite. AQUAFORTE O AQUA DA PARTIR, S. f. Acquaforte o Aqua da partire, che si dice anche Spirito di nitro o Acido nitrico. Questa composizione serve per corrodere i metalli ad eccezione dell'oro e del platino. AQUAİZZA, s. f. T. Mar. Empifondo, Alzamento o gonfiamento straordinario dell'acqua del mare, che suol precedere al soffiar de venti che fanno traversia ad un porto. AQUAR, v. Adacquare o Inacquare, Dicesi del vino che si mescola coll'acqua. AQUARASA, 8. f. Olio essenziale o Essenza di trementina.

AQUARÈGIA, s. f. Acqua regia o Acqua regale. T. de' Chimici, che la chiamano propr. Acido idroclòro-nitrico. V. SPIRITO DE

SAL.

AQUARELA, 8. f. Acquerella o Acquarello, T. de'pittori, Acquerelletto, Acquerello molto annacquato.

MINIAR A AQUARELA, Acquerellare, Toccar i disegni con acquerella. AQUARIOL, s. m. Aquaiuolo o Acqueruolo, Colui che porta o vende acqua dolce per uso delle famiglie; ed anche Quello che porta le acque minerali.

Acquaiuolo, dicesi pure a Chi dà l'acqua ai prati per irrigarli. V. PORTAQUA, AQUARIOLA, s. f. La Femmina dell'Acquaiuolo, che per analogia di altre voci consimili potrebbe dirsi Acquaiuo'a o Acquaruola.

AQUÀRO, s m. Voce agr. Bocchetta. Quell'apertura che si fa nelle capezzagini che traversano il campo seminato, per far correr l'acqua fuori con più facilità. Dicesi anche Acquaio o Solco acquaio. AQUARÒSA, s. f. Acquarosa o Rosata. Acqua preparata con rose. Mucchero si dice a Quella in cui sieno state infuse le rose o le viole.

AQUAVITA, V. AQUA DE VITA. AQUAZZA, 8. f. Acquaccia, Acqua cattiva o corrotta Acquazzone, Gran pioggia e continuata, che dicesi anche Aquagione e Acquazione.

AQUE D'ONGARIA, Acqua della regina, Acqua minerale, di cui si fa uso anche presso di noi. AQUETA, 8. f. Acquetta; Acquicella; Rivo; Rigagno; Rigagnolo, Piccola acqua corrente.

Acquerugiola; Acquerella; Spruzzaglia, Pioggia minutissima.

VIEN UN'AQUETA CHE GNANCA LA SE SENTE, Viene un' acqua cheta: dicesi d'una Pioggerella che viene senza strepito.

AQUETA DE COLA, Acqua, dicesi a Quella materia che stemperata coll' acqua si dà ai drappi per crescer loro la lucentezza e distenderli.

AQUETA DE VIN, Chiarello, vale Vino molto annacquato; che anche dicesi Acquaticcio.

AQUETA. Così chiamasi pure un certo composto velenoso.

AQUILA, s. f. Aquila, La regina degli uecelli. Molte sono le specie di quest' animale. Quella che noi conosciamo e che alcune volte si piglia, è detta Aquila nera o valeria, e da Linn. Falco Melanotus, ma non è della grandezza delle altre.

CRIAR COME UN' AQUILA, V. CRIAR. AQUÒN, V Aquazza.

AQUOSO, add. Aequoso; Acqueo o Acquidoso e Acquitoso.

TEREN AQUOSO, Terreno acquitrinoso o acquidrinoso.

ARA (dal latino Area) s. f. Aia, Spazio di terra accomodato per battere il grano. ARA PICOLA, Aietta.

COLMO O COLMEGNA DE L'ARA, Barcone, Quel sito dell' aia più alto, ove și abbarcano le gregne. V. CAVAGION.

PAGARSE SU L'ARA, Pagarsi in sull' aia, detto fig. Pigliar congiuntura sicura di farsi pagare, Pagarsi prontamente.

QUANTO POL STAR IN T'UN' ARA, Aiata, Tanta quantità di grano o di biade in paglia, quanto basti ad empiere l' aia.

