Storia della repubblica di Firenze, Volume 1

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G. Barbèra, 1876
 

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Pagina 111 - Levatevi, o malvagi cittadini, pieni di scandoli, e pigliate il ferro e il fuoco con le vostre mani, e distendete le vostre malizie. Palesate le vostre inique volontà ei pessimi proponimenti; non penate più; andate e mettete in ruina le bellezze della vostra città. Spandete il sangue de' vostri fratelli, spogliatevi della fede e dello amore: nieghi l'uno all'altro aiuto e servigio.
Pagina 118 - Iddio, ove è la fede della real casa di Francia, caduta per mal consiglio, non temendo vergogna? O malvagi consiglieri, che avete il sangue di così alta corona fatto non soldato, ma assassino, imprigionando i cittadini a torto, e mancando della sua fede, e falsando il nome della real casa di Francia!
Pagina 109 - Monsignore , non gli disdegnale, perché siano pochi, perché sanza i consigli palesi non si può dare più moneta.
Pagina 110 - Signori, perché volete voi confondere e disfare una così buona città ? Contro a chi volete pugnare ? contro a' vostri fratelli ? Che vittoria avrete?
Pagina 97 - I potenti cittadini , i quali non tutti erano nobili di sangue, ma per altri accidenti erano detti grandi...
Pagina 117 - Deh, perché facciamo noi così? noi siamo pure amici e parenti, e tutti Guelfi: noi non abbiamo altra intenzione che di levarci la catena di collo, che tiene il popolo a voi ea noi "°; e saremo maggiori che noi non siamo. Mercé, per Dio, siamo una cosa come noi dovemo essere...
Pagina 250 - Aveva allora in Firenze centoquarantasei forni, e troviamo per la gabella della macinatura e per li fornai, che ogni dì bisognava alla città dentro centoquaranta moggia di grano, onde si può estimare quello che bisognava l'anno non contando che la maggior parte de' ricchi e nobili e agiati cittadini con loro famiglie, stavano quattro mesi l'anno in contado e tali più.
Pagina 51 - Consiglio gli avea detta villania e che si cercasse le brache, s'alzò e trassesi de' caviglioni cinquecento fiorini d'oro oh' avea, e mostrogli allo Spedito che di Firenze era uscito assai povero: disse per rimproccio: «Vedi coni' io 15 ho conce le brache ? A questo hai tu condotto te e me, e gli altri per la tua audacia e superbia signoria ». Lo Spedito rispose:
Pagina 247 - Aveva allora in Firenze da settantacinque cavalieri di corredo. Bene troviamo che innanzi che fosse fatto il secondo popolo che regge al presente, erano i cavalieri più di dugentocinquanta, che poiché il popolo fu, i grandi non ebbono stato né signoria come prima, e però pochi si faceano cavalieri.
Pagina 144 - Firenze per tale ambasciata, e assai fu discusso circa l' ubbidire o no : rispondeva prima nel Consiglio Betto Brunelleschi, che mai per niuno Signore i Fiorentini inchinarono le corna: ma più onestamente, sebbene allo stesso effetto, rispose Ugolino Tornaquinci in nome della Signoria. Gli uomini savi ripresero Betto, né il popolo lo commendò. Gli ambasciatori continuando recarono alle genti sotto Arezzo il comandamento di partirsi ; ma non avendo ciò ottenuto, andarono a porsi in Arezzo molto...

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