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che il padre suo fosse tuttavia sottoposto, certo è che la storia riconosce da lui il fondamento e l'origine della potenza Ottomana '. Otman morì l'anno 1326.

Trenta sultani del sangue suo si sono fino ad oggi succeduti sul trono: dei quali diamo qui un brevissimo cenno ad uso non solo delle Relazioni Ottomane di questo volume e di questa serie, ma eziandio di tutte l'altre, che speriamo di pubblicare, succedutesi fino alla caduta della repubblica di Venezia.

ORCAN I, figlio di Otman, s'impadronì di quasi tutta la Natolia, e tentò con felice successo qualche escursione in Europa. Mori nel 1356.

AMURAT I, figlio di Orcan, terminò la conquista della Tracia, ad eccezione di uno stretto raggio intorno Costantinopoli, e pose la sedia del suo impero in Adrianopoli. Istituì o compì l'organizzazione dei giannizzeri, e ruppe a Cassovia l'esercito collegato dei Cristiani che volevano ricacciare i Turchi nell' Asia. Mori nel 1390.

BAJAZET I, figlio di Amurat, accrebbe grandemente i confini dell'impero in Asia ed in Europa; dove nella giornata di Nicopoli tenne fronte e distrusse una nuova e formidabile crociata dei Cristiani d'Europa. Si apparecchiava alla presa di Costantinopoli, quando chiamato in Asia a difendere i suoi possedimenti dalle armi di Tamerlano, fu vinto e morto nell'anno 1402. Secondo le migliori testimonianze, deve rigettarsi per falsa la tradizione delle ingiurie da lui patite in quell'incontro per opera del suo nemico.

MAOMETTO I, terzo genito di Bajazet, ebbe a combattere i suoi fratelli Musa e Solimano, ai quali egli sovrastò per la potenza della mente. Questo principe salvò l'impero straziato dalle guerre intestine e minacciato dai Cristiani, senza perdere pur una delle conquiste degli avi suoi. Morì nel 1421.

AMURAT II, figlio di Maometto, assediò invano Costantinopoli e Belgrado; ma s'impadroni delle fortezze greche del Bosforo, e sconfisse a Varna l'imprudente Ladislao, re di Polonia e di Ungheria, che s'era fitto in mente di cacciarlo d'Europa. Nemico più molesto ad Amurat fu Scanderberg, o, secondo il suo vero nome,

■ Altri scrivono e pronunciano Osman invece di Otman, onde Osmanlidi in luogo di Ottomani.

Giorgio Castriota, figlio d' un principe epirota, che Amurat aveva educato presso di sè, ma il quale poscia egli si inimico col tentare di carpirgli la successione dello stato paterno. Mori nel 1451. 6og

MAOMETTO II, figlio di Amurat, era stato già molto innanzi aggregato dal padre all'impero. Il suo regno fu sopra quello di tutti i suoi predecessori fatale ai Cristiani, per la conquista di Costantinopoli, ch'egli compì il 28 di maggio del 1453. Sottomise al suo impero gli stati ancora indipendenti di Caramania, Bosnia, Valacchia, ed Albania. Cacciò i Genovesi dalla Crimea, e i Veneziani dall'isola di Negroponte. Sbarcò una mano di sue genti in Italia; s'impadroni di Otranto, ed incusse un generale spavento in tutta cristianità. Amò le nobili discipline, e fu chiaro appresso i suoi non meno come valoroso guerriero, che come buon cultore delle arti e delle scienze. Morì nel 1481. 97 196 lumut 2 clour

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BAJAZET II, figlio di Maometto, disturbato dalle guerre intestine suscitate da Zizim suo fratello, non potè adoperarsi gran fatto all'ingrandimento dell'impero. Non pertanto le sue flotte si misurarono vantaggiosamente con quelle de' Veneziani, ai quali tolse Lepanto, Modone e Corone. Mandò pure, dietro sollecitazione di Lodovico Sforza, duca di Milano, un'esercito alla volta del Friuli, che giovò agl' interessi di quel principe in guerra coi Veneziani. Mori nel 1512.

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SELAM I, figlio di Bajazet, fu il più grande conquistatore del l'Ottomana dinastia. Vincitore dei Persiani, sottomise al proprio impero l'Armenia ed il Diarbek. Con una battaglia conquistò la Siria e con un'altra l'Egitto, e meditava la intera conquista della Persia quando la morte lo colse nel 1520.