Di

METER SU L'ARA. Inaiare il grano, stendere le spiche sull' aia per batterle. ARA o anche ERA, S. f. T. de' Vetrai, Camera o Tempera, Dicesi a quel luogo sopra la fornace, in cui si mettono i vasi di vetro appena fatti per crogiolarli, cioè per chè perdano gradatamente la roventezza e possano stagionarsi e freddarsi. In questo senso si dice anche Temperare o Dar la tempera o 'l crogiòlo.

ARA e ARÈ, sincopato da VARDA e Varde, Guata, Vedio Vedete.

ARADA s. f. Voce agr. Aiata, Quanto può stare in sull' aia, per esempio frumento per battere.

ARADÙRA, 8. f. Aratura, Aramento. ARAMALI, s. m. plurale di ARAMAL (dallo Spagnuolo Alamar) Alamari, Bottoni con riscontri ed anche con allacciature, che usavansi una volta più comunemente. Per altro le persone colte dicono ALAMARI, ARANA, V. ANARA.

ARANCÀR, v. ant. Arrancare, verbo neutro ed Arrancarsi, nel sign. di Affannarsi, Angustiarsi, Prender le cose a scesa di testa.

ARAR, v. Arare; Solcare il terreno coll' aratro; Fare solchi; Dissodare.

Fendere, dicesi Arare la prima volta. Riarare o Rifendere, Arare la seconda volta. Interzare o Terzare, La terza. Inquartare, La quarta - Aratrare, Arare dopo seminato. Intraversare, Arare a traverso del lavoro già fattovi. V. INTRA

VERSAR.

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ARAR BEN SOTO, Richieder la terra, Penetrare addentro lavorando.

ABAR A GOMBINA, Arare a magolato. V. GOMBINA.

ARAR DEL VASSELO, T. Mar. Il vascello strascica, tocca fondo; L'ancora ara: che è Correr colla barca toccando il fondo o trascinandosi dietro l'ancora. Cost dicesi Arare, quando la palla del cannone stri

sciandosi per terra, la smuove come farebbe l'aratro.

ARAR DRETO, Locuz. fam. fig. Arar diritto; Rigar diritto, valgono Far che che sia per l'appunto.

A RASO, modo avv. V. RASO.
ARATIVO, add. Lavoratio; Lavorativo;
Lavoratoio. Agg. di Campo o terra accon-
cia ad essere lavorata.
ARATRO. V. VERSURO.

ARBA. Voce triviale, V. ERRA.
ARBORÁR, v. V. Arborår.

ARBORE 0 ARBORO, V. ALBORO.
ARCA, s. f. Arca; Sepoltura; Sepolcro, che
dicesi anche Tomba; Avello; Urna; Con-
ca; Sotterratoio.

ARCA DE SIENZA, Arca di scienza; Arca di Noè, dicesi di Uomo dottissimo.

ARCA DE VITUPERIO, Mariuolo; Scellerato. V. SPIUMA.

ARCA, detto in T. Contadinesco, Arca, ch'è voce pura latina, dicesi una Specie di cassa fatta a foggia di madia (ALBÒL ) col coperchio, che potrebbe anche chiudersi a chiave, nella quale i contadini tengono riposta la farina, pane ed altre cose commestibili per la famiglia.

ARCADA, 8. f. Arcata; Arcale; Arco; Volta. Arco di ponte o di porta.

ARCADA DE VIOLIN, Arcata; Tirata di plettro.

ARCANO, 8. m. Arcano, Segreto - Far ar

cani, Tenere in credenza; in sè, Usar silenzio.

ARCAR, v. Archeggiare, Torcere o piegare

in arco.

ARCARSE, parlandosi d'un vascello, Arcarsi, vale Curvarsi in arco; e questo accade alla colomba d'un vascello, le cui coste si sono piegate o per accidente o per vecchiezza.

ARCAR, v. Voce agr. Vigliare di nuovo, ch'è l'operazione che si fa la seconda volta, di Tirare il grano sull' aia per purgarlo a dovere da' vigliuoli e poterlo riporre nell'arca o sia nel granaio. Nel Du Cange abbiamo le voci Arca granaria e Arca annonae, che dicevasi ne'bassi tempi per Granaio o Cassa da riporre il grano. V. CA

VEOLE.

