Raccolta de poesie: tratte dai più celebri autori antichi e moderni : ad uso degli studiosi della lingua italianaD. Nutt, 1858 - 230 pagine |
Parole e frasi comuni
Adrasto alfin allor alma altrui amico amor Anacreontiche Argante augelli avea bella BERTOLA brama Cartago Cerbero ch'io Chè ciel Circasso Clorinda COSIMO III Cresfonte crin d'alto d'ogni DANTE ALIGHIERI diletto dolce dolor ebro empie eterno figlio FILICAJA fior fiume fronde fugge FULVIO TESTI G. B. CASTI gente giorno gloria GOSPORT gran grida guarda guerrier IDEM INFERNO intorno invidia l'ajuto l'alma l'onda labra lagrime lascia lassa lieto lode lungo Medor mesti METASTASIO mira misero mondo monte morir mortal morte NAPOLEONE BONAPARTE nemico nume oblìo occhi ognor omai onor pace padre passi patria pensier petto piacer piangi pianto piè PIETÀ DIVINA Poesie Liriche Polifonte pria prosteso pugna sangue sdegno selva sentier sonno sovra spada spirto suol suon superba talor Tancredi terra torni Trema vede Veggo vendetta vide virtù vizj
Brani popolari
Pagina 223 - Ambo le mani per doler mi morsi ; E quei pensando, eh' io '1 fessi per voglia Di manicar, di subito levorsi, E disser : padre, assai ci fia men doglia, Se tu mangi di noi ; tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia. Queta 'mi allor, per non fargli più tristi : Quel dì,
Pagina 218 - E1 duca a lui : Caron, non ti crucciare : Vuoisi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare. Quinci fur quete le lanose gote Al nocchier della livida palude, Che intorno agli occhi avea di fiamme rote. Ma quell' anime, eh' eran lasse e nude, Cangiar colore, e dibatterò i denti,
Pagina 216 - per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci -alte, e fioche, e suon di man con elle Facevano un tumulto, il qual s'aggira Sempre 'n quel!' aria senza tempo tinta, Come la rena, quando '1 turbo spira.
Pagina 215 - ti richieggio Per quello Iddio che tu non conoscesti, Acciocch' io fugga questo male e peggio, Che tu mi meni là dov' or dicesti, Sì eh' io vegga la porta di san Pietro E color che tu fai cotanto mesti. Allor si mosse, ed io gli tenni dietro. LA PORTA
Pagina 214 - Vedi la bestia, per cui io mi volsi : Aiutami da lei, famoso saggio, Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Che questa bestia, per la
Pagina 223 - Quivi morì ; e come tu mi vedi, Vid' io cascar li tre ad uno ad uno Tra 1 quinto dì e '1 sesto : ond' io mi diedi Già cieco a brancolar sopra ciascuno, E due dì gli chiamai, poich' e' fur morti : Poscia più che 1 doler potè 1 digiuno.
Pagina 218 - 1 mio dir gli fusse grave, In fino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo, Gridando, guai a voi, anime prave : Non isperate mai veder lo ciclo
Pagina 219 - Finito questo, la buja campagna Tremò sì forte, che dello spavento La mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, Che balenò una luce vermiglia, La qual mi vinse ciascun sentimento, E caddi, come 1
Pagina 218 - nteser le parole crude. Bestemmiavano Iddio, ei lor parenti, Poi si ritrasser tutte quante insieme, Forte piangendo, alla riva malvagia, Ch' attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimenio, con occhi di bragia, Loro accennando, tutte le raccoglie : Batte col remo qualunque s'adagia. Come d'autunno si levan le foglie, I/ una appresso dell
Pagina 217 - elli. Ed io : maestro, che è tanto greve A lor, che lamentar gli fa sì forte ? Rispose : dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte : E la lor cieca vita è tanto bassa, Che 'nvidìosi son d'ogni altra sorte.