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OPERE

DI

NICCOLO MACHIAVELLI

CITTADINO E SECRETARIO

FIORENTINO

VOLUME DECIMO

FIRENZE

PER NICCOLÒ CONTI

AL CAPITOLO DE' FRA MINORI A CARPI (1).

Istruzione degli Otto di Pratica, deliberata a dì 11 Maggio 1521.

Niccolò,

tu te ne andrai a Carpi, e farai di esservi per tutto giovedì prossimo, che non manchi; e subito dopo l'arrivare tuo ti presenterai davanti alla Reverenza del Padre Generale e Diffinitori dell'Ordine de'frati Minori, che fanno in quella terra il loro Capitolo generale, e presenterai loro la nostra lettera credenziale. Dipoi farai

(1) Dopo nove anni di vita affatto privata, ricomparisce il Machiavelli nelle pubbliche commissioni per opera del Cardinale Giulio de' Medici, dipoi Papa Clemente VII, ed è dal Magistrato degli Otto di Pratica mandato per Nunzio, o sia Oratore al Capitolo de' Frati Minori, che si faceva a Carpi nell'anno 152 1. L'oggetto di questa gita era di ottenere, che questi frati facessero del Dominio Fiorentino una Provincia a parte, essendo questo il desiderio de' frati medesimi, e specialmente di un certo Fra Ilaroine di quell'Ordine, il quale essendo confidente del nominato Cardinale de' Medici, lo impegnò a fare questa deputazione. Il Machiavelli stette pochi giorni a Carpi, dove ricevè commissioni anche da' Consoli dell' Arte della Lana di procacciare un buon predicatore per la Chiesa Metropolitana di Firenze per la Quaresima ventura. Con Francesco Guicciardini, Governatore in quel tempo a Modana per il Papa, si scrissero delle graziose lettere, sul eurioso soggetto di questa legazione; le quali sono riportate tra le Lettere Familiari.

intendere per parte nostra alle Loro Reverenze, come e' sanno quanto questa città è stata, ed è, e sarà sempre favorevole a' luoghi pii ed ecclesiastici, come testificano tanti Spedali, Monasterj, e Conventi murati da' nostri antichi, e come niuna cosa gli ha indotti per l'addietro a tale opera, quanto i buoni esempi che con i costumi e con la dottrina hanno dato di loro i Religiosi; i portamenti dei quali hanno accesi gli animi loro ad esaltargli, e sovvenirgli. E come intra tutti quelli che da questa repubblica sono stati tenuti più cari, e più sono stati beneficati, sono i frati del loro ordine; perchè così meritava l'onestà, ed esemplare vita di quelli. Bene è vero che da un tempo in qua è paruto e pare a'nostri cittadini, e di quelli ai migliori e più sani, che ne'frati sia mancato quello spirito che gli soleva fare odorare, e ne' laici quello zelo della carità, che soleva far beneficare quelli ; e ricercandone la cagione abbiamo facilmente trovato, questa cosa nascere da non buoni governi, che hanno avuti da un tempo in qua questi loro Conventi; e ricercando del rimedio, intendiamo non essere possibile che ritornino mai nell'antica reputazione, se del Dominio nostro Fiorentino non se ne fa una provincia a parte, perchè facendo questo i frati più facilmente si riconoscerebbero, e si correggerebbero, e più temerebbero di errare; ed essendo bene certificati non ci essere altro modo che questo; vogliamo che per nostra parte esorti e preghi quelli Reverendi Padri che voglino fare a questa repubblica questa grazia, di fare del Dominio Fiorentino una sola prvincia, e separarla dal resto di Toscana; la qual cosa se faran no, che crediamo lo faranno in ogni modo, fa

rannno cosa grata a tutta questa città, la quale per li suoi antichi e moderni meriti verso la loro Religione merita di ottenerla, e saranno cagione di ridurre i Conventi hanno nel Dominio nostro nell'antico zelo, e questa città nell'antica carità, e torranno via le cagioni di quelli scandoli che sono per nascere, quando questa grazia non si ottenga; e con quanta più efficacia potrai, mostrerai alla loro Reverenza questo nostro desiderio. Presenterai oltre di questo loro la lettera dell'Illustrissimo, e Reverendissimo Legato Cardinale de' Medici, e gli pregherai per sua parte ce ne campiaccino, come di bocca da Sua Reverendissima Signoria ti è stato dato in commissione; nè possiamo credere che i preghi nostri, l'amore della Religione, l'autorità di Monsig. Reverendiss. non gli muova; e quando pure la cosa non avesse effetto, significherai onestamente alla loro Reverenza, come noi non siamo per abbandonare questa impresa, nè anche crediamo che Monsig. Reverendiss. ci abbandoni, iufino che in qualunque modo o per qualunque via noi adempiamo il nostro desiderio.

Datum Florentiae in loco solitae Residentiae sub die 11 Maii 1521.

Octo Firi Practicae civitatis Florentiae.

NICCOLAUS MICHELOTIUS.

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