ARCAZA, 8. f. Chiurlo, detto da Linn. Scolopax arcuata maior. Sorta d' Uccello notissimo, che frequenta i grandi acquitrini; che ha il becco lungo, inarcato al di sotto. Chiamasi anche Chiurlo reale o Fischione maggiore, per distinguerlo dal minore (TARIGNOLA). Quest'uccello nell' ornitologia di Latham forma ora parte del genere Numenius, col nome di Numenius arcuata. ARCAZA VERDE, s. f. Mignattone. Altro uccello acquatico, che frequenta particolarmente le valli d'acqua dolce; che ha il becco lungo arcuato, le gambe lunghe verdastre, tutta la parte superiore delle ale e del corpo colorita d'un bel verde a riflessi metallici, e il di sotto di rosso cupomarrone. Fu chiamato da Linn. Tantalus Falcinellus e da' moderni Ibis Falcinellus. I FranBoerio.

cesi gli dicono Courlif verd d'Italie. Qui è

raro.

ARCHÈTO, s. m. Archetto; Arconcello; Archicello, Piccolo arco.

ARCHETO DA VIOLIN, Archetto; Plettro.

ARCHETO DA OSELI, Archetto o Saeppoto. Ingegno formato con un pezzo di legno arcuato, con cui si pigliano gli uccelli. Tendere gli archetti agli uccellini Scarpello, chiamasi Quello strumento da pigliar uccelli, fatto con due archi poco di lungi un dall' altro, tra i quali si pone il cibo per allettarli.

ARCHETO DA BARON, detto fig. Gherminella; Furberia; Baratteria, Macchinazione posta in opera per inganno altrui. ARCHIMIA, s. f. Alchimia o Archimia, Quasi dicasi la Chimica più sublime. V. LAPIS FI

LOSOFORUM.

STUDIAR D'ARCHIMIA, Stillare o Beccarsi il cervello, vale Affaticar l'intelletto. Stuzzicare i ferruzzi, Ingegnarsi. Lavorare d'alchimia, Operare con artifizio. V. SCRI

MIA.

ARCHIMIA, V. SCRIMIA.

ARCHIMISTA, s. m. Alchimista; Colui che esercita l'alchimia. Col solo dire Il tale sof fia, s'intende senza nominarlo, ch'egli è Alchimista.

ARCHITRAVE, V. SOGIER.
ARCHIVIO, s. m. Archivio.

CARTA MESSA IN ARCHIVIO, Carla archiviata, e quindi Archiviare, Riporre in archivio.

ARCIDIAMBARNE, s. m. Arcidiavolo o Arcidemonio, Accresc. di Diavolo e Demonio. ARCISTUPENDONAZZISSIMO, add. Voce ditirambica, accresc. di STUPENDONAZzo, V.

ARCO, s. m. Arco, T. d'Architettura. Arcale, dicesi propr. l'Arco della porta o simili.

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Rigoglio o Sfogo, l' Altezza massima delle volte e degli archi Sesto, la Curvità degli archi Imbotte, la Superficie dell'arco d'un ponte dalla parte di sotto per quanto è lunga e larga-ARCO VALANGHÌN, Arco di tutto sesto: cioè Di mezzo cerchio-FAR FORTI I ARCHI, Fiancare; Far forti i fianchi. ARCO DA CUNE, V. CERCHIO DA CUNE. ARCO DA VIOLIN e simili, Archetto o Plettro. Quello con cui si suona.

ARCO DE LE CEGIE, Arco; Arconcello delle ciglia.

PIEGAR IN ARCO, Archeggiare; Inarcare; Incurvare.

STROPARSE L'ARCO D'UN PONTE, V. STROPAR. ARCOCELESTE, V. ARCOVÉRZENE. ARCÒGER, v. T. antiq. Cogliere; Raccogliere.

ARCOMBÈ, Voce ant. Lo stesso che ARCUMBÈ, V.