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SOLIMANO I, detto il magnifico, figliuolo di Selim, cominciò il suo regno colla conquista di Belgrado e dell'isola di Rodi, dalla quale cacciò i cavalieri, che si ricoverarono e stabiliróno in Malta. Invase l'Ungheria; vinse la battaglia di Mohatz, e fece proclamare re d'Ungheria Giovanni Zapoli successore di Luigi H morto in quella battaglia. Due volte pose Vienna in pericolo. I regni della costa africana lo riconobbero per loro signore. Le sue flotte vittoriose nell'Arcipelago, nell' Adriatico e nel Mar Rosso incussero lo spavento delle sue armi fino nell'India. La gloria del nome ottomano toccò sotto di lui il suo apogeo. Meno fanatico de' suoi predecessori, cercò alleati fra i principi cristiani, ed eccitò per tal mezzo,

quante volte gli fu possibile, Francesco I contro Carlo V. Fece opera altresì di riformare co' suoi celebri canoni la legislazione. È però degno di osservazione, che la decadenza dell'impéro ottomano data dalla fine del regno suo. Questé Relazioni degli Ambasciatori Veneziani contengono intorno lui dei ragguagli degni di molta considerazione. 100

SELIM II Successe al padre suo Solimano nel 1566. Per due fatti di assai diversa importanza ando famoso presso gli Europei il suo regno. L'uno è la conquista dell'isola di Cipro, consumata nel 1570 dalle sue armi, malgrado la disperata difesa de'Veneziani; l'altro la battaglia di Lepanto, vinta l'anno appresso contro di lui dalle flotte confederate de'Veneziani, Toscani, Genovesi, Pontificj e Spagnuoli: vittoria la quale non die pertanto alla marina” ottomana quel crollo, che molto generalmente si crede. Morl Selim nel 1575.

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HAMURAT III', figlio di Selim, promise assai bene di sè avanti che fosse assunto all'impero ma l'evento non corrispose alla espettativa. Ł giannizzeri e il clero approfittarono della di lui debolezza; e il regno suo isegna un'epoca gravissima nel decadimento della potenza ottomana Morì nel 1595.. If og 9 a melot shiqod DOMAOMETTO III, figlio di Amurat'j non altrimenti che il padre suo, aveva nei primi anni annunciato un carattere bollente ed ambizioso, che vôlto contro i nemici dell'impero lo avrebbero condotto ad effetti di grande importanza. Ma per timore del sospettoso Amurat avendolo la madre, con ogni arte, tenuto assiduo nei piaceri del serraglio, giunse al trono snérvato di mente e di corpo. I nemici dell'impero non tardarono ad avvedersene; e i Tedeschi fino allora assaliti divennero assalitori. I Turchi perderono quasi ogni loro possesso in Ungheria, e alla battaglia di Careste videro per la prima volta un loro principe fuggir dinanzi alló stendardo della croce. Mori Maometto III vittima di una pestilenza che desolò Costantinopoli nel 1603. da

AHMED I parve continuare il regno del padre, e portò, dicono, a tremila il numero delle concubine del suo privato serraglio. Il re di Persia, Abbas il grande, profittò della debolezza dell' avversario: attacco la Turchia, sconfisse il gran-visiro Cicala, riprese Bagdad, l'Irak-Aghemi, e quant'altro territorio Solimano il magnifico aveva tolto ai Persiani. Ahmed, punto dall'esempio del monarca nemico, rimproverandosi l'ozio in cui era fino allora vis

suto, deliberava di porsi alla testa de' suoi. Ma colto da violenta malattia, passò di questa vita il 16 novembre 1617, nel trentesimo anno dell' età sua.

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MUSTAFA I, fratello di Ahmed, segna nella storia ottomana l'epoca nella quale si incominciarono a veder succedere al trono i collaterali, mentre fino a lui la successione era stata di padre in figlio, con legge, seguita sino al regno di Ahmed, che all'assunzione di ogni nuovo sultano, tutti i collaterali maschi fossero messi a morte. Ahmed I non solo concesse la vita al fratello suo Mustafà, ma lasciando alla sua morte tre figliuoli in ancor tenera età, tocco dai pericoli ai quali l'impero andava incontro sotto un sultano troppo giovine, si dichiarò per successore il fratello. Ma questi, o per l'imbecillità che gli fu apposta, o perchè i grandi dell' impero sdegnassero quella violazione degli ordini antichi, in capo a quattro mesi lo deposero, acclamando il primogenito del defunto sultano.

