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te, e che viene Ciamonte, ed ha seicento lance, tremila fanti, e ventiquattro pezzi d'artiglierie.

Questo di dopo la mostra, il Signor marchese di Mantova e il duca d'Urbino sono stati ristretti con il Papa più che tre ore, credesi abbino ragionato dell'impresa; il particolare non si sa, ma per chi ha parlato con il marchese s'intende, che mette innanzi mille difficoltà. Raccomandomi a Vostre Signorie. Quae bene valeant.

Ex Cesena, die quinta Octobris 1506.

servus

NICCOLÒ MACHIAVEGLI
Cancel. apud Papam.

XXIX.

Magnifici Domini etc.

Jeri scrissi alle Signorie Vostre, ed inter caetera

dissi della partita del Papa, che doveva essere domattina; pare che abbi dipoi mutato sentenza, e domattina sarà Concistoro, nè si vede altra cagione d'esaminare il modo delle censure contra Bononienses.

In questo punto, che siamo circa le ventidue ore, l'Oratore del Re di Castiglia ha significato al Papa, come quella Maestà è morta in Burgos di quella febbre che in Italia si chiama Mazuco (1);

(1) Di questa notizia ne fu informato il Machiavelli dal Cardinal Soderini, di cui esiste una lettera a lui diretta in

e perchè questa morte potria causare o la ritornata del re Ferrando in Spagna, o altri moti, ne scrivo subito per via di Castrocaro alle Signorie Vostre, dubitando che d'altronde Vostre Signorie non possino averne così presto notizia.

data del di 6 Ottobre in Cesena, nella quale precisamente vi sono i medesimi termini, che usa il segretario in scrivendo ai Signori Fiorentini sul genere di malattia, di cui morì l'Arciduca Filippo. Il Muratori negli Annali d'Italia all' anno 1528 parla del Mazzucco come d' una febbre pestilenziale, che attaccò gli abitatori di Padova, e li fece divenir furiosi, desiderando essi di gettarsi giù dalle finestre, e nei pozzi, e nei fiumi, senza che i medici vi trovassero rimedio alcuno. Rapporta ancora all' anno medesimo, che l'esercito Cesareo restò infetto da questo male con molta strage, e mortalità. Questo male si fece sentire ancora nel 1414, nel 1510, nel 1558 e nel 1580, nel qual anno mori Anna d' Austria Sposa di Filippo II re di Spagna. Mariana Tom. 2. p. 225. parlando della morte dell' Arciduca Filippo dice:,, Al Rey Don Felipe le sobrevino una fiebre pestilencial quale acabò en pocos dias. Algunos tuvieron sospecha, que le dieron yervas: sus mismos medicos, y entre ellos Ludovico Marliano Milanes que despues fue Obispo de Tuy averiguaron la verdadera causa, que fue exercicio demasiato,, ; e soggiugne che morì il di 25 Settembre 1506 un' ora dopo mezzo giorno in età di 28 anni.

Del resto è questa una malattia del genere delle catarrali, quasi sempre accompagnata da febbre acuta, ma indispensabilmente da dolore grandissimo e gravativo di capo, con sbalordimento, vertigini ec., da distillazione di testa, che poi passa alle fauci, ed al petto, cagionando tosse continua molestissima, difficultà grande di respiro, nausea, debolezza lassitudine dolorosa di tutta la persona ec. Questa malattia è quasi sempre epidemica, ed ha più volte infestato l' Europa tutta, invadendone velocemente ora una provincia, ora un' altra. In Italia questa febbre fu chiamata secondo i paesi mal Galantino, mal Cortesino, mal del Mazzucco, mal del Mattone, mal del Montone, mal del Castrone, o Castronaccio, ed in Francia Coqueluche. Quest'ultime notizie ci furon comunicate dal celebre sig. Dottore Giovanni Targioni Tozzetti.

Il Papa oggi ha fermo Ramazzotto con settecentocinquanta fanti, e Nanni Morattini con trecento, e ha dato ordine d'averne fino in cinque o seimila a sua posta, e mille sono gli Feltreschi come ho più volte scritto a Vostre Signorie, e li Franzesi ne merranno seco da quattro in cinquemila.