ARCÒRGER, verbo ant., lo stesso che ARCOGER, V. ARCORGER FIORI, Cogliere fiori. ARCOVA, s. f. Arcoa; Alcovo; Alcova, Ricetto capace d'un letto e di pochi arnesi, la cui fronte è per lo più fatta ad arco. ARCOVERZENE o Arco celeste, s. m. Arco baleno; Arco Celeste; Iride.

ARCUMBÈ, Voce antiq. quasi Arco bello,

e vale Arco baleno. V. ARCOVÈRZENE. ARDİA, V. ALDIA.

ARDIGION, s. m. Ardiglione, Ferruzzo appuntato ch'è nella fibbia. V. FIUBA. ARDIO, V. ARSO.

ARDIO, detto per voce fam. Divorato; Consunto-EL LA GA ARDIA QUELA MANESTRA, E' se la pappò o ingoiò in un momento o in un fiato.

ARDİR, s. m. Ardire; Ardimento; Arditezza, Audacia.

ARDİR, v. Ardire, Aver ardimento..

Detto fig. Consumare; Distruggere; Divorare EL S'HA ARDIO TUTO, Egli ha del tutto consumato o distrutto il suo stalo. ARDITELO, add. (coll' e aperta) dicesi per ARDITETO, V.

ARDITÈTO, add. Alquanto ardito, Ardito anzi che no. Arditello, non trovasi nella Crusca.

ARDITEZZA, s. f. V. Ardir, nome. ARDITÒN, add. Arditissimo, superl. di Ardito, sfacciatissimo. V. SFAZZADÓN. ARDOR DE MAR. T. de' pesc. Fulgore, dicesi a quella specie di Chiarore dell' acqua marina, che si vede nel tempo del maggior caldo, prodotto come ben si sa, dalle lucciolette marine: su di che si vegga la voce LUSARIOLA.

ARECOMANDARSE, v. antico, che nel basso parlare usasi ancora per Raccomandarsi. M'ARECOMANDO, che altri dice ME RACOMANDO, Mi raccomando, cioè Prego che vogliate avermi a cuore.

M'ARECOMANDO A vu è poi Maniera antica d'esclamazione, detta per una specie di parentesi, che si legge nelle satire del nostro Varotari, parlando di caso disperato e senza rimedio, Addio fave, per dire Noi siam perduti, spediti, spacciati. Ora direbbesi SALVATE SALVATE, OVV. DIO VE LA MANDA BONA, OVV. BONA NOTE SIORIA, OVV. CHI SE POL SALVAR SE SALVA. ARECORDARSE Lo stesso che RECORDAR

SE, V.

ARECORDO, V. RECORDO.

AREDODESE O AREDODESA, S. f. Befana o Befania, chiaman le donnicciuole Quella larva o buona o cattiva che, secondo esse, vien nelle case per la via del cammino del focolare la notte avanti l'Epifania, onde fanno che i ragazzi appicchino le calze ai cammini, acciocchè le Befane gliele empiano di roba o buona o cattiva, secondo che essi si sono bene o mal comportati. Befana si prende come il Ceppo, per una specie di mancia o regalo. V. BONAMAN.

DAR L'AREDODESE O PAGAR L'AREDODESE, Dar la befana o Far ad alcuno la befana.

Befana in generale si dice pure come Orco; Tregenda; Trentamila; Trentavecchia; Biliorsa; Versiera, in sign. di Spauracchio per intimorire i bambini.

AREDODESE, Dicesi anche per traslato a Donna brutta e malfatta, di cui vedi alla Voce MARANTEGA.

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ANDAR ARENTE, Accostarsi; Avvicinarsi ; Appressarsi.

Dar arente, Dar rasente, cioè Tanto vicino ch'e' si tocchi quasi la cosa ch'è allato.

SON ARENTE A SETANTRE ANI, Son di presso a' settantatre anni.

ARENTE A QUESTO, Maniera che vale, Di soprappiù; Sopra mancia; Giunta di soprappiù; In oltre ARENTE DE NO SAVERGHENE, Per giunta di non saperne. ARÈNTEGHE, Allato a quello o a quella. AREPOSSO, V. REPOSSO.

ARETA, s. f. Aietta, Piccola aia dove si batte il grano.