OTMAN II non poteva però dare miglior frutto di sè, di quello che l'età sua com portasse. Impetuoso e leggiero mosse ai Polacchi una guerra che finì per essergli fatale. Provocò la indegnazione dei giannizzeri, i quali nel 1621 insorsero, lo deposero, lo uccisero, e rimisero in trono Mustafà. Ma nuovamente riconosciuto questi per innetto a regnare, l'anno appresso fu dagli stessi giannizzeri deposto, chiuso in una torre del serraglio, ed ivi strozzato.

AMURAT IV, fratello secondogenito di Otman II, era stato dotato di felici disposizioni dalla natura. La forza ed il valore di cui diè prova gli guadagnarono la stima de' soldati, alla testa dei quali intraprese l'assedio di Bagdad, che fu da lui recuperata all' impero. Ma la passione del bere e un istinto di crudeltà deturparono la gloria del suo regno, che pur fa una eccezione in questa linea di sultani degenerati. Morì nel 1640 in età di anni trentuno.

IBRAHIM I, fratello di Amurat, non vide nel potere supremo altro bene che quello di abbandonarsi a tutti i piaceri; e per soddisfacimento d'una sua voglia non si ristette dal rapire la figliuola dello stesso mufti, o gran sacerdote. I giannizzeri e il clero, che avevano tremato dinanzi Amurat IV, non ebbero rispetto a un principe effeminato, e lo deposero e strozzarono nel 1646.

MAOMETTO IV, fanciullo di sette anni, successe al padre Ibrahim. Un sultano fanciullo, una madre inesperta, ogni genere di

passioni in moto, niun uomo in autorità sicuro, i grandi dignitarj in discordia tra loro, una guerra marittima energicamente condotta dai Veneziani, e nel tempo stesso continue ribellioni dei governatori delle provincie; tale fu il quadro che fino all'anno 1657 presentò l'Impero Ottomano, finchè per grande ventura fu assunto Mehemet Kuprogli alla dignità di gran-visir. Questo vecchio ottuagenario compose i dissidj intestini con l'esercizio d'una severa giustizia, e ravvivò la gloria dell'impero combattendo alla testa degli eserciti con giovanile coraggio. Morendo, raccomandò a Maometto di dargli per successore nel carico di gran-visir il proprio figliuolo AhmedKuprogli, non perchè figlio, ma perchè a lui pareva l'uomo più adatto a preservare l'impero. E lo era: e fra altri fatti gloriosi compiè nel 1669 la conquista dell'isola di Candia incominciata dal padre. Dopo quindici anni di governo, nel quarantasettesimo dell'età sua, vonne a mancare per malattia, prodotta a quel che parve dalle soverchie fatiche. Forse vivendo di più sarebbe giunto a riformare i costumi dei Turchi, ai quali egli diede l'esempio di virtù poco cognite in Oriente. Ma è fatale che niuna umana forza valga a trattenere l'incominciato decadimento di un impero. Cara-Musța fâ, granvisir succeduto al secondo Kuprogli, giunse bensì nel 1683 ad assediare e porre Vienna in pericolo; ma costretto dal gran Sobieski a levarsi, rincominciò una serie di tristi eventi per gli Ottomani, dei quali l'esercito chiese ragione al Sultano, che fu costretto a scendere dal trono nel 1687.

SOLIMANO II, Succeduto al fratello Maometto IV, era ben lungi dal possedere le condizioni necessarie a raddrizzar le cose dell' impero. Principe pio e probo, ma debole, non potè impedire che sotto di lui si perdesse Belgrado, e l'Ungheria e la Transilvania si emancipassero affatto da ogni resto di devozione alla Porta. Mori il 24 di giugno del 1691.

AHMED II successe al fratello Solimano, senza che alcuno pensasse nè a Maometto IV che tuttavia viveva rinchiuso in una torre, nè ai due figliuoli di lui. Bensì Ahmed appena inaugurato andò a visitarlo nel luogo di sua detenzione, e ne migliorò il trattamento. Ahmed corse un caso di prospera fortuna per opera di un terzo Kuprogli, figlio di Ahmed-Kuprogli, che il suo predecessore Solimano II aveva negli ultimi momenti del suo regno innalzato al posto di gran-visir. Ma nell'atto che, riconquistato Belgrado, egli moveva

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