Questi Bolognesi hanno mosso qualche pratica, e chieggono si mandi dua Cardinali a vedere, e reformare, ma Nostro Signore sta nella sua opinione.

Dicesi partiremo domani dopo desinare. Pare difficile, ma postdomani doveremo partire in ogni modo per a Furli. Valete.

Cesena, die 6 Octobris 1506.

servus

NICCOLÒ MACHIAVEGLI
Secret. apud Papam.

XXX.

Magnifici Domini etc.

A dì sei scrissi alle Signorie Vostre, e significai

a quelle inter caetera la morte del re di Castiglia, la qual nuova è suta interpretata qui a proposito del Papa; perchè si crede, che il re di Francia, in su il quale il Papa fa il fondamento suo, sarà più libero a potere favorire la Chiesa, e assicurare Italia da chi disegnava mangiarsela. Bisogna ora, che Iddio presti vita all' uno e l'altro, e potrebbesi infra poco tempo colorire ogni cosa. Dio lasci seguire il meglio.

Nell'ultimo Concistoro, che si fece a dì 7 a Cesena, si ordinorno gl'interdetti contro a' Bolognesi, e il reggimento di quella terra; e il Papa dipoi venuto qui oggi,e ha fatto l'entrata sua in questa terra solennemente, e se prima egli era caldo a questa impresa, adesso è caldissimo, e ha mandato a Roma il Vescovo di Concordia (1), con un altro Prelato per buona somma di danari, per non avere a fidarsi delle lettere del cambio.

Le genti d'arme tutte dalla banda di qua sono ite ad Imola, e quivi aspetteranno il Papa, il quale si crede partirà di qui o lunedì, o martedì al più lungo.

Intendesi le genti Franzese venire tutta volta innanzi, e si crede a quest'ora sieno nel Modenè s'intende che i Bolognesi sieno venuti ad altri particolari, che io mi scrivessi per l'ultima mia.

nese,

Dua dì sono, che gli uomini di Castel Bolognese, Castel di Bologna infra Faenza e Imola mandorno Ambasciadori a darsi al Papa, e sonvi alloggiate le genti d'arme del Papa nel passare per Imola. Raccomandomi alle Signorie Vostre. In Furl, die 9 Octobris 1506.

servus

NICCOLÒ MACHIVELLI Secret.

(1) Questi fu Francesco Argentino Veneziano, fatto Vescovo di Concordia nel 1494, essendo successo a Niccolò Donati. Da Giulio II fu creato Cardinale nel mese di Marzo dell'anno 1511, e nel mese d'Agosto dell'istesso anno mori in Roma e fu sepolto nella Chiesa di S. Maria in Transtevere. Ughelli,

XXXI.

Magnifici Domini etc.

Jeri scrissi a Vostre Signorie, e detti notizia in

fra le altre cose della giunta qui del Papa. Questa mattina si è fatto Concistorio, e si son letti alla presenza del Collegio certa bozza di capitoli, che aveno ordinati questi Oratori Bolognesi, infra i quali era, che volendo venire la persona del Papa a Bologna, non potessi entrare in quella città se non con la guardia sua de' piè ordinaria, che sono circa 250, o 300 Svizzeri, e dovessi difinirsi il tempo che lui vi voleva stare. Eravi simili a questi delli altri, che contenevano simili effetti poco onorevoli per il Papa, in modo che tutto il Collegio se ne sdegnò ; e subito si ordinò un Bolla contra messer Giovanni, e sua seguaci, molto più forte di quella, che si era ordinata nell'altro Concistoro fatto a di 7 a Cesena, dove è declarato messer Giovanni, e suoi seguaci, ribelli di Santa Chiesa, son date le loro robe, e facultà in preda a qualunque, son concessi gli uomini prigioni a chi li prendessi, data Indulgenza plenaria a chi fa loro contro e a chi gli ammazza; e concluse e fatte tali deliberazioni, fu chiamato un messer Jacopo segretario di mess. Giovanni, il quale è stato con 'Oratore vecchio in corte continuamente, poi che io fui qui con il Papa;e dettogli dal Papa presente il Collegio, come i suoi tristi portamenti in nella sua commissione aveno meritato punizione grande, avendo lui con ogni industria inanimito messer Giovanni, e quel popolo a stare ostinato, e

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