ARFIAR, v. Alitare, Propr. è Mandar fuori l'alito a bocca aperta. Respirare si dice dell' Attrarre che fanno gli animali l'aria esterna, che dicesi anche Fiatare o Rifia

tare.

ARFIÈR, s. m. Alfiere, dicevasi sotto il Governo Veneto, a quell'Uffiziale digoletta, che nei reggimenti d'infanteria portava l'insegna. Quello della Cavalleria dicevasi Cornetta. Ora si chiamano Portainsegna.

ARFIER DEI SCACHI, Alfiere; Delfino; Alfido, Pezzo degli scacchi, ch'è il terzo dei principali pezzi e fiancheggia il Re e la Regina.

ARFIERA, s. f. dicevasi ne' tempi Veneti alla Moglie d'un Alfiere. ARFOSSÀR, v. V. Refossår.

ARGAGNO, s. m. Fabbrica della tira, Edifizio composto d'un cilindro coperto di cardoni, con cui si scardassano i pannilani. ARGAGNÒTO, s. m. Seardassiere, Colai che cava il pelo a' panni collo scardasso. ARGALIFO, s. m., Versuzia, Macchinazione posta in opera per inganno o danno altrui. Mulinello; Rigiro; Andirivieni; Involtura; Arzigogoli, diconsi le Invenzioni sottili e fantastiche. V. IMPIANTO, ENDEGOLO.

VU SAVÈ QUANTI ARGALIFI SE CATA CO NO SE VOL PAGAR, Voi sapete quanti bindoli e quanti arzigogoli e gretole troca un mal pagatore.

COSSA XE STI ARGALIFI? Che cosa sono queste involture, queste bindolerie? Maniera di rimprovero ad uno che cerca d'in

gannare.

ARGANA, 8. f. Argano; Arganetto; Arganello, Strumento da tirar pesi Burbera, Strumento di legno intorno a cui s'avvolge un canapo per uso di tirar in alto pesi Aspo dicesi a quel legno sopra il quale si

avvolge il canapo - Verricello si chiama

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Un'altra sorte di strumento meccanico, ch'è una specie di argano da tirar pesi. ARGANA DA ORESI, Cinghia o Cigna. Se ne servono gli Orefici per tirare.

GHE VOL LE ARGANE A FARLO Vegnir, Ci vogliono gli argani o le tanaglie per farlo venire. Far che che sia tiratovi coll'argano o a forza d'argani, per dire Ch'egli fa quella tal cosa molto mal volentieri. Andare alla dura, si dice di Chi fa una operazione per forza. Ci vogliono mille stoggi, mille lotte, mille invenie o cerimonie o fregagioni, mille moine etc.

PARLAR CO L'ARGANA, Ponzare, dicesi di uno che non possa o non voglia favellare se non adagio Parlar colle seste o per supplica, detto fig. vale Parlar con cautela. ARGANELA, s. f. Barganella, T. Mar. Pezzi di legno curvi da un capo, che servono ad innalzar le sponde delle lance. ARGENTARIA, V. ARZENTARIA. ARGENTIN, T. degli Stampatori, Nompariglia minore, Il più piccolo dei caratteri di stampa.

ARGENTINA, s. f. Antica moneta d'argento che non è più in corso, venuta da Argentina o Strasburgo, Città di Francia, la qual era del valore di lire 4 venete. ARGO, s. m. voce di gergo, che vuol dire Cielo.

ARGÙZIA, s. f. Arguzia, Concetto arguto, motto, facezia. Arguzia frizzante, vibrata, pungente, spiritosa, pronta.

ARGUZIA MINCHIONA, Concettino; Monnino, Concetto puerile, Piccolo motto.

DIR SEMPRE ARGUZIE, Concellizzare, Formar concetti o concettini. Essere trasportato dal desio d'argutezze. Essere arguto o argutello.

ARI, Arri o Arrò, Modo d'incitare le bestie da soma al cammino. V. I.

SENZA DIR NE ARI NE STARI, Nè molto ne totto; Nè pur addio; Senza dire nè a Dio nè al Diavolo. I Latini dicevano Insalutato hospite.

ARIA, 8. f. Aria ed Aere.

ARIA BONA, Aria sana, buona, Abitabile, di buona temperatura; Aere aprico. ARIA CATIVA, Aria grossa, malsana, umida, corrotta.

ARIA COLADA, Aria colata, vale Aria che viene non di cielo aperto, ma quasi per canale - L'ARIA COLADA FA MAL, Aria di finestra colpo di balestra. Dinota che l'aria colata delle finestre nuoce alla testa.

ARIA COMPAGNA, V. COMPAGNO.

ARIA FINA, Aria sottile, vale Netta, purificata.

ARIA FRESCA, Brezza - VARDÈ CHE ST' ARIA FRESCA NON VE SFREDISSA, Che questa brezza in quest'orto, in quest'ora non vi faccia pigliar l'imbeccata. Quindi Brezzeggiare vale Spirar brezza Brezzeggia, Spira venticello fresco. ARIA DE VALE, Aria maremmana. Aria mefitica (dal lat. Mephiticus, Puzzolente) Chiamasi l'aria per lo più di luogo

FA ARIA,

rinchiuso o basso o posto a bacio; la quale sia graveolente, e in conseguenza impura e malsana.

ARIA DE MAR, Marino, sust. Vento che viene dal mare, che anche si dice, di Le

vante.

CHIAPAR ARIA, Pigliar aria: s'intende Aria aperta, per sollevarsi - NOL XE MINGA VEGNUO QUÀ PER CHIAPAR ARIA, Non andare o non venire per pigliar aria; Non venire per foglie di porro, dicesi di Chi va in un luogo per far qualche cosa d'importante o per averne utile.

SPAUROSO DE L'ARIA, Aeròfobo; e quindi Aerofobia, T. Medico, Timore dell'aria.

ANDAR IN ARIA. Montar sulle furie; Montare in bica; Incollerire.

AVER L'ARIA DA SOLDA, Aver aria bellicosa, marziale, guerresca.

AVER BON'ARIA, Aver bella o buon' aria, cioè Bell'aspetto, bella ciera.

AVER L'ARIA DE UNO, Rendere aria; Arieggiare ad alcuno, Rassomigliare ad alcuno nella figura.

FARSE L'ARIA PIÙ BÓNA, Raddolcirsi dell'aria, Farsi benigna.

GH'È QUALCOSSA PER ARIA, Пl cielo è turbato; La marina è turbata o torbida o gonfiata, Mal segno.

IN ARIA, detto avverb. In aria, vale Senza fondamento, Mal fondato: come Favellare in aria, Fondarsi in aria, Cosa in aria, Castelli in aria etc.- INTENDER IN ARIA, V. INTENder.

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LE STRAZZE VA A L'ARIA, V. STRAZZA.

MANDAR IN ARIA UN AFAR, Far abortire un affare- MANDAR IN ARIA QUALCUN, ROvinare o Mandar alcuno in rovina o in precipizio; E talora anche Ucciderto.

VEDER IN ARIA, Veder in aria o per l'aria, Vedersene vicino l'effetto.

ARIA DE LEVANTE, Vento di levante, V. VENTO Detto fig. Allerigia; Allura; Superbia; Rigoglio; Orgoglio — AVER ARIA DA LEVANTE, Alzar il viso; Levare o Alzar la coda; Prender rigoglio; Andar colla testa alla; Aver fummo. - CO UN'ARIA DA LEVANTR, detto avv. Allezzosamente; Burbanzosamente; Orgogliosamente.

UN PULESE CHE VOL PAR ARIA, V. Pu

LESE.

SOL DE VERO E ARIA DE FESSURA MANDA PRESTO IN SEPOLTURA, proverbio che significa che il sole che passa per un vetro e l'aria ch'entra per gli spiragli sono cose dannose alla salute. V. ARIA COLADA.

ARIA, nella proprietà della lingua vernacola è anche particella negativa che equivale a MERMÈO od a MADE nel signif. di No-CHE MI DIGA O FAZZA QUESTO? ARIA, Ch'io dica o faccia questo? No certamente. ARIATA, s. f. Ariaccia, Aria cattiva — Brezza, Aria o Vento fresco ma incomodo, che si sente nelle stagioni di mezzo. ARIAZZA, s. f. Brezzolone o Brezzone, Vento freddo e gagliardo.

AVER UN'ARIAZZA, detto fig. Aver un'arione, Un portamento grande.

ARICHIR, V. V. RICHIR.
ARIETA, s. f. Ariella; Arietlina, dim. di
Aria, in T. musicale.

Aura o Auretta, Piacevole e leggerissimo venticello.

AVER DE L'ARIETA, detto fig. Aver della superbiuzza, dell' orgogliuzzo, dell' ambizioncella.

ARIÒMA, s. m. voce del Contado, Capostorno, T. della Veterinaria, V. CAPOSTORNO. ARÍÒNA, s. f. Arione, Composizione di musica vocale, accompagnata da piena orchestra, forte e di carattere.

ARIOSO, add. Arioso, propr. dicesi di Abitazione atta a ricevere molta aria e molto lume.

Onо ARIOSO, Bizzarro; Capriccioso; Fantastico Vistoso; Appariscente, Di bella veduta Scialoso, vale Pomposo, magnifico; dicesi di un abito e simile. ARISEGARSE, v. ant. ito in disuso: ora si dice RISEGAR e RISEGARSE, V. ARISMETICA, s. f. Voce antiq. in vece di Aritmetica o Arimmetica. La scienza dei numeri. Arismetrica dicevasi anticamente in Toscana.

ARIVAR, v. Arrivàre, Giungere ad alcun

sito.

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Arripare è propr. Approdare, accostarsi colla prora alla ripa — ARIVÈ, dicono i nostri Barcaiuoli, Arripate, cioè Venite alla ripa. V. RIVAR.

ARIVAR UNO, Arrivare; Aggiungere o Raggiungere uno: cioè nel camminare ò nel corrergli dietro- ARIVAR ADOSSO A QUALCÙN, Sopravvenire ad alcuno, Arrivare improvvisamente.

ARIVAR A CAPIR, Arrivare la verità o alla verità; Arrivare un sentimento d'un autore, un negozio o simili, significa Intenderlo.

ARIVAR A QUEL CHE SE VOL, Arrivare a che che sia, vale Ottener l'intento, riuscire.

ARIVAR A QUALCOSSA PER STRADE STORTE, Passur per le finestre o Passar per le finestre e non per l'uscio.

ARIVAR A LE RECHIE, Giungere a sapere; Intendere; Sapere; Penetrare. Pervenire o Venire alle orecchie o ad orecchio, Aver sentore, indizio e notizia.

ARIVAR DA TANTO, V. TANTO.

CO'L GHE ARIVA nol ghe mete scala, Non debbe bisognar le scale ove aggiunge con

muno.

No GHE ARIVO, Io non arrivo, cioè non comprendo, non giungo a capire. ARLASSO, s. m. T. ant. Bravata a credenza, V. MERDE COL CROSTOLO. ARLECHIN, s. m. Arlecchino, detto anche per idiotismo Truffaldino, e da alcuni Trappolino e Mezzettino. Nome di maschera ridicola, rappresentante un Bergamasco, che è un Servo sciocco in commedia, e come un secondo Zanni. V. TRUFALDIN, TRACAGNIN e STENtarelo.

EL ME PAR UN ARLECHIN, Mi pare un arlecchino, per dire Mi pare un buffone.

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ARLEVÅR, v. Allevare, Nutrire, alimentare piccole creature - Rilevare; Rallevare ; Tirar su; Far allievi, dicesi in sign. di Ammaestrare, educare, istruire. ARLEVO O ARLIEVO, s. m. Allievo, Quegli ch'è educato o con alimenti o con ammaestramenti, che dicesi anche Creato; Creatura ed Allevato sust.

BEL ARLEVO, Buona o ben costumata allevatura.

CATIVO ARLEVO, Allevaturaccia. ARMA, s. f. Arme ed Arma, che nel numero del più si dice egualmente bene Arme ed Armi. Termine generico d'ogni arnese o strumento per uso di difendersi o di offendere.

Arme o Bocche da fuoco, diconsi Quelle in cui s'adoperano la polvere e le palle.

Arma bianca, Quella in cui non s'usa fuoco, come spada, baionetta, pugnale etc.

Armi da punta e da taglio, Quelle che feriscono colla punta e col taglio. come sono i coltelli. V. SCHIOPO, PISTOLA, CORTELO, CANON, ARMAROL, CORTELER, SCHIOPETIER.

ARMA AL BRAZZO, Imbracciar l'armi. Operazione del soldato nel maneggio del fucile.

ARMA A FUNERAL, Rovesciar l'arme, Capovolgere l'arme colla bocca verso terra, in segno di lutto.

Arma, prendesi anche in vernacolo per Arnese, strumento di qualunque arte o professione.

ARMA DE FAMEGIA, Arma o Stemma gentilizio.

L'ARMA DE LA TO FAMEGIA, L'arma o L'insegna della tua famiglia, è una specie d'ingiuria che si dice bassamente ad alcuno, volendo dire Le tue corna.

ARME DE LE DONNE, Le arme delle femmine sono la lingua, le ugne, le lagrime. V. CAREZZA.

LA SO ARMA CHE L'INCORONA, Il diavol che se lo porti, Specie d'imprecazione.

RINUNZIAR L'ARME AL TEMPIO, Rinunziar l'armi a Giove, Lo stesso che TIRAR IN TERA. V. TIRAR.

ARMA, add. Armato; Vestito dell'armi; In punto di tutt' armi.

ARMA A BECAFÈRO O COME UN SASSIN, Armato come un Orlando, come un bargello, come un assassino; Egli ha tutta Brescia addosso, Per intendere che ha molte armi indosso.

PESSE ARMA. V. PESSE.

VASSELO ARMA, Vascello armato, vale Equipaggiato. ARMADA, 8. f. Armata, che chiamasi anche Esercito; Truppa; Milizia.

ARMADA, detto assolut. s' intendeva ai tempi della Repubblica, l' Armata navale o marittima, la Flotta.

OMO D' ARMADA, Uomo d'arme o d'armi cioè Militare.

ARMADINA, s. f. Armatella o Armatetta. ARMADOR O ARMATOR, 8. m. Armatore, Capitano di nave armata dal Governo o autorizzata da esso per corseggiare e far prede sopra i nemici dello Stato. Il Pirata o Corsale è ladrone di mare, che preda indistintamente ogni sorta di nave. Armatore si dice anche la Nave stessa che corseggia. ARMADURA, s. f. Ponte; Bertesca, Sostegno o palco sul quale stanno i Muratori a murare e Pittori a dipignere. Grillo, chiamasi il Ponte o armadura volante ad uso de' Muratori.

Armadura ed anche l' Armato, chiamano alcuni artefici Tutte quelle cose ch'essi pongono per sostegno, fortezza 0 difesa delle loro opere; e specialmente que' legnami che si mettono per sostegno delle fabbriche.

METER L'ARMADURA, Armare, cioè Far l'armadura alle fabbriche e ad altre cose.

LEVAR L'ARMADURA, Disarmar volte, Disarmar fabbriche e simili.

ARMADURA DE LA REDE DA PESCAR, Armadura, dicesi a quel Pezzo più o meno lungo di rete a maglie larghissime, che da una parte tiene attaccato il panno della rete a maglie più fitte, che va con un' estremità a toccare il fondo dell' acqua, e dalaltro superiormente sta raccomandata con filetti (PIOLE) alla spilorcia (IMA).

Armadura o Armatura, dicevasi a quel Riparo o Vestimento di ferro ad uso militare de' bassi secoli sino al secolo XV, nel quale si distinguevano e nominavano tutte le parti.

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EL GA IN TESTA LA SO ARMADURA, Motto satirico equivalente ad Ha le corna. ARMAMENTO, 8. m. Armamento, Ogni sorta d'armi e di munizione ad uso di guerra. Armeria o Armamentario, chiamasi il Luogo o Magazzino dove le armi sono riposte.

Armamento d' un vascello, dicesi anche in lingua vernacola, e vale Equipaggiamento generale d'un Vascello da guerra, o anche d'uno mercantile destinato a far un viaggio lungo.

ARMAR, v. Armare, Provvedere d'armi.
TORNAR A ARMAR, Riarmare.
ARMARSE, Armarsi, Munirsi d'armi -

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